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2022, Programma di sala
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Nota del traduttore di Edipo Re — 57° stagione al Teatro Greco di Siracusa Fondazione INDA
Le ricerche sull'universo, sui suoi misteri, sulle sue certezze, fin da sempre hanno interessato l'uomo che in qualche modo sentiva l'esigenza di trovare delle risposte oltre il mondo terreno, immergendosi tra le stelle. Dapprima, la certezza che il cielo mantenesse quella perfezione inviolabile ed immutabile, come una sfera di cristallo, dura, impenetrabile, un dipinto divino da osservare con ammirazione, sede della creazione convergente nel punto focale prospettico che per secoli è stato la Terra. Successivamente lo sconvolgimento copernicano a sradicare la teoria geocentrica ponendo il Sole come fuoco centrale attorno al quale i pianeti ruoterebbero. Per giungere poi al coraggio premuroso di Galileo Galilei che, affascinato dalla matematica, proietta le formule aritmetiche al cosmo cogliendone la sua profonda complessità. Scoperte, quelle galileiane, oltre il mondo delle apparenze, contro il senso comune ed il pensiero corrente, che avrebbero fatto vibrare le certezze fin d'ora esistenti come vibrano le stelle. La modernità e attualità di Galileo appartengono ad un tempo senza età. Se i suoi studi portano alla rottura radicale con la religione segnando la modernità, aprono anche ad una riflessione morale sull'uomo, il suo ruolo e la sua posizione all'interno del cosmo. Di riflesso all'universo esso vede la profondità dell'esistenza umana. Galileo si discosta dal pensiero comune, da quell'antropocentrismo che poneva l'uomo al centro come essere più importante in quanto creato ad immagine e somiglianza del trascendente divino, governatore della natura e del cosmo intero. Per Galileo la natura non ha a che fare con nulla di sovrannaturale; essa procede per inerzia secondo le proprie leggi, esiste da sempre, prima che l'uomo potesse avere le capacità e le tecniche per comprenderla. Se a Galileo si accusa il distacco dell'uomo dalla natura, per la matematizzazione del cosmo, probabilmente non si ha occhi abbastanza poetici per osservare il cielo. Gli studi galileiani non solo forniscono una spiegazione del "come" dei fenomeni cosmici utilizzando la matematica, ma permettono di far si che l'uomo si possa sentire veramente parte dell'intero universo. Per questo motivo la grande sfida da parte di Galileo è quella di riunire l'astrattezza dell'idealità matematica con la concretezza e la realtà del fenomeno con tutte le sue particolarità. Galileo non vuole assolutamente escludere l'uomo dalle sue ricerche, semplicemente pensa che si possa capire l'esistenza umana da un altro punto di vista, quello cosmico. Galileo punta il telescopio verso il cielo allungando l'orizzonte all'infinito, sfida i pregiudizi sulla natura, dialoga con essa e attraverso le sensate esperienze e le matematiche dimostrazioni ricerca il vero. Presunzione? Arroganza? Eroico furore? No. Esso naviga semplicemente all'interno della sua passione e con una nuova filosofia, basata sui fatti, dipinge diversamente la verità della natura. Galileo e la natura si comprendono grazie alla stessa lingua,
2018
Inaugurando il primo volume dell'«Archivio glottologico italiano», nel 1873, Graziadio Isaia Ascoli provava a correggere l'idea che il vantaggio della Germania nel campo della filologia corrispondesse a una sorta di superiorità tout court della cultura tedesca. La «scienza boreale», così Ascoli, si giova non di una disposizione naturale alla severità degli studi, ma di «quel felicissimo complesso di condizioni, mercè il quale nessuna forza rimane inoperosa e nessuna va sprecata, perché tutti lavorano, e ognuno profitta del lavoro di tutti, e nessuno perde il tempo a rifar male ciò che è già fatto e fatto bene». Queste condizioni strutturali alimentano una «densità meravigliosa del sapere, per la quale è assicurato, a ogni funzione intellettuale e civile, un numeroso stuolo di abilissimi operaj» (XXXIV). Il limpido giudizio di Ascoli ha fornito la formula introduttiva a un convegno dedicato all'attività delle istituzioni coinvolte in vari segmenti del commercio culturale italo-tedesco, svoltosi presso l'Università di Bari "Aldo Moro" il 19 e il 20 maggio 2016. Aderendo a una prospettiva oramai acquisita negli studi sul Kulturtransfer, gli interventi qui raccolti si concentrano sull'attività di singoli mediatori, ma allo stesso tempo allargano la visuale alle strutture e alle istituzioni entro cui costoro hanno operato. Riviste, case editrici, accademie, università compongono un mosaico disuguale sul piano topografico (l'Italia meridionale, per esempio, è interessata solo sporadicamente da fenomeni di ricezione organizzata e di lungo periodo-con la sola eccezione di Napoli), ma assai omogeneo se si considera la costanza del legame fra gli interessi e le pratiche dei mediatori e la situazione politico-culturale italiana. La storia della ricezione di cultura tedesca in Italia, prima ancora che illuminare aspetti precipui delle opere, degli autori e dei movimenti intellettuali 'oltremontani', compone un capitolo di storia della cultura italiana, strettamente intrecciato, quanto alle finalità perseguite, alle rappresentazioni mitografiche elaborate e alle categorie ideologiche chiamate in causa, ai discorsi dominanti nel complesso del campo culturale. Ringrazio Maria Giovanna Campobasso per il generoso contributo prestato alla configurazione del volume.
2004
Lo Sciamanesimo di cui vi parlerò non è stregoneria e non è una religione; non richiede l’adesione ad una setta segreta, ed è compatibile con qualsiasi vostra credenza. È una concezione sacra dell’Universo, che vede lo Spirito riflesso in ogni più piccolo componente della Natura, dal sasso all’essere umano. In questa ottica, ogni cosa è degna di rispetto, è viva e sensibile, ed è possibile entrarci in contatto per stabilire una pacifica cooperazione. Nello sciamanesimo ci sono due scuole. Quella seguita dalla aggioranza degli sciamani è definita “La Via del Guerriero” e fa capo agli insegnamenti di Carlos Castaneda. In questa scuola ci si concentra su tecniche di combattimento e di resistenza fisica, per aumentare il potere personale e imparare a difendersi nella lotta contro le forze avverse. Questo perché ogni malattia o paura viene considerata una battaglia tra forze contrapposte, lo spirito del bene deve trionfare sul male e la vittoria può essere conseguita solo esercitando il potere maggiore.
in "Materiali per la storia della cultura giuridica" 1998/2, pp. 507-532 ] 1 Gianluigi Palombella Conoscere senza accettare I. Il problema e il suo sfondo teorico 1. L'interesse per una separazione tra conoscere e prescrivere, tra comprendere e accettare sembra entrare in conflitto con una serie di teorie della conoscenza che sono rinvenibili nella filosofia ermeneutica o in alcuni esiti della c.d. epistemologia riflessiva 1 .
[A proposito del libro di Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli 2016]
Rivista di Filosofia Neo-Scolastica
Avrei dovuto parlarvi di dissipazione e coerenza nella dinamica cerebrale; tuttavia il discorso portato avanti negli interventi precedenti è stato molto stimolante e quindi preferirei mantenermi il più possibile vicino alle cose dette prima. Quello che dirò, comunque, lo si può "riutilizzare" (e vi mostrerò come farlo) parlando del cervello. In effetti, il mio interesse nello studio del cervello è nato proprio così; avendo a disposizione gli strumenti matematici e concettuali della teoria dei campi delle particelle elementari, li ho "riversati" nello studio del cervello seguendo l'insegnamento del mio maestro Umezawa che per primo aveva utilizzato quegli strumenti nella formulazione di un modello del cervello. Lascio a voi immaginare l'enorme piacere di natura estetica che si prova nello scoprire che problemi così diversi (particelle elementari e attività cerebrale) possono essere affrontati in una visione unitaria con uno stesso linguaggio (lo stesso formalismo matematico). Per un fisico, è noto, quello di una visione unitaria dei fenomeni naturali è forse il massimo cui tendere. Ed è sorprendente che si possono così dire cose addirittura in accordo con le osservazioni di laboratorio.
Gli odori sono in grado di stimolare sensazioni positive, evocare ricordi piacevoli e riportare alla mente scene vissute nel passato e legate proprio ad un determinato profumo. Le relazioni fra cervello e naso sono forti e importanti, spesso molto più importanti per noi di quanto immaginiamo. Tanto profonde da poter essere usate per il proprio benessere se non addirittura, con tecniche e prodotti specifici, nel campo della riabilitazione. Vediamo come assieme ad Enrico Orofino, ingegnere ed architetto impegnato anche nella divulgazione delle tecniche di stimolazione plurisensoriale.
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Doctor Virtualis 1 [pp.147-153], 2002
https://www.diamtrader.net/2022/02/le-gemme-fenomenali.html, 2020
Montagne 360, la Rivista del Club Alpino Italiano, gennaio 2017, Bologna, pp. 58-61. ISSN 2280-7764., 2017
Il curioso Impertinente, 2019
S&F_scienzaefilosofia.it, 2016
Vero e falso : esperienze di un conoscitore, 2019