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Distribuzione Pandemos S.r.l. via Magna Grecia -casella postale 62 -84047 Paestum (Sa) Tel./Fax 0828.721.169 www.pandemos.it [email protected] Tekmeria 16 Direttore della collana Emanuele Greco Redazione Fausto Longo, Ottavia Voza Grafica Pandemos S.r.l.
I novellieri italiani e la loro presenza nella cultura europea: rizomi e palinsesti internazionali 268 Il percorso novellistico che si affronterà in questo contributo prevede, come punto di partenza, una fugace e agile veduta di alcune delle cosiddette novelle di viaggio del Decameron 1 : non certo per tentare di ridefinirne l'interpretazione, quanto per servirsi di esse in un'ottica comparatistica che risulterà molto utile quando si analizzeranno corrispondenti storie a firma di Bandello e Giraldi Cinzio.
Il Mediterraneo non è spazio, non è ‘mare tra le terre’, ma è luogo; nello specifico, luogo dove avviene una ‘tra-duzione’: questa ‘pratica mediterranea’ costruisce la memoria collettiva, che è comune a diverse e distinte civiltà, e garantisce la prossimità. Per questo il Mediterraneo non è chiuso, è il nome di un confine sempre liquido.
AGRICOLTURA, SOCIETÀ E SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’AREA DEL MEDITERRANEO, 2021
Alcune teorie economiche, largamente riconosciute ma poco at- tuate nella pianificazione strategica dell’Unione europea, individuano nello sviluppo place-based la via per affrontare l’abbandono e l’esclusione sociale di specifici luoghi. A sostegno di uno sviluppo endogeno, l’Unione europea promuove altresì il community-led local development, un programma che dà spazio alle comunità locali nella definizione dei propri obiettivi di sviluppo. Le regioni che si affacciano sul Mediterraneo sono luoghi ideali per sperimenta- re nuovi obiettivi, forti di un vantaggio competitivo dovuto non soltanto alla ricchezza e all’eterogeneità delle risorse territoriali, ma anche alla saggezza con cui, tradizionalmente, le genti del Mediterraneo definivano il benessere, traendo ispirazione dalla tendenza degli ecosistemi a raggiungere uno stato di equilibrio. L’idea Mediterranea di benessere, la stessa felicità umana sono da sempre assimilate a una condizione di soddisfacimento equilibrato e durevole, ispirata al concetto ecologico di climax. L’άταραξία dei greci, l’otium dei latini sono espressioni di una pienezza da assaporare constatando saggiamente la soddisfazione non dei propri desideri, ma dei propri bisogni. La sfida che atten- de le regioni che si affacciano sul Mediterraneo è quella di (ri-)progettare uno stile di vita ispirato da ideali e modelli complementari e alternativi a quelli del consumo e del mercato globale. Non il ritorno a un mondo arcadico preindu- striale, bensì l’evoluzione da un mondo accentrato dal mercato globale verso un mondo in cui le tecnologie e le conoscenze attuali vengono impiegate per dare risalto alla diversità locale e favorire la transizione verso una società umana naturalmente sviluppata, ovvero in grado di utilizzare le risorse locali e globali in maniera responsabile, consapevole di dipendere dalla natura oggettivamente e soggettivamente.
Rivista di studi danteschi, 2020
L’articolo offre una nuova fonte per l’episodio del Gerione dantesco, e cioè la descrizione di Scilla in 'Aen.', III 426-29, ipotizzando alla base di questa connessione la consapevolezza di Dante dell’uso del mostro marino da parte di Virgilio, Ovidio e Orazio come “chiave” della loro riflessione metapoetica sul verosimile e sul falso. *** The paper proposes a new source for Dante’s episode of Geryon, that is the description of Scylla in ‘Aen.’, III 426-29. A possible argument of such a connection would be Dante’s awareness about the use of the sea monster by Virgil, Ovid and Horace as a ‘key’ of their metapoetic consideration on verisimilar and false.
Atti dei Convegni Lincei 325, 2019
Per poter farsi un’idea di come dovesse essere il paesaggio mediterraneo in tempi remotiè necessario studiare la storiografia e interfacciarla con le testimonianze desunte dalle vestigia materiali. Esistono situazioni particolari nelle quali si sono conservati suoli antichissimi, risalenti a centinaia di milioni di anni fa. In condizioni geomorfologiche particolarmente conservative si sono originatipaleosuoli, la cui evoluzione ha avuto inizio molto tempo fa. Si tratta di suoli del tutto particolari, per certi aspetti veri e propri oggetti fossili, in grado di dare preziose informazioni sul passato. Possono essere definiti come "suoli che si sono formati in un paesaggio del passato" prima che ne cambiassero le condizioni ambientali, in particolare clima e vegetazione. Lo studio della composizione del paleopaesaggio consente di dedurre le caratteristiche climatiche e faunistiche dell'ambiente in cui si è formato: infatti, con opportune indagini svolte in laboratorio e sul campo, è possibile ricostruire l'ambiente originario. Non tutti i paleosuoli sono uguali: il loro profilo, la successione degli orizzonti, il chimismo dipendono dai climi che si sono succeduti, dal materiale dal quale derivano e dalle vicende geodinamiche che li hanno interessati. Il paesaggio mediterraneo è articolato da una notevole varietà di paesaggi diversificati per clima e geologia; in particolare la vegetazione è costituita da diversi endemismi, fenomeno causato dalle barriere naturali formatesi dopo la frammentazione delle aree continentali in isole. Il clima mite nell’area mediterranea ha consentito la conservazione di specie di antica origine quali Ceratonia siliqua, L.,1753 -Myrtuscommunis, L.,1753 - Vitis, L.,1753 - Olea europaea, L.,1753 e Pistacialentiscus, L.,1753. Gli archivi biologici stratificati nei siti archeologici sono una fonte importante per studiare l’evoluzione delle condizioni climatiche; in particolar modo l’archeobotanica consente di ricavare informazioni in merito alla relazione tra ambiente naturale e ambiente antropico, utili a ricostruire i cambiamenti della copertura vegetale avvenuti in seguito a oscillazioni climatiche.
Itinerando. Senza confini dalla preistoria ad oggi. Studi in ricordo di Roberto Coroneo, 2015
Riassunto. La lingua sarda sfrutta assai le posizioni periferiche della frase, sia a destra che a sinistra; ciò eminentemente per scopi pragmatici e/o effetti di senso, che connettono una certa catena frastica a un contesto (il)locutivo espresso o presupposto o da far presupporre. Uno degli elementi di questo tipo alla periferia sinistra è l’elemento ‘ello’, che ha funzioni e finanche sfumature diverse. Alla periferia destra troviamo i complementi del verbo talvolta anticipati mediante dei clitici: questa anticipazione marginalizza sintatticamente tali complementi in funzione di topic o di focus. Anche la posizione del Soggetto, in una lingua pro-drop come il Sardo, può essere interessata da processi di defocalizzazione, e il Soggetto può essere marginalizzato a destra, quale un topic-coda. Parole chiave: sintassi sarda, periferie, ‘ello’. Abstract. The Sardinian language frequently exploits the peripheral positions of the sentence, both on the right and the left, for pragmatic purposes; in this way a phrastic chain is connected to a wider (il)locutional context: which may be expressed, or assumed, or to be assumed. One of such elements, in the left periphery, is 'ello', which may have different functions and even different hints and undertones. At the right periphery, the Complements of the Verb are often anticipated by clitics; this anticipation marginalizes Verb Complements, giving them the function of a topic or a focus. Even the position of the Subject as well, in a pro-drop language as Sardinian, may be affected by defocusing processes, so that the Subject can be marginalized to the right, as a topic-tail, or an afterthought.
Storia dei Mediterranei, vol II. Mediterraneo e Storia, 2021
«Dialoghi Mediterranei», n. 32, 2018
Il Mediterraneo, spazio entro cui si è dispiegata una parte importante della storia dell'umanità, è da sempre luogo di libera circolazione di uomini, beni, idee, tecniche, simboli, miti, religioni. Oggi è teatro d'un dramma umanitario senza precedenti: "Mare Monstrum" più che "Nostrum". All'interno di questo bacino «polisemico e policentrico», «alternativo alla modernità atlantica» e «metafora del pensiero meridiano», le migrazioni si caratterizzano da sempre come «esperienze transcontinentali». Le migrazioni mediterranee, avvenute secondo processi «pluridirezionali» oltre che «plurisecolari», hanno dato luogo alla «formazione di identità miste» : aspetto che avvicina il nostro Mediterraneo agli altri Mediterranei del pianeta, su tutti il Mar Caraibico, sebbene inevitabilmente differenti siano le dinamiche genetiche di tali processi e gli esiti.
Redaktion: Giacomo Bardelli, Laura Weszkalnys (RGZM) Satz: Manfred Albert (RGZM) Umschlaggestaltung: Raimon Graells i Fabregat, Reinhard Köster (RGZM)
A fine gennaio del 2016 l'artista e performer cinese Ai Weiwei si è fatto fotografare su una spiaggia dell'isola di Lesbo in una posa che replicava il fotogramma forse più visto al mondo nel corso dell'anno precedente: quello che ritrae un bambino riverso, senza vita, su una spiaggia turca. Quella fotografia aveva suscitato una straordinaria ondata globale di commozione, divenendo l'immagine simbolo della stagione migratoria. 1 A febbraio, poi, il tema della morte alle frontiere ha vissuto la sua definitiva consacrazione pop, a livello dapprima nazionale e poi mondiale. In Italia il palcoscenico nazionalpopolare per eccellenza, il Festival di Sanremo, ha ospitato le esibizioni di Irene Fornaciari e di Nino Frassica, entrambe chiaramente ispirate dall'immagine di quella piccola vittima: mentre la prima cantava di "un bambino sulla spiaggia lasciato dal blu", il secondo recitava un monologo musicato intitolato "A mare si gioca". Pochi giorni più tardi, sul palcoscenico del Festival del cinema di Berlino, il film "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi, con le sue immagini di morte girate nelle acque di Lampedusa, vinceva l'Orso d'oro. Questo dilagare della morte di frontiera nella produzione artistica contemporanea, questa sua crescente presa sul pubblico e sulla critica, certifica che siamo di fronte a uno dei fenomeni più violenti e drammatici del nostro tempo: la limitazione della libertà di movimento di alcune categorie di persone e le conseguenze fatali che ne derivano. Come si è già notato su questa rivista, 2 peraltro, le stesse autorità responsabili delle politiche di gestione delle migrazioni e delle frontiere hanno da tempo fatto proprio il tema della morte, rovesciando la responsabilità delle tragedie su chi offre servizi di viaggio non autorizzati (etichettati come "trafficanti") e sui migranti stessi. L'operazione militare e umanitaria Mare Nostrum, condotta dalle autorità italiane tra ottobre 2013 e la fine del 2014, è stata solo la manifestazione più spettacolare della tendenza affermatasi dall'inizio del secolo, in Europa come altrove, a giustificare operazioni di polizia facendo ricorso ad argomenti umanitari (nella fattispecie, appunto, l'esigenza di salvare vite umane) e in contesti sempre più emergenzializzati e militarizzati. Anche le più recenti (e meno "umanitarie") operazioni europee Triton ed Eunavfor Med, così come la piattaforma di cooperazione euro-africana del Processo di Khartoum, non mancano di menzionare l'obiettivo di "salvare vite umane" e "prevenire tragedie in mare", benché la loro priorità sia dichiaratamente quella di stroncare i "traffici", cioè impedire alla gente di raggiungere l'Europa. Le persone salvate, poi, sono mostrate -quasi esibite -nella loro fragilità e vulnerabilità di vittime dei "trafficanti", nella loro qualità di soggetti esposti alla morte e alla morte generosamente sottratti. Queste immagini preparano il terreno simbolico per l'inclusione differenziale che porterà i soggetti inferiorizzati -in fondo debitori nei confronti di chi li ha salvati, e quindi non titolati a rivendicazioni di sorta -a subire gli sfruttamenti
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«Tra chiaro e oscuro» Studi offerti a Francesco Zambon per il suo settantesimo compleanno, 2019
Mediterranea ricerche storiche, 2018
Tra il Tirreno e Gibilterra. Un Mediterraneo iberico?, 2015
2015
Antigüedad y Cristianismo, 2022
Archeo 2020-2021, 2020
«Abbasso il tango e il Parsifal!» Wagner in Italia fra le due guerre 1914-1945, a cura di Pier Carlo Bontempelli e Oreste Bossini, Roma, Istituto Italiano di Studi Germanici, 2019, pp. 285-305. , 2019
Il 7Magazine, 2021
Tirsi per Dioniso. A Giulio Guidorizzi, 2021
Ricerche di Storia dell'Arte, 124, 2018, pp. 23-35, 2018