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2012, Storia Contemporanea
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Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni è un libro di perenne vitalità: la ricerca di Jemolo uscita nel 1948 per i tipi di Einaudi, con buona pace degli anniversari patriottici così efficacemente attivati nel 2011, usava una spanna di storia del tutto europea: e misurava a partire da quella svolta, nel contesto italiano nelle sue specificità, i rapporti intrattenuti dai "massimi sistemi" nell'arco di tempo compreso fra l'anno delle rivoluzioni e l'anno nel quale il fuoco di quel "roveto ardente" dell'Europa liberata si stava ormai estinguendo sotto il peso della guerra fredda.
Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 2011
nel novembre del 1954, frequentando le sue lezioni di Diritto ecclesiastico nella facoltà di giurisprudenza dell'università di Roma, e sono lieto di potere qui ricordare, a distanza di cinquantasette da allora e di trent'anni dalla sua scomparsa, il contributo di un uomo che ha molto influenzato la mia personalità e le mie scelte sin dagli anni della mia gioventù e che per molti anni ho ammirato (con qualche distinguo come, per esempio, a proposito di alcune sue discutibili scelte di politica accademica).
Creative Commons (CC BY-NC-ND 3.0 IT) Consentite la consultazione e la condivisione. Vietate la vendita e la modifica. Versione pdf open access al sito www.mucchieditore.it/animaperildiritto Tipografia e impaginazione Stem Mucchi Editore (MO)
Rivista Internazionale di Diritto Comune, 2024
Reading Paolo Mari’s book (Il libro di Bartolo. Aspetti della vita quotidiana nelle opere ‘bartoliane’ [Spoleto 2021]), encyclopaedic survey of the social themes underlying the work of the jurist Bartolo da Sassoferrato (1313/14-1357/58), offers the cue for two digressions: a first, on the role of people’s will in the process of shaping the norm; the second, on the legal regulation of natural phenomena. La lettura del libro di Paolo Mari (Il libro di Bartolo. Aspetti della vita quotidiana nelle opere “bartoliane” [Spoleto 2021]), enciclopedico sondaggio dei temi sociali sottesi all’opera del giurista Bartolo da Sassoferrato (1313/14-1357/58), offre lo spunto per due digressioni: la prima, sul ruolo della volontà popolare nel processo di formazione della norma; la seconda, sulla disciplina giuridica dei fenomeni naturali.
Bollettino della Deputazione di storia patria per l?Umbria, 2016
Per Severino Caprioli 1 S. Caprioli, Cinquant'anni di ritardo, postfazione a E. Ruffini, Il principio maggio ritario. Profilo storico, Milano, Adelphi, 1976, pp. 121-139. 2 S. Caprioli, Satura lanx 7. Breve escursione nei paraggi del 'principio maggioritario' di Edoardo Ruffini. Dati e congetture, in Annali della Facoltà di Giurisprudenza dell'Uni versità di Perugia, 5 (1976), pp. 46-58. 3 Perugia, Stabilimento tipografico Pliniana, 1985. Il volume, curato da Severino Caprioli e Luciano Rossi, raccoglie gli interventi di quanti hanno partecipato all'incontro in ricordo di Edoardo Ruffini tenutosi a Perugia il 25 aprile 1984 su iniziativa della Facoltà di Giurisprudenza e del Centro Studi Giuridici e Politici della regione dell'Umbria. Il volume contiene, inoltre, gli atti del seminario che si era tenuto a Perugia il 24 aprile 1976 dedicato ai Problemi storici ed attuali del principio maggioritario, al quale era presente lo stesso Edoardo Ruffini ed al quale parteciparono fra gli altri, per rendergli omaggio, scrive ebbe l'occasione e la fortuna di assistere all'evento da ultimo citato. 4 Lettere da Borgofranco su principio maggioritario e dintorni, cur. S. Caprioli e F. Treggiari, in Giuristi dell'Università di Perugia. Contributi per il vii centenario dell'Ate neo, cur. F. Treggiari, Roma, Aracne editrice, 2010, pp. 377-435.
MAURIZIO GIOVAGNOLI SULL'ORIGINE DI P. MEMMIO REGOLO aus: Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 190 (2014) 243-246 © Dr. Rudolf Habelt GmbH, Bonn 243 SULL'ORIGINE DI P. MEMMIO REGOLO* Morì in quell'anno Memmio Regolo, famoso (almeno fi n dove è consentito dal fastigio imperiale, che oscura tutto il resto) per autorità, fermezza di carattere e pubblica stima (Tac., Ann. XIV 47, 1)
CAPITOLO VI: CASATA ZUROLO. ORIGINI E SVILUPPO DI UNA FAMIGLIA FEUDALE DEL MERIDIONE D'ITALIA
2020
Gentile Direttore, passeggiando per il centro storico di Catania, sono rimasto sorpreso dalla lettura di una targa accanto al portone di Palazzo Geraci-Guerrera, segnalato come Palazzo Manganelli. Per averlo letto sulla sua rivista, sapevo che quello di via Antonio di Sangiuliano non era Palazzo Manganelli; e, più che mai, non poteva essere stato edificato nel XVIII secolo perché lo stile architettonico è, fuor di dubbio, più recente rispetto a quello del vero Palazzo Manganelli che si affaccia nella dirimpettaia e omonima piazza. Nel confessarle il mio stupore per la clamorosa svista, sono pervaso dal dubbio che anche le segnalazioni riguardo ad altri palazzi del centro storico possano depistare l'ignaro turista che, in un susseguirsi di passa parola, potrebbe stendere un velo di inconsapevole menzogna sulla verità strapazzata dai responsabili dell'informazione. Marco Saporita, Sant'Agata li Battiati (CT) Lo stupito lettore è assalito da un dubbio più che legittimo. Dopo la segnalazione, mossi da curiosità, abbiamo censito 28 palazzi del centro storico di cui ventiquattro con le informazioni certificate da: Comune di Catania, Università degli Studi, Rotary club Catania est e Sostare. Undici cartelli risultano carenti o errati, per cui torneremo presto sull'argomento per fare chiarezza come abbiamo scritto nell'editoriale. Elio Miccichè Palazzo Geraci-Guerrera, via Antonino di Sangiuliano, 269 Incontri-La Sicilia e l'altrove Rivista trimestrale di cultura-fondata da E. Aldo Motta nel 1987
Gianmartino di Tiriolo. Scavi e ricerche (2014-2018), 2024
Il volume rende noti gli esiti delle indagini archeologiche condotte sul sito di Gianmartino di Tiriolo (CZ) fra il 2014 e il 2016 e dei successivi lavori di studio della documentazione di scavo e dei molti materiali mobili emersi. Grazie all’apporto e al contributo di studiosi italiani ed europei, nel libro si esaminano le fasi di vita del sito archeologico, le sue componenti strutturali e architettoniche e tutte le classi di reperti mobili rinvenuti. Anche in virtù delle vicende subite dall’edificio, e in particolare dell’incendio che lo distrusse sul finire del III sec. a.C., Giammartino di Tiriolo offre l’opportunità di approfondire e riesaminare alcuni dei temi cruciali per la conoscenza della Calabria e della Magna Grecia di epoca ellenistica.
Ameno, dalle origini ai giorni nostri. La "Vicinia" e le "Compagnie" Antiche vie di comunicazione Luoghi di culto e non Ameno e la "grande" pittura Gruppi sacri e profani Ameno al lavoro Le Feste Personaggi illustri Le Famiglie Letteratura Racconti Calamità naturali e non Le frazioni oltre Agogna AMENO, dalle origini ai giorni nostri Rivisto e ampliato da "Feste Centenarie con scritti di Decio Giulio Costituzione geologica del territorio. Il territorio di Ameno è geologicamente costituito, nella sua parte meridionale, da scisti commisti a porfiriti e porfidi. Sopra queste rocce più antiche si sovrappose, nel periodo glaciale, il terreno morenico che forma il sottosuolo di buona parte delle campagne, a sua volta ricoperto dall'humus di origine vegetale. Dopo il ritiro dei ghiacciai, lo stesso territorio è andato rivestendosi di folte foreste: avanzi di rami e grossi tronchi di larice sono stati rinvenuti nella torbiera, ora esaurita, di Lortallo. Primi abitanti. I sepolcreti di Lortallo In che periodo l'uomo ha visitato il nostro territorio e si è stabilito definitivamente? Nel 1992, non distante dal cimitero di Ameno, in località Borgo del Magnano, durante la posa di una staccionata, è stato rinvenuto e segnalato da un amenese, Walter Baronchelli, un notevole quantitativo di materiale ceramico risalente all'Età del Bronzo (3600 a.C.). Un successivo scavo del 1994 ha riportato alla luce, vicino al primo ritrovamento, uno strato di ceramica ad uso domestico, databile al Bronzo Medio (XVI sec a.C.). Il territorio era abitato durante la prima età del ferro (dal VII al V secolo a.C.). Sepolcreti dei diversi periodi di questa età sono stati rinvenuti e studiati dalla Sovrintendenza alle Antichità del Piemonte 1. Erano cinerari fittili di impasto nerastro, appartenuti a persone cremate, decorati con tratti "a cordicella", accompagnati da pochissimi oggetti, tra cui qualche fibula in bronzo ad arco semplice 2. Urne più grandi, decorate con tratti lisci, suppellettili più abbondanti e fibule dette "a sanguisuga", sono stati ritrovate nelle tombe ai piedi del Monte Mesma e nel piano ad est della frazione di Lortallo. Cinerari neri decorati a stralucido, accompagnati da più ricche suppellettili, tra le quali fibule ad arco serpeggiante in bronzo e in ferro, erano presenti nel sepolcreto di Lortallo. Non è possibile dire con sicurezza a quali ceppi appartenessero questi abitanti. Le analogie con simili tombe trovate nel Comasco e nella valle del Ticino (Bellinzonese, Lago Maggiore, Golasecca, Castelletto ecc.), fanno pensare a diverse piccole migrazioni di popoli, forse di razza celtica, attraverso le Alpi, e si possono paragonare ai successivi spostamenti, che in epoca non lontana, compirono tribù germaniche o celtiche, colonizzando la Valle Anzasca, l'alta Val Sesia e la Valle Formazza. Dal V secolo a.C. agli abitanti della prima età del ferro, poveri e pacifici, comprovato dall' assenza di armi nelle loro tombe, si sovrapposero i Galli. Nel territorio di Lortallo e sul Monte Mesma sono stati rinvenuti numerosi cocci di vasi gallici, gallo-romani e qualche povera tomba di carattere gallico. Le legioni romane, s. Giulio, s. Giuliano, il dominio del Vescovo di Novara. Non molto tempo dopo l'invasione gallica giunsero, nel territorio di Ameno, le legioni romane. In una tomba di Lortallo è stata ritrovata una moneta di Augusto, che fece occupare stabilmente i territori subalpini e i passi delle Alpi. Altre monete di Tiberio, di Faustina, di Geta, rinvenute negli scavi in Lortallo e nel Mesma, assieme a quelle di Claudio Gotico e Diocleziano 3 , provano come la civiltà di Roma si andasse sempre più consolidando nel paese.
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Bartolo da Sassoferrato nel VII centenario della nascita: diritto, politica, società, Spoleto, Cisam, 2014
CAPITOLO III: CASATA ZUROLO. ORIGINI E SVILUPPO DI UNA FAMIGLIA FEUDALE DEL MERIDIONE D'ITALIA
CAPITOLO II: CASATA ZUROLO. ORIGINI E SVILUPPO DI UNA FAMIGLIA FEUDALE DEL MERIDIONE D'ITALIA
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CAPITOLO I: CASATA ZUROLO. ORIGINI E SVILUPPO DI UNA FAMIGLIA FEUDALE DEL MERIDIONE D'ITALIA