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2019
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La chiesa di S. Pietro ad Alba Fucens, situata sull’omonimo colle, forse antica acropoli del centro urbano, appare come un interessante contesto di riutilizzo di materiali architettonici dell’antica città romana. La storia della chiesa è segnata dal violento terremoto del 1915, in cui gran parte della struttura crollò ad eccezione delle murature antiche riutilizzate del tempio. Negli anni ’50 un importante intervento di restauro si occupò della ricostruzione dell’edificio con gli elementi originali recuperati dalle macerie. La chiesa, oltre a riutilizzare parti dell’antico tempio tuscanico, come le fondazioni, diversi blocchi delle pareti laterali e le due basi tuscaniche inglobate nei muri, è distinta da tre navate divise da una doppia fila di colonne corinzie di spoglio. Un’analisi dei capitelli, dei fusti e delle basi permette di distinguere le colonne in due gruppi distinti (A e B), riferibili, l’uno al periodo del consolidamento del potere di Augusto dopo la battaglia di Azio (...
Capitolo 1-Alba Fucens nel tempo: cenni storici 1.1. Il territorio prima della colonia e la fondazione di Alba 5 1.2. Alba Fucens durante l'età repubblicana 9 1.3. Alba Fucens in età imperiale e la sua progressiva decadenza 11 Capitolo 3-La monetazione in Abruzzo: da Hatria ad Alba 3.1. La monetazione sulla costa abruzzese 49 3.2. La monetazione di Alba Fucens 57
I risultati delle campagne di scavo dirette dalla Soprintendenza per i beni Archeologici dell'Abruzzo nel settore orientale del piazzale del Santuario di Ercole ad Alba Fucense (Massa d'Albe - AQ).
Affreschi tardo gotici nella chiesa e nel chiostro di San Bernardino ad Ivrea
Justly renowned for the frescoes by Giovanni Martino Spanzotti, the church of San Bernardino in Ivrea contains fragments of late Gothic wall paintings that have received little attention from critics. Other paintings, badly damaged, are located in a wing of the cloister of the ancient convent that flanked the church. This article reviews these paintings and seeks to offer some iconographic insights, especially for the benefit of the many people who visit the church every year.
Il processo della colonizzazione romana dell'Italia, caratterizzato da "nuove" fondazioni in aree geografiche e in siti particolarmente funzionali alle diverse esigenze dei centri abitati in generale, come ad esempio l'amministrazione del territorio, il controllo militare dell'area, lo sfruttamento della terra ecc., segue uno schema più o meno regolare, seppur rimane impossibile determinare delle costanti riferibili a tale processo 1. L'interesse per siti particolarmente funzionali in diverse aree geografiche è ben riscontrabile sin dalle prime fondazioni romane, il caso qui preso in esame viene anch'esso a rispondere di questa ricercata funzionalità del posizionamento sia geografico che topografico, per cui s'intende una considerazione "interregionale" ed una "locale" riferibile al sito sul quale viene stabilendosi il centro abitato. Intento di questo contributo non è certo aggiungere nuovi elementi alle numerose trattazioni relative alla città di Alba Fucens, ma quello di descrivere molto sinteticamente con l'ausilio delle precedenti pubblicazioni la sua situazione topografica, soffermandosi in particolare su un edificio per il quale oggi si identifica una particolare funzione e nel quale dei ritrovamenti effettuati in loco porterebbero a identificare dei personaggi che hanno avuto una certa importanza all'interno di una vicenda storica della città, importanza dei quali viene testimoniata anche dalla fattezza dei ritratti e l'eccezionalità dell'edificio in cui una delle due sculture è stata rinvenuta. Area geografica e Fucino Nel territorio degli Equi al confine con quello dei Marsi, i Romani fondarono il centro di Alba Fucens. Già il nome della città fornisce elementi fondamentali caratterizzanti la topografia del territorio: Albe, una delle tre cime collinari della città; Fucens, dal vicino lago del Fucino. Nell'odierno Abruzzo, a pochi chilometri da Avezzano, la città si trovò nella IV regio (Samnium) con la riforma Augustea. In
Miscellanea Emilio Marin sexagenario dicata, Kačić. Acta Provinciae Ss. Redemptoris Ordinis Fratrum Minorum in Croatia XLI-XLIII, 2009-2011, pp. 699-704
Izvorni znanstveni članak I -Roma, Via Ignazio Giorgi 32 Primljeno: 2. VIII. 2010.
Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, serie XI, XXXV, 2013
In diversi scritti l'esecuzione della decorazione è datata al 1578, particolarmente indicativo della vigente incertezza è Gusmano Soli che nel suo Chiese di Modena indica, in due passi diversi, due differenti date: 1578 e 1541. SOLI, 1974, volume III, pp. 121, 196. La necessità di aggiornare la data del 1578, generalmente accettata dalla critica e divenuta nel tempo preponderante nelle trattazioni, era già stata sostenuta da Daniele Benati, il quale proponeva un aggiornamento al Lo studio della decorazione pittorica della sagrestia di San Pietro ha preso avvio dalle fonti scritte: i documenti dell'archivio del monastero, conservati presso l'Archivio di Stato di Modena, già oggetto di precedenti importanti ricognizioni 1 , e le opere manoscritte del benedettino Mauro Alessandro Lazarelli, archivista dell'abbazia e autore, tra gli anni Dieci e Venti del Settecento, di diverse compilazioni riguardanti la storia del monastero. 2 La ricerca ha permesso di collocare l'esecuzione della decorazione nel 1541, ristabilendo chiarezza su un dato che nel tempo era stato oggetto di fraintendimenti. 3 Nel manoscritto intitolato Informazione dell'Archivio del Monistero di San Pietro a Modena, tra le notizie riguardanti l'anno 1539, Lazarelli annota che vengono gettate le fondamenta della sagrestia. 4 Alla fine delle pagine dedicate all'anno 1541, in un'aggiunta, probabilmente successiva, che a causa della mancanza di spazio occupa una parte del margine, si legge: "in quest'anno Girolamo da Vignola dippinse il friso del claustro della speziaria, ormai consumato, come si ha dal libro delle notizie de libri maestri a carte 77 come anco dippinse la sacristia a carte 78, 79". 5 Le stesse informazioni sulla decorazione e sul suo artefice sono riprese da Lazarelli nel Libro di notizie della chiesa di San Pietro di Modona 6 , conservato presso l'Archivio di Stato di Modena, e nelle Pitture delle Chiese di Modana, dove riguardo al pittore aggiunge, a proposito della decorazione del Chiostro della Spezieria, della quale già a inizio Settecento non restava quasi nulla, che un gruppo 7
VI Ciclo di Studi Medievali, Atti del Convegno 8-9 giugno 2020, Firenze, 2020
La ricerca nasce dall’idea di inquadrare il sito di Leopoli-Cencelle nei secoli finali del medioevo, quando la civitas, fondata da Leone IV nel IX secolo, si trasforma da città a tenuta agricola. Questo cambiamento incide profondamente nel riassetto urbanistico del sito. L’edificio che sembra aver subito più rimaneggiamenti è la chiesa di S. Pietro, consacrata da papa Leone IV e già riedificata nel XII secolo, ed ora completamente defunzionalizzata e presumibilmente fortificata con l’edificazione di un muro a scarpa connesso ad un fossato. Il lavoro qui presentato si pone l’obbiettivo di analizzare le cause che hanno portato alla fortificazione della chiesa e avanzare nuove ipotesi riguardanti la sua funzionalità.
Between 2006 and 2009 the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo carried out a series of new archaeological excavations in the ancient city of Alba Fucens. Research also extended to the sanctuary of Hercules, and a great many small votive bronzes were found in the area. More than 60 items were recovered between complete and fragmentary examples. This group of items comprised about 50 representations of Hercules, 2 female/male offerers, 7 clubs, 1 bovine and a few other fragments. According to the published information, the votive bronzes had been deposited in an area carefully organised when the sanctuary underwent reorganisation in the first half of the 1st century BC. This paper examines the votive bronzes found in the Sanctuary of Hercules at Alba Fucens with two main aims: classification with an ‘artisanal’-oriented approach and an attempt to analyse these types of items adopting an economic perspective.
2007
Il sito e lo scavo A partire dal 2001 è in corso a Canosa lo scavo sistematico 1 del monumentale complesso ecclesiastico di San Pietro (Fig. 1), posto nell'area della omonima collina, che ha conservato nel toponimo la memoria dell'edificio sacro ricordato da un'operetta agiografica altomedievale, l'Historia vitae inventionis translationis s. Sabini episcopi (=Vita) 2. Il monumento era finora archeologicamente sconosciuto, se si esclude la presenza di alcuni ruderi in prossimità di una cava, la cui attività estrattiva del tufo ha provocato il crollo della parte occidentale del pianoro che ospitava il complesso sacro. Il sito, posto nella periferia sudorientale della città moderna, in una zona assediata dall'espansione edilizia, è stato oggetto del primo vero intervento di scavo urbano programmato condotto a Canosa. Un intervento sollecitato da motivazioni che attengono tanto alla ricerca (la conoscenza integrale di uno dei complessi paleocristiani della città) e alla didattica (l'organizzazione di un grande cantiere didattico universitario) quanto alla tutela e alla valorizzazione (la difesa preventiva di una porzione urbana a rischio di degrado o addirittura di distruzione). Le indagini sono state condotte congiuntamente dalle Università di Foggia (Dipartimento di Scienze umane) e di Bari (Dipartimento di Studi classici e cristiani), in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia 3. 1 Questo articolo è firmato, per motivi di spazio, solo dal direttore degli scavi e da tre dei responsabili delle sei aree di scavo. Si esprime la massima gratitudine a tutta l'articolata équipe impegnata in questo intervento, che ha visto attivi anche numerosi studenti delle Università di Bari e Foggia.
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«Benedictina», LXVI, 2, 2019, pp. 169-210
IL CAPITALE CULTURALE - Studies on the Value of Cultural Heritage, EUM, 2019
Federico Botta, «Pasqua alla Pietà di Savigliano», Edizioni Cristoforo Beggiami, Savigliano, 2009
Il Capitale Culturale: Studies of the Cultural Heritage, 2019
Le chiese del villaggio medievale di Lorzia a Bono (SS), 2018
Civiltà Mantovana, 2006
Benedictina. Rivista del Centro Storico Benedettino Italiano, 2023
Atti del XXXI Convegno della LARTI, 2014
La chiesa di San Martino delle Ferrate (Cr) nei secoli XII e XIII, Quaderni di Matildica 2, Patron Editore, Bologna, 2022