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Testi di ascetica e mistica della chiesa orientale a cura di Giovani Vannucci libreria editrice fiorentina Al P. Raffaello Taucci che nello smarrimento dei tempi ha conservato l'immagine del monaco vero 1989 Libreria Editrice Fiorentina -50132 Firenze INTRODUZIONE Il libro " Relazioni di un Pellegrino" pubblicato dalla nostra casa, mise a conoscenza dei lettori il libro della Filocalia, quale guida incomparabile della preghiera ininterrotta. In questo primo volume presentiamo la traduzione di alcuni testi della Filocalia che parlano della preghiera ininterrotta in modo più generale; ci promettiamo di tradurre, in un secondo volume, quei testi che ne descrivono la tecnica.
1 Le ipotesi etimologiche L'etimologia di filastrocca 'componimento in versi brevi, con ripetizioni di sillabe e parole', secondo il DEI «non è stata chiarita nei particolari». Poiché ciò che segue, nel lemma del DEI, è la proposta di G. Calderone [LN XXXIV (1973) [123][124], secondo cui la voce risulterebbe da un filo, associato a strocco o strocca 'tipo di seta', con una formazione, cioè, del tipo filigrana, se ne dovrebbe dedurre che questa, almeno sul piano generale, sia soddisfacente. Francamente, non mi sembra opinione condivisibile. Né mi fa cambiare idea la "spiegazione" del Calderone, secondo cui «l'ascesa dell'umile filo al superior grado delle metafore» sarebbe dovuta al fatto che «delle Arti fiorentine, quella della seta soltanto fra gli ultimi del Trecento e i primi del Quattrocento si trova superata dalla più antica, ma prevalentemente mercantile, di Por Santa Maria, e che essa giunge al suo apice nel XVI secolo» (p. 124). Il problema non è la datazione dell' "umile filo" dell'Arte della Seta (in realtà niente affatto "umile", ma di gran lusso, tanto più nell'epoca rievocata), ma la plausibilità del rapporto semantico fra la filastrocca e il filo di seta, antica o moderna che sia. Semmai, la semantica del termine si lascerebbe meglio conciliare con l'ipotesi di Lurati [2001], che per lo meno ricostruisce una formazione di tipo popolare, binaria e imperativale: fila e (s)trocca, che significherebbe 'dà un colpo', 'disfa' e anche 'parla'. Anche qui, tuttavia, siamo nel regno di quelle ipotesi che, almeno in prima battuta, non aprono prospettive per un ulteriore approfondimento. Assente nell'AEI di Devoto-Oli, ricondotto, senza spiegazione, a fila, dal Prati, e a filatessa dal Migliorini-Duro, possiamo concludere che il termine è senza etimologia.
-lavoro a domicilio = deroga a art. 2094 cc (ma NON su assetto di interessi fra le parti) -circostanza di lavoro a domicilio = circostanza meramente fattuale (sul solo LUOGO di svolgimento della prestazione, che impedisce esercizio potere direttivo) -anche lavoro a domicilio = doppia alienità (e quindi vincolo di subordinazione!) -anche esecuzione parziale su prodotti "oggetto dell'attività dell'imprenditore committente" = "L alle dipendenze!" -es. vedi controversie x c.d. pony express (trasporto urbano plichi x contro 3i con mezzo motorizzato) o operatori call centers si cerca di evitare contratti subordinati (magari usando co.co.co.) con clausole tipo "il collaboratore non è soggetto a vincoli di orari" o "prestazioni rese senza assoggettamento a direttive impartite dall'azienda" -xò giurisprudenza vede realtà fattuale del rapporto -altrimenti = vedi tipo stesso di lavoro (che può mancare di direttive/ctrl diretti, ma essere soggetto a potere direttivo proprio della struttura stessa -OGGI: uso tecniche informatiche può scardinare concetto di impegno temporale del lav. (senza incidere su qualificazione dei rapporti) -CONCLUSIONI: 4 punti: 1) art. 2094 cc = vede rapporto di produzione con L+orga+mercato (diretto x lav. auto, mediato x lav.sub) 2) lav.sub = non identifica subordinazione con dipendenza (o debolezza eco) -debolezza eco = riscontrabicontinuità richiesta dall'art. 409-3 le/non riscontrabile sempre (no lettura classista del ddL!) 3) NO visione tecnico-funzionale della subordinazione (cioè subordinazione+eterodirezione) 4) autonomia tecnico-esecutiva di molti lav.sub (vedi ad es. CC a partire da 1 certo livello di inquadramento) -invece autonomia economico-organizzativa = CONTA x distinguere lav.auto<>lav. sub.
Modellare il corpo, combattere i segni del tempo, correggere dismorfie sono solo alcuni degli obiettivi ricercati dai pazienti che si avvicinano alla chirurgia estetica. Sempre più donne e uomini, attraverso le mani del chirurgo, migliorano la qualità della propria vita allontanando la fonte del problema che mette loro disagio nel rapporto con il proprio corpo e la propria immagine. Utilizzare scienza e tecnologia per vivere serenamente nel proprio corpo e mostrarsi al meglio di sé è infatti un obiettivo senza genere di preferenza, di cui un potente e accessibile mezzo è la chirurgia estetica. La chirurgia plastica presta molta attenzione alla zona del volto in quanto questa è la zona del corpo che maggiormente interessa dal punto di vista dicomunicazione sociale e di conseguenza gli inestetismi presenti sul viso diventano fronte di grande disagio psicologico. Alcuni inestetismi sono d"origine ereditario (Es. naso aquilino) mentre altri sono dovuti al naturale processo d" invecchiamento. Tutti gli interventi al viso devono essere assolutamente personalizzati. Solo un intervento "unico" potrà essere "calzato" con disinvoltura dal paziente soddisfatto. La chirurgia plastica del naso ha come obiettivo riportare entro parametri di proporzione questo elemento centrale del volto, in maniera tale da armonizzare il naso con il resto del viso. La rinoplastica come nessun altro intervento di chirurgia estetica deve essere personalizzato. Nulla di più inadeguato è un naso che si mostra "artificiale". Per questo motivo in sede di visita si dovrà studiare approfonditamente la morfologia complessiva del candidato paziente per disegnare e poi eseguire una plastica coerente. Sono molte migliaia le persone che hanno scelto la Pallaoro Medical Laser per l'approccio a questa delicata procedura.
A qualsiasi molecola organica si può assegnare un nome secondo la convenzione IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry). Talvolta, inoltre, il nome d'uso corrente di un composto organico prende origine dalla sua "storia". Per alcune classi di composti, esiste infine una nomenclatura alternativa radical-funzione. Può quindi accadere che un composto organico possieda anche tre nomi. Ad esempio il CH 3 -O-C 6 H 5 si può chiamare: anisolo, metossibenzene o fenilmetiletere.
Leggere e raccontare favole, leggende,ci provoca sempre, un profondo piacere, per noi stessi, che godiamo della storia, per poter condividere le nostre emozioni, i nostri ricordi, i nostri pensieri. Tra i tanti romanzi di fantasia,fin'ora raccontati, la storia più fantastica che sia mai stata scritta, sono i racconti di Harry Potter_ E' Incredibile, non perché incoerente, ma perché contiene tutti gli elementi narrativi che fanno di una storia, una storia universale. E' stato un fenomeno di costume degli ultimi anni, che ha segnato un'intera generazione di giovani e di adulti, con racconti che sono entrati di diritto, nella narrativa fantasy di tutti tempi! Ma qual'è il segreto della serie di Harry Potter? Forse è stata la geniale fantasia della scrittrice, che ha ripercorso in chiave moderna, le grandi leggende del passato? O per averle condite con sequele di incantesimi, creature magiche, luoghi fantastici e terribili rituali? O forse per gli aspetti meno evidenti, criptici, unificati alle varie conoscenze del panorama esoterico e simbolico? Nei racconti sono evidenziati : il potere dell'amore, il trionfo del bene sul male, la magia, e il mistero della pietra filosofale, che ha coinvolto anche le platee della cinematografia di tutto il mondo. Davvero pensate che la pietra filosofale sia stata un'invenzione delle favole, e dei maghi? E invece è stato il sogno di intere generazioni di filosofi, dotti, medici, che per secoli, insieme agli alchimisti, hanno tentato di scoprire, la pietra filosofale, che avrebbe trasmutato i metalli in oro purissimo. L'intento degli alchimisti, era anche, di scoprire l 'elisir di lunga vita, con la rigenerazione dei corpi, e la guarigione da malattie. In realtà l'alchimia(parola araba di origine egizia),come tutte le branche della scienza , è stata prima di tutto un sistema filosofico, che si poneva come primo scopo, la trasformazione interiore dell'alchimista, e dei suoi discepoli, allo scopo di agire profondamente sulla totalità psicologica e spirituale dell'individuo, per poter poi raggiungere la longevità,l' immortalità e il benessere. Bisognava agire con procedimenti segreti, che ancora oggi conservano tutto il loro mistero. Per amore della scienza, seguendo tecniche che li obbligavano ad attenersi a precise regole di ricerca: fedeli alla propria arte, tant'è vero che cercavano di evitare che chi non fosse stato del mestiere, per evitare che carpissero i loro segreti, usarono simboli, per classificare i composti,riferendosi all'astrologia, alla mitologia: rapporto pianeti, divinità, metalli con le corrispondenze. divenute poi consuete: Sole (Apollo) = oro; Luna (Diana) = argento; Mercurio = mercurio o argento
ALIMENTA N. 1, 2021
N. 1 / 2021 rivista ALIMENTA, fascicolo completo con i seguenti contenuti: Editoriale ALIMENTA, trent'anni dopo di Vito Rubino, Fausto Capelli e Paolo Borghi clicca qui PARTE I SAGGI E APPROFONDIMENTI Diritto La trasparenza nell’analisi del rischio all’interno della filiera alimentare come principio di democrazia Di Fausto Capelli e Giovanni Giangiobbe clicca qui --- L’etichettatura nutrizionale front-pack: la «nutrinform battery» italiana e la «nutri-score» francese di Valeria Pullini Biologia Autocontrollo e HACCP: stato dell’arte della semplificazione nell’ambito delle attività di ristorazione commerciale di piccole e medie dimensioni di Maria Ausilia Grassi Chimica Dalla terra alla tavola con i microelementi: la tracciabilità analitica del tartufo bianco » di Maurizio Aceto PARTE II NOTE E COMMENTI Suprema Corte di Cassazione, SS.UU. n. 1914/2021 I. s.p.a. c. V.D. Quale giudice per il biologico: note alla sentenza 1914/2021 resa dalla corte di cassazione, sezioni unite sulla relativa questione di giurisdizione. Prime luci sul nuovo orizzonte della giustiziabilità delle misure esecutive disposte dagli organismi di controllo designati al controllo e certificazione del biologico di Daniele Pisanello Corte di giustizia UE, sentenza del 17 dicembre 2020, causa C-490/19, Syndicat interprofessionnel de défense du fromage Morbier c. Société Fromagère du Livradois SAS Riprodurre la forma di una DOP: un caso di evocazione o prassi idonea a indurre in errore il consumatore? di M. Terenzi PARTE III DOCUMENTAZIONE Osservatorio di giurisprudenza alimentare 1/21 a cura di Valeria Amenta, Giovanni Stangoni Nota del Ministero della Salute «Indicazioni per l’esecuzione delle attività di campionamento e analisi di matrici afferenti agli ambiti di cui all’articolo 2, comma 1 del decreto legislativo n. 27 del 2 febbraio 2021 nell’ambito dei controlli ufficiali di cui al regolamento (UE) 2017/625, in relazione alle disposizioni previste dal Decreto legge 22 marzo 2021 n. 42 “Misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare” pubblicato sulla Serie Generale n.72 della GU del 24 marzo 2021» Nota del Ministero della Salute «Misure straordinarie per la rideterminazione della shelf-life dei prodotti alimentari e congelamento carne fresca» Corsi e convegni Corso di Alta Formazione in Legislazione Alimentare, Università del Piemonte Orientale, XII edizione. Libri; Notizie sugli autori
L’etimo philia racchiude in sé significati che conducono ad una molteplice interpretazione. Il suo sostrato semantico ha antiche origini ed ha veicolato nel tempo la genesi di termini linguistici che hanno avuto il loro sviluppo in sconosciute lingue arcaiche e si sono imposte definitivamente nel greco classico determinando importanti risvolti lessicali, in parte tramandati fino all’età contemporanea.
The archaeological investigations conducted in the Mediterranean have al- lowed the identification of many shrines dedicated to the Phoenician god- dess Astarte, that – as in the case of the Greek Era – has the possible function of protecting the settlers. Compared to other Phoenician sanctuaries identi- fied in the Mediterranean, the Astarte’s sanctuary of Malta (‘ŠTRT ’NN) from the early research has provided much pottery with inscriptions dedicat- ed to Astarte in Phoenician language, specifying the ritual dedicated to the deity. The largest number of the inscription has not always correctly identi- fied, only in a limited number of finds, especially cooking pot, have the com- plete inscription dedicated to the Phoenician goddess.
Sikelia 1. La Cultura bizantina della Sicilia orientale , 2023
Il periodo bizantino è tra i più bui della storia di Sicilia, non tanto perché non siano successi fatti rilevanti o perché il dominio dei Romaioi sia stato particolarmente pesante per cui è meglio dimenticare, quanto perché è tra le epoche meno indagate e su cui bisognerebbe far luce 1. Di contro, «se per altre nazioni dell'occidente lo studio di Bisanzio e della sua civiltà può essere un lusso marginale ed episodico, per l'Italia-e la Sicilia in primis-si tratta di una necessità costante» 2. E comunque, «ci troviamo all'inizio di un faticoso cammino, ma lo scopo che ci prefiggiamo giustifica la fatica, il poter lanciare cioè uno sguardo dietro i rigidi tratti delle icone, l'immettere nella storia vera» 3. La Sicilia, per la sua particolare posizione geografica, ha rappresentato in varie epoche e per molti popoli il centro nevralgico del Mediterraneo: nodo di passaggio e di scambi commerciali, luogo d'incontri e di scontri, sicuro rifugio per perseguitati ed esuli, punto di partenza per spedizioni militari, terra fertile e amena. Inevitabilmente essa ha finito per assorbire le culture, gli usi, i costumi e gli stili artistici che vi sono approdati insieme con i molti stranieri che qui si sono avvicendati nel corso dei secoli. E, come un grande crogiolo, ha fuso tutti questi elementi, riplasmandoli in maniera nuova e originale. Dapprima i Fenici vi posero i loro approdi commerciali. In seguito, la colonizzazione da parte dei Greci, rappresentò per l'area orientale dell'Isola l'inizio dei cinque secoli tra i più fiorenti della sua storia, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto da quello culturale e artistico. Le vestigia di questo glorioso passato affiorano ovunque sotto forma di rovine di grandiosi templi e teatri e di un'immensa quantità di reperti archeologici, la maggior parte dei quali giace tuttora in attesa di essere raccolta e conservata. Furono secoli di relativa stasi quelli del dominio dei Romani, che considerarono l'Isola prima granaio d'Italia e poi luogo di villeggiatura per molti cittadini illustri, che però non si fusero mai con la popolazione locale e non contribuirono alla fondazione di nuove città. E stagnante dal punto di vista culturale fu anche il periodo in cui la Sicilia fu governata dagli Ostrogoti. Con l'annessione all'Impero bizantino, dal VI al IX secolo d.C., l'Isola conobbe invece una grande rifioritura: una specie di rinascimento della grecità latente che tornò a dare i suoi frutti nel campo della cultura, dell'architettura, della pittura e delle arti applicate. In particolar modo l'area orientale vide svilupparsi una società e una civiltà vivaci, anche se molto differenti da quelle precedenti. Gli insediamenti si ridussero di dimensione, le necropoli pagane furono sostituite da catacombe e ipogei cristiani, i villaggi si arroccarono in punti ben protetti e inaccessibili, veri e propri insediamenti rupestri, dotati di piccoli oratori scavati nella roccia e spesso decorati con affreschi di umile fattura ma pieni di fervore religioso, com'era tipico dell'arte bizantina. A questo secondo periodo di grande splendore successero i due secoli di dominazione musulmana che non furono sufficienti a soffocare i germi del rigoglioso patrimonio culturale siciliano-greco; questi, infatti, riaffiorarono con tutta la loro forza e la loro magnificenza sotto il governo illuminato dei Normanni. C'è da compiere ancora molta strada, per arrivare a mettere in luce tutto ciò che di bizantino è rimasto in Sicilia, quello che non è ancora stato irrimediabilmente perduto o distrutto, ma i pochi indizi a nostra disposizione ci permettono comunque di affermare che, dall'epoca in cui i Calcidesi fondarono la prima colonia greca in Sicilia 4 fino a quando cadde l'ultimo regno dei Normanni, i Siciliani, specie quelli dell'area orientale, si sentirono molto più greci che latini, in tutte le espressioni della loro vita e della loro cultura. Vale anche per la Sicilia la critica mossa in tempi recenti da studiosi, come Castrizio che scrive:
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Ferruccio Gentili. Tesi di fine Corso.
Quaderni Urbinati di Cultura Classica 101, 2012, 217-224