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Dall'immagine tesa vigilo l'istante con imminenza di attesae non aspetto nessuno: nell 'ombra accesa spio il campanello che impercettibile spande un polline di suonoe non aspetto nessuno: fra quattro mura stupefatte di spazio più che un deserto non aspetto nessuno. Ma deve venire, verrà, se resisto a sbocciare non visto, verrà d'improvviso, quando meno l'avverto. Verrà quasi perdono di quanto fa morire, verrà a farmi certo del suo e mio tesoro, verrà come ristoro delle mie e sue pene, verrà, forse già viene il suo bisbiglio. (Clemente Rebora "Dall'immagine tesa")
Ricerche di Pedagogia e Didattica. Journal of Theories and Research in Education, 2010
Il presente saggio intende portare una riflessione critica sul termine di identità, cercando di metterne in luce l'alone di ambiguità e il tasso di problematicità semantico-concettuale, in relazione soprattutto all'altro polo speculare rappresentato dal concetto di alterità. Alla luce della condizione esistenziale in cui l'uomo contemporaneo si trova immerso-caratterizzata da una forte instabilità, incertezza e precarietà che non di rado lo porta ad avvertire acuti sentimenti di smarrimento e di sfuocamento dell'orizzonte di senso relativo al proprio essere e al proprio agiresembra ormai improponibile pensare a identità (personali, gruppali, professionali, comunitarie …) fisse e monolitiche. Le innumerevoli appartenenze incrociate cui ciascuno di noi è inserito nella vita privata, lavorativa e nel tempo libero ci rendono esseri in perenne divenire e soggetti a disparate esperienze di frequentazione con l'Altro, che rendono le traiettorie esistenziali e professionali assai diversificate e nel contempo ricche di spessore e di suggestioni. Il confronto con la differenza e l'alterità interroga con particolare intensità le professioni della cura e della relazione, contraddistinte da un tasso di complessità molto elevato e per le quali è auspicabile l'integrazione nei processi formativi destinati agli operatori sociali e sanitari una solida matrice umanistica per consolidarne la professionalità. Parole chiave: Identità; alterità; postmodernità; professioni della cura _____________________________________________________________ "La vita è ciò che ci accade mentre ci occupiamo d'altro." (Raffaele La Capria, Ferito a morte, 1961) "In realtà nessun io, nemmeno il più ingenuo è un'unità, bensì un mondo molto vario, un piccolo cielo stellato, un caos di forme, di gradi e situazioni, di eredità e possibilità".
Debili postille. Lettere a Carmelo Vigna, Paolo Pagani (cur.) È questa una raccolta di lettere filosofiche indirizzate a Carmelo Vigna dai suoi allievi per proseguire la discussione sui molteplici aspetti della sua proposta teorica, che spazia dalle indagini di ontologia e metafisica, a quelle di epistemologia e antropologia filosofica, fino alle ricerche di etica fondamentale e applicata. Non si tratta dunque di scritti rivolti a tematiche più o meno vicine a quelle coltivate da Vigna e semplicemente offerti a lui, bensì di dialoghi vivi che invitano il lettore a partecipare alla riflessione in atto, consentendogli di incontrare il laboratorio filosofico che Carmelo Vigna ha saputo creare all’Università Ca’ Foscari di Venezia nei quarant’anni del suo insegnamento. Queste lettere, nella loro differenza di tema, di piglio e di stile, sono anche, nel loro complesso, una meditazione sul tramandare e sul ricevere in eredità: tramandare e ricevere un sapere, ma anche il desiderio di dedicarsi ad esso riuscendo a tenere insieme sia l’amore per la cosa sia la spregiudicatezza nell’interrogarla, sia la singolarità del proprio sentiero, sia i legami con coloro grazie a cui è possibile tracciarlo e seguirlo. E tra costoro, Vigna è il primo: ogni lettera lo testimonia. Ecco dunque il senso del titolo “dantesco”: poiché Carmelo Vigna non ha mai cercato nel volto degli allievi e delle allieve lo specchio in cui ammirarsi, allora ciò che in queste debili postille si riflette è anche la pluralità delle personalità e dei profili che egli ha accolto intorno a sé e cresciuto. Orthotes 2012
2021
Agnese Viola È il 1873 quando nel Corso di geologia del professore Antonio Stoppani appare il termine era antropozoica: si tratta di uno dei primi casi documentati in cui viene formalizzata l'idea dell'attività umana in quanto forza tellurica, in grado di agire in modo massiccio sulla conformazione geo-fisica del pianeta.
Secondo il Wittgenstein delle Ricerche filosofiche se c’è sofferenza nel mondo ciò che importa è che qualcuno sta soffrendo. Quando una persona sente dolore gli si rivolgono parole di conforto, “a lui si guarda negli occhi”1. Come osserva Mulhall il dolore di un Altro non è semplicemente un fatto fra gli altri che lo riguarda, non si può trascurare di osservarlo, al contrario si tratta di una condizione che avanza una pretesa. Richiede una risposta… da me. Rispondere ai dolori degli altri si configura come una caratteristica del nostro essere umani, mancando ciò o non si è compreso il significato stesso della parola “dolore”, oppure si imbocca la via della vuotezza spirituale e quindi dell’indifferenza. Cavell in Must we mean what we say? introduce il concetto di riconoscimento, secondo il quale non basta che si sia certi che un essere umano soffre. È altresì necessario riconoscere questa sofferenza, pena il rifiuto del concetto di relazione interpersonale e quindi la perdita del concetto di persona. Il riconoscimento di cui parla va oltre il sapere, non per quanto riguarda il piano del contenuto, ma in quanto pretende che si faccia qualcosa sulla base di questo sapere.
Aracne, 2014
Esiste una stretta correlazione nel pensiero di Levinas tra alterità, infinito e felicità. L'autore si distingue dai contemporanei per una concezione radicale di "altro", cui l'Io si relaziona in maniera asimmetrica. Tale presupposto trova il suo culmine nell'idea di Infinito: Levinas si ispira alle Meditazioni di Cartesio, mettendone in discussione la concezione quantitativa del divino. La radicale esteriorità dell'Infinito ha come conseguenza il superamento della felicità, stadio egoistico che coincide con la pienezza dell'esistere. Il comandamento dell'Infinito, che si rivela nel Volto altrui, richiama l'Io a una totale donazione, aprendo tuttavia a una possibile alienazione del sé.
La cura come relazione con il mondo. Sapienza delle donne, costruzione o costrizione?, a cura di S. Chemotti, Poligrafo, Padova, 2015.
Il volume viene realizzato con un contributo dell'Università degli Studi di Padova nell'ambito delle iniziative promosse dal Forum d'Ateneo per le politiche e gli studi di genere Copyright © giugno 2015 Il Poligrafo casa editrice srl 35121 Padova piazza Eremitani -via Cassan, 34
Leggere «Da un altro all'altro». Il Seminario XVI di Jacques Lacan, 2021
Nel seminario Da un Altro all'altro, Lacan intraprende una revisione della struttura del grande Altro alla luce dell'invenzione dell'oggetto piccolo a. 1 Si dedica dunque allo studio dei rapporti tra il significante e il godimento. Certamente, quest'ultima, una posta in gioco rintracciabile nell'intero corso dell'insegnamento lacaniano, essendo essi - significante e godimento - forse i due concetti chiave della psicoanalisi lacaniana. Ciò che invece fa lo specifico di questo seminario è che tale indagine avviene nel campo della logica, attraverso gli strumenti della formalizzazione logica e matematica, la teoria degli insiemi e i teoremi di incompletezza di Kurt Gödel.
La Luce del senso dell'alterità, 2013
La luce del senso dell'alterità è un lavoro filosofico che suggerisce alcuni metodi per gestire le relazioni e l'alterità, partendo da se stessi per poter approdare, con maggior consapevolezza e responsabilità, all'incontro con l'altro. https://www.amazon.it/luce-del-senso-dellalterit/dp/1291514716
Testo redatto come prova per la Società filosofica italiana, valida per la certificazione del ciclo di seminari "Tradurre e commentare i classici della filosofia antica" In questo breve scritto, il nostro intento è considerare l'idea di libertà e cura di sé stoica, in particolare in autori come Cleante di Asso ed Epitteto, in confronto con la nozione di libertà finita di Emmanuel Levinas, oltre che puntare l'attenzione su come i primi considerino eminente il ruolo del soggetto, mentre il secondo dia all'altro la priorità nel rapporto di cura. Infine, mostreremo come tutti gli autori considerati diano un contributo valido alle questioni che la pandemia ha sollevato.
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G. Galli (ed.), Interpretazione e cura. Atti del XXII Colloquio sulla Interpretazione (Macerata, 11-12 marzo 2002), Macerata, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2003
La Previdenza Forense, 2022
MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni
G. D'Acunto- A. Meccariello (edd.) Fenomenologia Etica dialogica Antropologia dell’alterità, 2019
A proprio agio nell’Altro , 2019
ALTERITA'. ALIENAZIONE E IMMEDESIMAZIONE
Il sacro e il corpo, 2022
Liberazioni. Rivista di Critica Antispecista, 2008
Segni e Comprensione, 2020
Eda - Esempi di Architettura, 2020