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2022, Historia Regni
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Riccardo Pasqualin, Le sommosse degli studenti padovani nel Settecento, in «Historia Regni», 27 aprile 2022: https://www.historiaregni.it/le-sommosse-degli-studenti-padovani-nel-settecento/
Stranieri. Itinerari di vita studentesca a Padova tra XIII e XVIII secolo, a cura di Maria Cristina La Rocca e Giulia Zornetta, Donzelli Editore e Padova University Press, 2022
Rivista di Storia dell'educazione, 2019
DISSIDENT DESIRES. HIGH SCHOOL STUDENTS IN THE '68. DESIDERI DISSIDENTI. STUDENTI NEL SESSANTOTTO Multi-faceted, heterogeneous and sometimes antagonistic with each others: several conceptual places characterized students' ideological panorama during the protests occurred in 1968. Through the analysis of a large amounts of scholastic pamphlets, this paper aims at highlighting how social, generational and cultural factors impacted on defining contrasting ideologies. In university students' booklets and manifestos, scholastic and social flaws were framed into a Marxist vision of the society: democratization in school and society could have been possible, in their view, only disrupting a system where the élite forced middle and low-classes to live subjected to authoritarianism and alienation. Booklets written by students enrolled in technical schools usually focused on social and job marketing issues. On the other hands, issues debated changed dramatically among students enrolled in lyceums. As they usually came from affluent families, they felt the urgency to overturn cultural rather than economic constraints. Abstract in italiano. Lungi dal conservare un'unitarietà di posizioni più utopistica che realmente raggiungibile, le posizioni maturate all'interno del movimento studentesco sessantottino risentirono profondamente delle divergenze culturali, sociali, economiche che ne connotarono l'interno: divergenze che emergono ampiamente da una comparazione delle pubblicazioni prodotte da studenti universitari, studenti degli istituti tecnici e liceali. Se i primi contestualizzavano le proprie inquietudini sociali ed economiche all'interno dei canoni della teoria marxista, gli iscritti agli istituti tecnici maturarono un'acuta sensibilità verso sottoccupazione e disoccupazione intellettuale, fenomeni che dopo anni di espansione tornavano ad allignare i destini dei diplomati italiani. Libertarismo e individualismo definirono invece le posizioni dei liceali, maggiormente interessati a denunciare quelle strutture della scuola e della società keynesiana che, a loro modo di vedere, impedivano l'estrinsecarsi di ogni singola potenzialità.
Ramḥal: pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel, a cura di Gadi Luzzatto Voghera e Mauro Perani. Padova: Esedra, 2010
GLI EBREI A PADOVA NEL SETTECENTO Il Settecento nella storia degli ebrei a Padova non costituisce un'unità cronologica a se. Si può dire che abbia una fine ma non un inizio. È parte del periodo del ghetto, nel quale furono costretti a vivere dall'inizio del secolo precedente e fino all'arrivo dei francesi nel 1797, periodo che fu in generale un capitolo amaro nella storia degli ebrei padovani. Vediamo alcuni esempi. Dal 1603 il loro quartiere era delimitato da quattro porte che di sera venivano chiuse con catenacci: una al termine di via dell'Arco su via Marsala, la seconda in via delle Piazze poco prima di S. Canziano, le ultime due in via San Martino e Solferino, una all'incrocio con via dei Fabbri, l'altra su via Roma. Uno spazio limitato ed angusto, uno spazio chiuso che costrinse gli ebrei ad elevare le loro case aggiungendo piani su piani come si vede ancora oggi in via dell'Arco. Dal ghetto gli ebrei uscivano di giorno, per lavorare sì, ma anche per recarsi ad ascoltare le prediche in chiesa, obbligo a cui continuarono ad essere sottoposti perlomeno fino al 1715. Nelle loro case non potevano lavorare cristiani o cristiane, come servitori o balie, anche se il divieto non era sempre rispettato. Quando moriva qualcuno, doveva essere sepolto nel cimitero di via Campagnola, tragitto non breve, durante il quale il cadavere rischiava di essere rubato dagli studenti di medicina che se ne impadronivano per effettuarne l'autopsia. E questo, nonostante la comunità pagasse ogni anno una tassa speciale agli studenti proprio per evitare il ratto e l'autopsia dei cadaveri. In caso che scoppiassero incendi in città, gli ebrei dovevano fornire secchi e coperte di lane, come contributo al lavoro di spegnimento 1 .
Annali di Storia delle università italiane, 2022
L’articolo si sofferma sull’amministrazione della giustizia degli scolari nello Studio di Padova durante l’ultima fase della Repubblica di Venezia. Rilevante problema di ordine pubblico, ancora nel secondo Settecento l’indisciplina studentesca continuò a essere oggetto di processi criminali e di provvedimenti disciplinari, alimentando lo stereotipo degli scolari violenti e delle città universitarie come luoghi di frequenti disordini. A tale complessità culturale e giurisdizionale, il presente contributo si propone di guardare a partire da alcuni processi contro scolari celebrati nella cancelleria pretoria padovana sotto i reggimenti dei capitani Giacomo Nani e Alvise Mocenigo (1780-1783). La lettura delle fonti qui presentate, pur limitate cronologicamente, permetterà di tracciare un percorso che attraversa, in primo luogo, i rapporti tra la giustizia centrale del Consiglio di Dieci e la locale giustizia ordinaria; in secondo luogo, gli equilibri tra le ragioni della sanzione penale e quelle della giurisdizione speciale riconosciuta agli studenti, di competenza della magistratura dei Riformatori dello Studio; in terzo luogo, le diverse tipologie di indisciplina affrontate dalla giustizia degli studenti: «di gruppo» e individuale.
Laureatus in Urbe I (Atti del convegno - Roma, 22-23 maggio 2017), Roma, Aracne, 2019
Il contributo ripercorre la storia delle incoronazioni poetiche in Campidoglio, cercando di seguire il filo rosso che, nell'immaginario settecentesco, collegava Petrarca (incoronato nel 1341) agli unici altri due poeti mai incoronati in Campidoglio dopo di lui: gli improvvisatori Bernardino Perfetti (1725) e Maria Maddalena Morelli, in Arcadia Corilla Olimpica (1776).
"Contributi", 1982
Grande riforma, piccola scuola. Maestri e scolari in una comunità del '700 di PIERO SEVERI Alla fine del 1774 Camillo Tori, uno dei membri più attivi del Dicastero dei Riformatori agli Studi del ducato di Modena, presentava all'approvazione ducale la sua Istruzione interinale per le Basse Scuole dei Serenissimi Dominii 1 . Si trattava di un regolamento, messo a punto dai Riformatori dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, per dare un unico ordinamento alla rete, abbastanza estesa, di scuole primarie esistenti nel territorio del ducato estense. L'Istruzione era divisa in tre «articoli». Nel primo ci si soffermava a lungo sui principi pedagogici a cui la riforma dichiarava di ispirarsi; il secondo descriveva minuziosamente i programmi e i metodi di insegnamento che dovevano essere adottati dai maestri; il terzo, che prenderemo brevemente in considerazione qui sotto, stabiliva la nuova «disciplina», o organizzazione, dell'intera struttura scolastica. In esso si fissava anzitutto la gerarchia periferica dell'apparato amministrativo del dicastero, composta dai presidenti provinciali delle scuole, dai prefetti e infine dai singoli maestri. Al presidente provinciale spettava la nomina dei prefetti, nelle scuole dei centri più grandi, e dei maestri, nelle piccole scuole di comunità (par. 33). Gli uni e gli altri erano tenuti a riferire periodicamente sul loro operato. Le scuole generalmente ammesse erano quelle gestite direttamente dalle comunità, o «scuole del pubblico», oppure istituite dagli ordini religiosi in accordo con i consigli comunitativi; tuttavia né le comunità, né gli ordini religiosi potevano insediare o licenziare maestri senza la preventiva approvazione da parte del dicastero o dei presidenti provinciali. L'Istruzione proibiva anche ogni forma di scuola privata, racco-
Siena e il suo palio al momento della governatrice Violante di Baviera ricevette un libro prezioso ora al Victoria and Albert Museum di Londra da parte di un 'rozzo' che permette di chiarirci aspetti importanti delle celebrate accademie senesi...
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Archivio Storico Italiano, CLXXIII (2015), pp. 313-340., 2015
in Dante a Verona 2015-2021, a cura di E. Ferrarini, P. Pellegrini, S. Pregnolato, Ravenna, Longo editore, 2018, pp. 153-167, 2018
Annali di Storia dell’Educazione e delle Istituzioni Scolastiche, 20 (2013) pp. 187-199, 2013
Marco Zanini, 2024
LA PONTIFICIA BASILICA DI SANT’ANTONIO IN PADOVA.Archeologia, arte e storia, a cura di L. Bertazzo, G. Zampieri, 2022
Gli "Olandesi-Alemanni" a Livorno. Luoghi, vicende e figure di un incontro multiculturale., 2023
LA REALE ACCADEMIA DI MANTOVA NELL’EUROPA DEL SETTECENTO (1768-2018), 2020
Museo Collezione Percorso Racconto. Proposte di riallestimento nella Pinacoteca degli Eremitani, 2019
L’UNIVERSITÀ DELLE DONNE Accademiche e studentesse dal Seicento a oggi, 2021
Collezionisti e collezioni di antichità e di numismatica a Venezia nel Settecento. Atti del convegno del 6-7 dicembre 2019, 2022
in Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi... per una storia dell'omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia, a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, ETS, 2017
Filippo Juvarra 1678-1736, architetto dei Savoia, 2014