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Alcune riflessioni sul "vocativo inverso" tra pragmatica e sintassi

Key takeaways

  • Come notato da molti di questi autori, il VocInv in queste varietà è ristretto al baby talk.
  • Il VocInv assume la funzione del Voc "di richiamare l'attenzione di qualcuno che è già costituito come interlocutore nella situazione comunicativa (richiamo)" (Mazzoleni 1995: 377 ss.); tuttavia il VocInv ribalta i termini dei partecipanti:
  • *A mamma, mangia la minestra, Giulia Questa restrizione risulterebbe sorprendente se Voc e VocInv fossero due elementi equivalenti sul piano pragmatico e morfosintattico: a parità di valore pragmatico, l'ordine tra due elementi sintatticamente analoghi è infatti interscambiabile: Si noti però che nel siciliano dei secoli XIX e XX il VocInv era ammesso anche con questi nomi, come mostrano gli esempi in (17) da Sgroi (2012: 77) 4 :
  • In termini più formali, il VocInv è quindi introdotto da una marca di caso che indica che si tratta di un sintagma selezionato da un elemento predicativo, che può essere un aggettivo (si veda il riferimento alla locuzione bello di mamma in Rohlfs 1925) Nelle varietà in cui il VocInv non è introdotto da a (come in alcune varietà marchigiane o abruzzesi), l'assenza della preposizione non pregiudica l'interpretazione di caso obliquo per cui proponiamo che la preposizione sia comunque presente ma non realizzata superficialmente.
  • Nelle varietà che non la presentano, ipotizziamo una struttura sintattica in cui la a non è realizzata foneticamente, ma è comunque presente e differenzia crucialmente la struttura del VocInv da quella del Voc.