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2020
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232 pages
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Il volume affronta aspetti poco indagati del romanzo e del saggio spagnoli del periodo compreso tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento. Lo studio di evoluzioni e mutazioni in questo arco di tempo delle due modalità di scrittura prese in esame ha permesso di mettere in luce un'insospettabile rete di scambi tra opere all'apparenza diverse e a volte lontane nel tempo e inoltre di ripensare in un'ottica più flessibile le frontiere tra generi e sottogeneri. L'immagine particolare della modernità letteraria spagnola si arricchisce poi ripercorrendo l'altra importante linea dialogica che è possibile scorgere tra la letteratura alta e la nascente produzione di consumo. Il quadro è quello di un'estrema vivacità culturale e di una costante apertura alla sperimentazione formale e alla critica sociale.
La realtà rappresentata. Antologia della critica sulla forma romanzo 2000-2016, 2019
Il successo planetario di narrazioni a cavallo fra i generi, da Gomorra di Roberto Saviano fino a Preghiera per Cernobyl del premio Nobel Svjatlana Aleksievič e molti altri, ha rappresentato negli ultimi anni l'occasione di un ripensamento critico profondo della forma-romanzo, tanto nella sua morfologia quanto nelle sue declinazioni particolari. È vero, come afferma Mario Vargas Llosa, che solo il romanzo può darci una «presa diretta e totalizzante dell'essere umano» o ha forse ragione Berardinelli quando parla, denunciandolo, di un genere ormai «più merceologico che letterario»? E quali sono oggi i rapporti tra la rappresentazione romanzesca e una realtà percepita come sempre più complessa, se non sul punto di dissolversi nell'immateriale della mediatizzazione? Attraverso le pagine di molti fra i contributi critici più interessanti degli ultimi anni, l'antologia permette di comprendere le rappresentazioni romanzesche della realtà, aprendo così anche ad una più articolata comprensione del mondo contemporaneo. I cappelli introduttivi premessi ad ogni brano antologizzato permettono inoltre di contestualizzare e mettere a fuoco i nodi teorici principali della letteratura critica.
Status Quaestionis, n. 26, 2024
The present essay attempts to demonstrate how and why 19 th century forms and 20 th century variants of biofiction mark an important paradigm shift in the recent history of the literary field. They prove that in the narrative genres of contemporary age life is not perceived as the object of an integral representation but is rather treated as the subject of a recognition, that of a reality as fragmentary as the manners of an art founded on the temporal imbalance between βίος and fiction. The essay aims to clarify aspects and frontiers of biofiction dating back to European modernity: the fictional matrix that is implied in the dynamic between narrativization and reconstruction; the illusory rigour of completeness; the constant fragmentariness; the alternation between topics of uniqueness and discourse of infamy; the atmospheric definition of the untimely -with the purpose of providing, through a combined exercise of theoretical morphology and diachronic genealogy, the fundamental coordinates for the metahistorical interpretation of modern biofiction.
133 MARIA CARLA PAPINI Trasgressori e assassini di bussole: scrittori sul confine 139 SILVIA ALBERTAZZI Mappe transizionali in Shadow Lines. Response a Silvia Albertazzi 155 MARINA GUGLIELMI Frontières du comparatisme 163 ANNE TOMICHE Les "Frontières du Comparatisme" de Anne Tomiche 179 RADHOUAN BEN AMARA Confine orientale: di linee, aree e volumi 191 IVAN VERČ Niente di nuovo sul fronte orientale? Semiosi e struttura profonda del confine triestino. Response a Ivan Verč 211 MATTEO COLOMBI I confini tra linea di demarcazione e porosità 221 SILVANO TAGLIAGAMBE Del reale, dell'immaginario, delle rappresentazioni come forma dell'esperienza. Response a Silvano Tagliagambe 245 MARIO DOMENICHELLI Indice dei nomi 252 186), a partire da abitudini che defi niscono la nostra socialità nel quotidiano non escluderebbe, ma anzi spingerebbe, a partire dalle intuizioni di Raymond Williams nella categoria di «structure of feeling», ad una «etnologizzazione delle arti» (De Certeau 2001: 109
Geografie della modernità letteraria, 2017
Analisi dell'elemento del confine-ringhiera negli scrittori contemporanei del Nord-Est, in particolare Tiziano Scarpa e Vitaliano Trevisan.
06/11/2013
Nell’era delle telecomunicazioni, è indubbio che la potenza comunicativa umana abbia raggiunto livelli esponenziali, tanto da diventare pressoché illimitata. Se le conquiste tecnologiche stanno alla base del pensiero di un popolo e «l’uomo è quell’animale che per sopravvivere prolunga i suoi arti con oggetti presi dal mondo esterno» , con l’avvento di internet si ha uno stravolgimento eccezionale del suo modo di comunicare col mondo e del suo modo di percepirlo. Come ha reagito la letteratura ad un cambiamento tanto drastico della società odierna?
Il nostro tema parte da un fenomeno specifico, che è quello della cosiddetta "letteratura dell'immigrazione", per svilupparsi in un pensiero più generico sulla libertà e sull'autonomia di ogni essere umano di scegliersi un'identità propria, svincolata dalle etichette etniche e sociali. In una società che promuove la tolleranza, l'incontro e lo scambio tra culture diverse, troviamo contraddittoria la caratterizzazione di un "tipo" di letteratura in base all'appartenenza socio-politica degli autori. Attraverso un'analisi letteraria di due testi scritti dagli autori non-italiani e, quindi, automaticamente catalogati sotto la stessa etichetta, vorremmo porre la domanda se questa denominazione categorica sia effettivamente necessaria o è soltanto frutto di una xenofobia intellettuale. Crediamo profondamente che la nostra società "cosmopolita" dovrebbe finalmente superare quelle categorie limitative dell'identificazione lingua=identità nazionale/personale, cercando di concepire il multilinguismo come scelta e possibilità per avvicinarsi e capirsi meglio.
Appendice dell'Enciclopedia Italiana di Lettere, Scienze e Arti, 2020
queste tre variabili, viene compromesso il benessere sociale dell'individuo e possono insorgere condizioni di fragilità sociale (Bunt, Steverink, Olthof et al. 2017). Il tema della fragilità sociale appare particolarmente rilevante in questi ultimi decenni contraddistinti da politiche economiche sempre più contratte in materia di servizi socioassistenziali. Di qui la necessità di un approccio multidimensionale che tenga conto anche dei fattori ambientali e sociali, al fine di favorire per gli anziani una partecipazione attiva alla vita sociale e la creazione di una rete di rapporti interpersonali.
Borders Itineraries on the Edges of Iran
Accettando con gratitudine l'affettuoso invito a inaugurare questa ennesima iniziativa della scuola veneziana, chi scrive plaude, senza riserve, anzitutto all'esplicita, significativa novità metodologica costituita da una chiara e consapevole impostazione di quelle che sono nostre consolidate esperienze di ricerca 'eurasiatica' in un quadro di culturale 'ecumenismo' (intenderei con questo evitare l'inflazionato termine 'globalità', ormai inesorabilmente segnato dall'ovvietà di una banale piattezza e provinciale sudditanza a un pensiero dominante imperiale che impone anche censure a priori) volto a farla finita, si spera una volta per tutte, con il logoro schema dell'incontro/scontro fra Oriente e Occidente. Era quello uno schema che dava per scontata l'obiettività naturale (coloniale) delle due pretese modalità umane dell'essere e del pensare, che peraltro trovavano poi il loro 'fra', il loro 'ponte', pressoché dappertutto, a ogni latitudine, facendo di ogni singola reperita eccezione un tassello di opposta verità. E credo, in proposito, che la 'metafisicità' dell'Oriente (Oriente tout-court) sia un po' come il biancore della classicità: frutti, ambedue, di pregiudizi inveterati, duri da superare nonostante l'evidenza delle concrete occasioni che da tempo avrebbero dovuto avviare il discorso stesso verso categorie nuove, ben altrimenti plausibili. Ma con ciò afferro anche l'occasione di dare, io stesso, maggiore visibilità alla veste che oso considerare appartenente al medesimo ordine di idee, da me tessuta in privato, quale dono natalizio per Gilbert Lazard, sulle fattezze di Edward Fitzgerald. Una veste che si spingesse, nelle sue pieghe, ancora al di là degli intendimenti veteroesotistici del celebre scopritore/'traduttore' di glorie iraniche al tempo ignote anche in casa. Una veste, peraltro, che, non illudendosi di superare quegli intendimenti, fosse ancora più persiana nella concettosità ma fosse anche, al contempo, decisamente (formalmente) 'occidentale' nella sonorità, aspirante a quella dell'endecasillabo italiano. Il tutto nella piena coscienza, comunque, di non fare in tal modo, di necessità, mero orientaolismo (cioè, in sostanza, di non essere meno occidentale) dell'interprete canonico britannico.
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A cura di Vincenzo D'Alba, Francesco Maggiore. Il governo della città e delle sue periferie, 2015
Ledizioni, Milano, 2020
2017
Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), Eupolis. La riqualificazione delle città in Europa - Volume I: Periferie oggi, pp. 581-588, 1990
Il Chiasmo, Treccani, 23 November 2018, 2018
Lupu, Coman, Ciolan Alexandr, Zuliani Alessandro (ed.) Studii romanice: Omagiu profesorilor Florica Dimitrescu şi Alexandru Niculescu la 90 de ani. Bucureşti, Universității din Bucuresti: 1023-1033. , 2018