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2011, CD LAWO Classics LWC1026
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14 pages
1 file
SourceS: lucca 184, 58r (peruGia 3065, 1r); faenZa 117, 82r-82v; BoloGna q15, 71v-73r (Gloria fior GenTil) 09. rosetta che non canBi mai colore (06:32) SourceS: lucca 184, 55v-56; faenZa 117, 82v-83v 10. spinato intorno al cor (05:58) Source: lucca 184, 96v-97 spinato intorno al cor
Agli Umbri seguono i Tirreni, che dal Mare Tirreno giungono fino all'Adriatico; qui è una città greca [Spina] e un fiume; il percorso fino alla città, lungo il fiume, è di circa venti stadi [= 3,8 km]. Il viaggio da questa città a Pisa richiede tre giorni". Questo passo dello Pseudo-Scilace (Periplous 17, ed. Müller 1855) resta croce per i filologi e sfida per gli archeologi che indagando sul sistema di insediamenti e di itinerari ai confini nord-occidentali dell'Etruria del VI e V secolo a.C. cerchino conforto nelle scarne fonti letterarie disponibili; alla ricerca di Adriano Maggiani (Maggiani 1985) non si sono sostanzialmente aggiunti nuovi dati. Sembra quindi dato acquisito che per l'anonimo geografo -la cui opera passa sotto il nome del navigatore greco attivo sul finire del VI secolo a.C. -una polis Hellenís prossima alla foce del Po (identificabile con Spina) e Pisa segnano il confine settentrionale dell'Etruria sull'Adriatico e sul Tirreno; resta enigmatico il percorso 'da costa a costa' percorribile in tre giorni, o perché il passo è irrimediabilmente corrotto, oppure -più semplicemente -perché l'indicazione della durata del viaggio è errata se non fantasiosa. Il sistema itinerario che si dipanava dal porto sull'estuario dell'Arno (Pisa) alla città a venti stadi dalla foce del Po (Spina), invece, può essere ormai inserito in una rete di insediamenti che lo assecondava, seguendo il corso dei fiumi sui due versanti dell'Appennino, disponendosi al piede delle vie di valico o assistendo -in particolare con luoghi di culto -i passi montani.
A thorough analysis on painter Marco Tirelli's work from an optical and perspectival point of view.
2004
«Storiografia. Supplemento critico e bibliografico», 2014
Y Nel Cicerone, guida al godimento delle opere d'arte in Italia, pietra miliare della storia dell'arte, Jacob Burckhardt ammette nel 1855 di non conoscere in tutto il bel paese quadri di Antonello da Messina «di sicura attribuzione, all'infuori del ritratto di un uomo con capelli neri e pelliccia, negli Uffizi. Un altro, nella Galleria Manfrin, si trova troppo in alto sul muro per poter essere esaminato». Un secolo e mezzo dopo, è possibile disegnare una mappa più confortante, composta d'una ventina di opere presenti in Italia assegnate con certezza ad Antonello da Messina, e completata da un'altra trentina, se si allarga il giro d'orizzonte fuori dai confini. Al breve soggiorno veneziano, neppure due anni, sono riferibili circa 20 dipinti: pari al 40 per cento dell'intero catalogo di quasi 50 opere concordemente attribuite; e su circa 13 ritratti noti, ben 9 sono realizzati a Venezia o per committenti veneziani. Ma di tante opere "veneziane" dell'artista, solamente una è rimasta in città. Y Del percorso d'Antonello (ca. 1430-79), pittore dai tanti misteri e affermato maestro già nel 1457, sussistono infatti dipinti datati e/o documentati riconducibili soprattutto all'ultimo decennio di vita. Perdute molte sue opere per la Sicilia e per la Calabria, si conservano invece numerosi dipinti "veneziani", ma non più in laguna, dove, in tutto, resta la Pietà al Museo Correr ( . Soltanto in tempi recenti è giunta da Palermo una delle opere più antiche a noi note dell'artista, riferibile anzi ai primi passi dell'iter del siciliano: è la Vergine leggente ( , già nella nobile casa palermitana Lanza di Trabia e passata nella collezione veneziana di Luciana Forti degli Adimari.
Studi Classici e Orientali, 2013
The author proposes a new reconstruction of the dedicatory inscription on the arch of Berà (Hispania Tarraconensis): [Col(onia) Tarr(aconensium)] ex testamento L. Licini L.f. Serg(ia) Surae consa[cravit ex decr(eto) dec(urionum)]. KEYWORDS: Arch of Berà, Licinii Surae, Tarraco.
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