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2018, QUANDO GLI ELEFANTI VIVEVANO IN SICILIA di Ignazio Messana
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per i preziosi consigli e suggerimenti tecnici. Un particolare ringraziamento al prof. Benedetto Barranca, giornalista, per la revisione del testo. Un sentito ringraziamento al prof. Antonino Piccolo, presidente dell'UNITRE di Alcamo, per avere contribuito alla traduzione in lingua inglese della prefazione ed avere collaborato attivamente alla pubblicazione del libro.
E. Rodriguez Gonzalez, S. Celestino Perez (Eds), Tarteso. Nuevas Fronteras [MYTRA 12], Mérida, 2023
Gli scavi più recenti dell'Università degli Studi di Roma «La Sapienza» a Mozia hanno consentito di stabilire una precisa sequenza stratigrafica degli insediamenti dell'Età del Bronzo, che si sono succeduti sul monticolo più orientale dell'isola (denominato «acropoli») per un millennio almeno dal 1900 a.C. Sono stati distinti sei sotto-periodi, contraddistinti ciascuno da elementi della cultura materiale e da strutture, divisi in preistoria (Motya II, 1800-1250 a.C.) e protostoria (Motya III, 1250-800 a.C.). Questa nuova Mozia, più antica dello stanziamento fenicio, finalmente rappresentata da strati con materiali e non solo da reperti ritrovati fuori contesto, apre nuovi squarci di conoscenza sull'antica storia del Mediterraneo e induce ad ampliare le ricerche sulle culture cosiddette autoctone delle diverse regioni bagnate dal 'Mare di mezzo'. Allo stesso tempo suggerisce di ripensare il ruolo sempre decisivo dei Fenici nei secoli a cavallo dell'inizio del I millennio a.C.
La Sicilia degli anni Cinquanta raccontata da personaggi come Danilo Dolci, Carlo Levi, Leonardo Sciascia, o dai tanti reportage di quotidiani come «L’Ora», appariva come l’emblema dell’arretratezza e dell’abbandono del Meridione. Ma in quegli stessi anni altre cronache giornalistiche, documentari e cinegiornali, descrivevano le trasformazioni urbanistiche nell’isola, le opere pubbliche, le speranze di un futuro petrolifero e industriale, facendone quasi un simbolo della ricostruzione e del benessere che cominciava a far capolino in Italia. Erano narrazioni diverse di una Regione protagonista di un contraddittorio processo di cambiamento, in cui progresso e povertà si mischiavano continuamente. D’altronde l’autonomia siciliana, in vigore dal 1946, aveva trovato fondamento e legittimità, non su preesistenti identità etnoculturali, ma nel suo essere strumento politico necessario allo sviluppo dell’isola e al superamento del divario economico rispetto al resto del Paese. Se da una parte vi era l’autonomismo di chi governava e metteva in mostra le proprie realizzazioni materiali, dall’altro vi erano le sinistre che in nome dell’autonomia tradita, difendevano gli interessi di una Sicilia sempre sfruttata e rivendicativa. Ma in ogni caso l’autonomia e i suoi obiettivi erano il motore della politica regionale. Il volume ricostruisce questa stagione della storia siciliana, cercando di raccontare le trasformazioni dell’isola e le rappresentazioni di queste in funzione delle differenti sensibilità autonomistiche e dei loro obiettivi. La Sicilia che si racconta non è quindi solo quella “patologica” della mafia e dei fallimenti della politica. È anche quella delle realizzazioni, delle speranze, dell’enfasi autonomistica di una classe dirigente con tanti chiaroscuri, ma consapevole che la propria legittimazione derivava dai propri risultati e dalla soluzione della “questione siciliana”.
Ricordiamoci di Plinio il Giovane là dove dice che se noi non possiamo fare cose degne d'essere iscritte, dobbiamo almeno scrivere cose degne d'essere lette.
In questa quinta edizione del "Premio Ulisse" abbiamo voluto dare alle stampe il libro del Prof. Melchiorre Trigilia intitolato "1 viaggi ed i luoghi di Ulisse in Sicilia", non solo per scoprire le origini del Premio che porta il nome dell'eroe omerico, simbolo per antonomasia della "virtù e brama di conoscenza" dell'universale umano ingegno; ma soprattutto perché, al confine tra mito, storia e geografia millenaria della Sicilia, la nostra terra in particolare può vantare, come provano le accurate ricerche dell'autore, più di ogni altra, grazie ai numerosi riscontri, i nomi ed i luoghi, di aver ospitato il Viaggiatore e conoscitore di nuove terre, popoli e civiltà, la cui sete di ricerca e conquista continua ancor oggi e continuerà domani nell'esplorazione di nuove frontiere sconosciute.
117 LE SCALE "ALLA TRAPANESE" NELL'OPERA DELL'INGEGNERE E ARCHITETTO FRANCESCO LA GRASSA Federica Scibilia 129 BIBLIOGRAFIA 1. Siracusa. Castello Maniace, scala a chiocciola con volta a botte elicoidale nota come vis de Saint-Gilles (foto M. M. Bares).
Sondaggi praticati tra il 1998 ed il 2000, e successivamente, dal 2001, scavi sistematici hanno confermato l'identificazione dei neoria dell'antica Naxos nel complesso di muri paralleli di età classica in luce al margine settentrionale della città. Il ritrovamento rappresenta una tappa importante per la ricerca della città. I neoria o ricoveri per navi da guerra sono il primo edificio pubblico di carattere civile ad essere scoperto a Naxos. Fondamentali per la topografia del sito antico, essi presuppongono l'esistenza di una flotta, rivelando un inatteso quanto inedito carattere militare dell'antica città. * Si ringrazia tutta l'équipe di scavo: gli archeologi Francesco Muscolino, Sveva Savelli, Antonella Lonardo, Pinella Laudani e Concetta Marano, disegnatrice, Sebastiano Testa Fralia ispettore di cantiere attento e solerte.
Napoleone Colajanni was an important politician in Italy. It was a democratic and "repubblicano-socialista". So Colajanni was a big journalist in Italy of liberal age.Colajanni was director of "Rivista Popolare" and author of lots article about society, policy, economy. In this paper undescovered aspects about Napoleone...
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Tesi Di Stefano, 1996
Storia dei Fasci siciliani dei lavoratori - Lo stato d'assedio in Sicilia, 2022
Storia dei Fasci siciliani dei lavoratori - Le donne nei fasci, 2021
Corriere del Mezzogiorno, 2006
RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO, 2023
Le attuali conoscenze sul carsismo in Sicilia, 2007