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Col libro UNA VITA DA OBESO. GIOIE, DOLORI E ISTRUZIONI PER L'USO (LibriLiberi, Firenze, 2006), Roberto Piga e io avevamo offerto alle scuole e agli interessati uno strumento educativo in tema di obesità dilagante. Questi sette schizzi di trattamento cinematografico, nati in concomitanza con l'uscita del libro, intendevano affrontare con umorismo le difficoltà che un obeso incontra nella vita quotidiana. Essi sono ora a disposizione di chi voglia trasformarli in sceneggiature e cortometraggi...
Revista De Estudos Filosoficos E Historicos Da Antiguidade, 2012
Il saggio contiene uno studio dei motivi che portano il Socrate della Repubblica a rilanciare il tema della "cura di sé" in rapporto all'immortalità dell'anima nel libro X, dopo aver dichiarato conclusa la ricerca della giustizia e realizzato il paradeigma della città perfettamente buona, alla fine del IX. Lo sfondo della mia analisi è costituito sia dal dibattito internazionale sulla strategia interna al grande dialogo (dibattito che ha evidenziato i termini di una possibile frattura tra il corpo organico dei primi nove libri e l'"appendice" del X, apparsa a molti studiosi non necessaria e discordante con la prospettiva etica e politica precedentemente delineata), sia dal problematico rapporto tra i differenti modelli di cura dell'anima (e di anima) presenti nel Fedone e nella Repubblica (riassumibile nel contrasto tra l'ideale purezza dell'anima "sola con se stessa" del Fedone e la politicità conflittuale dell'anima della Repubblica). L'analisi parte dal grande avvertimento contenuto nel mito di Er (e rivolto da Socrate a Glaucone) sulla necessità di prolungare la cura dell'anima, mirando a guidarla oltre la morte nelle sue successive scelte di vita. Si sviluppa poi nell'approfondimento della strategia discorsiva adottata da Socrate, in vista di un'imputazione di responsabilità totale all'individuo sul controllo delle sue intenzioni. Infine, attraverso il confronto con alcuni celebri passaggi del libro IX sulla necessità di depurare i sogni tirannici con opportuni esercizi, giunge all'ipotesi che il progetto di cura prolungata dell'anima del libro X rappresenti un organico completamento della costruzione della kallipolis. Da questa prospettiva è possibile rileggere diversamente anche i rapporti tra Fedone e Repubblica sull'anima e la prescrizione della "cura di sé".
Che cos'è l'animazione educativa? Quali sono gli elementi che la rendono così importante nell'ambito del sociale e non solo? Qual è la sua funzione all'interno dei processi educativi e pedagogici? Può l’animazione educativa essere lo strumento principale per rendere efficace il processo educativo? Chi è l'animatore educativo e quali sono le sue caratteristiche? Oggi più che mai si sente forte la crisi dell'educare e degli educatori in tutti gli ambiti, la scuola e la famiglia ne sono un’esempio, perché l’educare è diventato sempre più un qualcosa di tecnico e “talvolta istituzionalizzato”, nel quale è forte la distanza culturale, ma soprattutto umana, tra chi educa e chi è educato. Senza l'animazione l'educazione rischia di diventare sterile, di rappresentare solo una proposizione di "buoni intenti", di cadere nel "tecnicismo educativo", senza coinvolgere e motivare il mettersi in viaggio nel percorso educativo, senza essere incisiva nel cuore e nelle pieghe della vita dell'educando. A prescindere dal luogo e dagli scopi prefissati, si riconoscono all’animazione educativa azioni che partono dal profondo dell'essere, che coinvolgono in modo travolgente chi svolge l'azione e chi la vive, dando quindi un senso e nuovi significati alla relazione. Parlando di forza travolgente dell'animazione educativa mi riferisco al fatto che l'animazione nel processo educativo è in grado di creare relazioni efficaci strutturando canali comunicativi funzionali, facendo leva sulla simpatia, sulla familiarità, sull’intelligenza emotiva e predisponendo all'empatia
1. 1. Se la disciplina ha un suo dove essere e può essere soltanto in un soggetto vivente, se inoltre la disciplina è per sempre, ed anche il soggetto, in cui qualche cosa è per sempre, è indefettibile, il soggetto, in cui disciplina esiste, vive per sempre. Egualmente, se siamo noi che formuliamo ragionamenti, cioè il nostro essere pensante, e non può formularli secondo logicità senza la disciplina, se inoltre non si concepisce essere pensante se non mediante la disciplina, considerazione a parte per quello in cui non v'è disciplina, esiste nello spirito dell'uomo la disciplina. Dunque la disciplina ha un suo dove essere. È reale infatti ed è impossibile che un essere reale non abbia un suo dove essere. Allo stesso modo la disciplina può essere soltanto in un soggetto vivente. È assurdo infatti che chi non vive apprenda a conoscere e la disciplina non può essere in chi non apprende a conoscere. Allo stesso modo la disciplina è per sempre. È infatti necessario che un esistente che non soggiace al divenire sia per sempre ed è innegabile che esista la disciplina. Chi ammette appunto l'impossibilità che il diametro non sia la linea più lunga di tutte le altre che non passano per il centro della circonferenza e riconosce che questo enunciato appartiene ad una determinata disciplina, non può negare la non soggezione al divenire della disciplina. Allo stesso modo è impossibile che un soggetto, in cui qualche cosa esiste per sempre, possa cessare. È assurdo infatti che un essere che è per sempre si separi dal soggetto in cui esiste per sempre. Quando noi formuliamo ragionamenti, è il nostro spirito che li formula. E può farlo soltanto l'essere che è capace di pensiero. L'essere sensibile dunque non pensa e non pensa il soggetto pensante per la mediazione del sensibile, poiché quando tende all'atto del pensiero trascende il sensibile. Infatti l'oggetto del pensiero è sempre il medesimo; al contrario non v'è cosa del mondo sensibile che sia sempre la medesima. Quindi non può aiutare lo spirito nel suo muoversi all'atto del pensiero. È già molto che non lo impedisca. Allo stesso modo non si possono formulare ragionamenti secondo logicità se non mediante la disciplina. Il ragionamento è appunto atto del pensiero che da conoscenze oggettive tende all'esame di conoscenze non oggettive. Ora per il soggetto pensante non c'è oggettività del non pensato. Ma il soggetto pensante ha in sé l'oggetto di puro pensiero e il puro pensiero non ha altro oggetto da quello che è di competenza di qualche disciplina. Disciplina è appunto pensiero puro di determinati oggetti. Quindi lo spirito umano vive per sempre.
L'UE è un'organizzazione internazionale/sovranazionale composta da 28 stati che cooperano tra loro. COOPERARE: con il trattato internazionale questo termine significa: RACCOGLIERE LE VOLONTA' DEGLI STATI MEMBRI.
Dal vocabolario "G. Devoto-G. Oli": ARTISTA s. m. e f. (pl. m.-i). 1. Chi è dedito ad un'arte come realizzatore o interprete [...] Chi esercita la propria professione (talvolta il proprio mestiere) con eccezionale maestria... Gli "Artisti" saranno scelti con criterio esclusivamente soggettivo: non una presentazione esaustiva, solo la focalizzazione di un aspetto, una tematica, o una singola opera... anche un'intervista... inoltre la segnalazione di mostre, iniziative, pubblicazioni...
Sull'immortalità dell'anima, 2024
Un brano del 129° inno rgvedico, noto come il Nāsadīyasūkta, più di altri ci fornisce la chiara immagine delle due “configurazioni visive” dell’inizio: “Non c’era morte allora, né immortalità. Non c’era notte. Non c’era giorno. Quell’Uno viveva in sé e per sé, senza un respiro. Al di fuori di quell’Uno, c’era il Nulla”. E dunque siamo in presenza di due figure opposte: giorno e notte, immortalità e mortalità, Uno e Nulla. Ma: sul “Nulla”, la dimostrazione di Parmenide - che dice Plutarco precede quella di Socrate e Platone - si rivela de-terminante: l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. Mai sarà dimostrato che esista ciò che non è (frammento 7/8 v. 1). Così che, in definitiva, il-pensiero-dell’inizio-di-ogni-inizio-che-è è: tutto è eterno.
Manuscrito inédito Controversiae de anima per Reverendum Patrem Franciscum Suarez, anno Domini 1579
INTRODUCCIÓN La importancia de un nuevo manuscrito inédito de Francisco Suárez es doble. Por una parte, nos ofrece la posibilidad de es-tudiar la génesis de su pensamiento, y, por otra, nos ayuda a com-prender mejor la totalidad de su pensamiento. ¿Qué hubiera pasado si, de pronto, se nos descubre la existen-cia de un manuscrito de Sto. Tomás, de Guillermo de Ocam o de Miguel Ángel? La reacción mundial de los eruditos hubiese sido casi indescriptible. Pues bien, la investigación suareciana, en lo que respecta a manuscritos inéditos que puedan servir de base a una edición crítica de las obras completas del Doctor Eximius, Francisco Suárez, está abandonada por parte de instituciones que debían tener a gala este tipo de trabajo. El entusiasmo que pude advertir, hace ya varias décadas, en el P. Elorduy, como encargado de preparar la edición crítica de la obra de Francisco Suárez, no ha tenido, por ahora, quien lo compartiera. Pero bien se lo merece aquél a quien el mismo Heidegger calificó como el punto de inflexión entre la escolástica y la modernidad. Pero esto suele ocurrir en nuestros tares. Por mi parte, y continuando mi investigación sobre los manus-critos que contienen la obra psicológica de Suárez, De anima, quiero contribuir, desde mi modesta investigación, a clarificar los textos re-ferentes a esta parte de la filosofía a la que el mismo Suárez dedicó tanto empeño y que fue objeto de su última revisión antes de su muerte. En la Introducción de mi edición crítica del tratado De anima de Suárez (tomo I, págs. LII-LV111, Madrid 1978) hablo del Manuscrito de Pavía, que tuve en cuenta a la hora de perfilar la edición crítica definitiva, y allí explico la estructura de este manuscrito suareciano, citado en el Aparato Crítico como P 2 .
L'AMICO DEL CLERO, 2024
AGGIORNAMENTO ALLA LUCE DI DUE NOTE DEL DDF IN RISPOSTA AI QUESITI PRESENTATI DAL CARDINALE MATTEO ZUPPI
Disordine e ordine. Il fattore mimetico in politica e nella storia, 2012
Il simbolico è anche pensiero inconscio e collettivo. Attraverso un'analisi di tipo filosofico politico e simbolico politico ho analizzato, e accostato, due racconti popolari russi. Dall'analisi emergono figure simboliche relazionali non riducibili a tempi e luoghi storicamente accaduti, ma a "vissuti" individuali e collettivi delle comunità.
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Registro delle Lezioni, vol 11/12, Università Libera della Val di Cornia, 2021
Istituzioni Del Federalismo Rivista Di Studi Giuridici E Politici, 2008
SULLA FORMAZIONE ATTRAVERSO LE IMMAGINI UNI-FORMATE- Con Vilém Flusser sulle immagini, 2020
Verso una teologia sinodale, 2022