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Biblioteca di storia
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158 pages
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The book discusses the experience of two Florentine travellers in the Levant from the 1760s to 1792. During their separate stays in Cyprus and in Istanbul they visited the Holy Land, Anatolia and Mesopotamia providing extensive reports on natural history, institutions, local customs and languages as well as data on the economy and the health conditions of the area. Their numerous printed works enjoyed remarkable success and were translated into French and other languages. The inquiry places the authors firmly within the European ‘Republic of letters’ and testifies to the growing interest for Islam and Ottoman power during the Enlightenment debate on the eve of the French Revolution.
Bollettino del Centro di Studi Vichiani, Year XLIII, 1-2, 2013, p. 178-190 (ISBN 978-88-6372-533-9).
Studiosi di diversa formazione e nazionalità concordano sul fatto che le riflessioni di Vico sull'umano, in particolare sul nesso tra linguaggio, pensiero, immaginazione e scrittura, e la sua ricostruzione storico-critica della genesi dei popoli offrono spunti, strumenti e categorie per approfondire temi di grande attualità, come l'individuazione dei contorni e dei limiti del pensiero occidentale, la possibilità di cogliere elementi universali o universalizzabili nell'umanità e nella sua storia, la questione della comunicazione tra culture diverse e delle vie per entrare in orizzonti culturali differenti dal proprio. In quest'ottica resta fondamentale la convinzione vichiana secondo cui ciò che esseri umani hanno realizzato, altri uomini possono comprenderlo, ma tale comprensione è possibile nella misura in cui si valutano le opere di una cultura e di un'epoca senza applicare ad essa parametri di giudizio atemporali (si consideri, tra gli altri, questo ben noto passo della sezione terza della Scienza nuova del 1744: «[…] questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i princìpi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana»: G. Vico, Scienza nuova del 1744, § 460, in Id., Opere, a cura di A. Battistini, Milano, 2007 4 , pp. 541-542). Tra gli studi dedicati a tali aspetti del pensiero vichiano apparsi negli ultimi anni è degno di grande considerazione il volume Vico e l'Oriente: Cina, Giappone, Corea, a cura di David Armando, Federico Masini e Manuela Sanna, Roma, 2008, che raccoglie gli atti del convegno tenutosi a Napoli dal 10 al 12 Novembre 2005. La rilevanza di questo libro sta non soltanto nell'aver tematizzato in modo sistematico l'interesse di Vico per la storia, le lingue, le religioni dell'Estremo Oriente, che non è affatto marginale nell'edificazione di una scienza relativa alla comune natura delle nazioni messa in opera dal napoletano (cfr. la Premessa di D. Armando che apre il volume: Vico e l'Oriente, cit., pp. 15-22, in particolare p. 16), ma anche nell'aver interpellato, in una prospettiva transculturale e interdisciplinare, le posizioni e le esperienze di ricercatori di Cina, Giappone, Corea che studiano l'Opera vichiana. Ma questo volume, indagando l'interesse suscitato da Vico in Asia Orientale, offre anche l'occasione di interrogarsi su quanto della nostra storia e della nostra cultura si conosce in questi paesi e su come gli studiosi orientali dei tre paesi considerati si avvicinano a, leggono e inquadrano gli autori occidentali. Legittimamente, nella Premessa, David Armando spiega che la scelta di queste tre aree geo-politico-culturali non intende occultare tutti gli altri possibili contesti storici, culturali e linguistici evocati dal termine
Il prevalere delle fazioni oltranziste in seno alle Chiese romana e costantinopolitana determinò la rottura delle relazioni tra il patriarcato bizantino e il papato nel 1054, così come ad agire nel senso della separazione furono le manovre del patriarca Michele Cerulario, subentrato ad Alessio nel 1043. I tentativi operati da alcuni storici di ricondurre la rottura dei rapporti ecclesiastici agli eventi successivi alla scomunica di Cerulario del 1054 (in particolare al sacco crociato del 1204), piuttosto che alle infruttuose trattative sull'Unione che portarono alle reciproche scomuniche di Cerulario e Leone IX, appaiono inesatti, in quanto lo scisma fra Roma e Bisanzio risulta già compiuto alla metà dell'XI secolo, come dimostrato proprio dalle trattative per l'Unione in questa fase.
Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata, a cura di E. Calandra, B. Adembri, N. Giustozzi, Electa, Milano, 2013
Distribuzione Pandemos S.r.l. via Magna Grecia -casella postale 62 -84047 Paestum (Sa) Tel./Fax 0828.721.169 www.pandemos.it [email protected] Tekmeria 16 Direttore della collana Emanuele Greco Redazione Fausto Longo, Ottavia Voza Grafica Pandemos S.r.l.
L'intensificarsi dei flussi migratori provenienti dall'Asia, insieme al lento e progressivo indebolimento del monopolio cattolico, ha determinato l'aumento di gruppi e tradizioni che si rifanno a esperienze religiose, para-religiose o spirituali di origine orientale nel nostro paese. Seppur numerose, queste nuove esperienze sono altrettanto frammentate e non facilmente quantificabili. La principale difficoltà deriva dal fatto che spesso si tratta di micro-realtà che sfuggono a indagini quantitative effettuate con i tradizionali strumenti sociologici o anche di realtà di breve durata. Ciononostante, si possono evidenziare alcune traiettorie significative che, per ragioni di sintesi, abbiamo ritenuto di dover limitare ad alcuni movimenti tra i più consolidati nel panorama religioso italiano (mappa ).
Hyle Pracetas - Lettere dall’Oriente
Published on "Civiltà della Tavola" magazine of Accademia Italiana della Cucina, 2013
Perché la Pasqua non cade sempre nello stesso giorno? E perché alla Pasqua sono associati i conigli, le uova e le colombe?
Byzantium, Russia and Europe. Meeting and Construction of Worlds, Opuscula Historiae Artium (Supplementum), 2013
L’Oriente a Venezia: le ricchezze del MAOV, 2022
The Museo d'Arte Orientale di Venezia (MAOV) is located in Ca' Pesaro in the Santa Croce district and presents one of the largest collections of Japanese art from the Edo period (1603-1868) in Europe. The collection is owed to Prince Enrico di Borbone, Count of Bardi, who acquired more than thirty thousand works on a trip around the world between 1887 and 1889. In this article, with the help of the museum collection, I will investigate the origin and use of some everyday accessories by daimyō 大名 and samurai 侍, to stimulate the reader's curiosity about the housed artifacts and increase awareness of the enormous Venetian heritage.
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Shoreless – Opere di Güler Ates al MAO, 2019
Riflessi d’Oriente - 2500 anni di specchi in Cina e dintorni, 2012
Hovorun, Cyril. L’Oriente cristiano nei suoi testi. Roma: Lipa, 2025. https://www.edizionilipa.com/prodotto/loriente-cristiano/, 2025
"Jura Gentium", supplementary issue, 2012, 2012
L’eredità umana e scientifica di Mario Bussagli a cura di Marco Bussagli, Paola D’Amore, Pierfrancesco Fedi, Laura Giuliano, Massimiliano A. Polichetti, Filippo Salviati, pp., 2021
Educação e Filosofia, 2007
Guénon, René - Oriente e Occidente, 1965
«Jura Gentium», IX, numero monografico, pp. 8-20, 2012