Sinergie Italian Journal of Management
Obiettivo. Il lavoro, al fine di contribuire al dibattito sui processi di governance del territorio, ha l'obiettivo di proporne una visione 'situazionista' alternativa alla visione prevalente, qualificata come 'unitaria' o 'sistemica'. Metodologia. Il lavoro, di taglio teorico-concettuale, pone a confronto due paradigmi, entrambi pienamente riconducibili alle discipline manageriali, che forniscono una differente chiave di lettura interpretativa di cosa sia il territorio e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali si delinea la governance di un territorio. Risultati. Lo spunto è la rivisitazione del concetto di 'vocazione territoriale' che, da elemento pseudo-oggettivo e 'naturalmente' osservabile e condivisibile da tutti gli attori di un certo territorio e in un certo momento storico, diviene "mito razionalizzante", ovvero un costrutto intersoggettivo privo dell'aura di oggettività e di funzionalità agli interessi del territorio e frutto, seppure solo in parte intenzionale, dell'azione strategica di una coalizione pro-tempore dominante. Originalità e limiti della ricerca. L'opzione situazionista, elemento di originalità del lavoro, invita a prendere le distanze da modelli predittivi ex ante. Il deficit predittivo, tuttavia, pur palesandone un limite operativo, non ne qualifica un limite epistemologico in quanto, parafrasando Hayek, esprime una consapevole e caratterizzante rinuncia alle "pretese di conoscenza" tipiche degli approcci neo-positivisti. Implicazioni pratiche. La rilettura dei processi di governance di un territorio proposta ridimensiona la portata dei modelli di management strategico e di marketing territoriale e propone la tortuosa strada dell'esplorazione delle strategie-cooperative e conflittuali-messe in atto da attori e/o coalizioni locali per perseguire propri interessi. Parole chiave: territorio; governante; vocazione territoriale; mito razionalizzante; potere; quadro istituzionale Objectives. The paper aims to contribute to the debate on the territory governance processes by giving an alternative vision, called 'situationist', compared to the prevailing one, defined as 'unitary' or 'systemic'. Methodology. In this theoretical paper we compare two paradigms, both belonging to the management studies, which provide a different view of what is the 'territory' and, consequently, what are the processes of governance of a territory. Findings. The idea is to revisit the concept of 'territorial vocation' that, from objective, observable and shared by all the actors of a certain territory and in a certain historical moment, becomes a 'rationalizing myth'. An intersubjective construct not assisted by an aura of objectivity and functionality to the interests of the territory. The result, influenced by unintended effects, of the strategic action of a pro-tempore dominant coalition. Originality and limits of the study. The situationist perspective, point of originality of this work, is far from predictive models. This operational limit, however, does not also qualify an epistemological limit. Paraphrasing Hayek, it expresses a conscious and characteristic renunciation to the 'pretence of knowledge' typical of neo-positivist approaches. Practical implications. The different insight into the territorial governance processes debunks models of strategic management and place marketing and proposes the winding road of exploration of the strategies-cooperative and conflictual-enacted by actors and / or local coalitions to pursue their interests.