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2017, L’ECO DELLA SCUOLA NUOVA, p.27-30, ISNN:0012-9496.
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Il crimine domestico si sta configurando su larga scala sempre più come una catastrofe psicosociale che coinvolge minori - destinati a convivere sul medesimo territorio antropologico anche dopo la fine dell’atrocità. La violenza sulle donne è stata perpetuata nel tempo tramite la discriminazione dei corpi, la divisione delle idee, l’assoggettamento e l’esclusione dalle cariche politiche, sociali ed economiche
DONNICIDIO - Il Femminicidio visto da una donna nata maschio, 2014
In queesto libro l'autrice affronta il tema delle violenze e soprattutto degli assassinii delle donne da parte degli uomini con un approccio particolare derivante dalla sua condizione transgender, cioè di donna nata maschio. Pur rifuggendo ogni spiegazione determinista, per esperienza sia diretta, sia derivante da dieci anni di militanza nell'ambito della promozione dei diritti delle persone Transgender e Intersessuate, la Izzo cerca di ampliare la visione e la comprensione del maschilismo individuando un tavolo a tre gambe principali: la prima antropologica, la seconda socioculturale (psicologica, familiare, tradizionale), sulle quali si è scritto di tutto e di più e aggiunge una terza una gamba "biologica e informazionale" di cui invece non si vuole parlare anche per la difficoltà delle donne di comprendere a fondo certe predisposizioni maschili e viceversa. Difficile perché alle reali predisposizioni si sommano una enorme quantità di stereotipi culturali che nulla hanno a che fare con la radice del "maschile" e del "femminile". Il vissuto delle transgender da maschio a donna vivono dentro se stesse un passaggio piuttosto brusco da una prevalenza testosteronica ad una estrogenica. Anche i "trans" da Femmina a Uomo contribuiscono con la conferma di ciò che cambia davvero e quanto è stereotipo (o perlomeno si avvicinano maggiormente all'obbiettività). L'aspetto genetico (di cui non si può ancora dire molto per assenza di studi nel merito), ormonale e cerebrale. Questo libro, non vuole sostituire o spiegare con le differenze ormonali le ragioni del maschilismo che si è imposto in ogni epoca e cultura. Più semplicemente vuole affiancare alcune di queste ragioni alle prime "due gambe" su cui si studia da decenni. Del resto, un tavolo, per restare in piedi ha bisogno come minimo di tre gambe, afferma l'autrice. Nel libro sono raccontate alcune di queste differenze che possano servire alla Donna di capire se e quando un Uomo può diventare pericoloso: tenta di individuarne alcuni "prodromi". Non mancano consigli alle madri di figli sia maschi sia femmine, sia gender non conforming, alle donne anziane sposate con uomini anziani che culturalmente sono cresciuti in una cultura che considerava leciti alcuni atteggiamenti derivanti anche dalla natura specifica dei maschi. Affiancare e integrare quindi, con un primo contributo a cui, auspica, se ne possano aggiungere altri
Testimonianze, 2021
Narrativa, 2015
È ormai notizia di tutti i giorni. Una nuova "emergenza sociale" ci minaccia: il femminicidio, l'uccisione all'interno "delle mura domestiche", come recita la formula di rito, di donne da parte dei "loro uomini", mariti, compagni, conviventi, attuali o ex, minacciati di abbandono o già lasciati. Non passa quasi giorno senza che un nuovo nome, un nuovo volto si aggiunga a questa terribile lista, professioniste emancipate e madri di famiglia, donne che lavorano e casalinghe, donne giovani e meno giovani. Nel solo 2013 in Italia sono state 179 le donne che hanno perso la vita in questo modo, per quella che, nei paesi della civilizzata Europa, è ormai divenuta una delle prime cause di morte per le donne. A fronte di tanto orrore, provvedimenti speciali vengono varati. È dell'ottobre 2013 una proposta di legge, avanzata dal governo Letta e specificamente diretta al fenomeno del femminicidio, inserita all'interno di un pacchetto di norme sulla sicurezza, dove l'uccisione di donne è circoscritta e inquadrata come una questione, appunto, di "sicurezza". Si moltiplicano di dibattiti e si consultano gli esperti. È emergenza. Ma si tratta veramente di una "nuova" emergenza, e, ancora più radicalmente, di una "emergenza"? "Emergenza", come tutte le parole, significa più di una cosa. Deriva dal verbo emergere, che significa "venire a galla, risultare, apparire, essere visibile" (Il Nuovo Zingarelli) e certamente in questo senso il femminicidio è qualcosa che ha acquisito una visibilità mediatica particolare negli ultimi tempi. Il dizionario registra questo senso ("cosa che emerge"), ma solo come un senso più raro, a fronte di un senso principale e più comune, quello di qualcosa che è insieme "imprevisto" e "pericoloso": "circostanza imprevista e pericolosa; situazione pericolosa che richiede provvedimenti eccezionali". L'emergenza è Femminicidio, una nuova emergenza? Logiche di dominio e trasversalità della violenza di genere
Il focus ha riguardato gli stereotipi che dal XVIII secolo ad oggi sono emersi nelle relazioni fra i generi al fine di dimostrare che le radici della violenza non sono naturali, ma il risultato di pratiche culturali e di configurazioni storiche.Nella convinzione che la violenza contro le donne sia una questione principalmente maschile, mi sono concentrata sulla virilità e sulla mascolinità.Nel trattare questi argomenti,i media dovrebbero tenerne conto, senza patologizzare o naturalizzare comportamenti estremi,ma puntando alla loro prevenzione.Ho analizzato le campagne di sensibilizzazione realizzate nel nostro paese in merito alla violenza contro le donne.Infine, grazie al contributo di Stefano Ciccone dell'Associazione Maschile Plurale, ho proposto nuove modalità comunicative per affrontare questo tema così delicato.
Narrativa, 2021
Fantascienza femminista riassunto il dibattito sul femminismo negli ultimi anni si è fatto sempre più vivo e molto spesso, in ambito culturale, è stata la fantascienza a darne l'avvio. Eppure il campo della fantascienza femminista in Italia è ancora molto trascurato dal mercato e poco studiato dai critici. In questo articolo si discutono alcune problematiche per una prima riflessione sulla fantascienza femminista in Italia, in particolare attraverso l'analisi delle opere di Nicoletta Vallorani, Violetta Bellocchio e Veronica Raimo. résumé Ces dernières années, le débat sur le féminisme est devenu de plus en plus vif. En effet, très souvent, dans le domaine culturel, la science-fiction a suscité de nombreuses discussions, voire de véritables débats. Pourtant, le domaine de la science-fiction féministe en Italie est encore très négligé par le marché éditorial et peu étudié par la critique. Dans cet article, nous ferons une première réflexion critique sur la science-fiction féministe en Italie, notamment à travers l'analyse des oeuvres de Nicoletta Vallorani, Violetta Bellocchio et Veronica Raimo. * * * FantasCienza e Femminismo in italia? nel febbraio 2018 l'editore Nero pubblica in italiano l'antologia Le Visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo a cura di Ann e Jeff Vandermeer. Il volume raccoglie racconti di scrittrici molto diverse fra loro (da Angela Carter a Joanna Russ), accomunate, tuttavia, da una prospettiva variamente femminista e riunite sotto l'ampia etichetta di speculative fiction. Nel presentare, nella postfazione, il
Amedit, 2017
di Giuseppe Maggiore Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 33 – Dicembre 2017
In Italia 345000 bambini persero il padre nella Prima Guerra Mondiale: a Codogno gli orfani di guerra furono più di cento. Alle loro famiglie furono assegnati sussidi stabiliti con leggi nazionali e corrisposti attraverso province e comuni, integrati dalle elargizioni di enti di beneficenza. La legge del l923 riordinò il sistema pensionistico: alle famiglie dei caduti definiti "combattenti" fu assegnata la "Pensione privilegiata di guerra", a quelle dei a morti per cause indirette fu concessa la semplice "Pensione di guerra. In Italy 345,000 children lost their fathers in the First World War: in Codogno, war orphans were more than a hundred. Their families were given subsidies assigned under national laws and paid for by provinces and municipalities, supplemented by donations from charities. The law of 1923 reorganized the pension system: the families of fallen "fighters" were awarded the so-called "Preferential War Pension", while the others were granted a basic "War Pension".
Violenza sessuale E' fondamentale rammentare che nel nostro paese lo stupro è considerato un reato contro la persona solo dal 1996. Appena 18 anni orsono questo delitto era ritenuto un reato contro la morale pubblica e il buon costume. Ciò significa che l'ordinamento giuridico considerava che se una donna era violentata, il soggetto offeso fosse il marito o la famiglia o il "nome" nonché la "morale sessuale" intesa come un principio astratto. La legge, dunque, non contemplava affatto che lo stupro fosse un atto di violenza che lede la sfera più intima di una donna, la sfera sessuale, infliggendo un dolore e un un'umiliazione profonde. Nonostante la nuova legislazione in materia stabilisca con chiarezza la responsabilità e le pene da comminare all'aggressore, serpeggia a livello sociale una tentazione che si rinnova incessantemente: quella di rovesciare i posti di chi deve rispondere-di chi ha la responsabilità-di una violenza sessuale. In questo modo, esiste tuttora la tendenza a ritenere che se una donna è stuprata, in qualche modo, magari solo surrettiziamente, ne è responsabile. E' chiaro che il clima sociale e culturale presente in un certo momento storico incide sul modo nel quale un evento viene elaborato psichicamente. Gli scarni cenni storici menzionati precedentemente-elementi giuridici e sociali-gettano un po' di luce per comprendere la estrema difficoltà che deve compiere una donna per uscire dall'isolamento e dal silenzio dopo un episodio di violenza sessuale. La vergogna e la colpa La violenza sessuale, lo stupro, si configura come un evento traumatico, vale a dire, come un evento che stenta ad essere simbolizzato. I tratti salienti che lo caratterizzano-l'uso della violenza, la coercizione, il fatto che riguardi le parti più intime del corpo, l'imprevedibilità oppure la ripetizione davanti alla quale si è impotenti-esulano dalle capacità psichiche di essere assimilato. E' importante, tuttavia, tener presente che non è possibile fare delle generalizzazioni sugli effetti che suscita un evento di questa natura. Ogni vissuto viene inscritto all'interno di una configurazione psichica soggettiva e determina degli affetti-espressioni emotive-e delle eventuali manifestazioni sintomatiche singolari. Ciò nondimeno, vorrei mettere in risalto due affetti che compaiono in modo assai frequente quando una donna subisce una violenza sessuale: la vergogna e la colpa. La vergogna sorge dal sentimento-non dall'idea, dunque, ma dal sentimento-di aver compiuto un atto riprovevole. Si origina dal sentire di aver oltrepassato i limiti assegnati alle donne non avendo tenuto sufficientemente in considerazione che la loro è solo una libertà vigilata. Sorge dalla sensazione-una sensazione che non poggia sulla ragione-di non aver fatto abbastanza per evitare di
Ci fu un tempo in cui tutte le donne seguivano gli insegnamenti della Grande Madre, udivano il suo canto nel vento, nel mormorare delle foglie, nel silenzio della notte, e colme della sua consapevolezza ne rispecchiavano i bei lineamenti. Depositarie della conoscenza divina appresa sin dai primi anni di vita per trasmissione orale, esse condividevano con amore e indicibile dolcezza ogni passaggio della loro vita, ogni momento di morte nella vita e di vita nella morte. Le loro fasi muliebri erano celebrate con riti sacri, con feste e manifestazioni gioiose, e probabilmente comprendevano pratiche segrete e lunghe meditazioni che ispiravano la tenera comunione con la Dea, fonte inesauribile di emozioni e sensazioni tanto belle e amorevoli da non poter essere descritte con semplici parole. In quel tempo le Donne-Luna, ovvero le donne che per la loro perfetta armonia lunare-femminile potevano essere considerate emanazioni viventi della bella Luna, onoravano i propri cicli di sangue come momenti di pura magia, di segreta intimità, di scoperta delle segrete sostanze di vita. Il sangue che, caldo, scivolava tra le loro gambe era per loro un dono prezioso che richiedeva attenzioni premurose, periodi di tacita contemplazione ed introspezione profonda: non mentale e governata dalla ragione, ma istintiva e legata alle naturali percezioni del corpo.
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"Femminielli Corpo, Genere, Cultura" a cura di Eugenio Zito e Paolo Valerio, 2019
Il pensiero al femminile. Hannah Arendt, 2019
Tesi di laurea triennale, 2013
Lingua italiana Treccani.it, 2024
Il pensiero al femminile. Simone Weil, Edith Stein, 2018
Lingua italiana - Treccani.it, 2023