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2022, Ara Gallo
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An excursus about English literature, from XVIII to XX.
Autografi dei Letterati Italiani. Il Cinquecento, 2013
Noto soprattutto per la Retorica, un compendio della disciplina classica scritto in italiano su commissione del cardinale Ippolito d'Este, Bartolomeo (Baccio) Cavalcanti era stimato dai suoi contemporanei anche per le numerose orazioni, per le traduzioni da Polibio e per i trattati politici. Di tutta questa attività letteraria però, benché vi siano molti manoscritti datati, indice della diffusione delle sue opere, non sono rimasti autografi e dunque, allo stato attuale delle conoscenze, gli scritti noti di mano del Cavalcanti sono di natura epistolare, ad eccezione di uno. Compreso entro trentacinque anni (1526-1561), il suo epistolario è particolarmente corposo e consta di circa 300 pezzi, 193 dei quali autografi. I tre quarti dell'intero elenco sono conservati presso gli Archivi di Stato di Firenze e Parma e la British Library di Londra (in quest'ultima ci sono missive inviate soprattutto a Piero Vettori); altri notevoli giacimenti di lettere autografe si trovano alla Biblioteca Estense e Universitaria di Modena e all'Archivio di Stato di Napoli, dove però un incendio ha distrutto parte delle missive del fiorentino ivi conservate (Romier 1913(Romier -1914 Pacifici 1920; François 1951; Roaf in Cavalcanti 1967). La notevole dispersione del materiale autografo risente presumibilmente dell'agitata vicenda biografica dell'autore: fautore dell'ultima repubblica fiorentina tra il 1527 e il 1530 ed esule volontario nel 1537, Cavalcanti ebbe infatti una vita errabonda, soggiornando a Ferrara, Parma, Siena, Roma e Padova. Inoltre, impegnato per tutta la vita in un'intensa attività diplomatica per conto non solo dei suoi compagni d'esilio, ma anche di alcune delle piú potenti famiglie italiane (Este e Farnese), Baccio fu costretto a spostarsi continuamente e a recarsi di frequente in Francia e a Venezia.
«Nuova Secondaria», XXXVI, n. 9 (maggio 2019), pp. 62-65 [ISSN1828-4582], 2019
La pedagogia tra educazione e formazione. Dibattito (2) Emanuela Andreoni Fontecedro, Umanesimo a secchiate. Pensare la riforma della scuola Maria Luisa Iavarone, I margini delle nuove marginalità. Educare nel rischio (2). Traiettorie di intervento Alessandro Maranesi, Philosophy for Children (2). Un'esperienza di laboratorio per i preadolescenti Francesca Romana Nocchi, Insegnare nell'antichità: alle origini di una polemica mai sopita
Le popolazioni anglosassoni che invasero la Britannia negli ultimi anni del V secolo d.c., stabilendovi i loro regni, gettarono anche le basi di quella cultura e letteratura che oggi chiamiamo, appropriatamente, inglese. Da esse l'Inghilterra ricevette il nome e la lingua e attraverso di esse strinse precisi legami con i "germani", cioè con quella grande massa di popolazioni teutoniche le cui migrazioni provocarono lo smembramento dell'Impero Romano. Dopo la conversione dell'Impero Romano al cristianesimo, il contrasto fra barbari e romani si fece ancora più forte, in quanto i barbari restarono pagani, e la loro vita e organizzazione sociale riflettevano ideali eroici molto lontani da quelli predicati dai cristiani in Roma. Eppure la storia di gran parte dell'Europa durante l'alto medioevo è proprio la storia della fusione graduale di quei due modi di vita e di pensiero, il barbaro e il cristiano.
Con l'insuccesso della prima guerra d'indipendenza (1848-1849) crollarono tutti i sogni di riscatto nazionale e di rinascita civile, lasciando al loro posto delusione e tristezza, ma presto, allo smarrimento iniziale, subentrò il raccoglimento, la riflessione e, più che di scrittori e di oratori ai quali fosse demandata la risoluzione dei problemi della Patria, si sentì il bisogno di politici, di diplomatici, di generali...
Forme e storia. Studi in ricordo di Gaetano Compagnino, 2008
Le ragioni di una storiografia letteraria che assuma a suo oggetto una letteratura nazionale sono venute meno con la fine delle determinazioni nazionali della vita sociale e politica e dei processi economici. E insieme sono apparse più evidenti che mai le deformazioni ideologiche che il modello nazionalitario produceva nella ricostruzione delle vicende della letteratura.
2018
+Concepire la storia dell'architettura non come dato atipico, neutro e informe, ma come elemento malleabile e modellabile al fine di rielaborare la semplice successione cronologica degli eventi articolando un percorso logico preciso. In questo modo si crea un progetto storiografico che supera le limitazioni della semplice visione cronologica, in virtù di una concezione "finalistica", che organizza gli eventi in linee tematiche trasversali (evidente influsso del ragionamento analogico). Evidente legame storia architettura-progetto. Tale rapporto ha origine nella trattatistica rinascimentale dove queste due entità erano legate in una stretta promiscuità, attraverso l'operato degli intellettuali ed eruditi dell'epoca che ricercavano nei classici una fonte di ispirazione ed argomentazione per le loro tesi. Solo a partire dal '700 si genera una divaricazione tra questi due aspetti che sopravvive ad oggi nel mondo anglosassone, mentre in Italia prova ad essere superata grazie a personaggi come Giovannoni e Zevi. Problema: Origine dell'architettura. Individuazione di 4 poli, costituiti a loro volta da due dicotomie, che sono gli estremi all'interno del quale il progetto di architettura si può collocare. Questi vertici costituiscono l'orizzonte massimo oltre il quale il progetto non si può spingere, pena la perdita della sua identità. 1) CLASSICO-"ANTICLASSICO" la classicità ha sempre esercitato sul progetto di architettura una fatale forza attrattiva, a causa della diffusa convinzione che essa costituisca l'atto originale e fondamentale dell'architettura stessa, ma d'altra parte, spesse volte si è manifestata la volontà di emanciparsi e affrancarsi da questi limitanti principi. 2) filone SIMBOLISTA-FUNZIONALISTA • Posizione di Laugier propone come il modello classico come riferimento, possiamo osservare nella litografia una teoria di colonne perimetrale sormontata da una copertura a falde. Questa forma archetipica viene trasfigurata in una dimensione simbolica, divenendo l'immagine iconica dell'ordine naturale delle cose. Questa visione viene adottata dagli architetti utopici francesi. • Posizione di Semper individua un principio tessile come atto generativo dell'architettura, essa ha origine nel momento in cui l'uomo per soddisfare il proprio bisogno esistenziale di protezione, decide di recintare uno spazio creando una maglia che divide un dentro ed un fuori. Il modello archetipico non coincide più con il sistema trilitico del tempio greco ma con la tenda primitiva, la quale sancisce inequivocabilmente uno spazio antropico, il quale si interfaccia con l'esterno attraverso una superficie intessuta (o recinti di rami intrecciati). La posizione funzionalista di Semper ispira le opere di Schinkel ed il Crystal Palace di Paxton. Tra questi due filoni, come del resto tra tutti e quattro i poli sono possibili delle reciproche fecondazioni e contaminazioni, generando in questo fertile terreno condiviso delle esperienze uniche che arricchiscono il patrimonio architettonico.
Nuova informazione bibliografica, 2007
A Metternich, che aveva definito l'Italia "un'espressione geografica", Carducci replicava che l'Italia è piuttosto "un'espressione letteraria", riproponendo una delle idee forti che avevano accompagnato il processo risorgimentale, cioè che l'Italia, sebbene non fosse mai esistita politicamente, era già presente nella coscienza dei letterati fin dal tempo di Dante. La storia della letteratura italiana si è configurata perciò fin dalle origini come una vera e propria storia d'Italia, spesso la sola (gloriosa) possibile. Non senza conseguenze, come la perdurante contrapposizione tra Italia letteraria e Italia politica, tra "le lettere e le armi" di petrarchesca memoria. Ma esiste davvero un'Italia letteraria? E che rapporto ha con l'Italia storica e politica? Perché la letteratura italiana è la materia principale nell'esperienza scolastica di tutti i cittadini italiani e fin dalla scuola elementare la lingua s'impara attraverso la letteratura? A partire da tali interrogativi Stefano Jossa intraprende un breve e denso viaggio nella letteratura italiana, illustrandone il contributo alla formazione della coscienza collettiva degli italiani, e rivisitando i miti e i grandi racconti letterari che hanno costruito l'immaginario e il discorso nazionale, da Dante fino ai giorni nostri.
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Le Monnier Università -- Mondadori Education, 2021
Studi linguistici e filologici offerti a Girolamo Caracausi (CSFLS, Supplementi al Bollettino, 12), Palermo, pp. 269-281, 1992
LE LETTERE AI CORINTI - Secondo volume, 2018
Thrinakìa: antologia della seconda edizione del concorso internazionale di scritture autobiografiche dedicate alla Sicilia, 2015