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Accumulazione: serie di termini accostati in modo ordinato e/o caotico come ripetizioni parziali del senso di ognuno. Es.: fior', frondi, herbe, ombre, antri, onde, aure soavi, valli chiuse, alti colli et piagge apriche (Petrarca, Canzoniere, CCCIII).
Accento: (dal lat. accentus, intonazione) rilievo di voce sopra una parte della parola o della proposizione. L'accento della parola è detto tonico. In base alla sua posizione all'interno della parola, quest'ultima è detta:
APhEx, 2016
This paper is built upon the theoretical framework of the Aristotelian Rhetoric and of the contemporary Deep Rhetoric. In particular, it considers the conceptual duo of logos and polis. The paper describes some epistemological, technical and anthropological features of rhetoric. Furthermore, it explains some critical issues in the contemporary debate, especially those related to the notion of fallacy. The paper specifically refers to the aim and the subject of rhetoric, on the relation between emotions and judgements and on the role of both speaker and audience. __________________ Il testo prende le mosse dal quadro concettuale della retorica aristotelica e della deep rhetoric contemporanea e tiene sullo sfondo la coppia logos-polis. A partire da tali presupposti, l'articolo descrive alcune caratteristiche epistemologiche, tecniche e antropologiche peculiari della retorica, facendo emergere i punti critici più dibattuti dalle teorie che oggi sono più significa-tive e influenti, soprattutto in relazione al tema delle fallacie argomentative. In particolare, ci si sofferma sulla finalità e l'oggetto della retorica (essa ha uno scopo pratico e non teoretico – la presa di decisione in vista di un'azione – e pertanto ha come oggetto ciò che può essere diversamente da come è), sul rapporto tra emozioni e giudizio e sul ruolo che i parlanti e gli ascoltatori svolgono nel processo persuasivo.
AAVV, Poetica & Cristianesimo, EDUSC, Roma 2005, pp.87-108., 2005
L'espressione «retorica di» ha spesso una sfumatura negativa -retorica della democrazia, retorica della rivoluzione, retorica della conoscenza scientifica -, ma è anche una via normale di riferirsi al modo in cui si parla di qualcosa, il che porta con sé un lessico, una topica, un insieme di metafore lessicalizzate, una precettiva in positivo e in negativo (cosa «non si può dire») 1 . È in questo senso che io parlerò qui di retorica. Per tracciare poi i contorni del concetto di redenzione, vorrei presentare una serie di ambiti in cui l'uomo ha sempre visto un intimo bisogno di redenzione, per segnalare in seguito alcune risposte rintracciabili nell'arte.
Analisi delle figure retoriche di alcune pubblicità in rivista (Ottobre 2015)
Le più diffuse figure retoriche che possiamo trovare nei testi poetici si possono così classificare: 1. figure di suono (Rima Assieme all'accento ritmico e alle pause, la musicalità di un testo poetico si ottiene, innanzitutto, mediante le rime. La rima è da considerarsi tra le più diffuse figure di suono. Due parole si dicono in rima quando hanno un'identità di suoni a partire dalla vocale su cui cade l'accento tonico. Le parole che producono la rima si trovano, perlopiù, alla fine del verso. Attenzione perché si abbia una vera e propria rima vi deve essere l'identità di suoni a partire dalla vocale sui cade l'accento tonico della parola, così saltare e ballare fanno rima, mentre temere e prendere non sono in rima, in prendere, infatti, l'accento tonico cade sulla prima e. All'interno di un testo poetico la rima svolge delle funzioni importante perché: • contribuisce in maniera sostanziale a scandire il ritmo del testo • stabilisce rapporti fonici tra parole diverse • pone in relazione due termini che fanno riferimento a concetti che possono essere simili, diversi, opposti, potendo così trasformare una relazione di suono in una relazione di significato (ad esempio spande-grande per somiglianza, sera-capinera per diversità, sera-primavera per opposizione) Le rime si distinguono in base al loro disporsi nell'ambito di una sequenza di versi. Per aiutarsi nel definire la sequenza, i versi contenenti rime uguali vengono indicati con una stessa lettera dell'alfabeto, avremo così una sequenza di lettere che indicano il rapporto in rima tra i differenti versi. Vediamo le sequenze di rime più diffuse nella letteratura italiana: Rima baciata: si ha quando due versi consecutivi rimano tra loro secondo lo schema AA BB CC O cavallina, cavallina storna A che portavi colui che non ritorna A (G. Pascoli, La cavalla storna) Rima alternata: unisce due versi alternativamente secondo lo schema AB AB Forse perché della fatal quiete A tu sei l'imago, a me sì cara vieni B o sera! E quando ti corteggian liete A le nubi estive e i zefiri sereni B (U. Foscolo, Alla sera) Rima incrociata: unisce il primo verso al quarto, il secondo al terzo secondo lo schema AB BA Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono A di quei sospiri ond'io nudriva 'l core B in sul mio primo giovenile errore B quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono A (F. Petrarca, Canzoniere) Rima incatenata o terza rima (detta anche rima dantesca, perché usata da Dante nella Divina Commedia):
Retorica dell'avanguardia, «Letteratura e letterature», 3, 2009, pp. 37-51, 2009
Rethinking the concept of literary corpus with the help of Leibnitz, Quine and Lausberg, the essay proposes to assess the Avant-garde in rhetorical terms and ascribes an argumentative function to it, which denotes both its value and its paradoxical blemish. Such function is then probed in the light of the cultural logic of postmodernism. Moreover, a reading of the current work by Avant-garde writer Balestrini discovers links between his writing and preliterate antiquity, bringing us back to an epoch which, like the present one, doesn’t show any propensity to argumentative practices ; such practices, however, would seem to prove ineffectual according to postmodernism. Ripensando con l’ausilio di Leibniz, Quine e Lausberg il concetto di corpus letterario, si propone per l’avanguardia una giustificazione retorica e se ne individua una funzione argomentativa che, costituendone il valore ma insieme il punto critico, paradossale, viene messa alla prova della logica culturale postmoderna. La lettura del lavoro perdurante dell’avanguardista Balestrini scopre inoltre nessi tra la sua opera e l’antichità pre-alfabetizzata, riportandoci in un’epoca che come l’attuale non mostra inclinazione alla pratica argomentativa : pratica che, comunque, alla prova del postmoderno sembrerebbe inefficace.
L’ornatus, ovvero l’ornamento, è uno tra i mezzi atti a rendere il discorso più bello e quindi più gradevole. Tra gli elementi di ornamento ci sono anche le "figure retoriche" e cercare di riconoscerle negli artefatti che ci circondano, può diventare un esercizio critico interessante. È forse un’operazione un po’ forzata trovare un parallelo con la linguistica, dove esiste la relazione fra significante, che è la forma, e il significato, che definisce il contenuto. Il desiderio è sviluppare e incoraggiare un’attitudine valutativa dei segni che molta parte degli oggetti intendono comunicare.
La ri-produzione dell'immagine, 2024
Dalla rappresentazione dell'immagine - arte classica - alla produzione dell'immagine - cultura mediale e visuale - fino alla ri-produzione dell'immagine. Il lavoro di Simone Ricciardiello si colloca in quest'ultimo passaggio. Testo prodotto in occasione della mostra "Poetica dell'oggetto" di Simone Ricciardiello a Vicenza (2024).
Elephant&Castle, 2021
Dall'autoritratto all'autocoscienza: la scrittura del riconoscimento di Carla Lonzi SILVIA CUCCHI Pontormo, lo schermo e la trasparenza. Diari d'artista nell'era digitale SAMUELE FIORAVANTI Flavio Favelli, piegare il tempo con l'arte e la parola RICCARDO DONATI
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Nuova Storia visuale - New Visual history, 2012
Retorica quotidiana e galatei (Trappole per topoi 2023)
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), 2011
VIVENDO VINCERE SAECVLA. Ricezione e tradizione dell’antico. Atti del Convegno Internazionale (Trieste, 29-31 gennaio 2020), 2022
Roma nel Rinascimento rivista, 2024