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2014, NEMLA Italian Studies, XXXVI, special issue: Italy in WWII and the Transition to Democracy: Memory, Fiction, Histories, eds. Franco Baldasso and Simona Wright, pp. 69-99
Questa Nota rielabora, con lo stimolo di nuovi, inediti documenti custoditi rispettivamente presso il Fondo Savinio (Archivio Contemporaneo A. Bonsanti del Gabinetto G.P. Vieusseux, Firenze; qui AS) e presso l’Archivio di Valentino Bompiani (Fondazione « Corriere della Sera », Milano; qui FB), alcune idee svolte nel saggio Nationalismus und Europäismus in Savinios Essays nach dem Ersten Weltkrieg, uscito negli Atti del Convegno di Osnabrück del 2002 (Savinio Europäisch, a cura di Andrea Grewe, in collaborazione con Sabine Kleymann, Erich Schmidt Verlag, Berlin, 2005, pp. 21-36) e nell’intervento tenuto al convegno 1943-1944 Roma occupata – Roma alleata il 3-4 giugno 2014 in occasione dell’anniversario della Liberazione di Roma.
Il sognatore sveglio. Alberto Savinio (1933-1943), 2021
Monografia dedicata all'analisi della produzione giornalistica di Savinio durante il Regime Fascista.
Gli scrittori d’Italia. Il patrimonio e la memoria della tradizione letteraria come risorsa primaria, Atti del Congresso Adi (Napoli 26-29 settembre 2007). URL: http://www.italianisti.it/, 2009
Manzoni in triciclo, la pulce Pulci, Pirandello lisca di pesce, la maionese di D'Annunzio: come lampi di ironia e di intelligenza, le frecciate di Savinio sugli scrittori del canone ci fanno comprendere le coordinate ideologiche e stilistiche del suo universo letterario.
Italogramma
Many parts of Savinio's work are still unknown. In this essay an unknown aspect of his activity is analyzed: the collaboration with the periodical «Il Mediterraneo». In this newspaper Savinio published many articles between 1939 and 1941. In them we find new themes, many philosophical arguments, hypotheses of later narrative works.
Civitas e civilitas, 2013
Sono trascorsi quasi vent'anni dal XXX Deutscher Rechtshistorikertag svoltosi a Berna e dedicato alla scuola storica, in cui fui chiamata a rappresentare l'Italia 1 e quasi cinquanta dal XIV congresso in cui Francesco Calasso aprì, con una rapida ed efficace sintesi 2 , una linea di studi che si sarebbe mostrata feconda e stimolante sull'interesse di Savigny per il nostro Paese nel più generale contesto della recezione in Europa dell'insigne giurista di cui si celebrano i 150 anni dalla morte.
«Allegoria», a. XVI, n. s., n. 48, 2004, pp. 28-46, 2004
Jetant son encre vers les cieux, suçant le sang de ce qu'il aime et le trouvant délicieux, Ce monstre inhumain, c'est moi-même.
«La mort parfumée»: Alberto Savinio tra D’Annunzio e dannunzianesimo, in L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, , Atti del XIX Congresso dell’ADI (Roma, 9-12 settembre 2015), a cura di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi, 2017 , 2017
L’opera letteraria di Alberto Savinio è caratterizzata da un’aperta ostilità nei confronti di Gabriele D’Annunzio (e del «dannunzianismo», storico e perenne), colpevole di ostentare in ogni aspetto della sua produzione artistica (dalla forma al contenuto) una retorica imbellettata e mistificatrice, che occulta l’essenza del reale e impedisce l’accesso alla verità della conoscenza. L’intervento si propone di indagare i luoghi dell’opera saviniana in cui tale ostilità diviene programmatica ed esplicita, al fine di dimostrare che la polemica nei confronti di D’Annunzio e dell’estetismo costituisce per Savinio una battaglia dalla forte connotazione etica. Alla mistificazione morbosa della verità che l’esteta realizza in maniera seducente (una «morte profumata», una cosmesi funeraria), Savinio oppone infatti la sanità del suo surrealismo civico, la cui operazione di «svelamento» dell’occulto (l’ἄγνωστον di Hermaphrodito) ha il fine ultimo di garantire la piena consapevolezza dell’essere da parte dell’artista. A supporto di questa tesi, i testi che verranno presi in particolare considerazione sono il saggio Maupassant e l’altro (1944), in cui Savinio si produce in un organico j’accuse del «virus dannunziano», e la biografia della ballerina Isadora Duncan contenuta in "Narrate, uomini, la vostra storia" (1944), dove i poli inconciliabili dell’estetismo e del surrealismo metafisico si condensano nelle figure di Apollo («dio dell’estetismo») e della ballerina, in un gioco estremo che al superomismo dannunziano oppone – vittoriosamente – il supercivismo saviniano.
Italian archaeologist, born in Montefiascone (Viterbo) on 20 August 1864, died in Florence on 14 March 1918. He was inspector of Antiquities for six years; from 1901 professor of archaeology at the University of Messina and from 1914 until his death at the University of Florence. He was one of the first explorers of the pre-Hellenic world in Crete; but his main merit was the systematic excavation of ancient Norba (now Norma) in Southern Latium, with its excellent study (in collaboration with R. Mengarelli, in Not. scavi, 1901, p. 514 ff.), which proved the rather recent age of this, as well as of many other cities surrounded by walls of an apparently archaic type and therefore baptised pelasgic. He dealt extensively with Greek and Roman art, but especially with certain special groups of objects that came out of Etruscan soil, in which he wanted to recognise - perhaps wrongly - a product of Hellenic art, rather than Etruscan art under Greek influence, as is generally believed.
In "Studi OnLine" IX-X, nos. 18-19, Milan 2023, 17-36, 2023
Sono lieto di ospitare nella nostra rivista on line gli Atti del primo dei due convegni di studi su Alberto Savinio che si sono svolti nel 2022 a Milano, in giugno, e a Parigi in dicembre. Essi sono stati il frutto di una stretta e fattiva collaborazione tra l'Università degli Studi di Bologna, l'Université Sorbonne Nouvelle di Parigi e l'Archivio dell'Arte Metafisica di Milano, e hanno coinvolto a vario titolo la Pinacoteca di Brera, l'Associazione Amici di Brera, la Fondazione Maison de l'Italie di Parigi e il Gabinetto "G.P. Vieusseux" di Firenze. Aver visto una così larga e sentita partecipazione di giovani studiose e studiosi ci fa pensare che questi Atti, e i successivi che saranno editi a Parigi, saranno un punto di riferimento importante per chiunque vorrà ora e in futuro guardare con spirito libero a un importante settore di ricerca-quello dell'arte musicale letteraria e pittorica che si definì metafisica-che è troppo spesso soffocato dai pregiudizi. Ciò che ha caratterizzato queste giornate di studi è stata infatti l'estrema libertà di giudizio, nel pieno rispetto delle fonti e dei
Dal punto di vista etnolinguistico anche i Vichinghi appartenevano al grande raggruppamento delle popolazioni germaniche, di cui parlarono gli etnografi antichi, e, piú precisamente, al raggruppamento dei Germani settentrionali. Le tribú germaniche erano stanziate nel vasto territorio detto Barbaricum o Germania, delimitato, a ovest e a sud, dal Reno e dal Danubio, a est dall'Elba e dalla Vistola, a nord dal Mare del Nord e dal Mar Baltico. L'identità etnico-culturale «germanica»-molto discussasi era progressivamente formata tra il II e il I millennio a.C., quando l'area delle attuali Germania e Scandinavia era stata interessata da correnti migratorie-molto probabilmente provenienti dall'Asia centrale-di tribú indoeuropee, progressivamente sovrappostesi e amalgamatesi con i popoli paleo-europei già insediati in quei territori. I Germani, quindi si distinguevano in Germani «continentali»-le tribú stanziate nel territorio compreso tra Reno, Danubio e Vistola-e i Germani del Nord o «insulari»-conosciuti meglio come Vichinghi o Normanni-che popolavano lo Jutland e la penisola scandinava, a torto ritenuta un'isola dagli antichi etnografi greci e romani. Sotto il profilo linguistico-escludendo i Germani settentrionali, cioè Danesi, Norvegesi e Svedesii Germani continentali erano ripartiti in due grandi raggruppamenti: i Germani occidentali, stanziati tra il Reno, il Danubio e l'Elba, e i Germani orientali, dimoranti tra l'Elba e la Vistola. Come si può intuire, il territorio dell'antica Germania era molto piú vasto di quello attuale, comprendendo anche, a est dell'Elba, territori che furono poi occupati dalle tribú slave, nel VI-VII secolo. Secondo gli etnografi romani, le tribú germaniche occidentali appartenevano a tre grandi raggruppamenti tribali o leghe, e cioè-procedendo da nord verso sud-agli Ingevoni, agli Erminoni e agli Istevoni. Ciascuna delle tre leghe traeva origine da capostipiti diversi, da tre «eroi eponimi» che, nell'ordine, erano Ingvio, Hermin e Istwo. Costoro, secondo lo scrittore romano Tacito († 120 d.C.)autore del De origine et situ Germanorum-erano figli di Manno, primo essere umano figlio di Tuisto, eroe androgino figlio di Nerthus-la dea Terra-capostipite di tutti i Germani. Tacito, tra l'altro, menzionò espressamente la tribú dei Suiones, espertissimi navigatori e, forse, identificabili con gli Svedesi, mentre alcune delle tribú germaniche che invasero l'impero romano nel V secolo provenivano, senza dubbio, dall'area scandinava, come i Rugi, gli Eruli, gli Juti e gli Angli, molto probabilmente originari dell'attuale Danimarca. Alcuni storici classici aggiungevano alle tre leghe menzionate da Tacito altre «confederazioni»-Vandili, Peucini, Bastarni-diffuse tra i Germani orientali, sulle rive dal Baltico.
L’età costituente. Italia 1945-1948, a cura di G. Bernardini, M. Cau, G. D'Ottavio e C. Nubola, Bologna, Il Mulino, 2017
1. Considerazioni preliminari: la biografia come strumento storiografico per l'analisi dell'antifascismo 1 n queste pagine ci occuperemo della biografia di un volontario comunista italiano nella guerra civile spagnola e cercheremo, in particolare, di ricostruire quel percorso personale che lo avrebbe portato, nel 1936, a partire per la 1 Per la stesura di questo articolo dobbiamo assolutamente ringraziare tanto il figlio di Aureliano, Silvio, quanto la moglie di quest'ultimo, Hélène, per averci fatto avere una trascrizione, da loro amorevolmente curata, di due suoi diari redatti nel secondo dopoguerra. I due testi, scritti in terza persona ed entrambi sprovvisti di una data certa, si sono rivelati uno strumento fondamentale che, affiancato alle carte di archivio, ci ha consentito di scrivere le pagine che seguono. Per comodità d'ora in avanti, per citare i due diari, ci riferiremo a Quaderno Nero (che è sicuramente quello filologicamente più completo dei due) e a Quaderni (una raccolta invece più frammentata). Naturalmente ricordiamo che l'autore di entrambi questi documenti è da considerarsi Aureliano Santini e che sono conservati nella residenza aretina della famiglia Santini. I Diacronie Studi di Storia Contemporanea www.diacronie.it N. 7 | 3|2011 Spagna Anno Zero: la guerra come soluzione 20/ La lunga marcia nella guerra civile europea* Aureliano Santini: prospetto biografico di un garibaldino toscano Enrico ACCIAI * Nell'ottobre del 1936 l'empolese Aureliano Santini, sotto lo pseudonimo di Silvio Morelli, arrivò in Spagna a bordo di una nave per arruolarsi nelle nascenti Brigate Internazionali. Il Santini, quadro comunista, aveva passato gli ultimi anni in Unione Sovietica ed in Spagna avrebbe anche collaborato alle trasmissioni radio degli antifascisti italiani. Crediamo che quella del Santini possa essere una vicenda rappresentativa di un fenomeno che arrivò a coinvolgere quasi cinquemila italiani, in virtù di questo si cercherà di investigare, sul lungo periodo, le motivazioni che portarono il giovane antifascista italiano a partire volontario per un conflitto lontano come quello spagnolo.
EdA Esempi di Architettura
The images of the Città ideale and the new urban plan for Firenze prefigured by Leonardo Savioli during the war overlap utopia and reality. They show that the heuristic value of the utopian design is able to overcome the drama of contingency and refound the city.
1918-2018. Cento anni della Grande Guerra in Italia, a cura di Maria Pia De Paulis e Francesca Belviso, Torino, University Press,, 2020
Alberto Savinio avrebbe voluto dare alla sua esperienza nel primo conflitto mondiale la forma di un romanzo, che tuttavia resterà incompiuto. Nella sua produzione, i riferimenti al tema della guerra si presentano secondo le modalità del «dilettantismo» saviniano: sono brevi e frequenti pennellate o divagazioni ironiche, nei continui passaggi da una forma artistica all’altra (romanzo, racconto, saggio, sceneggiatura). L’ipotesi che il mio contributo si propone di esplorare è che Savinio, al di là delle apparenze, costruisca la sua riflessione sulla Grande Guerra come un discorso solido e una critica coerente nei confronti di ogni «stilizzazione» ideologica della guerra e in particolar modo della sua sacralizzazione. Vorrei far emergere gli elementi costanti di questa riflessione e quelli che si modificano in seguito alla rilettura di questa esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale. La mia analisi prende avvio dalle carte rare e inedite del Fondo Savinio (Archivio Bonsanti, Firenze), focalizzandosi sulla sceneggiatura inedita del film su San Francesco, che fin dal preambolo, l’autore presenta come un’opera contro la guerra. Cercherò di mostrare quali forme prenda questa riflessione critica nelle varie fasi del lavoro preparatorio, in cui Savinio si confronta con il mezzo cinematografico, che rappresenta una nuova sfida per il suo «dilettantismo».
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in Alessandro Guerra e Andrea Marchili (a cura di), Europa Concentrica. Soggetti, città, istituzioni fra processi federativi e integrazione politica dal XVIII al XXI secolo, Sapienza Università Editrice, Roma. ISBN: 978-88-98533-90-9., 2016
«tuttovacanza», anno 3, n. 25, giugno 1984
Le sfortunate vicende della chiesa confraternita della Misericordia di Savigliano, che il 29 marzo 1984 vive ilo peggior giorno della propria storia. Dopo 350 anni di vita sta per formarsi la parola fine sull'attività dell'importante istituzione: su ordinanza del sindaco intervengono le ruspe che ne avviano l'abbattimento. La Soprintendenza riesce ad interrompere l'azione scriteriata del distruttore, ma è ormai tardi ...
Samodia. Accademia del Samoggia, 2018
Breve storia delle persecuzioni fasciste contro gli zingari in Emilia Romagna.
in Sergio Soave (a cura), «Storia di Savigliano - Il '900», L'Artistica Editrice, Savigliano, 2006
Oltre ad elencare -in ordine cronologico, come un vademecum di facile consultazione- i quasi mille titoli che caratterizzano l'editoria riguardante la città di Savigliano, i suoi residenti ed i suoi nativi, nel corso del Novecento, il testo indaga il fenomeno tipografico nell'arco del secolo, esaminando le diverse situazioni societarie che portano alla nascita di nuove aziende -tipografiche ed editoriali- ed indagando il proliferare di testate giornalistiche -specializzate e non- che caratterizzano l'intensa attività pubblicistica territoriale prima e dopo le due guerre mondiali
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