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Lo sport durante il fascismo. Ricerche storiche e prospettive storiografiche a cento anni dalla marcia su Roma Decimo convegno nazionale della Società italiana di Storia dello sport. Università di Salerno - 7-8 settembre 2022 Scadenza abstract: 31 marzo 2022
Introduzione del volume "Tempo libero sport e fascismo": Il loisir durante i regimi di Mussolini, Franco, Salazar e Vargas in prospettiva comparata.
"Storia dello sport. Rivista di studi contemporanei”, 4, 2022, pp. 1-6;
Lo sviluppo dello sport durante il fascismo Il Ventennio fascista è uno dei periodi della storia d'Italia ai quali gli storici dello sport hanno dedicato il maggior numero di ricerche. Tale interesse è dovuto al fatto che negli anni del fascismo la pratica di attività sportive si diffuse in misura significativa tra la popolazione, divenendo per la prima volta un fenomeno di massa. Il regime promosse la diffusione dello sport nella convinzione che fosse essenziale per la creazione dell'"uomo nuovo" e che potesse modificare sia il corpo, sia il carattere degli italiani. Lo sport, in altre parole, era necessario al fine di governare la nazionalizzazione delle masse secondo i desiderata del fascismo. Com'è noto, negli anni tra le due guerre la società di massa si affermò in tutta Europa e le autorità politiche dovettero intervenire per gestire il fenomeno, con misure, naturalmente, assai diverse a seconda dei sistemi politici. In Italia il regime fascista si dotò di organizzazioni finalizzate a irreggimentare i cittadini e a educarli in base ai suoi principi. Particolare attenzione era dedicata ai giovani, che il regime cercò di "fascistizzare" sin dalla più tenera età attraverso l'Opera nazionale Balilla, con i Fasci giovanili di combattimento, i Gruppi universitari fascisti e, dal 1937, per mezzo della Gioventù italiana del Littorio. Per le altre fasce della popolazione esistevano organizzazioni come l'Opera nazionale Dopolavoro, finalizzata a gestire il tempo libero degli adulti, e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, investita di funzioni militari e di tutela dell'ordine pubblico.
“Storia dello sport. Rivista di studi contemporanei”, 4, 2022
Lo sviluppo dello sport durante il fascismo Il Ventennio fascista è uno dei periodi della storia d'Italia ai quali gli storici dello sport hanno dedicato il maggior numero di ricerche. Tale interesse è dovuto al fatto che negli anni del fascismo la pratica di attività sportive si diffuse in misura significativa tra la popolazione, divenendo per la prima volta un fenomeno di massa. Il regime promosse la diffusione dello sport nella convinzione che fosse essenziale per la creazione dell'"uomo nuovo" e che potesse modificare sia il corpo, sia il carattere degli italiani. Lo sport, in altre parole, era necessario al fine di governare la nazionalizzazione delle masse secondo i desiderata del fascismo. Com'è noto, negli anni tra le due guerre la società di massa si affermò in tutta Europa e le autorità politiche dovettero intervenire per gestire il fenomeno, con misure, naturalmente, assai diverse a seconda dei sistemi politici. In Italia il regime fascista si dotò di organizzazioni finalizzate a irreggimentare i cittadini e a educarli in base ai suoi principi. Particolare attenzione era dedicata ai giovani, che il regime cercò di "fascistizzare" sin dalla più tenera età attraverso l'Opera nazionale Balilla, con i Fasci giovanili di combattimento, i Gruppi universitari fascisti e, dal 1937, per mezzo della Gioventù italiana del Littorio. Per le altre fasce della popolazione esistevano organizzazioni come l'Opera nazionale Dopolavoro, finalizzata a gestire il tempo libero degli adulti, e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, investita di funzioni militari e di tutela dell'ordine pubblico.
in Lo sport durante il fascismo. Ricerche storiche e prospettive storiografiche, a cura di E. Fonzo, D. Guazzoni, N. Sbetti, Bologna, Clueb, 2024, pp. 385-401
ITA L’Archivio centrale dello Stato conserva documenti di grande utilità per studiare la storia dello sport, parte dei quali presa raramente in considerazione dagli studiosi. Per gli anni del regime fascista, i documenti sono molto numerosi, ma spesso non sono raccolti in fascicoli dedicati specificamente alle attività sportive e sono collocati in faldoni che contengono anche carte su altri temi. Allo stesso modo, si possono rinvenire informazioni utili in documenti che non riguardano specificamente l’atletismo, sia perché talvolta, pur essendo incentrati su altre questioni, menzionano anche le attività sportive, sia perché servono per contestualizzare l’evoluzione dell’atletismo nelle più generali vicende politiche, sociali e culturali. In altre parole, per le ricerche sullo sport durante il Ventennio non è sufficiente cercare i fascicoli che riportano la parola «sport» o i suoi derivati nell’intestazione, né si può limitare l’analisi ai documenti esclusivamente dedicati alle attività ginnico-atletiche. ENG The Archivio Centrale dello Stato holds documents of great utility for studying the history of sports, some of which have rarely been considered by scholars. For the years of the fascist regime, the documents are numerous, but they are often not collected in files specifically dedicated to sports activities and are instead placed in folders that also contain papers on other topics. Similarly, useful information can be found in documents that do not specifically concern athletics, either because they sometimes mention sports activities even when focused on other matters, or because they help to contextualize the evolution of athletics within broader political, social, and cultural events. In other words, for research on sports during the Fascist period, it is not sufficient to look only for files that include the word "sport" or its derivatives in the title, nor can the analysis be limited to documents exclusively dedicated to gymnastic-athletic activities.
Questo testo racconta l'evoluzione del volley in Itala in epoca fascista, sottolineando come tale sport si impose tra le donne quale mezzo di emancipazione e miglioramento del corpo.
La Camera Blu. Rivista di studi di genere, n. 17, pp. 332-360, 2017
ITALIAN Negli anni del regime fascista l’ideale della donna come «angelo del focolare» si conciliava male con la partecipazione femminile alle attività sportive. Il fascismo, tuttavia, riservò una grande attenzione allo sport, servendosene sia come fattore di educazione e socializzazione delle masse, sia come veicolo di propaganda. La vicenda di Ondina Valla – vincitrice della corsa degli 80 metri a ostacoli alle Olimpiadi del 1936 – racchiude in sé questa contraddizione, giacché da un lato il regime in-tendeva utilizzare a livello propagandistico i successi dell’atleta, dall’altro si trovava di fronte a una figura che non rifletteva il modello di donna che si voleva imporre. La vicenda di Ondina Valla – vincitrice della corsa degli 80 metri a ostacoli alle Olimpiadi del 1936 – racchiude in sé questa contraddizione, giacché da un lato il regime voleva utilizzare a livello propagandistico i successi dell’atleta, dall’altro si trovava di fronte a una figura che non rifletteva l’ideale di donna che si voleva imporre. Il successo olimpico del 1936 contribuì, almeno in parte, a cambiare la percezione dello sport femminile e, più in generale, del ruolo della donna nella società da parte della pubblica opinione. ENGLISH During the fascist dictatorship, the women’s participation in sport activities was in contrast with the model of woman as “angelo del focoloare” and mother of soldiers. An evidence is given by the non-participation of Italian female athletes at the 1932 Olympic Games. Fascism, however, paid great attention to sport, exploiting it for both education of masses and propaganda. In such a way Mussolini’s regime launched a model which later would have been used by a number of dictators (think to the Nazi Germany, to the communist regimes during the Cold War, to the Latin-American dictatorships). The story of Ondina Valla – winner of the 80 metres hurdles race at the 1936 Olympic Games - encompasses this contradiction, because on the one hand the government wanted to use her successes for political purpose; on the other hand, she was a figure which did not reflect the conception of the ideal woman endorsed by fascist ideology. The 1936 Olympic victory contributed, at least in part, to change the perception of women’s sport and, more in general, of the women’s role in society by the public opinion.
Per quanto riguarda l'arte e l'architettura, il fascismo italiano è percepito dalla maggior parte della gente come una caduta nel banale all'interno di una abbagliante storia bimillenaria di cultura nazionale. Ciò non corrisponde a verità. Ed è sufficiente fare riferimento all'armonioso Foro Italico in Roma per annullare un simile pregiudizio. Il regime fascista sotto Mussolini usò lo sport e l'educazione fisica per modellare la politica sociale degli italiani. Era il nuovo stile di vita, dopo secoli di dominio spirituale della chiesa cattolica e dei suoi metodi. Il militarismo e la pratica fin dall'infanzia dell'educazione fisica furono i pilastri della Rivoluzione Fascista. Fu logico che anche l'arte dovesse esaltare lo sport. Tuttavia, nel XIX e nella prima parte del XX secolo, insieme alla fioritura di correnti come l'Impressionismo e l'Espressionismo, il Cubismo, il Futurismo e la Metafisica, rimase dominante il Neoclassicismo, nato al volgere del Settecento, il secolo dei lumi, e che riproponeva la centralità della tradizione e della storia, della ragione sopra il sentimento, della fedeltà figurativa, del racconto e della celebrazione aulica. Il fascismo accettò pienamente questa tendenza, perché aderiva al suo paradigma imperialista che si richiamava ai valori della Roma antica. Il Neoclassicismo, così come era stato interpretato nell'età liberale del Regno d'Italia, fu così la sua piattaforma artistica, di cui in architettura il Razionalismo tedesco ne divenne l'immagine più funzionale, con l'impiego di moderni materiali come il cemento armato, il metallo e il vetro strutturale. Nello stesso tempo, il fascismo continuò a flirtare col Futurismo, un movimento assai critico verso il gusto borghese di matrice ottocentesca. I futuristi si nutrivano del culto dell'elettricità, della velocità, della macchina e del record. Essi influenzarono la pittura, la scultura, la fotografia, il design e la grafica. Soprattutto la pittura raggiunse i risultati migliori. Su questo versante, negli anni trenta molti rinomati maestri furono indotti ad abbandonare il tratto elegante, proprio del Liberty, dell'Art Nouveau, Deco e della Secessione viennnese, per abbracciare forme di espressione basate sulla descrizione piana della realtà. Ciò comportò una perdita di fantasia, assorbita dal dovere di celebrare la nazionalizzazione delle masse e i suoi imperativi etici. I futuristi incontrarono meno problemi a dialogare con l'ideologia fascista. Nati di concerto con la diffusione popolare dello sport, ebbero il merito di essere i primi a farlo entrare nelle loro rassegne. Lo fecero già negli anni precedenti la guerra mondiale, con opere di Mario Sironi, Fortunato Depero, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Luigi Russolo e Umberto Boccioni ispirate al motorismo, al ciclismo, al pugilato, al calcio, all'atletica, al nuoto e all'ippica. L'ultima gemma futurista fu l'Aeropittura. 1 Seguendo questa doppia linea, conservatrice e ispirata al retaggio grecoromano per le arti plastiche, futurista per le arti grafiche, il boom delle mostre nazionali che caratterizzò l'era mussoliniana comprese lo sport. Le città guida furono Venezia, Roma e Milano. Nel presente saggio daremo conto delle esposizioni cicliche e ad ubicazione fissa, delle mostre d'arte dedicate solo allo sport, dei concorsi d'arte alle Olimpiadi e di altri eventi minori allestiti durante il "ventennio".
Benito Mussolini portrayed himself as a valiant sportsman, able to perform an astounding number of disciplines: equestrian, fencing, swimming, skiing, tennis,boxing, walking, rifle shooting. Mussolini's enthusiasm for being seen and photographed in athletic pose demonstrated to the world his virility, plus that the regime and the race. Introducing a new style of politics that John Hoberman terms 'political athleticism'. Our essay offers a complete panorama of “Mussolini as a Sportsman”, including 141 photographs and documents.
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Rivista di diritto sportivo, 2022
Novecento org, 2021
Rivista di Diritto Sportivo, 2015
In corpore sano. Italies (ISSN : 1275-7519, ESSN : 2108-6540), 2019
Conoscere il territorio: Arte e Storia delle Madonie. Studi in memoria di Nico Marino. Vol. II, 2014
in Futurismi contemporanei. Un catalogo molto Saggio, a cura di M. Citro, Paguro, Salerno, 2024, pp. 81-86
: Battente, Saverio / Cacciuni Angelone, Mimmo / Guazzoni, Deborah (eds.): Un secolo di basket in Italia, 2023
Olimpia, 2017
Storia dello Sport 4 - 2022, pp. 1-10
Memoria e Ricerca, 2008
Freccero Renata, 2013