Marica Forni, Palazzo Bellisomi Vistarino,

La Fornarina, donna di Raffaello, 2020

La Fornarina, donna di Raffaello. Articolo pubblicato sul sito www.musageteartpress.wordpress.com, 2 agosto 2020

L'insediamento romano della Tesa di Mirandola (MO). Ricognizioni e scavi (1930-2011), 2012

F. Foroni, Vetri, in L'insediamento romano della Tesa di Mirandola (MO). Ricognizioni e scavi (1930-2011), a cura di M. Calzolari, F. Foroni, Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna 30, pp. 144-156

Lo splendido complesso architettonico sito in S. Nazaro, commissionato alla metà del Cinquecento da Sebastiano Murari (?-1555/1557) 1 conserva integro la caratteristiche della residenza signorile. La struttura sorge su preesistenze tipicamente medioevali, come testimonia l'alto muro merlato ghibellino che, perimetra il lato orientale dell'edificio e delimita il sito. 1 ANNAMARIA CONFORTI CALCAGNI, Palazzo Bocca trezza a san Nazaro. In Edilizia privata nella Verona Rinascimentale : convegno di studi, Verona, 24-26 settembre 1998 / a cura di Paola Lanaro, Paola Marini, Gian Maria Varanini ; con la collaborazione di Edoardo Demo .

Oggi difficilemente visibile dalle strade principali che attraversano la frazione di Ca’ Rainati e sempre più circondato dai nuovi quartieri insediativi e dalla zona artigianale, il palazzo che fu dei Beltramini (un altro ramo della famiglia asolana) rappresenta una interessante sorpresa per chi riesce a scorgerlo. Come per l’altro complesso dei Beltramini a San Zenone, la presenza di beni di questa famiglia nell’antica contrada delle Mantovane (parte di quella più ampia della Vegiana), risale sin dai primi decenni della sua residenza ad Asolo. Nel corso del Cinquecento sia i rilevamenti fiscali che i contratti notarili testimoniano una massiccia presenza delle proprietà fondiarie dei Beltramini in gran parte della contrade meridionali sanzenonesi ( del Volon, del Spin, della Vegiana, delle Nogarole e delle Mantovane).

Nelle lettere dell’Archivio Gonzaga si trovano descrizioni dettagliate di palazzi, ville e giardini che possono generare veri e propri modelli per gli architetti impegnati nelle sale di Palazzo Ducale. Un documento inedito inviato a Mantova nel 1578 descrive il Palazzo Farnese di Caprarola poco dopo la visita di papa Gregorio XIII. Dimora del cardinale Alessandro Farnese il Giovane (1520-1589), l’edificio era stato costruito dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola e affrescato dai fratelli Taddeo e Federico Zuccari. La lettera presenta, con dovizia di particolare, le sale affrescate e i soggetti dei dipinti che certamente sono stati tenuti in considerazione dal duca Guglielmo Gonzaga, impegnato nello stesso momento nella ristrutturazione dell’Appartamento di Corte Vecchia in Palazzo Ducale, dove si colgono elementi di confronto con il palazzo dei Farnese.

Un ringraziamento particolare ai parroci don Franco Sancilio (Parrocchia S. Domenico) e don Nicola Abbattista (Parrocchia Immacolata) per la loro cortese disponibilità.

This paper focuses on the debate on danger due to fire in theatres and the devices or solutions suggested by architects and scholars in order to prevent and decrease damages between XVIII and XIX centuries. The main treatises on construction and on theatres architecture devoted specific attention to this issue and tried to respond to an increasing demand for security and comfort in public buildings, giving rise to a general rethinking of theatre architecture as a complex machine. The advancement of knowledge in the field of Physics and Chemistry gave to the architects new opportunities of improving building construction with fireproofing treatments, experimental techniques, new heating systems. The essay focuses on Piermarini's design for the Teatro alla Scala showing an original solution in order to prevent from the danger of fire by introducing an innovative air heating system integrated with new fire-pomps.

Restituzioni XIX, 2022

Il restauro della grande pala conservata in Ambrosiana con la Dormitio Virginis, name-piece di questo maestro, ha consentito di conoscere meglio la sua tecnica pittorica e suggerire possibili nuove piste di ricerca per la sua identificazione

Sapienza Edizioni, 2018

Il libro propone un percorso conoscitivo sulla Delizia del Verginese, caso studio emblematico per la sua relazione con il territorio, la storia e lo stato di conservazione, inquadrata all’interno del sistema culturale delle Delizie Estensi rinascimentali. Attraverso gli strumenti di studio propri del settore disciplinare del Disegno, illustra un percorso di ricerca e analisi multiscala dell’architettura e del suo territorio, attraverso il rilievo inteso come cantiere della conoscenza. Partendo dall’inquadramento storico, il percorso di analisi individua una possibile genesi progettuale, l’articolazione geometrica, funzionale e la sua relazione con il giardino e il territorio circostante, arrivando a contestualizzarne la presenza nel tempo e nello spazio. Attraverso gli strumenti e i metodi della Scienza della rappresentazione ne viene infine restituita la forma nel piano e in 3D, suggerendo alcuni percorsi comunicativi per la promozione e valorizzazione del Bene.

Atti del XXVI Colloquio dell'Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico, a cura di C. Angelelli e C. Cecalupo, 2021

F. Foroni, Il pavimento in opus tessellatum da Podere Forni a Cognento (MO), in Atti del XXVI Colloquio dell'Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico, Roma 18-21 marzo 2020, pp. 629-636.