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I limiti dell’opera musicale

2016, Ermeneutica, estetica, ontologia. A partire da Maurizio Ferraris, ed. T. Andina and C. Barbero, Bologna, Il Mulino, 65-76.

Abstract

Per quanto le avanguardie ci abbiano invitato ad allargare i confini dell’opera musicale, non c’è ragione di pensare che qualsiasi oggetto o evento possa presentarsi come un’opera musicale. Questo problema è stato affrontato in base ad alcuni principali argomenti: 1) storico/concettuale (senza che ci sia l’idea di opera non ci possono essere opere); 2) ontologico (perché ci sia un’opera occorrono determinate caratteristiche oggettive e strutturali); 3) estetico-valutativo (è opera un oggetto musicale che, di fatto, viene concepito alla luce di un circuito di valutazione). Ripercorreremo queste piste per cercare di capire quale, in fin dei conti, si rivela essere la più pertinente nel delimitare l'effettivo modo di funzionare dell’opera musicale. Questa riflessione dovrebbe permetterci di chiarire in certo modo i rapporti fra estetica e ontologia, e in particolare il primato che è stato talvolta accordato alla seconda nello stabilire un quadro di riflessione di pertinenza estetica.