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2007, LA BIBLIOTECA DELL’ARCHITETTO Libri e incisioni (XVI - XVIII secolo) custoditi nella Biblioteca Centrale della Regione Siciliana
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Forme che volano. 1630-1738. Il Barocco nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, 2013
La progettazione di edifici di piccole dimensioni si presta ad essere un campo di sperimentazione e di ela-borazione di prototipi. Lo Scurolo di San Gaudenzio a Novara e la cappella del Rosario a Arona, realizzati tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, agevolmente rientrano in questa categoria. Al di là infatti delle motivazioni che hanno animato le committenze, rivolte alla ricerca di prestigio, al riconoscimento identitario di una comunità, o semplicemente al conseguimento della migliore espressione di un senti-mento di devozione collettiva, a diverso titolo e in relazione ai differenti ruoli, i due edifici possiedono le qualità architettoniche per costituire modelli di riferimento per il territorio in cui sorgono e per l'epoca in cui sono stati creati. Ideati da due artisti legati alla famiglia Borromeo, Francesco Castelli e Filippo Cagno-la, entrambi coinvolti nei progetti all'Isola Bella, denunciano però orientamenti differenti, quasi antitetici, che interessa indagare, per cogliere i legami culturali, le fonti di ispirazione e le valenze innovative sul piano progettuale. La disanima della vicenda realizzativa dello Scurolo, lungamente protrattasi nel tempo, può contare su una copiosa documentazione archivistica, alla quale fa tuttavia difetto la perdita dei disegni di proget-to (generali e esecutivi), aspetto che rende in parte problematica la distinzione del pensiero iniziale dalle modifiche occorse nelle varie fasi di edificazione e non così scontato l'accredito attributivo delle scelte che hanno contribuito a determinare l'assetto definitivo dell'opera 1. L'ampio arco cronologico di erezione ha comportato infatti l'evolversi dell'idea iniziale, pur rimasta costitutiva, e l'aggiornamento del linguaggio stilistico sotto diverse direzioni artistiche. Il lavoro richiede pertanto di ripercorrere almeno per sommi capi la correlazione tra le figure, a cui la committenza ha affidato il coordinamento progettuale, e i dati deducibili sia dalla lettura del manufatto, sia dai documenti d'archivio. Alcune interrogativi rimangono sospesi e alcune ipotesi interpretative vengo-no necessariamente esposte al condizionale, in attesa di ulteriori dati e/o verifiche comprovanti 2. Dopo la metà del secolo XVII la Fabbrica Lapidea di San Gaudenzio destina il braccio meridio-nale del transetto della chiesa ad ospitare l'urna col corpo del santo patrono, per la quale va progettata una degna contestualizzazione 3. Allo scopo, nel 1659 convoca per un sopralluogo, da Milano, Francesco Castelli 4. L'anno seguente sembra orientarsi verso l'architetto Gerolamo Quadrio, che, invitato a visitare la chiesa, lascia qualche annotazione 5. Nel 1661 la scelta torna su Francesco Castelli, a nome del quale è attestato un pagamento, presumibile compenso per il progetto, sicuramente della macchina d'altare alla testata del transetto e probabilmente già dell'intero complesso 6. Nell'agosto del 1664 avviene la stipula del contratto tra la Fabbriceria e i "tagliapietre" Giovanni Battista e Bartolomeo Muttoni 7 ; nello stesso anno il Castelli risulta a Novara per seguire il cantiere e torna poi a più riprese, nel 1668 8 , nel 1670 e nel 1671, per verificare le fasi di avanzamento dell'opera 9. È certo che nel 1671 la realizzazione dell'apparato alla testata del transetto è a buon punto, poiché si registrano alcuni interventi di completamento: viene acquistato a Genova il blocco in marmo di Carrara per lo stemma della città, da porre a coronamento, e Bartolomeo Muttoni e Giovan Battista Bianchi lavorano alla balaustra. Inoltre a Cesare Vimercati è commissionata la grata in ferro battuto destinata a schermare l'apertura verso il vano con l'urna del santo sopra l'altare. Si procede poi a collocare le statue nelle quattro nicchie laterali e si smontano i ponti (fig. 1) 10 .
Bollettino Storico Piacentino, 2013
L'analisi del profilo biografico e professionale di Alessandro Bolzoni si inserisce nel più generale panorama degli studi, condotti in sede locale, volti allo studio delle professioni tecniche dal punto di vista della formazione, dell'inquadramento istituzionale e dei rapporti con la committenza pubblica e privata. L'indagine documentaria ha permesso, allo stato attuale delle ricerche, di ricostruire l'attività di Alessandro Bolzoni in qualità di tecnico al servizio della pubblica amministrazione quale interprete dei rapporti di potere che vengono messi in gioco tra norme, magistrature e uomini, mentre rimangono da indagare i tempi e modi della sua formazione professionale e solo parzialmente è stata analizzata la sua attività di libero professionista. Lo studio prende l'avvio dal contesto culturale nel quale avviene la formazione dei professionisti locali permettendo di identificare il ruolo svolto dal Bolzoni nei confronti delle generazioni successive. Di particolare interesse, in questa direzione, è soprattutto il suo contributo alla definizione di una cultura di traduzione grafica delle informazioni di conoscenza del territorio che coinvolge aspetti matematici, giuridici e in generale di politica di gestione delle risorse, come dimostra l'analisi del suo trattato rimasto manoscritto.
1995
In tutta l'Europa continentale, Ie espressioni artistiche e architettoniche, in questi anni, sono mezzo di diffusione delle tematiche ideologiche dei Poteri costituiti che ne erano committenti. Anche a Malta questi si possono distinguere in religioso e politico-militari; vengono esercitati rispettivamente dalla Cattedra Vescovile, con sede a Mdina, e dall'Ordine dei Cavalieri, con a capo il Gran Maestro, residente a Valletta. Essi sono entrambi ideologicamente legati alIa Chiesa di Roma, rna l'eccezionale "intemazionalita" dei componenti dell'Ordine, 10 pone in diretta connessione culturale con altri ambienti europei, aggiungendo dirette influenze portoghesi e francesi.
2012
Hevelius mette a disposizione dei propri lettori una selezione di titoli da leggere online su Issuu.com. L'iscrizione alla nostra newsletter consente di ricevere informazioni periodiche sulle iniziative della casa editrice, sulle nuove uscite e sulle promozioni speciali.
L'allegoria della casa barocca, 2023
Tesi magistrale in filosofia teoretica. Ricostruzione del pensiero maturo di Gilles Deleuze alla luce de La piega (1988) attraverso una triplice pista di ricerca, coincidente con i tre capitoli. I, Rapporto tra Leibniz e il Barocco attraverso un dialogo con i principali interlocutori del filosofo parigini (Alexandre Koyré, Michel Serres, Michel Foucault, Friedrich Nietzsche, Heinrich Wölfflin, Walter Benjamin); II, Ricostruzione della narrazione "barocca" de La piega; III, Dimostrazione del livello più profondo de La piega e della sua analogia di struttura con Il Bergsonismo: il ritorno a Henri Bergson e alla Storia come Differenza.
"Paragone", 120,121,122, agosto-dicembre 2015
L'architecture de l'Empire entre France et Italie. Institutions, pratiques professionnelles, questions culturelles et stylistiques (1795-1815)., 2012
L'accensione di un nuovo dibattito sull'architettura di epoca napoleonica L'accensione di un nuovo dibattito architettonico in merito al costruito in epoca napoleonica in un certo senso è un esito annunciato, una conseguenza dei nuovi studi che si vanno approntando. L'interrogarsi sulle architetture dell'Empire in riferimento al recupero e l'attualizzazione dell'antico e l'affermazione di una modernità, o meglio ancora di un "moderno" di inedito conio, finisce per coinvolgere la sempre delicata messa a punto di più veridici paradigmi, di approcci critici in grado di corrispondere al meglio all'oggetto delle loro investigazioni e, al tempo stesso, di corrispondere anche alle incalzanti esigenze contemporanee 1 . E questo non può che imporre reiterati dubbi e dunque inattese speculazioni. Non sorprenderà, pertanto, che venga messa in discussione l'interpretazione corrente, dubitando della efficacia delle sue narrazioni. Il nostro intento, tuttavia, non implica esplicitamente una tale ambizione, poiché si limita a questo: porre, muovendo da ciò, alcuni interrogativi. Proporre tali interrogativi, ovviamente, prendendo le mosse dal pregresso e senza alcuna pretesa di risolverli al primo colpo, o, magari, di disporre già di un arsenale in grado di costruire definitivamente le risposte desiderate per questo e per quello. Al contrario, con la consapevolezza di dover procedere ipoteticamente per gradi, sollecitati o frenati dall'ansia di un possibile riscontro sul pubblicato sia in riferimento al sempre più articolato quadro narrativo -la storiografia specialistica -venutosi frattanto a costituire, e sia in merito alle fonti, primarie e secondarie, coinvolgenti il progettato e il costruito, il recupero archeologico e museale o monumentale dell'antico e la sua progressiva mitizzazione in via di globale revisione e, sottotraccia, sperare in futuri sviluppi, esortando alla riflessione suscitata dagli esiti ultimi degli studi di settore; una riflessione foriera, senza alcun dubbio, di un qualche avanzamento e con esso dell'auspicabile elaborazione se non di inedite proposte di lettura critica, quanto meno di più fresche interpretazioni e di più motivate e puntuali ricostruzioni storiche, o altri approfondimenti, sull'esempio, poniamo, di quanto è stato proposto a suo tempo da un Aldo Rossi (1967) o, in anni successivi, da un Werner Szambien (1984) 2 .
Studi recenti, di ambito locale e non soltanto, a partire da una indiscussa rivalutazione del "barocco di provincia", hanno messo in evidenza una diversa interpretazione della Valle d’Aosta e di tutto l’arco alpino, quali veri e propri «territori del barocco», per i quali è impossibile e immotivata la negazione del ritardo rispetto alle scelte delle sedi di corte, ma al tempo stesso è fondamentale riconoscere la loro connotazione di ambiti latori di caratteri dalla forte valenza identitaria e di soluzioni architettoniche perfettamente consone alle specifiche, precipue, esigenze del territorio storico nel quale si inseriscono. Partendo da una ricca disamina archivistica, il saggio indaga in particolar modo l'apporto della committenza - ricca e colta - del "premier seigneur temporel du Duché par rapport à la dignité", ossia quella vescovile, che si esplica soprattutto nei cantieri del Palazzo Vescovile e del Seminario Maggiore nella piccola capitale del Ducato, Aosta. Committente, impresari, maestranze, materiali sono analizzata sulla scorta della documentazione (del tutto inedita) conservata in modo disparato e dispersivo, e qui in gran parte ricomposta.
…] in Roma esercitando come giovine a studiare questa virtù mi fu da valentissimo ricordato e più di uno come il S. Gerolimo Rainaldo Tolomeij e Pavolo Marosielli che l'architeto deve portare per due anni continui per lo menno il schiffo servendo a muratore che dichiarato non voleva dir altro che praticare.
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Studia Romanica Posnaniensia, 2006
in: Il tardo Cinquecento, supplemento al quotidiano "La Repubblica", fa parte di: "La storia dell'arte", vol. 10, pp. 52-71
La Città del Sole. Arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di urbano VIII, 2023
Intero volume, Electa Milano, 2004
"Realtà dell'architettura fra materia e immagine. II. Per Giovanni Carbonara: studi e ricerche", a cura di D. Esposito, V. Montanari. QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA, vol. 73-74, p. 429-432, L'Erma di Bretschneider, ISSN: 0485-4152, 2021
Matrici di un impianto chiesastico tardo-barocco : il caso di San Giovanni Battista a Morbegno e gli sviluppi europei: questioni aperte tra storia e restauro (a cura di Simona Benedetti e Maria Piera Sette), 2021
"La basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Pantheon della Serenissima", edited by G. Pavanello, pp. 20-46, 2013
Cahiers d’études italiennes, 2014
Studi e saggi
in «Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», n. 165 (2006-2007), Classe di scienze morali, lettere ed arti, 2007
Bollettino Storico Piacentino, 2021
Tra patria particolare e patria comune. L'architettura e le arti a Bologna 1534-1584, 2021
Storia della critica d'arte. Annuario della S.I.S.C.A., 2018