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2020, “Chiesa e Storia”, 10 (2020), pp. 47-72.
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«Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio» (Gv 5,1) e «chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio» (Gv 4,15). «Credere» e «riconoscere» che Gesù di Nazaret è il Cristo, Figlio di Dio, vuol dire scorgere in quell ' uomo l'evento unico e irripetibile della presenza di Dio tra gli uomini, lutto il cristianesimo è racchiuso in quei due versetti. In Gesù di Nazaret, avvenimento appartenuto alla storia, si concentra la questione di Dio e, nello stesso tempo, la questione e il destino degli esseri umani (Nicola dola).
Essay published in "Archivi e Chiesa locale. Studi e contributi", ed. by F. Cavazzana Romanelli, pp. 209-216., 1993
At the beginning of the years '90 of last century a new historiographical approach to the study of the parish registers and to the historical demography opened to the influence of cultural and anthropological history. The essay describes this new tendency.
Chiesa e Storia 12 , 2022
History of the diocesan and local secular chapters in Southern Italy from their creation until to the end of the fifteenth century
I. POZZONI (a cura di), Rassegna storiografica decennale I, Villasanta, Limina Mentis Editrice, 2018, ISBN: 978-8899433925.
Aldilà dell’intento solidaristico e socialista di ogni iniziativa Limina mentis, ciascuna serie di volumi collettivi dedicati alla ricostruzione storiografica della cultura moderna e contemporanea, sostenuta dalla collana Esprit (Voci e Frammenti di filosofia contemporanea), sottende un’originale metodologia fondata sulla a] varietà delle «voci interpretative», sulla b] contestualizzazione esistenzialistica di ciascun soggetto / oggetto di studio (irripetibilità delle narrazioni culturali), sulla c] «rappresentazione polifonica» di due secoli anti-monodici come Ottocento e Novecento, sulla d] instaurazione di un dialegesthai tra «voci», vive e morte, nella consapevolezza che ogni racconto storico, oltre a derivare da momenti culturali determinati e unici, concorra a creare nuovi e originali orizzonti di ricerca e su una e] nuova concezione dinamica della nozione di «manuale» inteso come infinito work in progress di una comunità solidale di ricercatori (I. Pozzoni). Autori: Angeloni Edoardo - Baldini Roberto - Barazza Roberta - Biuso Alberto - Borbone Giacomo - Bullo Emanuela - Conese Massimo - Coppolino Billé Giovanni - Costabile Giovanni - De Stasio Carmen - Ferrigni Daniela - Fiorentino Francesco - Fortuna Rossella - Giove Paolo - Giua Margherita - Labellarte Alberto - Lupoli Mario - Marchetti Alessio - Marino Silvio - Meneghetti Paolo - Pannunzio Giorgio - Pantaleone Luca - Pozzoni Ivan - Riccadonna Aldo - Zanola Elisa.
Sulla base delle fonti letterarie si esamina il problema della confusione tra il toponimo "inter duas lauros" e quello "ad duas lauros", e quindi l'errata ricostruzione storica di un enorme latifondo imperiale
Vico e Hegel. È però luogo comune che i classici siano tali a causa della loro inutilità (o inattualità). In effetti, nessun semplice riferimento alle formulazioni di un maestro filosofico del passato può esimerci dal riconoscere che nell'attuale situazione di cultura il legame tra "verità" e "storia" è dato per radicalmente reciso. Viviamo nell'orizzonte di una disgiunzione netta, ma raramente tematizzata, tra i due poli della storia e della verità: per l'umanità contemporanea, prima ancora che per la filosofia, questi due poli sembrano non potersi più congiungere -la storia è divenuta estranea alla verità. Per capire cosa ciò significhi occorre distinguere, in modo peraltro tradizionale, due accezioni del termine storia: nel senso che ci deriva da Erodoto, la storia è un tipo di conoscenza, un'indagine conoscitiva sugli accadimenti del passato; ma, secondo un senso la cui pregnanza è molto più recente, la storia costituirebbe un modo d'essere (caratterizzante certe entità o forse tutta la realtà nella sua interezza) -meglio sarebbe dirla: storicità (Geschichtlichkeit). Secondo la linea "storicista" di Dilthey e Yorck von Wartenburg, che culmina in Heidegger e che trova nel giovane Marcuse un legame esplicito con l'idealismo hegeliano, la storicità è un modo d'essere per cui gli enti che ne sono affetti sono pensati a partire dal loro accadere, Geschehen, dunque dalla loro dimensione "evenemenziale", nel senso dell'espressione filosofica francese force événementielle. Questa dimensione è essenziale a tali enti, concerne la loro struttura intima, che sarà allora pensata come mobilità (Bewegtheit, che forse sarebbe traducibile con "motilità"), cioè come quell'atto per cui l'ente è prodotto e determinato dal proprio stesso accadere, cioè dalla propria immanente (auto-)dinamicità: la motilità è costitutiva dell'essere di ciò che è storico 1 . Questi due sensi della "storia" implicano due diversi legami con la verità: nel primo caso, il problema è la conoscenza vera del passato, la verità è definita in termini conoscitivi; nel secondo, in modo più enfatico, ciò che è in gioco è la questione di come evitare che la storicità in quanto dimensione globale della realtà non induca una generale insignificanza di tutte le cose, destinate ad apparire e a scomparire, e vincolate alla particolarità e precarietà del loro "accadere". Questi due problemi sono distinti da quando duplice è il concetto di storia, ma che possano essere disgiunti ed anche opposti è una posizione recente sostenuta dall'autorità acquisita da un autore quale Leo Strauss. Per Strauss, la storicità, idea propriamente moderna, ha conseguenze necessariamente nichilistiche: ogni criterio gerarchico e ogni principio di valutazione non-contingente è reso impensabile. Se la storicità è il modo di essere di ciò che è, «il pensiero umano è interamente storico e perciò incapace di cogliere alcunché di eterno» 2 . L'ontologizzazione del divenire come processo creatore interamente autoimmanente -la "motilità" di cui parla Marcuse -conduce dapprima ad identificare la verità al (risultato del) processo, poi a dissolvere quella in questo: «Secondo Hegel vi è un punto culminante e una fine della storia (…) [la verità] appartiene al momento assoluto della storia, al punto culminante della storia (…) il pensiero post-hegeliano (…) ha compreso il processo storico come 1 Tutto ciò è ben spiegato dal libro di H. Marcuse, L'ontologia di Hegel e la fondazione di una teoria della storicità,
Università Ca’ Foscari, Venezia. Dipartimento di Studi Storici, Annali 2002. Studi e materiali dalle tesi di laurea, Milano, Unicopli, 2003, p. 27-46, 2003
Nella diocesi friulana di Concordia, tra la fine del Medioevo e la prima età moderna, il Capitolo cattedrale deteneva un ruolo di primo piano nel panorama istituzionale dei poteri. Un lento processo evolutivo durato secoli, lo portò ad acquisire diritti sia in campo spirituale sia temporale. Grazie ad un’indagine condotta sui fondi dell’archivio capitolare, si è potuto ricostruire il quadro generale relativo ai doveri religiosi, alla gestione dei beni e all’esercizio dei diritti giurisdizionali di questa istituzione. L’analisi ha raggiunto la sua massima profondità per il XVI secolo: in particolare lo studio della visita apostolica del 1584, ha messo in luce aspetti finora poco approfonditi riguardo la struttura, l’organizzazione e la vita quotidiana del Capitolo, i rapporti sociali tra i canonici e la comunità esterna. Anche lo sguardo d’insieme sulla composizione del collegio canonicale esteso a tutto il ‘500, ha fornito molti dati significativi. Il confronto con altre realtà analoghe, ha consentito inoltre di collocare il Capitolo di Concordia nello scenario dello Stato da Terra, verificando le particolarità della situazione concordiese nel contesto della politica beneficiaria veneziana.
Montesquieu.it, 9, 2017
Between the black legend of an era of the “ages of darkness” (where there was hunger, famines, plague, political disorder and outrages of the landlords, superstitions of the people and clergy corruption, etc.) and the golden legend of a medieval “belle époque” (where there were weapon festivals, court life, fairies, knights faithful to magnanimous princes, etc.), there was the reality of everyday life. The reality of a world of monks, clerics, warriors, farmers, merchants, and of the “straccioni”, “all those dirty and shabbily clothed people”: of urban laics of low origin descent and social condition. The protagonists were almost all servants, bakers, shoemakers, greengrocers, blacksmiths, dyers, leather binders, wool spinners, and especially weavers, men, women and children in whose workshops matured «malicious conspiracies fomenting the orderly pity of God» as the monk Sigeberto of Gembloux complained around 1074-75, when the “investiture controversy” and the incitement of Ildebrando of Soana (the future pope Gregorio VII) were not yet at the climax phase (Sigeberti Monachi Gemblacensis, Apologia contra eos qui calumniantur missas coniugatorum sacerdotum, in M.G.H., Libelli de lite, t. 2, Hannoverae, 1892, pp. 436-448, p. 448). And, in an attempt to achieve their “program”, the “straccioni”, those “dirty and shabbily clothed laics”, spread new form of interaction and public communication, with consultation for and deliberation of all members of the community, with a common oath (iuramentum) for all and sanctions in case of violation of the oath, with the recognition of community representatives who will soon be called consuls (consules).This is the nucleus from which, during the twelfth century, the medieval Commune (commune) will be born and raised. Keywords: Popular Movements Religious Poverty; Gregorian Reform; Investiture Controversy; Medieval Commune
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Cosmo on line, anno 13, n. 10 (ottobre), 2020
"Per correr miglior acque...". Bilanci e prospettive degli studi danteschi., 2001
Quaderni del Dipartimento di Studi Umanistici, 2022
R. Macchioro (cur.), Costantino a Milano. L'Editto e la sua storia (313-2013), Roma , 2017
Schola Salernitana. Annali , 2018
Storia della scienza, I. La scienza antica, Sez. B. Scienza antica, pp. 177-180. Edited by S. Petruccioli. Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana., 2001
Rivista di cultura e attualità "Riscontri", 2019
in Scritti di storia medievale offerti a Maria Consiglia De Matteis, a cura di B. Pio, Spoleto 2011, pp. 635-653, 2011