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2012, Il crescente peso dell'Ucraina nell'economia mondiale
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Dal 1991 l'Ucraina è uno stato indipendente dall'Unione Sovietica e sta intraprendendo un percorso di riconversione verso l'economia di mercato e di avvicinamento all'Unione Europea. E. Rivera, Il crescente ruolo economico dell’Ucraina, in Prospettive dell'Economia, n. 4/2012, pp. 65-71, ISSN 1827-7071.
Ferrari, A. Tafuro Ambrosetti, E. (eds.). Tensioni nello spazio ex sovietico: i casi di Bielorussia, Kazakistan e Ucraina. Milano: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 2022, 18–26., 2022
La situazione attuale in Ucraina è dettata da una politica interna sempre più competitiva, dalle difficoltà economiche e dalla minaccia di un intervento militare russo. La leadership ucraina cerca di aumentare la compattezza della nazione di fronte alla possibile guerra, aumentando la forza dell’esercito, coinvolgendo i cittadini nelle unità di difesa territoriale e cercando di diminuire le fratture politiche interne.
La nazificazione dell'Ucraina. I rapporti con la Nato. Le provocazioni e la reazione di Putin.
Si riflette troppo poco sul fatto che l’invasione russa dell'Ucraina è stata, in ultima analisi, il risultato del fallimento della capacità di deterrenza dell’Occidente, ossia del fallimento di USA e EU nel dissuadere la Russia dal compierla. Mentre in molti hanno colto gli errori di analisi da parte russa nel quantificare la forza della resistenza ucraina, in pochi si sono soffermati ad analizzare il ruolo che la debolezza e l’ambiguità delle posizioni occidentali hanno giocato nell’incentivare l’aggressività russa. Riflettere su questo, tuttavia, è fondamentale per due motivi: in primo luogo perché la reazione dell’occidente è ancora complessivamente inefficace, e ciò proprio perché ancora basata su quegli stessi presupposti che hanno portato al fallimento della deterrenza; e, in secondo luogo, perché risolvere gli errori di percezione e di analisi che operano dietro le decisioni europee e americane è indispensabile per rendere la deterrenza più funzionale in futuro non solo verso la Russia ma verso tutti gli altri stati canaglia che minacciano la pace e la prosperità delle democrazie.
NUOVA RIVISTA STORICA, 2022
Benvenuto professore Di Rienzo su Liberi di scrivere e grazie di avere accettato questa nuova intervista. Tra le sue molte opere è anche l'autore di un libro uscito nel 2015, ormai sette anni fa, Il conflitto russo-ucraino. Geopolitica del nuovo (dis)ordine mondiale, edito da Rubbettino, di cui maggiormente ne stiamo scoprendo l'importanza in questi giorni difficili. Dunque le varie tregue, sempre tenuto conto del Donbass, non erano che il preludio dello stallo di questi giorni. Può spiegarci, in termini non troppo tecnici, come siamo arrivati a questo stadio? Cosa sta facendo precipitare gli eventi? E soprattutto se secondo lei c'è ancora spazio per una soluzione diplomatica? Lei essenzialmente professore è uno storico, può ricapitolarci sotto il profilo storico la storia dell'Ucraina, per avere una visione di insieme più nitida e lucida? Quando il territorio dell'Ucraina fu spartito tra l'Impero russo e asburgico, si ebbe una frattura all'interno di questo Paese, poiché la parte nord-est guardò a Kiev, all'Occidente, mentre quella sud-orientale guardò verso la Russia, e ospitò cittadini prevalentemente russofoni. Un altro discorso è invece quello della Crimea, russa dal 1792. Nel 1918, dopo il trattato di pace di Brest-Litovsk tra la Russia guidata dal governo rivoluzionario presieduto da Lenin e gli Imperi centrali, l'Ucraina di Kiev diventa indipendente de jure, ma non de facto, in quanto stato satellite della Germania guglielmina. Dal 1922, l'Ucraina divenne una Repubblica Sovietica, Crimea compresa, la più importante, forse, tra quelle che componevano l'Urss. Nella Seconda Guerra Mondiale, quando il territorio ucraino venne invaso dalle truppe tedesche, si replicò nuovamente questa divisione, l'Ucraina di Kiev tornò ad essere uno Stato satellite della Germania nazista. Addirittura venne formata una Divisione SS composta da cittadini ucraini che combatterono a fianco dei nazisti insieme con la Guardia Nazionale ucraina. È doveroso ricordare che questi due gruppi armati diedero man forte alla persecuzione degli ebrei. Dopo la morte di Stalin, nel 1954, Mosca cedette la Crimea all'Ucraina, che in quel periodo era ancora inglobata nel territorio russo. Fu come un regalo che si fa a una moglie. Tutto rimase in famiglia fino al dicembre 1990 quanto i leader di Bielorussia, Russia e Ucraina dissolsero formalmente l'Urss e costituirono Stati indipendenti insieme a sette altre Repubbliche sovietiche Rileggendo la sua precedente intervista, (per chi fosse interessato questo è il link https://liberidiscrivere.com/2015/06/08/un-intervista-con-eugenio-di-rienzo/), alla luce dei fatti odierni molte sue affermazioni prendono una nuova luce. Non si può parlare di Ucraina senza parlare di Crimea, e da storico sicuramente ha bene in mente il conflitto combattuto tra il 1853 e il 1856, tra l'allora Impero russo e l'Impero ottomano, la Francia, la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna (con il ruolo attivo di Cavour). La vera paura di Putin, secondo lei, è perdere la Crimea (e il conseguente sbocco nel Mar Nero)?
Di recente ha avuto luogo una diatriba tra il Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, gestito dal patriarca Bartolomeo, e il Patriarcato di Mosca guidato da Kirill, sullo statuto della "Chiesa ortodossa ucraina", che risulta essere divisa attualmente in tre parti: una Chiesa ufficiale ortodossa che risponde al Patriarcato di Mosca, che è competente sul territorio ucraino a seguito di un accordo del 1686 con il Patriarcato costantinopolitano; una "Chiesa ortodossa Ucraina" di un autonominato "Patriarcato di Kiev" fondata nel 1992 da Filaret Denysenko, per questo scomunicato sia da Costantinopoli che da Mosca, e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", fondata nel 1921, sospesa durante il periodo sovietico e ri-fondata nel 1990 dal prete Macario, senza una titolarità a farlo e per questo scomunicato.
Testo tratto da A. Pascale, Il totalitarismo “liberale”. Le tecniche imperialiste per l'egemonia culturale, La Città del Sole, Napoli 2018, pp. 109-114. Info su Intellettualecollettivo.it
CRISI RUSSO-UCRAINA. FOCUS RUSSIA, 2024
CRISI RUSSO-UCRAINA - FOCUS: RUSSIA. Quadro sanzionatorio e macroeconomico su dati disponibili al: 26 aprile 2024. A cura dell' Ufficio ICE di Mosca (Sezione Sviluppo Scambi Ambasciata d'Italia)
Origin of the name; society and identity in the vedic traditions
Three problematic passages in Nicander are examined. The authenticity of the end of Al. (616-628) is defended against both older and more recent attempts at deletion, since the problematic l. 617 can be given a new sense or is to be transposed after 622. The difficult lines Th. 433-442 on the poisonous poppy find a surprising parallel in Sappho, fr. 31 Voigt, which allows us to interpret Sappho's erotic symptoms in medical terms. In Th. 60 the lectio difficilior is defended, revealing Nicander's familiarity with Homeric philology.
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Intepretare un'eroina romantica. Utatane e la letteratura di epoca Heir, 2020
Enciclopedia italiana Treccani. Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, diretta da P. L. Della Porta e V. Zamagni, Roma 2012, pp. 59-65