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2022, Laureatus in Urbe II, a cura di Silvia Argurio e Valentina Rovere
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L'Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell'ADI-Associazione degli Italianisti (Roma, 9-12 settembre 2015), 2017
Il contributo si interroga sulla ricezione del Petrarca civile nella lirica cinquecentesca, soffermandosi sull’analisi di alcuni componimenti di produzione compresa tra gli anni Trenta e Cinquanta del Cinquecento che a vario titolo riportano la figurazione femminile dell’Italia attingendo rime, lessico e argomenti dalle canzoni politiche dei Fragmenta. Accanto alla continuità dello stesso codice retorico se ne segnalano le istanze di sperimentazione interna e i differenti contesti di riutilizzo.
Presentazione del volume postumo "La canzone di Petrarca" di Marco Praloran.
La sestina 22 parla dell'eros negato, circa come nelle Petrose di Dante, il riferimento è sia formale sia sostanziale. È tutta di endecasillabi come quella diDante Al poco giorno, Le parole-rima sono bisillabiche come nei modelli: terra sole giorno stelle selva alba; sono le stesse che in Dante non erano in punta di verso, ed acquistano significato man mano che ci si avvicina al cuore del problema di cui si parla, spesso sono anche polisemiche. Petrarca come Arnaut mantiene intatta la libertà di realizzare rime in modo derivativo (terra sotterra), come nella sestina lo fermo voler ongla senongla; Petrarca guarda insieme a Dante e alla fonte prima da cui Dante deriva e coniuga insieme i due elementi. Alcune parole bisillabiche presenti all'interno dei versi coincidono con parole-rima dantesche (tempo cielo ombra verde); sono tutti elementi naturali; le parole in punta di verso creano un sistema che guarda agli oggetti naturali, è un sistema di relazioni oggettive tra gli elementi. Nel congedo sono recuperate le sei parole-rima e distribuite due a due nei sei versi in una distribuzione libera, come avviene in Dante e Arnaut. Le sestine rientrano nella produzione giovanile di Petrarca tutta sotto il segno di Dante, cinque delle otto sono già presenti nella forma Correggio dei Fragmenta; l'influsso che Dante esercita sul giovane Petrarca dimostra come la parte giovanile dei Fragmenta sia fortemente classicizzante e fortemente dantesca. Petrarca afferma il dramma che lo attraversa, l'opposizione tra il giorno e la notte: di giorno vorrebbe vedere o vede la persona amata e questo gli provoca tormento, la notte la desidera; esprime poi il desiderio che ci sia una notte continua io cui nulla lo separi da lei e Laura non si trasformi nel grande albero dell'alloro (lauro) come Dafne che cercava di sfuggire all'abbraccio di Apollo. Animali: esseri animati, che tutti devono operare con fatica durante il giorno e riposano la notte, contrariamente all'affanno del poeta; tutti tranne gli animali notturni, quelli che non sopportano la luce del sole, (se non se è formula dantesca, ad eccezione di), un riferimento ad essi era anche al sonetto 19 a rendere più stretta la connessione tematica tra questo gruppo di componimenti. L'avvicendamento temporale nella sfera della natura corrisponde nella seconda strofa all'avvicendarsi delle situazioni dell'io: la prima stanza presenta la realtà com'è dal punto di vista naturale, la seconda fa piovere quella situazione naturale dentro l'io lirico del poeta. Quando il sole accende le sue stelle è citazione dalle Georgiche di Virgilio. E io: stilema oppositivo di tipo dantesco, vale io invece (inf II). Non ho tregua alla guerra dei sospiri: cfr 96 2. Vo lagrimando: la formula con andare + gerundio di presente perifrastico tipica dell'italiano antico indica partecipazione intensa del soggetto all'azione; i due gerundi riferiti all'io insieme allo svegliando del v 9 sigillano in una concordia discors il ciclo della giornata, entrambe le situazioni sono indicate con il gerundio. La sera scaccia il chiaro giorno, le tenebre nostre altrui fanno alba: si procede per opposizioni binarie, caratteristica della mentalità di Petrarca. Si intende che le tenebre del nostro emisfero riportano la luce del giorno in altra parte del mondo, ma il verbo fanno sdoppia maggiormente l'alternanza giorno-notte riposoaffanno. Crudeli stelle: astra crudelia delle Bucoliche di Virgilio, ma qui stelle vale anche come pianeti e quindi come destino, guardo il mio destino crudele che mi ha fatto di questo fango frimordiale, quello dal quale è stato plasmato l'uomo che indica anche la sua fragilità e caducità. Maledico il dì ch'io vidi il sole: il giorno della nascita, viene da riferimenti biblici come Geremia e Giobbe, ma il sole è anche la luce di Laura, sole è parola-rima ed ha una pluralità di significati, tratto proprio della sestina; il sole è quello che conduce il foeta nel percorso della sua opera ovvero la donna che egli ama, qui la maledice ma leggendo il resto dell'opera si vede che la maledizione diventa benedizione perché grazie alla sua virtù è diventato poeta ottenendo per sé la salvezza e per lei la fama. Riferimento all'uomo selvatico: mito dei tempi, tema che attraversa questa cultura, uomo che vive in uno stato di assoluto primitivismo. Pascesse per selva: corrisponde al nudrito in selva di poco prima, l'aspra fera è Laura che il poeta in qualche modo maledice; aspra è nell'ultimo verso della stanza precedente, fera è in rima con sera, ci sono rilievi fonici che sottolineano la centralità del fatto (fera è anche in posizione di rilievo all'altezza del quinario dove si trova una cesura). O di notte o di giorno: formula di moltiplicazione, enfatizza la polarità enunciata in precedenza. Piango: richiama il lagrimando della seconda stanza. A l'ombra e al sole: ribadisce la continuità del pianto del poeta, che come prima ha detto è presente sia di notte sia di giorno. Il mio fermo desire vien dalle stelle: egli è corpo mortale in terra ma quel desiderio che sempre lo segue deriva dalle stelle che sono in cielo, dal suo destino, elementi antitetici; lo fermo desire è forse un'eco de lo ferm voler qu'el cor m'intra, primo verso della sestina di Arnaut. Torni alle stelle: corrispondenza con alcuni passi di Dante
In copertina: Domenico Zampieri detto il Domenichino, David che suona l'arpa, Versailles, Musée National du Château (particolare) TUTTI I DIRITTI RISERVATI È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941 VOLUME NON VENDIBILE -riproduzione vietata in base all'art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941 NICOLÒ MALDINA Penitenza ed elegia nel Canzoniere di Petrarca *
«Nuova rivista di letteratura italiana», a. XV 2012, fasc. 1-2, pp. 9-25
Quaderns d'Italià, 2006
Il testo affronta il problema del rivestimento polifonico della produzione madrigalistica petrarchesca all'interno del contesto culturale relativo alla ricezione della poesia musicale dall'umanesimo al Rinascimento.
Francesco Petrarca (Petrarch) was not only an outstanding poet and scholar of his age, but also an interesting example of a public intellectual ante litteram, at least he appears to be so from the writings he left to posterity. His works in Latin, in particular, provide a strong critical commentary on the political issues of his time and about civilisation and history in general. Petrarch loved to live close to the centers of power and to maintain good relationships with influential political personalities; nevertheless, he managed to avoid getting involved in practical political activity or being recruited as a secretary or courtier. Despite not being of noble birth, he succeeded in being accepted into the most prestigious social circles and, at the same time, maintained sufficient independence and freedom to dedicate his time to literature. In his works he tried to impose ancient Rome as a social model and Roman heroes as exemplars of individual qualities; he also tried to convince the political powers (especially the Italian maritime republics and the Roman Emperor) to re-establish Italian dominance, to as great an extent as possible, within the borders of the Roman Empire. Petrarch sought to quell the violence of Italian political life and restore the papacy to Rome, with the aim of opposing French power in Europe.
“Laureatus in Urbe II”, a cura di S. Argurio e V. Rovere, Roma, Aracne, 2022
II Convegno internazionale per giovani ricercatori e ricercatrici Siena, Università per Stranieri (15-17 settembre 2021) Repetita iuvant? Un approccio multidisciplinare alla ripetizione COMITATO
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Verbum, VII, 2005
Quaderns d'Italià, 2006
«Levia Gravia», 2004
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2022
Lingua italiana - Treccani, 2024
Ludus litterararum. Studi umanistici in onore di Angelo Brumana, Milano-Torino, Pearson Italia, pp. 14-25, 2020
Polifonia musicale. Le tante vie delle melodie italiane in un mondo transculturale, 2020