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Malta è famosa per le sue enigmatiche vestigia di misteriose civiltà mediterranee preistoriche, già antiche e abbandonate quando si costruivano le Piramidi. Le isole sono disseminate di templi, circondati da cinte megalitiche in pietra, con funzione non difensiva, ma piuttosto strutturale o delimitante le aree considerate sacre dal territorio vicino. Curiosamente i tempi storici successivi lasciarono pochissime tracce, e ci fu un vuoto architettonico che terminò solo quando l'Ordine di San Giovanni prese possesso dell'arcipelago, per poi lasciarvi un'impronta così forte.
l'espressione più complessa e pregiata del rapporto storicizzato tra Uomo e Territorio, delle aspirazioni, delle istanze, delle aspettative dell'Uomo nel suo entrare in relazione con gli altri uomini e con il sistema delle risorse dell'am biente, sia naturale, 0, in maniera forse meno grossolana, ma certamente più ver, basa e criptica, poco o niente interessato da trasformazioni generate o indotte dalle attività umane -che trasformato.
ATLANTE DELLE OPERE FORTIFICATE, 2015
L'idea di realizzare un "Atlante delle Opere Fortificate" è frutto di molteplici considerazioni riguardanti la tutela, la promozione e la valorizzazione di tali strutture storico-architettoniche, ma anche la loro valenza strategica e turistica e transfrontaliera. Se da un lato, infatti, il mondo del web è oltremodo popolato da siti e blog che tentano di diffondere conoscenza sulle fortificazioni, è da rilevarsi come tali strumenti siano, nella quasi totalità dei casi, frammentari, incompleti o addirittura abbandonati e non aggiornati. Dunque, ecco sorgere la volontà di costituire uno strumento fruibile a chiunque ed in grado di fornire in modo sufficientemente completo le informazioni necessarie a diffondere quelli che sono elementi essenziali del patrimonio storico, paesaggistico e culturale costituito dalle opere fortificate. D'altra parte, dal punto di vista storico e territoriale, la tematica dei "confini" ha, da sempre, rivestito un'importanza strategica notevole: nel corso dei secoli i confini, dapprima elementi fisici da difendere con la costruzione di fortificazioni, linee difensive e trincee, sono diventati entità astratte che, con l'Europa unita e i numerosi progetti transfrontalieri sviluppatisi negli anni 1 , si sono trasformati in semplici linee sulle cartografie da valorizzare nella loro dimensione di catalizzatori e segni distintivi di identità e culture diverse tra loro.
In PACE F. (a cura di), Notiziario dell’Istituto Archeologico Valtellinese, n. 16, anno 2018, pp. 153-181.
Gli interventi recentemente eseguiti sul grande complesso edilizio hanno messo in luce l’evidente sovrapposizione delle fasi di occupazione e di fortificazione succedutesi, sul primo colle di Arezzo, dall’antichità ad oggi. Le antiche strutture erano rimaste chiuse e fasciate dalla cortina realizzata a metà Cinquecento per “mectere il chassero in fortezza”.
Enrico Lusso, Università degli Studi di Torino, Istituto Italiano dei Castelli - Presidente Sez. Piemonte Valle d'Aosta. “Lavoro utile, questo di Simone De Fraja, e interessante. Utile in quanto porta all’attenzione degli studiosi italiani alcuni castelli oggettivamente poco noti, ma di grande rilievo nel contesto delle sperimentazioni sfociate, nei secoli finali del medioevo, nella messa a punto di quei modelli formali che rappresentano, nell’immaginario collettivo, l’archetipo dell’edificio fortificato. Interessante perché l’analisi è condotta con rigore, senza mai perdere di vista, accanto all’illustrazione dei più generali fenomeni culturali e tecnici che condizionarono la pratica del costruire, la verifica sulle fonti materiali e su ciò che di autentico resta delle strutture prese in esame. Grande rilievo va anche (o, per meglio dire, soprattutto) attribuito a ciò che l’autore definisce un «momento di osmosi e […] di svolta dalla funzione prevalentemente militare e di difesa in favore di una maggiormente residenziale». Si tratta, in effetti, di una grande novità, che avvicina l’esperienza clementina all’altra riconosciuta polarità culturale dell’arte di costruire castelli, maturata in ambito imperiale e precisata, nei decenni centrali del XIII secolo, nei cantieri promossi da Federico II, i cui esiti pare talvolta più coerente definire palacia piuttosto che castra.”
Valentini, Guarducci, Santini (Eds). Archeologia in Toscana, Atti del Convegno di Firenze, 2023, SANEM 6, 2024
La Badia di S. Salvatore a Settimo presso Scandicci (FI) è un ex monastero cistercense fortificato, con torri, mura merlate e fossati. Parte del sistema difensivo creato tra XIII e XIV secolo è andato i perduto a seguito di distruzioni antiche e moderne. Le ricerche condotte negli ultimi anni, a seguito di consistenti interventi di restauro, connessi anche a scavi, hanno permesso di acquisire nuove informazioni sulle fortificazioni. Il ritrovamento di fossati e ponti a nord e a sud del complesso contribuisce a restituirne un’immagine più articolata, dove le difese con fossati e canali andavano ad integrare gli apprestamenti in muratura. The S. Salvatore a Settimo’s abbey is a former fortified Cistercian monastery in the proximity of Scandicci (FI). Towers, moats and walls with battlements are still visible. Part of the defensive system created between the 13th and 14th Century a. D. is lost due to modern and ancient destruction. Nevertheless, thanks to the extensive restoration together with excavations and to the studies conducted in recent years at the site, it was possible to conceive new information about the defensive structures. The recovery of moats and bridges both on the north and on the south sides of the abbey contributed to a better understanding of the complexity of the defences. It has in fact observed that the moats and the bridges were built in a way that integrate the walls to create an effective defensive system.
Cattaneo, Maggi Castriotto, Alghisi and Lorini, some Italian treaties that set the birth of modern military architecture.
Rivista storica dell'Università di Torino, 2019
Il nome di Aldo Garosci è legato a doppio filo, nella memorialistica e nel discorso pubblico, all'epopea antifascista, che egli visse in prima persona fra le fila di Giustizia e Libertà e ripercorse successivamente nelle sue più note opere storiografiche 1. Eppure, nel lungo dopoguerra italiano il suo contributo alla vita collettiva fu molto più ampio e variegato (fu giornalista, autore di programmi radiofonici, uomo politico), e la sua produzione scientifica andò molto al di là dello studio dell'antifascismo italiano ed europeo 2 : incentrata sulla storia delle idee e fortemente caratterizzata in senso storicista e crociano, essa spaziò dal federalismo statunitense settecentesco alla Francia della Terza repubblica 3 e si concentrò via via maggiormente sulle vicende intellettuali dell'Italia in età moderna e contemporanea. A quest'ultimo ambito, che costituì anche la sua materia di insegnamento universitario per due decenni-e ciononostante è forse il meno noto-è dedicato il presente intervento. Garosci fece il suo ingresso nei ranghi dell'Università nel 1960, entrando nella terna dei vincitori del primo concorso di Storia contemporanea, assieme a Giovanni Spadolini e Gabriele De Rosa 4. Quasi subito, nel novembre 1961, venne chiamato in cattedra dall'università di Torino, ove trovò come colleghi numerosi antichi compagni del Partito d'Azione (Norberto Bobbio, Aldo Bertini, Vittorio Gabrieli) e in particolare l'amico fraterno Franco Venturi-il cui sostegno era stato peraltro decisivo nell'accidentato percorso concorsuale. La cattedra che gli venne affidata non era però intitolata alla nascente contemporaneistica, bensì alla più tradizionale e "blasonata" storia del Risorgimento, che nei vent'anni successivi divenne la sua principale area di specializzazione. Di fatto, fra i diversi incarichi che Garosci ricoprì nel corso della sua carriera accademica, la storia contemporanea non figurò mai: fra il 1961 ed il 1964 fu professore straordinario di storia del Risorgimento 5 ; conseguito l'ordinariato 6 , mantenne tale insegnamento fino al 1969, quando passò alla * Daniele Pipitone, Dipartimento di Studi storici dell'Università di Torino; e-mail [email protected]. Abbreviazioni utilizzate: ASUT, Garosci: Archivio storico dell'Università di Torino, fascicolo personale di Aldo Garosci; ISTORETO, AG: Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Fondo Aldo Garosci; DBI: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'enciclopedia italiana; GL: Giustizia e Libertà; ISRI: Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. 1 Sulle vicende biografiche di Garosci e sulla bibliografia relativa mi permetto di rimandare a DANIELE PIPITONE, Alla ricerca della libertà. Vita di Aldo Garosci, Milano, FrancoAngeli, 2017. A tale studio si farà riferimento, ove non diversamente specificato, ogni volta che si forniranno indicazioni sulla vita dello storico torinese. Le opere più famose dedicate alla storia di GL e dell'antifascismo sono ALDO GAROSCI, La vita di Carlo Rosselli, Roma, Edizioni U, 1946; ID. Storia dei fuorusciti, Bari, Laterza, 1953. 2 Oltre alle due già citate, va ricordata almeno un'altra opera direttamente legata alla militanza antifascista del suo autore, ovvero ALDO GAROSCI, Gli intellettuali e la guerra di Spagna, Torino, Einaudi, 1959. 3 Cfr. ALDO GAROSCI, Il pensiero politico degli autori del "Federalist", Milano, Ed. di comunità, 1954; ID., Storia della Francia moderna (1870-1946), Torino, Einaudi, 1947. 4 Su tale concorso, e in generale sulla nascita della storia contemporanea come disciplina autonoma, cfr. GILDA ZAZZARA, La storia a sinistra. Ricerca e impegno politico dopo il fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2013. 5 Cfr. Università degli Studi di Torino, Annuario, Torino, Tip. Artigianelli, aa.aa. 1961-62, 1962-63, 1963-64. 6 Cfr. ASUT, Garosci, 3 aprile 1965, il rettore Mario Allara a Garosci, trasmette copia della comunicazione del ministero della Pubblica Istruzione in data 29 marzo 1965, che comunica la nomina di Garosci a ordinario di Storia del Risorgimento.
This paper should be cites as: F. Collura, "Kasmenai. Note sull’urbanistica di una città-fortezza". Preprint 2012
Sub-colony of Syracuse, founded in the middle of the seventh century B.C., Kasmenai was located on Monte Casale, on the top of an old volcanic cone that dominates large portions of the Iblei Mountains. The city occupies a large plateau with steep slopes, on the margins of which runs a massive fortification. Investigations at the site have not been many: after the first excavations, unpublished, conducted by Paolo Orsi in the ’20-'30s, new investigations, details of which are not known, have been carried out in the 70s of the last century. Therefore, the colonial town remains largely little known, despite the enormous potential of a center of the archaic period remained uninhabited since the fourth century B.C. to the present day. Of particular interest is the urban structure, set on a dense series of roads that cut the summit plateau north-south, apparently without a main road running from east to west, while the location of the majority of public areas and buildings remains unknown. This paper attempts to focus attention on this very interesting archaeological site so far largely ignored by the research and suggests some hypotheses about the possible urban structure of the Greek colony through the comparative analysis of aerial photography and survey on the ground.
Disegnarecon, 2012
DISEGNARECON orneLLa zerLenGa, aLessandra CirafiCi Geometria e costruzione nella storia dell'architettura http://disegnarecon.unibo.it
G. CIFANI, A. GUIDI, Le fortificazioni nel territorio di Anzio, in P. Fontaine, S. Helas (a cura di), Le fortificazioni arcaiche del Latium vetus e dell’Etruria meridionale (IX – VI secolo a.C.) Stratigrafia, cronologia e urbanizzazione (Atti delle Giornate di studio, Roma, Accademia Belgica, 19-20 Settembre 2013), Bruxelles - Roma: Institut Historique Belge de Rome, 2016, 111-124.
Breve ricerca sull'ipotesi di fondazione e sviluppo dell'Oppidum Bonialbergi (Buonalbergo - BN) dai primi del 1500 ad oggi.
1559. Dalla francia ai Savoia: la cessione di Cherasco a Emanuele Filiberto, a cura di E. Lusso, G. Gullino, 2009
Il nodo del trattato di Campoformio, che nel 1797 poneva fine alla campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte, era stato il sacrificio della Repubblica di Venezia ceduta all'Austria in cambio delle perdite subite nei Paesi Bassi e in Lombardia. Lo smembramento della Serenissima, che non aveva partecipato alla guerra contro la Francia, sollevò vive obiezioni a Parigi nel Direttorio e nei Consigli legislativi. Al di fuori delle considerazioni di principio e sentimentali, si temeva che l'Austria diventasse una potenza marittima esercitando in Adriatico un'influenza predominante; che, unendo i suoi sforzi a quelli di Napoli, indebolisse il prestigio di cui la bandiera francese godeva ancora nel Mediterraneo. Fu per evitare questo pericolo che Bonaparte, non contento d'impadronirsi della Marina veneta, aveva fatto di tutto per avere le Isole ioniche. Costituivano una preziosa stazione navale per il commercio francese, e permettevano di tenere lo sbocco dell'Adriatico e di esercitare una sorveglianza o se necessaria un'azione, su Napoli e la Sicilia. In queste condizioni, Malta acquisiva un'importanza particolare. Sotto il dominio francese, essa completava e rafforzava la situazione francese a Corfù, mentre se fosse stata ostile poteva fornire ai nemici una posizione centrale da dove contrastare le azioni combinate tra le forze marittime dell'Adriatico e quelle dei porti di Provenza (1).
La chiesa «Maria SS. del Carmelo» di Calascibetta (XVI-XX secc.), S. Falzone (ed.), 2019
L'articolo affronta lo sviluppo del cantiere carmelitano di Calascibetta dalla sua fondazione nel XIV secolo alla ricostruzione della chiesa nel Settecento. All'interno dello scritto viene dato ampio spazio alla lettura dell'architettura conventuale secondo caratteri interpretativi propri dell'urbanistica mendicante e con chiavi ermeneutiche che rimandano ai regolamenti costruttivi e progettuali della "religione carmelitana". Si pone anche attenzione agli orafi e argentieri che attendono nei secoli alla fattura di manufatti in argento su commissione carmelitana.
History of Engineering Storia dell’Ingegneria Proceedings of the 3rd International Conference Atti del 7° Convegno Nazionale Naples, 2018 April 23rd - 24th, edrs S. D'Agostino, F.R. d'Ambrosio, 2018
Here we propose a short paper about what is emerging from our current studies on some new documentary and iconographic sources about spreading of Leonardo’s urban fortifications models in the Kingdom of Naples during the Aragonese and Spanish reigns. Starting from Leonardo and Martini’s idea about the fortified city, we will outline this influence on engineers’ works in the Southern Italy between the end of 15th and the early 16th centuries. We’ll move in the context of the evolution of the techniques of military architecture alla moderna, that occurred in Italy with the introduction of the bastion type and of other defense structures designed to counter the threat of new firearms. Particularly it will be proved the importance of Neapolitan activity of Antonio Marchesi da Settignano, as a result of his previous experience in contact with Leonardo and Francesco di Giorgio Martini in Milan, Rome and Naples.
Die italienischsprachigen Handschriften der Sächsischen Landesbibliothek - Staats-und Universitätsbibliothek Dresden Neue Perspektiven der Forschung, 2020
Castelli e fortezze nelle città italiane e nei centri minori italiani (secoli XIII-XV), 2009
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