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Nella teoria dell‟arte di Leon Battista Alberti, il connubio tra arte e bellezza risulta essere fondativo. Tra i diversi criteri necessari alla buona riuscita di un‟opera architettonica, la firmitas, l‟utilitas e la venustas, nel De re aedificatoria il fattore estetico viene considerato fra tutti il più nobile e indispensabile. Un edificio bello e armonico, in grado di generare piacere in chiunque ne fruisca, spesso è anche costruito solidamente, pensato per durare negli anni e per adempiere a funzioni precise, vicine ai bisogni dell‟uomo. La tematica della bellezza è pregnante sia nell‟Alberti teorico che nell‟Alberti architetto, ricorre con frequenza tanto nei suoi scritti e trattati quanto in quel che ci rimane dei suoi progetti, disegni ed opere architettoniche. Bellezza che, per poter essere teorizzata o ricreata da mano umana, necessita innanzitutto di essere esperita in natura. Ogni tipo di intento creativo, invita a riflettere il trattato, non può che generare da un viscerale sentimento di stupore dell‟uomo davanti alla perfezione ed equilibrio della natura, generato da un intimo contatto con il creato. La bellezza è fondamento vivificante e ordinante del cosmo, capace di accordare le dissonanze e appianare le contraddizioni che generano bruttezza: è proprio a questo principio armonico che l‟artista si deve ispirare. E qui subentra l‟Alberti uomo: viaggiatore curioso e ricettivo, osservatore sottile, amante dell‟arte e della letteratura antica e contemporanea, appassionato di passeggiate in montagna, incline all‟esercizio fisico. Un animo contemplativo, sensibile allo spettacolo offerto dal colore dei fiori, dalla grazia degli animali e delle piante. I primi due paragrafi sono di ordine metodologico, a chiarire in primis l‟utilizzo consapevole e calibrato che si farà del termine estetica e, in secondo luogo, l‟importanza data ad un tipo di lettura organica degli scritti albertiani, scevra da ogni tipo di approccio circoscritto e settoriale. Il proposito del saggio, articolato in un alternarsi di sezioni, è quello di indagare l‟idea di bellezza così com‟è teorizzata nel De re aedificatoria, per passare poi a riflettere sulla concreta declinazione di tali assunti teorici nella pratica architettonica. Presupposto necessario all‟intera riflessione sarà la consapevolezza dell‟insopprimibile scarto esistente tra modello ideale e realizzazione, per sua natura inscritta nella contingenza delle circostanze.
Questo libro propone un percorso di lavoro utile per creare un Albergo Diffuso remunerativo e per rendere visibili tutte le opportunità imprenditoriali esistenti in un dato luogo. Si presentano alcune tendenze di mercato in atto in Europa importanti per il rilancio di aree fino a poco tempo fa considerate ‘marginali'. Seguono alcuni dei programmi di finanziamento europei utilizzabili dagli operatori dell'Ospitalità Diffusa, nonché una short-list dei tranelli in cui si potrebbe rischiare di cadere nel progettare un'opportunità d'impresa come l'AD. Segue un elenco delle opportunità imprenditoriali più attuali e interessanti. Si sviluppa poi il lavoro necessario per gestire e per fare marketing delle opportunità. Si presentano gli strumenti di lavoro, un percorso ‘originale' e il metodo per progettare insieme (co-progettare) le opportunità. Il testo offre in sintesi un metodo collaudato per far emergere tutte le opportunità di soddisfazione e di spesa per i clienti, di reddito, di occupazione, d'impresa e d'investimento per gli operatori interessati.
Sulla Bellezza: note a margine, 2022
Il Piacere il desiderio, la poesia e le parole Poesia e retorica Il suono e le parole Le parole: le immagini, la poesia Il linguaggio Il nominare è un progettare, è dettatura La bellezza aderente: la forma e l'archetipo Il sublime e la natura Il sublime: una utopia-distopia Comprensione e disorganizzazione Le teorie epistemiche la bellezza e il sublime. Il sublime matematico e dinamico Il sublime: Epicuro e Kant La ricerca di senso e l'etica La bellezza e il sublime in un nastro di Möbius Il piacere e il dolore: il meson La rappresentazione L'interagenza, la mente e l'alterezza Il mondo, l'essente Un fondo abissale Allegoria, simbolo, materia. Il sensibile, il non-sensibile e il sovrasensibile
Etica per il III Millennio basata su Talmud, Ingegneria dei Sistemi, Gestione Totale della Qualità
Non sono Cristiana, non sono una Rabbina, non sono una autorità della istoria. Sono una donna ortodossa che studia Torah, Kabala che insegna, scrive libri sulla tecnica vocale dei Leviti del Secondo Tempio, scrive poesie, dipinge, e vive in un ambiente quasi completamente fuori della mia comunità natia-vivendo una vita completamente ortodossa come descritto dalla legge-facendo tutto nelle mie piccole possibilità per seguire la legge e i comandamenti, condividendo Torah e la Voce con quelli che vogliono saperla, impararla, conoscerla… Sono pedagoga vocale, esperta (se esiste una cosa simile) nel discorso della voce esterna, interna, la spiritualità della voce e lo strumento che DO ha dato all'essere umano per distinguersi dagli animali… la voce di ragione, la voce di comunicazione e la distinzione per poter comunicare con lingue diverse nella Sua immensa e perfetta creazione. La mia vita e dedicata allo strumento, alla parola, all'arte e agli esseri umani che trovano grade benefici quando si connettono con la voce interna/esterna e usano il potere per il bene; il canto, il parlare, il comunicare, per dare al prossimo gioia e un sapore del al di la-perché la voce e sacra e deve essere posto nel più alto firmamento del nostro corpo. Così si unisce all'infinito per il bene del altro/ascoltatore. Pur troppo non lo usiamo cosi-ovvio da come si comporta il mondo. Do ci ha dato un mondo favoloso e noi lo sprechiamo con sporcizia, male e ingiustizie. A un ebreo non è concesso di leggere o studiare una religione oltre della sua…non è concesso di entrare in una chiesa o in un monumento di una altra religione. E una proibizione che non è rispettato quasi da nessuno, neanche Rabbini Ortodossi-Ovviamente ci sono religiosi che osservano questa regola, ma neanche in totale ed e possibile di avere un permesso rabbinico per entrare in una chiesa o studiare testi ecc. Prima della mia Teshuva (ritorno all'ebraismo ortodosso) andava in chiese, guardavo l'arte, ascoltavo concerti, ho fatto tutto quello che fanno gli altri e stavo 'bene 'cosi. Dopo la mia decisione di 'ritornare', 20 anni fa per seguire la legge al maximum possibile, di fare l'ebraismo il centro della mia vita, ho accettato su di me tutto il pacchetto-non entro, non guardo ecc.…e vivo in questo modo una vita dedicate alla divulgazione del mio lavoro in tutto quello che è, sperando che è la connessione giusta da Hashem gradito. Non ce da discutere la via della passione, se non si inizia alla base. La base sono i 10 comandamenti. «E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così: traduzione piu letterale dellóriginale ebraico Esodo 20,1-14 (wikipedia) Io sono il Signore tuo DO , che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove eravate] schiavi. Non avrai altri Dei al mio cospetto. Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso [nell'esigere la punizione per l'idolatria]. Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti. Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano. Ricordati del giorno del Sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo animale né il forestiero che si trova
La Bellezza
Kant e Aristotele la bellezza e la tragedia: un'interpretazione e alcuni commenti ai testi di Giacinto Plescia L'analisi della bellezza in Kant ed alcuni commenti di Aristotele sulla tragedia delineano una nuova interpretanza. Aspetti di paura e gioia, di disgregazione e liberazione, di terrore ed entusiasmo, di angoscia e delirio classico del misticismo sacro e mitico che possano essere costituenti dell'analisi di Kant del bello ed il sublime e connesso con le nozioni di Aristotele di paura e compassione in tragedia, e della fine della tragedia come catarsi, quale unico telos della bellezza sublime: c'è solo una referenza passeggera alla catarsi Poetica di Aristotele? Appare in un passaggio sulla tragedia. • La natura della tragedia in Aristotele Una tragedia è un'imitazione di un'azione che sia terribile ma anche, con una magnitudine, completa in sé stessa; con accessori piacevoli, con incidenti che risvegliano la pietà e timore con cui portare a termine la catarsi di quelle emozioni: definizione della natura della tragedia di Aristotele che ha molti collegamenti con la bellezza filosofica, dall'analisi di Kant della purezza del sublime e della bellezza. • Il meson: la paura e la pietà Aristotele specifica come il protagonista della tragedia né deve essere troppo buono né troppo cattivo, ma piuttosto risvegliare il meson, la corretta mescolanza di paura e pietà. Nello sperimentare una tragedia, si sente paura perché ci si vede nel luogo del protagonista, e si sente la pietà della sfortuna quale quella della persona o dell'eroe che soffre o soccombe; si vede qualche cosa di sé stessi nel protagonista, è il medesimo nostro esserci. L'identificazione col protagonista è un meson di paura e pietà e dà luogo alla catarsi. • Il sublime in Kant ed il meson aristotelico Aristotele non è chiaro, ma un'analisi del Kant-sublime può far luce sul fenomeno o sull'ermeneutica estetica. Nell'analisi di Kant del sublime c'è un'imitatio, sia pure più complessa, accade si dà il riflesso speculare del chiasma plotiniano della sublime-bellezza-sublime. Quella è un rispecchiamento che dà luogo a una transizione simile o a una transcendenza: dalla pietà e timore, terrore, orrore, angoscia, paura o orrore per disvelarsi una libera e gioiosa deliranza estatica. • La catarsi ed il sublime: la natura come dynamis Nell'esperienza della bellezza-sublime, per Kant, il dinamico o la dynamis in natura è una proiezione del senso interno dell'esserci. La riflessione del pensiero prioritario o della purezza in relatività con la physis o natura fa sembrare
2020
The phenomenological attitude allows us to grasp something that happens before (a priori) the distinction between subject and object. The application to groups of human beings in a clinical and therapeutic context of the phenomenological setting allows us, in spite of its descriptive-contemplative aura, the extreme richness of potentialities, applicative and transformative, of one of the greatest intuitions of modern thought: the disappearance of the fracture between the subject, the others and the world-of-life, in the evidence of meaning that the mutual experience of one's own presence or being-there (Dasein) opens up. The Mitsein (being-with) doesn't represent the only existential structure that makes the Dasein able to exist with others, but the relationship between the 'originary temporality' of the Dasein and the other as 'you'. Dasein is that entity that is structurally "with" others. And it is in this relationship dynamic that unfolds the theme of the care (Sorge). Care becomes for Heidegger the existential of the existentials, fundamental ontological structure, indicating the original opening of being. Being-within loving could consist in the atmosphere (mood o Stimmung), a kind of well-being which these fow-experiences, relatively rare in everyday life, are immersed in.
Sta in Fogli.Transeunte, n°4, novembre - dicembre, 2017, magazine on line (sito ISSU).
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Rivista di Letteratura e Storia Ecclesiastica anno XXVII 2021 N°2; Phronein n 8 Atelier, Ladolfi editore, 2022, 2021
“‘Al poco giorno’: la virtù della bellezza”, in Grupo Tenzone, Al poco giorno ed al gran cerchio d’ombra, edición de Eduard Vilella, Madrid, Asociación Complutense de Dantología-Departamento de Filología Italiana (UCM), 2016, pp. 147-180., 2016
EURAU Proceedings, 2013