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Si tratta dell'opera dei grammatici ellenistici riguardo all'accentuazione dei pronomi, in particolare in Omero e nei poeti epici. Dopo una parte generale sull'enclisi e l'ortotonesi in generale nelle parole greche, si passa a sottolineare le molte sottigliezze di significato derivanti dall'accentuazione o meno dei pronomi nella lingua omerica.
GIOIELLI DEL MONDO GRECO, 2023
Gli antichi gioielli vengono generalmente apprezzati, oltre che per il loro intrinseco valore, come testimonianze di lusso e di prestigio: tuttavia, ai fini di un'interpretazione storica corretta, occorre che i manufatti preziosi vengano considerati come tutto quanto il resto che si rinviene negli scavi archeologici 1. Come accade, infatti, per tutte le altre classi di produzione (per esempio le ceramiche), gli og getti d'oro devono essere utilizzati come documenti storici, e valutati non più prevalentemente sotto il profilo artistico o prezioso. Tuttavia, dei gioielli antichi in oro e argento, si è avuta una parziale considerazione che, inevitabilmente, ne ha condizionato la ricerca e lo studio: l'aspetto prezioso ha prevalso su ogni informazione a proposito, per esempio, del luogo di ritrovamento e delle condizioni di associazione 2 .
SOMMARIO. S. Cirillo Alessandrino scrive che IL. XX, 67 – 74 è un passo allegorico in cui gli dei che si scontrano l’un l’altro rappresentano gli elementi naturali e le virtù ed i vizi in opposizione tra loro. Per prima cosa si è constato che questa interpretazione è attestata già in epoca classica presso gli interpreti di Omero. Qui se ne dà atta. Quindi il Santo cita IL. IX, 445 per dimostrare che Omero era monoteista. Mi sembra un’ipotesi interessante, pertanto ho esaminato gli scritti di S. Cirillo e di altri padri della Chiesa alla ricerca di citazioni similari tratte dagli autori antichi. Ne ho trovate un certo numero, i padri della Chiesa, infatti, hanno attinto a piene mani a tali fonti. Mi pare che tutte insieme attestino che il monoteismo non fosse sconosciuto agli autori classici.
Apollo, la Croce, Costantino : l'ellenismo, il Cristianesimo, Roma ! Tra questi tre elementi v'è però tuttora lotta, v'è contrasto, e in questa lotta, in questo contrasto il secondo continua a spogliare gli altri di quanto può essergli vitale nutrimento. Due secoli ancora ed esso trionferà anche qui. Quando cioè l'antichissima neoplatonica Università di Atene sarà chiusa per opera di Giustiniano I e i non battezzati nella fede saran costretti a battezzarsi.
Abstract: Il contributo prende in esame la figura del messaggero, come viene delineata nella fonte erodotea, di cui si esaminano la nomenclatura, le mansioni affidate, le attitudini personali. Il lavoro si apre poi ad una comparazione tra il messaggero greco e quello orientale: ne emerge un quadro composito e variegato, in cui si segnalano sorprendenti analogie che possono in parte spiegare l'alto numero delle relazioni diplomatiche intercorse tra questi due mondi nell'antichità.
A proposito dell’ottativo del greco antico si esamina dapprima la dottrina degli antichi grammatici, con particolare riguardo all’azione durativa, espressa dall’ottativo presente ed a quella istantanea, espressa dall’ottativo aoristo. In seguito, poiché gli antichi grammatici presentano principalmente solamente esempi molto semplici, da maestro di scuola, si propongono alcuni esempi tratti da autorevoli autori antichi.
HERETICS AND HERESIES IN THE CHRONICON OF ST. JEROME (Summary) In the translation of the Chronicon of Eusebius of Caesarea, St. Jerome firmly lists all the heretics and the heresies which – with the complicity of struggles for political power – affected Christianity, causing a sort of internal „martyrdom” for those defending faith. Donatists, Arianists, Macedonians, Anomoeans, Aetians, Audians, Photinians: none escapes the translation and judgement of the Great Dalmatian, who sometimes – impelled by the concise writing style of a chronicle – expresses his own judgement on heretics and their supporters with a single harsh qualification, failing to provide wider evaluations. The fights for the truth invested even the Synods of Rimini and Seleucia, but his concise and keen exposition of the events provides to the reader the information on the facts as well as on the political interference of many decisions, which were not prompted by religious motivations. Once again, an overview of the events presented in his Chronicon – through his „translation” and „tradition” – confirms how divisions and problems within the Church in the past centuries were caused by external motives, as well as often spoiled by the political events and took advantage of the frailty of the human nature, rather than aiming at seeking the truth.
Il giudizio di ortodossia, in S.Nicosia (ed.), Il giudizio, Carrocci, Roma , 2000
In questa riflessione intendo isolare la questione di fondo del giudizio di ortodossia dai numerosi problemi che ne derivano ogni volta che esso viene pronunciato. Il giudizio di ortodossia non si pone da sé, ma deriva sempre dal sospetto dell'eresia e quindi produce inevitabilmente un moto di repressione. Ora non c'è chi non veda quale grave fenomeno sia stato lungo la storia, e lo sia tuttora, il fenomeno della repressione dell'eresia, come mortificazione della libertà del giudizio e violazione di uno dei capisaldi della dignità dell'uomo, a cui compete il diritto di pensare e giudicare con libertà, fino a che questo non leda un corrispondente ed uguale diritto altrui. Un secondo problema derivante dalla questione del giudizio di ortodossia è quello del soggetto a cui tale giudizio compete, perché una volta determinato il campo, il senso e l'eventuale legittimità di tale giudizio, rimane da domandarsi chi abbia il diritto o il dovere di pronunciarlo. Il problema del soggetto si pone in rapporto al fatto che il giudizio di ortodossia non è un giudizio qualsiasi, ma è costitutivamente un giudizio d'autorità che si impone dentro il suo spazio comunicativo come un dovere, al modo del giudizio etico. È un giudizio assertivo, ma che sottintende sempre e comunque un "Devi!". Ciò che qui intendiamo porre a oggetto della nostra riflessione, quindi, non è né il chi, né il come di questo particolare caso dell'uomo giudicante, ma solo il fatto che fra tante forme di giudizio che costruiscono l'intreccio della comunicazione umana, esista anche questa in tutte le sue complesse peculiarità. In che consista e quale sia il campo comunicativo nel quale esso nasce e vive: solo su questo verteranno le annotazioni che seguono. L'attenzione sarà rivolta soprattutto al campo della comunicazione religiosa 1 E' il testo, con qualche annotazione successiva, già pubblicato, a cura di Salvatore Nicosia, degli Atti di un convegno
www.nicolaseverino.it Tinos, o Tenos 1 è una delle isole Cicladi, nel mar Egeo, a Sud-Est della Grecia. Qui oltre duemila anni fa veniva realizzato uno dei più importanti orologi solari greco-romani della storia. Importante sia per il monumento gnomonico in se stesso, sia per le numerose iscrizioni greche che vi sono incise e che ha catturato l'attenzione degli epigrafisti oltre a quella degli archeologi, astronomi, storici della scienza e gnomonisti. Questo straordinario reperto è oggetto di questa nuova pubblicazione grazie ad alcune foto messe sul noto programma di sharing "Picasa Web" e scattate dall'utente AdiGheo 2 il 30 maggio del 2008 nel museo archeologico di Tenos. Tre foto eccellenti che per la prima volta ci mostrano finalmente questo orologio solare come è dal vero e non solo da disegni e descrizioni. In realtà alcune foto sono state già pubblicate in libri di epigrafia e cataloghi di musei, ma sono piccole e la loro risoluzione non permette di avere un'idea chiara del monumento in questione. Le tre foto di AdiGheo sono invece ad alta risoluzione, a colori e lasciano godere la vista di dettagli altrimenti perduti. Dicevo dell'importanza di questo orologio solare. Come si fa a non ritenere importante un'opera gnomonica del medesimo costruttore della Torre dei Venti nell'Agorà di Atene? 3 Sul bordo dell'orologio sferico rivolto a Sud, del monumento di cui stiamo parlando, è inciso in caratteri greci il nome di Andronico Cirreste! Era questi un astronomo greco vissuto attorno al I secolo a.C., anche architetto, che costruì questo orologio con una precisione matematica ed astronomica convalidata dagli studiosi moderni. Per questo è ritenuto anche il probabile inventore di questa tipologia di "variante sferica", del classico orologio hemicyclium sferico. Ingrandimento della firma di Andronico Cirreste in una foto pubblicata da Daniela Bonanome nell'articolo "Horologium, La Meridiana di Grottaferrata, Roma" sul sito web: http://www.imagoromae.com/horologium_EN.ashx 1 Pare si possa dire in entrambi i modi. Così almeno propone l'encyclopedia2 o "the free dictionary" su internet: http://encyclopedia2.thefreedictionary.com/T%C3%ADnos 2 http://picasaweb.google.com/lh/photo/OXjjXZF4-9bK6MS7h6YMGw 3 E' testimoniato da Vitruvio, De Architectura, Libro I, che l'autore della Torre dei Venti in Atene fu Andronico Cirreste (lo riporta anche Daniel Barbaro nel suo commentario)
italianisticaultraiectina.org
Nell'opera della scrittrice Erminia Dell'Oro, nata in Eritrea da una famiglia di primi coloniali, l'ebraismo diventa il simbolo principale per analizzare lo sradicamento e le dinamiche dell'esilio e della diaspora. Tale visione dell'ebraismo proviene non tanto da ragioni autobiografiche (anche se la madre dell'autrice era di origine ebraica), quanto piuttosto dalla scelta di utilizzare la cultura ebraica come metafora e fattore 'esterno' capace di spiegare la realtà circostante, che in un certo senso avvicina la scrittrice italofona all'autore tedesco Winfried G. Sebald. L'Eritrea coloniale e postcoloniale è l'ambientazione privilegiata dei romanzi Asmara addio e Il fiore di Merara. Attraverso un linguaggio ibrido, dove nel tessuto linguistico italiano si inseriscono espressioni locali e vocaboli tigrini, la Dell'Oro traccia un quadro storico del cambiamento radicale che apportò, nella colonia, l'emanazione delle leggi razziali. La multiculturale e multireligiosa Asmara si ritrovò così improvvisamente divisa e segregata: ne fecero le spese, oltre ovviamente agli ebrei, anche i meticci, che per il fascismo erano solo il frutto dell'unione blasfema fra colonizzatori e colonizzati. Oltre ai termini eritrei, importante è per lo stile dell'autrice il rapporto con l'oralità, visibile piuttosto chiaramente dalla modulazione del periodo, nel quale emergono tracce evidenti del linguaggio parlato. Le narrazioni prendono sempre spunto da elementi autobiografici o reali, i cui diversi elementi (ritagli di giornale, lettere, interviste) vengono in seguito rimodellati in funzione dell'intreccio. L'analisi dell'ebraismo e più in generale della diaspora porta infine Dell'Oro da una parte alla costituzione letteraria di un locus amoenus, simbolo di un altrove spaziale e temporale irraggiungibile dove culture e religioni diverse convivevano pacificamente, e dall'altra ad una nuova formulazione dei concetti di 'patria' e 'casa', consapevole che l'uomo non appartiene esclusivamente al Paese in cui è nato o del quale possiede la nazionalità.
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Paolo Fundaro ', 2019
Elaborato finale per il Seminario “La cristologia del XX secolo e il contributo di Sant’Agostino” (Prof. P. Sguazzardo) - PUL, 2015
Elaborato finale per il corso "Nicea II, un concilio di sintesi dogmatica in antropologia" (Prof.ssa M. Tenace), PUG, 2018
L. Carrara, R. Ferri, E. Medda (cur.), Il mito degli Atridi dal teatro antico all’epoca contemporanea (Lexis Supplementi 12), Edizioni Ca'Foscari, Venezia, 2023
L’ORACOLO ALGORITMICO E LA GIUSTIZIA PENALE: AL BIVIO TRA TECNOLOGIA E TECNOCRAZIA, 2020
BRONZI DI RIACE: ELEMENTI DI OREFICERIA NEI DUE CAPOLAVORI GRECI, 2024
AIRPA II - Sistemi decorativi della pittura antica: funzione e contesto, 2020