2003, E' Un mondo complesso
Nei nr. 2 e 3 /96 di Helios Magazine il prof. Domenico Rodà ha presentato una parte dei suoi studi sulle comunità grecaniche della provincia di Reggio Calabria. Un'affascinante analisi glottologica ed un lavoro di grande interesse antropologico sui discendenti degli antichi coloni greci della costa ionica reggina che in epoca medioevale, minacciati dai saraceni, si ritirarono nelle zone impervie dell'Aspromonte e lì diedero vita a villaggi e piccole comunità rurali organizzate, sia dal punto di vista urbanistico che produttivo, sul modello che ancora oggi è possibile rintracciare in alcune zone della Grecia nordoccidentale o della Cappadocia. Queste comunità, a causa di una condizione di isolamento dovuto alla posizione geografica (l'entroterra aspromontano), alla quasi totale assenza di reti stradali, ed al progressivo spostamento delle vie commerciali dall'asse italo-greco alle rotte marittime dell'Atlantico, del Mediterraneo occidentale, e successivamente al Golfo Persico, hanno potuto conservare idiomi e tradizioni risalenti al periodo ellenistico. Isolamento, questa è la parola chiave misteriosa pronunciata, con malcelata nostalgia, da quanti guardano al passato con gli occhi della propria memoria giovanile che poco ha a che fare con la storia vera. La cosa che colpiva maggiormente, nelle ricerche del professore Rodà, era soprattutto il fatto che quelle condizioni di isolamento si siano potute mantenere fino agli inizi degli anni Settanta del XX° secolo, proprio 1970 per essere chiari, fino a quando cioè in quei paesi non arrivò l'energia elettrica e le strade percorribili con le automobili. Lasciamo l'Aspromonte e le sue martoriate ed affascinanti pendici e facciamo un salto nel tempo e nello spazio. New York anni '50, erano gli anni del rock e di Elvis. Liverpool anni '60, erano gli anni dei Beatles e dei Figli dei Fiori negli U.S.A. e nelle grandi città europee, ed anche gli anni in cui i primi uomini lasciavano la Terra e scendevano sulla Luna. Parigi 1968, scoppiava il Maggio della contestazione giovanile. Aspromonte anni '70, arriva l'energia elettrica e con questa i primi elettrodomestici e la televisione. Come avranno visto il mondo che si affacciava dai teleschermi quegli uomini, quelle donne, quei giovani e quelle ragazze che fino ad allora erano stati tagliati fuori dall'occidente reale, pur facendone parte di fatto? Questa risposta necessiterebbe uno spazio ben più consistente di queste poche righe, ma le condizioni di arretratezza economica in cui si trova oggi questa parte del Mezzogiorno d'Italia, se non esclusivamente, certamente trova le sue cause anche in questo stato di isolamento. In sostanza, in un medesimo tempo, la realtà, a Parigi e ad Africo Vecchio di Reggio Calabria non era percepita allo stesso modo. Il mondo aveva dimensioni, colori, suoni e ritmi assai differenti in queste due realtà occidentali. E la capacità di comprensione e di partecipazione economica e politica evidentemente ha seguito destini diversi. Oggi siamo nella cosiddetta era della multimedialità, le comunicazioni telematiche, la televisione digitale. I progressi della tecnica nel campo dell'ingegneria genetica e molecolare, delle nanotecnologie, ecc. stanno portando (o dobbiamo dire che hanno già portato) l'uomo ad inventare una nuova specie: l'Homo Nooliticus. Che stia comparendo una nuova specie umana sulla terra, può apparire una affermazione paradossale, perchè ancora i nostri riferimenti culturali (soprattutto quando affrontiamo il discorso su noi stessi!) associano la comparsa di specie biologiche nuove a tempi commensurabili nell'ordine di milioni di anni, invece i progressi della scienza e della tecnologia realizzati nell'ultimo secolo ci hanno posto davanti ad uno degli eventi più rilevanti della storia dell'umanità: la tendenza a zero del fattore tempo.