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2018, Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale
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SOMMARIO: 1. L’infanzia di Pietro - 2. Il rione degli stranieri - 3. La Grande Ambasciata - 4. L’inizio delle riforme - 5. Pietro e il monachesimo - 6. Il manifesto sulla tolleranza religiosa - 7. Pietro e la religione - 8. La subordinazione della Chiesa - 9. Feofan Prokopovyc e il suo ruolo determinante - 10. L’abolizione del Patriarcato - 11. Il Santo Sinodo governante e la paralisi della Chiesa. The Protestant Influence on the Church Reform of Peter the Great ABSTRACT: Peter the Great first comes into contact with the outside world through long familiarity with the German Quarter, a fluctuating Muscovite community of foreigners with its Lutheran and Calvinist churches, and with subsequent and extensive travel in the Protestant Lands (1697-1698), where he has ample time to appraise the role of sovereign as head of the church. The relationship of the tsar to his church is paradoxical; on the one hand, it emanates laws contrary to the principles sanctioned by the Church's Counci...
Parallelus, 2022
del 2022. L'articolo propone una lettura sintetica della presenza dei cristiani in Russia e Ucraina, mettendo in evidenza le relazioni tra la Chiesa e il potere politico.
An interpretation of Pontormo's Visitation is provided by a recent restoration of the picture, which has shown a unexpected small donkey head in the background: this is linked to a Protestant engraving, depicting a donkey-headed monster, known as Papstesel, interpreted by Melanchthon as an allegory of the pope.
Centro studi ventimigliani. 2., ed., 2019
In questi drammatici giorni di guerra in Ucraina il tema della religione viene spesso evocato, soprattutto quando si hanno delle dichiarazioni che sembrano spingere per un'ulteriore radicalizzazione dello scontro in atto, mostrando quanto una parte del cristianesimo, anche in quella zona dell'Europa, ritenga ancora il ricorso alle armi l'unica soluzione, mentre si è venuta affermando in larga parte del cristianesimo una vocazione alla pace, da costruire giorno dopo giorno, nella ricerca di una riconciliazione delle memorie, che possa condurre al superamento dell'odio e della violenza, sulla strada della giustizia. Si tratta della scoperta di una vocazione, né semplice né scontata, che ha messo in discussione una tradizione consolidata nelle Chiese, anche se, soprattutto nel XX secolo, si erano avuti parole e gesti per la pace che sono stati ripresi e rilanciati proprio dal cammino ecumenico che ha fatto della pace uno degli impegni prioritari per testimoniare l'unità dei cristiani. Anche per questo va detto che, in questi giorni, non sono mancati coloro che hanno indicato proprio nell'ecumenismo una delle «vittime» della guerra in atto, arrivando a dire che la guerra in Ucraina avrebbe dimostrato il fallimento dell'ecumenismo e di fatto la sua inutilità; si tratta di una lettura che, partendo da una valutazione puramente ideologica dell'ecumenismo, non tiene conto della sua natura e della sua storia, cioè del fatto che il dialogo tra cristiani per vivere l'unità nella diversità è un cammino irreversibile, come è stato detto e ripetuto, negli ultimi decenni, da tanti responsabili delle Chiese, a vario livello, proprio perché questo dialogo non nasce e non dipende da logiche puramente umane, ma è la risposta a un comandamento perentorio di Cristo, così come le prime comunità cristiane hanno voluto raccontare. In questi tempi si deve quindi, più che interrogarci sulla fine dell'ecumenismo, cercare di conoscere e comprendere il ruolo delle Chiese nella regione, dilaniata, ancora una volta, dalla guerra per uscire dalle generiche approssimazioni, tanto più che la ricostruzione delle vicende storiche del cristianesimo in Russia e Ucraina contribuisce a delineare un futuro di accoglienza, di dialogo e di condivisione senza il quale non si può pensare a una pace reale. Nell'affrontare, da un punto di vista storico-teologico, la presenza del cristianesimo in Russia e in Ucraina sono almeno due le questioni preliminari delle quali si avere ben in mente per cercare di cogliere i principali nodi della complessità del cristianesimo nei due paesi. La prima riguarda i «confini» tra Mosca e Kiev; infatti i confini degli Stati che si sono succeduti nel corso dei secoli per il controllo delle due città, sono stati sempre estremamente mobili, talvolta definiti con il contributo di fattori esterni, spesso come risultato della conclusione di uno scontro armato, tanto da essere considerati una soluzione del tutto provvisoria. La mobilità dei confini non va ascritta solo alle vicende storiche del XX secolo, senza le quali non si comprende il dramma della guerra in corso, anche se proprio nel secolo scorso si hanno avute delle profonde modifiche che hanno pesato, e pesano tuttora, 1 Viene qui riproposto il testo, rivisto, presentato ai docenti di Religione cattolica dell'arcidiocesi di Napoli, il 17 marzo 2022, raccogliendo un invito che mi era stato rivolto da mons. Gaetano Castello, vescovo ausiliare di Napoli, che ringrazio per avermi dato anche questa opportunità. In questo testo sono confluite anche le osservazioni e le domande degli studenti della
Vox patrum , 2014
Sant’Ilario di Poitiers ha vissuto in un momento storico difficile in cui, la crisi nei rapporti tra il potere politico e quello ecclesiastico si era notevolmente aggravata. Da una parte il Cristianesimo era stato riconosciuto come una religione lecita e addirittura era sempre più appoggiata dagli imperatori, dall’altra si rischiava un’interferenza inammissibile del potere civile negli affari interni della Chiesa, perché l’imperatore Costanzo, si era schierato dalla parte degli ariani. Anzi, avrebbe voluto risolvere politicamente il problema teologico imponendo le soluzioni che egli stesso considerava giuste, non tenendo conto che avrebbe minato la verità divina con i compromessi teologici. Sant’Ilario di Poitiers, insieme ad altri teologi e pastori fedeli all’insegnamento della Chiesa cattolica, reagì contro gli abusi del potere imperiale, convinto che, nei confronti del cristianesimo, gli imperatori non possono comportarsi da padroni assoluti, ossia non possono trattare la Chiesa alla stregua della religione pagana di prima. Il cristianesimo che si è imposto all’età di Costantino come una religione con i pari diritti della religione pagana. Nell’arco di 30-40 anni ha imposto un nuovo modo di parlare della religione cercando di delineare i confini della rispettiva competenza. Il concetto di religio che troviamo nel pensiero di sant’Ilario testimonia i cambiamenti radicali avvenuti in questo campo. Il paganesimo non poteva essere considerato una religione seria, nonostante lo sforzo di Giuliano Apostata di restaurarlo, perché i suoi contenuti religiosi non erano fondati sulla verità e quindi, tale religione era solo un’invenzione umana. Dall’altra parte il cristianesimo era una religione voluta e fondata da Dio stesso e a buon diritto si attribuiva il titolo di religione divina. A causa di questo la religione cristiana non ammetteva manipolazioni imperiali, ma cercava il rispetto della propria autonomia religiosa anche a livello sociale. Il cristianesimo, in quanto vera religione divina non ammette la possibilità di parlare della religione a prescindere dai criteri rivelati, ossia senza seguire la retta fede della Chiesa. La Chiesa, turbata dal contrasto con gli ariani, per mezzo di personaggi di spicco quali Ilario di Poitiers, indicava all’imperatore Costanzo il criterio di ortodossia come criterio che doveva essere rispettato da chi voleva impegnarsi per risolvere la crisi divampata. Si ravvisa da tutto ciò che il comportamento dell’imperatore nei confronti della religione non poteva essere assoluto, piuttosto il Vescovo di Poitiers, fissava il limite di ciò che è lecito e di ciò che è illecito. Se il suo comportamento non era in coerenza con la verità rivelata, difesa e protetta dall’ortodossia della Chiesa, era considerato veramente illecito, ingiusto e dannoso non solo per la Chiesa ma per tutta la società. Parole chiave: Sant’Ilario di Poitiers, il Cristianesimo, religio divina, la Chiesa.
Endoxa, 2023
L'articolo analizza la proiezione imperiale della Russia in una prospettiva di storia delle idee politiche dall'Ottocento al tempo presente.
Apulia theologica, 2015
Philaret Drozdov, metropolitan of Moscow, was the most prominent hierarch of the XIX century in Russia. In spite of the later modified redactions of his "Conversations" (Razgovory) about the differences of Roman catholicism and orthodoxy, his thought about Roman Catholicism as part of the universal Church resisted to the attacks of the anti-ecumenical recent streams in Russian theology.
Il presente lavoro tende ad analizzare gli elementi contenuti nel Satyricon di Petrolio che potrebbero alludere alla religione cristiana in modo più o meno letterale.
"Il7 Magazine" Brindisi , 2019
Protestantesimo, 2020
What Christian theology urgently needs - in dialogue with modernity, sciences, and religious pluralism - is to critically assume the paradigm of the so-called Personal Theism, in order to rethink Christian theology from a post-theistic perspective. This "new" paradigm allows an understanding of God in an essential relation to creation, thus avoiding an interventionist and supernaturalistic comprehension of the Divine Agency. Just as Quantum Physics and Modern Philosophy have assumed subjectivity as the foundation of the understanding of reality, so too Christian theology - in its post-theistic approach - is urged to identify in the "spirit" the "Denkform" in which to think together "God" and "creation" in a Panentheistic perspective. We call such an approach a “relative” form of Theological Monism.
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In Tempi di Unità - Periodico della Comunità di Gesù, n. 3 Maggio 2005
Protestantesimo, vol. 73, pp. 27-78, n. 1, 2018
MONACHESIMI D’ORIENTE E D’OCCIDENTE NELL’ALTO MEDIOEVO - SETTIMANE DI STUDIO DELLA FONDAZIONE CENTRO ITALIANO DI STUDI SULL’ALTO MEDIOEVO (ISBN 978-88-6809-138-5), 2017
Slavia: rivista trimestrale di cultura, 2021
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere • Rendiconti di Lettere, 2019
Atti del convegno curato dall'autore, 2009
Mythos. Rivista di storia delle religioni, 2012
Filippo Neri. Un santo dell’età moderna nel V centenario della nascita (1515-2015). Atti del Convegno di Studi (Roma, Biblioteca Vallicelliana, 16-17 settembre 2015), a cura di Paola Paesano, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 2018, pp. 3-9, 2018