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2010
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Le stelle, e soprattutto le costellazioni, con la loro disomogenea disposizione geometrica sulla volta celeste, hanno da sempre attirato l’attenzione degli esseri umani. Nell’antichità, dove l’osservazione del cielo era unita all’aspirazione spirituale dell’uomo di elevarsi a qualcosa di superiore della semplice vita terrena, le costellazioni divennero le sedi naturali cui ambire. Dalla cosmogonia dei primi sacerdoti (gli sciamani) fino alle più recenti tendenze religiose traspare la credenza di una vita ultraterrena, o meglio, di una vita celeste. In tali concezioni l’anima (o lo spirito) dell’uomo si forma nella cosiddetta “costellazione generatrice” e, dopo una breve vita sulla Terra, alla morte dell’individuo questa torna alla costellazione che l’ha generato. Nella relazione vengono esaminate le prove – astronomiche, storiche e antropologiche – a sostegno di questa tesi, e vengono analizzate le differenze di queste credenze nelle varie culture antiche e moderne.
Si dice a volte che gli studi coranici sono al giorno d'oggi in uno stato di disordine. In un certo senso, questo è vero, ma forse dovremmo chiederci se, su questo punto, gli studi coranici sono diversi, per esempio, degli studi biblici. Infatti, troviamo negli studi biblici posizioni molto diverse e metodi molto contrastanti. Per esempio: uno studioso afferma che il libro di Amos vide dodici strati di composizione, allorché un altro sostiene che lo stesso libro ha una perfetta unità di composizione e che pertanto fu composto in un singolo momento ; un altro ancora dice che il libro ha sei strati di composizione -mentre un ulteriore studioso dimostra che gli strati redazionali sono solo quattro. Altro esempio: un certo seminario americano richiede che insegnanti e studenti firmino una dichiarazione in cui ammettano che non c'è il minimo errore nella Bibbia, laddove una tale asserzione apparirebbe assurda a qualsiasi ricercatore di una università secolare, e più generalmente a qualsiasi persona sana di mente.
2022
Un viaggio verso la luce, dalle rive orientali dell'Oceano in direzione di un Fanciullo nato all'altro capo dell'orizzonte. Esaltato e divenuto centro intorno al quale ruota un'incalcolabile serie di miti e simboli intrecciati tra loro, poi accantonato come una favola invecchiata, il viaggio dei Magi è una somma di archetipi sempre vivi, con un fondo comune, sfuggente e appassionante. Il simbolismo dei punti cardinali e dei momenti del tempo, il giorno, la notte, l'anno con le sue stagioni, scandiscono la vita umana e vi riflettono Misure superiori riconosciute ad ogni latitudine. I ritmi del tempo e la ricerca di un suo legame con l'Eternità pervadono la riflessione, i riti ed il pensiero di ogni cultura. L'indagine di testi, storie e allusioni letterarie, folkloriche e iconografiche, ripercorre miti e simboli di un viaggio cui è chiamata ogni anima. Dall'Estremo Oriente a Costantinopoli attraverso leggende dell'India, della Persia e del Caucaso, strutture bibliche ed echi islamici, taoisti e buddisti, greci, italici e romani, e poi oltre fino all'Occidente celtico, spazio e tempo nel viaggio si trasfigurano per estendere il cammino di tre misteriosi saggi dalla terra degli uomini all'universo con i suoi cardini di spazio e tempo, per sfociare nell'anelito di un bagliore di Eternità.
Sguardi sul mondo. Milano: Franco Angeli, 2023
La questione metodologica più importante che gli scienziati sociali devono affrontare quando fanno ricorso a fonti letterarie è quella della loro veridicità. Il tema della veridicità è insieme rilevante e complesso, dal momento che impone di ragionare sull'attendibilità e sulla qualità dei dati. Quando utilizza narrazioni letterarie, infatti, lo scienziato sociale fa riferimento a fonti fittizie per loro stessa natura e le utilizza come strumenti per comprendere meglio aspetti della realtà (ad esempio la cultura, i valori e i processi sociali). Il saggio affronta il tema del valore cognitivo delle narrazioni e la loro utilizzabilità per la ricerca sociale
Mensura caeli. Territorio, città, architetture, strumenti, Atti dell’VIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA) (Ferrara, 17-18 ottobre 2008), a cura di M. Incerti, Ferrara, 2010
Ovid’s Metamorphosis are one of the most important collections of Latin literary myths: the fifteen books of this masterpiece include 250 myths, each of them characterised by the final metamorphosis of the protagonist – that is to say by his transformation into stone, plant, animal or statue, depending on whether gods rule as a punishment or a reward for a certain action. However, this classic book is not only a sort of mythical genealogy, but also a literary masterpiece in which the author wisely uses, at the same time, various suggestions offered by different literary styles. This piece of work mirrors a complex and dynamic society – a society similar to the Augustan one, with its philosophical, political, artistic and cultural components. In Ovid’s work, astral and cosmic references also have a great place: it is nevertheless true that in the author’s heaven the characters of the myth occupy a very limited place, in particular if they are put in relationship with the more frequent scientific – or pseudoscientific – references that attest the poet’s interest in astronomical issues. These references do not constitute an organic body, but they are inserted into various contests according to the necessities of the narration: it is only through a patient rereading of the text that we can catch those elements that are useful to reassemble Ovid’s knowledge – an aspect that till now has been ignored by the critics. The second part of this essay will face the myths of “catasterismo”, that is to say the transformation of heroes and heroines, and even animal or objects, into stars. It seems strange that this kind of episodes, rather frequent in the Fasti (another Ovid’s work) are almost absent in the Metamorphosis, dedicated instead to the act of transformation.
2019
Ἕτερος ἐξ ἑτέρου σοφὸς τό τε πάλαι τό τε νῦν [Οὐδὲ γὰρ ῥᾷστον] ἀρρήτων ἐπέων πύλας ἐξευρεῖν (Bacc., Pean. fr. 5 S) L'uno dall'altro l'arte ora e sempre deriva. Scoprire agevole non è d'arcani detti il varco. (trad. F. M. Pontani) Alla conclusione di questo lavoro è giusto esprimere dei ringraziamenti: ogni ricerca si avvale del consiglio e dell'opera di (tante) persone il cui apporto intellettuale (e non solo) è bene riconoscere. Devo molto all'ambiente fecondo del Dottorato in Scienze del Patrimonio letterario, artistico e ambientale e alla sensibilità dei colleghi che spesso hanno ascoltato i miei dubbi, in particolare le persone con le quali ho condiviso significative esperienze di lavoro durante questi tre anni:
V 1 ♦ Farò sequestrare ovunque i volumi del -L O S P IR IT IS M O e L A SC IE N ZA -che non sono mimili della mia fi'ma. & a r * ?r-Digitized by Google Originai from HARVARD UNIVERSITY a V A t A © E t P E H S I E E t © ilsole ascondi, con la rete, invano, cdiator de la luce: ai suo destino non sfugge Edipo: spesso, più tentano credi il tuo fato e più li sta vicine. Un alto istinto, u n ' pd ivino affatica, indefesso, il'Ere umano, cìje, lento, ma sicuro, il suo cammino segue, la face e la bandiera in mane. Cl)i presagi non fa, clji neri fa fede, Maggio, a le rose, a ìe~tue pascjuc neve, ) . . ai tuoi sublimi aneliti non crede. M a efi sa efe, nel gran dramma, è fatale clje il ver trionfi, dica ue pur si muove la vecchia terra !*; e inneggia a l'ideale. jG oc gle Originai from HARVARD UNIVERSITY • . i C. Aurelio Costanzo V é Digitized by Google Originai from HARVARD UNIVERSITY • • DE LO SPIRITISMO1 . I I PARTE T Cap. 1. Origini Cap. 2. C os'è lo sp irita n o ne la filosofia e ne la scienza. Cap. 3. I nemici de lo spiritismo. Cap. 4 . I medium. Cap. 5. La terra e gli uomini-gli spiriti e il mondo ultra-sensibile. Cap. 6. Armonia de la materia col fluido uni versale. IO i Digitized by • Da le tradizioni dei degli antichi Medi, dai filosofi egiziani ed indiani, a la Metempsicosi dj Pitagora-cla la Metempsicosi aglistudii telepatici, al biòmetro Fortin, Bàraduc, Richet, agli appa recchi di Maury, già, ne^\o:\ianzia, a h. pneumatofonia, plasiica, f neumatografia -dal magnetismo o ipno tismo a la
A Genova per La memoria del Comune nella cultura italiana, eds. S. Gardini e V. Ruzzin: il volume è Open on line
Atti del Convegno Regionale Quali prospettive …, 2005
Atti 2° Convegno AICM-GRIM-SISSIS "Quali prospettive per la Matematica e la sua Didattica" Piazza Ar merina (EN) 15-17 Settembre 2005. -AICM-GRIM-SISSIS-Università di Palermo
In questo articolo, tratteremo sull'attendibilità storica dei miracoli di Gesù. La domanda è: Gesù compiva veramente dei miracoli o sono solo leggende? Un'indicazione della precisione storica di questi miracoli, è il fatto che in alcuni casi, il raccontarli era imbarazzante e umiliante da parte dei primi cristiani. Questo dimostra che non può che essere un resoconto autentico, perché nessuno avrebbe mai inventato una storia in questo modo. Facciamo alcuni esempi:
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Il Cielo di Dante nella Divina Commedia. Una lettura astronomica del viaggio dantesco, 2019
«Rivista di letteratura italiana», 2020
Il mito dei "giganti" nel libro della Genesi, 2006
Historiae. Scritti per Gherardo Ortalli, 2013
Linguae &. Rivista di Lingue e Culture Moderne, 2012
Dalla Magia alla Stregoneria - Cambiamenti sociali e culturali e la Caccia alle Streghe, 2019
La coda di paglia - La Vita Felice, Milano, 2023
«Non già l'huomo per le stelle, ma le stelle son fatte per l'huomo». La repressione dell’astrologia giudiziaria a Siena negli anni dell’emanazione della bolla «Coeli et terrae» (1586), 2021
Quaderni Mediterranei vol. 2 Quel Fantastico Viaggio, 2019
Rapsodie del Tempo. Cicli cosmici e fughe dal mondo nella sapienza antica, 2022
Actes del Congrés d’Obertura de l’Any Llull,, 2017
E. Coco (ed.), L’invenzione della realtà Scienza, mito e immaginario nel dialogo tra psiche e mondo oggettivo Una prospettiva filosofica, 2022
"La "Divina Commedia" nei testi scientifici", in "Dall'Inferno all'Empireo: il mondo di Dante tra scienza e poesia, a cura di Filippo Camerota, Sillabe, Città di Castello 2021, pp. 222-227., 2021