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La rivoluzione proletaria deve servirsi del duro e cruento arnese dello Stato di classe, e servirsene a fondo, con una dittatura la cui utilità è in ragione del proclamato impiego, non mascherato da menzogne di tolleranze e democrazie, prima che venga lo stadio in cui lo relegheremo, giusta Engels, nel museo dei vecchiumi. Ma dell'arnese Battilocchio, divenuto davvero sudicio e repugnante, possiamo liberarcene prima della caduta del capitalismo. Appena la classe proletaria appare sulla scena della storia, essa può e deve sostituire la "forma" del Capo con quella sua propria: il partito di classe. Perciò Lenin tante volte ricorda la frase del Manifesto: i postulati dei comunisti non poggiano affatto sopra idee o principii, scoperti da qualche rinnovatore della società.
Il Risveglio di Zarathustra, Mimesis, ISBN 978-8857548760, 2018
Postfazione al libro "Il risveglio di Zarathustra" di Emanuele Savassi. Prefazione di Diego Fusaro
DEL «RISARCIMENTO PUNITIVO» OVVERO DELL'OSSIMORO, in Europa dir. priv. , 2019
The essay investigates the compatibility of punitive damages with the Italian legal order and emphasizes their contrast with the Italian public order, understood as the regulatory framework given to the community. It examines the difficult integration of punitive damages with the Italian legal system from different viewpoints: i) that of the irreconcilability with the constitutional guarantees; ii) that of the contrast with the civil responsibility; iii) that of the unsuitability with respect to the infrastructure of the civil procedural rules. In this perspective, it examines a number of rules, catalogued by certain authors and judgments, in particular by the Sezioni Unite of the Corte di Cassazione no. 16601/2017, as points of emergence of the tendency in the punitive sense of tort responsibility. This investigation exposes, on the other hand, the tendency of such cases to reveal instead the various complementary means of protection provided by the legal order to react to the violation, in view of the protection of the public and private interests affected. Finally, the Author criticizes the emergence of a tendency towards the indiscriminate opening of the legal system to the solutions contemplated by foreign legal orders, which represents a threat to the principle of certainty of the law, as it involves the continuous and unpredictable rewriting of the legal categories ordering the social environment.
Credo che la fondazione linguistico-concettuale del supeomismo sia da rintracciare nel campo semantico tracciato dalle parole ὑπεράνθρωπoς, ύπερήνωρ, ὑπερηνορέη e ύπερηνορεῖν, che lessicografi, interpreti e traduttori si ostinano ad identificare totalmente col campo semantico di ὕβρις, ὑβρίζειν e ὕβριστής. Identificazione che, probabilmente, era già iniziata nell'antichità, come sembra dimostrare un passo (III, 61-65) delle Argonautiche di Apollonio Rodio: τὸν µὲν ἐγών, εἰ καί περ ἐς Ἄιδα ναυτίλληται λυσόµενος χαλκέων Ἰξίονα νειόθι δεσµῶν, ῥύσοµαι, ὅσσον ἐµοῖσιν ἐνὶ σθένος ἔπλετο γυίοις, ὄφρα µὴ ἐγγελάσῃ Πελίης κακὸν οἶτον ἀλύξας, ὅς µ᾽ ὑπερηνορέῃ θυέων ἀγέραστον ἔθηκεν (= quest'uomo, anche se dovesse navigare laggiù nel regno dei morti, per sciogliere Issione dalle catene di bronzo, io lo proteggerò sempre con ogni mia forza, perché non rida di me, sfuggendo alla morte funesta, Pelia, che con tracotanza [?] mi tolse l'onore dei sacrifici). Mentre l'origine linguistica del superomismo risale a due passi dell'Iliade (XIV, 516-517; XVII, 24-25), nei quali troviamo, per la prima volta, il termine ύπερήνωρ come un epiteto trasformato nel nome proprio di un guerriero troiano ucciso da Menelao (XIV, 516-517: Ἀτρεΐδης δ' ἄρ' ἔπειθ' Ὑπερήνορα, ποιµένα λαῶν, οὖτα κατὰ λαπάρην = Anche l'Atride allora colpì al fianco Iperenore, pastore di popoli; XVII, 24-25: οὐδὲ µὲν οὐδὲ βίη Ὑπερήνορος ἱπποδάµοιο ἧς ἥβης ἀπόνηθ', ὅτε µ' ὤνατοι = eppure no, la forza di Iperenore domatore di cavalli non ha più goduto della sua giovinezza, da quando m'insultò), la sua origine concettuale sta, invece, nell'aver coniato addirittura un verbo (ύπερηνορεῖν = fare il superuomo o essere un superuomo), come si legge sia in due passi dell'Iliade a proposito dei Troiani e di Deifobo (IV, 176-177: καί κέ τις ὧδ' ἐρέει Τρώων ὑπερηνορεόντων τύµβῳ ἐπιθρῴσκων Μενελάου κυδαλίµοιο = e forse qualcuno dei Troiani che fanno i superuomini dirà, saltando sulla tomba del glorioso Menelao; XIII, 258: ἀσπίδα ∆ηϊφόβοιο βαλὼν ὑπερηνορέοντος = colpendo lo scudo di Deifobo che faceva il superuomo), sia in tre passi dell'Odissea a proposito dei Proci e dei Ciclopi (II, 265-266: τὰ δὲ πάντα διατρίβουσιν Ἀχαιοί, µνηστῆρες δὲ µάλιστα, κακῶς ὑπερηνορέοντες = ma gli Achei m'impediscono tutto, e soprattutto i pretendenti che fanno in malo modo i superuomini; IV, 766: µνηστῆρας δ' ἀπάλαλκε κακῶς ὑπερηνορέοντας = disperdi i pretendenti che fanno in malo modo i superuomini; VI, 4-5: οἳ πρὶν µέν ποτ' ἔναιον ἐν εὐρυχόρῳ Ὑπερείῃ, ἀγχοῦ Κυκλώπων ἀνδρῶν ὑπερηνορεόντων = questi vivevano prima nella vasta Iperea, vicino ai Ciclopi, uomini che erano superuomini). É, però, in un passo della Teogonia di Esiodo che il termine ύπερήνωρ viene usato, per la prima volta, come nome comune attribuito ad "un grande re superuomo" (vv. 992-996: κούρην δ᾽ Αἰήταο διοτρεφέος βασιλῆος Αἰσονίδης βουλῇσι θεῶν αἰειγενετάων ἦγε παρ᾽ Αἰήτεω, τελέσας στονόεντας ἀέθλους, τοὺς πολλοὺς ἐπέτελλε µέγας βασιλεὺς ὑπερήνωρ, ὑβριστὴς Πελίης καὶ ἀτάσθαλος, ὀβριµοεργός = il figlio di Esone, per volere degli dei immortali, condusse sposa la figlia di Aieta, re allevato da Zeus, portandola via dalla casa di Aieta, dopo aver compiuto le numerose fatiche dolorose, che gli aveva imposto un grande re superuomo, il tracotante, insolente e violento Pelia). In questo passo, l'uso di ὑβριστὴς accanto a ὑπερήνωρ induce a ritenere che i due termini non siano del tutto sovrapponibili. Ma è un testo di Aristofane a mostrare e dimostrare molto chiaramente che il campo semantico di ύπερηνορεῖν non è affatto quello di ὑβρίζειν e che, quindi, ύπερηνορεῖν non significa "fare il tracotante" o "essere tracotante", ma "fare il superuomo" o "essere un superuomo". Leggiamo, infatti, nella commedia aristofanea Εἰρήνη (= La pace): Ἐγὼ δὲ τὸν λογόν γε τοῖσι παιδίοις καὶ τοῖσιν ἀνδρίοισι καὶ τοῖς ἀνδράσιν καὶ τοῖς ὑπερτάτοισιν ἀνδράσιν φράσω, καὶ τοῖς ὑπερηνορέουσιν ἔτι τούτοις µάλα (= Intanto io esporrò l'argomento ai bambini, agli ominicchi, agli uomini, agli uomini più eminenti e ancor più a questi superuomini). Il crescendo ἀνδρίοισι-ἀνδράσιν-ὑπερτάτοισιν ἀνδράσιν-ὑπερηνορέουσιν obbliga a non
Sacerdotesse tra passato e Sacerdotesse tra passato e futuro: è il tempo di futuro: è il tempo di svegliarsi svegliarsi Di Argiope Il 3 marzo 2013 · Add Comment Incontro con Marguerite Rigoglioso. Di Valentina Minoglio È un monte non troppo alto, il Parnaso. Si arriva in autobus da Atene e c'è sempre un'arietta fresca, anche d'estate. Una passeggiata in mezzo a ulivi e cipressi, salendo, intuendo che il mare non è lontano, e si arriva al Tempio di Apollo. Solo tre colonne che appaiono quasi dorate, ma gà il vento ti guida verso luoghi nascosti, antri, fonti segrete, con la sensazione costante di essere, sì, proprio al centro del mondo. Lo sappiamo, ce l'hanno insegnato a scuola, che Delfi era l'Omphalos, l'ombelico del mondo, e che… tutto è cominciato qui, con quella iscrizione, Conosci te stesso, che è il principio e il fine di tutte le (nostre) ricerche, della conoscenza. Ma è molto probabile che recandosi a Delfi si risvegli in noi una memoria più antica: c'è dell'altro? C'è qualcosa prima di Apollo e del suo oracolo? E qualcosa di diverso che non ci hanno mai ben spiegato, qualcosa di assolutamente importante per noi donne, neopagane? SIAMO A DELFI, QUALCHE MILLENNIO FA…
INVITI SUPERFLUI, 2017
" Nato nel 1948 a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, Natale Pace ha un lungo passato di dipendente comunale ma è conosciuto per le sue attività sindacali nella CISL, di cui diventa segretario regionale fino al 2006. Negli ambiti culturali ha molto studiato e approfondito per gli scrittori contemporanei come Lorenzo Calogero e, soprattutto, l'amico Leonida Repaci e la moglie Albertina Antonielli, che gli furono "docenti" di vita e d'arte, per i quali da oltre mezzo secolo si impegna al recupero della Casa Pietrosa, delle Opere, della Pinacoteca da essi lasciata al comune di Palmi, per il mausoleo tanto desiderato dai coniugi e per quel "Debito" di riconoscenza i cittadini palmesi devono al grande Autore. Nel 1978 vede la luce la prima opera letteraria, una silloge, dal titolo "La terra ed altre canzoni" criticata positivamente da emeriti letterati e studiosi: Selvaggi, Alberti, Passeri, Saletta, Cardone, Giacobbe, la stessa Albertina Repaci. Nel 1988 pubblica il secondo volume, una nuova silloge: "Il seme sotto la neve". Nel 2001 esce una raccolta di racconti, con tema l'amore: "Piccole piume". Ma nel 2006 manda alle stampe un saggio di importanza strategica per gli studi su Leonida Repaci, destinato a far parlare gli ambienti culturali: "Il debito: Leonida Repaci nella storia". "INVITI SUPERFLUI" raccoglie le liriche di un anno, il 2016, nel quale Pace sperimenta una poesia "dialogata" non solo nei versi, ma anche con i lettori di un blog, "Circolo 16". Ogni sera, all'interno di una rubrica molto seguita "Una poesia per la sera" lo scrittore palmese propone un pensiero poetico, avviando un colloqui diretto e immediato. Alcune parti di tale "dialogo" sono riportate in calce alle liriche. "Quando, nel luglio del 2015, creavo il blog diventato agli inizi del 2016 la casa del Circolo16, avevo in mente un luogo dove scambiare opinioni, recuperare documenti storici, scrivere riflessioni personali e recensioni su libri, articoli letterari in generale al fine di condividerli con gli altri appassionati di letteratura e arte presenti su Wordpress. Non avevo le idee ben chiare, era un progetto senza scheletro impostato sulla libertà d'espressione e la condivisione libera di contenuti. Oggi quindi, dopo così poco tempo, le cose sono cambiate e se il progetto iniziale privo di una spina dorsale si sta irrobustendo e arricchendo di idee e propositi, il merito è di certo del poeta Natale Pace. Natale Pace non ha soltanto smesso di rebloggare (termine utilizzato per pubblicare contenuti già presenti su altri siti) le poesie del passato ma è diventato l'emblema di ciò che il Circolo16, nella mia mente di creatore, doveva e deve continuare a fare… … e sera dopo sera continua a proporre i suoi nuovi componimenti, facendo diventare quei post intitolati Una poesia per la sera un appuntamento serale fisso attraverso il quale Natale racconta la sua morale, la visione che ha della vita, il rispetto profondo verso l'Amore e la Donna, la sua Calabria, i ricordi sopiti di un'Italia imperfetta ma adorata. E lo fa sradicando la poetica da rigidi schemi metrici e da complicate figure retoriche. Ne nasce una poesia genuina e discorsiva, la cui caratteristica fondamentale è la scorrevolezza e la semplicità stilistica, operazione che arricchisce il peso morale dei contenuti rendendoli accessibili a tutti, persino a chi, in quest'Italia povera di lettori forti, non ha mai preso in mano un libro di poesia. Quello che auguro all'amico poeta Natale Pace è di non smettere mai di cercare dentro sé stesso le parole, di continuare a scrivere perché non farlo sarebbe un torto verso la sua bella Calabria, i suoi lettori affezionati, i tanti italiani interessati alla sana cultura, la gente del mondo che ama la poesia, e infine verso me stesso." Eugenio Chiara fondatore e responsabile blog CIRCOLO 16"
2019
Avvertenza "Studi di estetica" inaugura con questo fascicolo una nuova rubrica. Tra i compiti della nostra rivista vi è quello di costituire un osservatorio della ricerca in corso, a livello sia nazionale sia internazionale. Questo compito viene realizzato anzitutto attraverso la rubrica "Recensioni, rassegne, autopresentazioni, note", che dal fascicolo 1/2019 si è arricchita -come avranno notato i lettori -di una tipologia ulteriore: quella del "Book forum", in cui si presentano e si discutono ricerche internazionali con l'intervento diretto del loro autore e di alcuni specialisti degli argomenti trattati, in modo da fornire un primo esame critico dei diversi versanti da cui è possibile esaminarne i contenuti. Poiché, tuttavia, il metodo che ci siamo dati per la sezione delle recensioni è di privilegiare esclusivamente ricerche internazionali, ci è parso di dover trovare una modalità per dar conto anche di quanto accade in Italia, in particolare per quel che riguarda punti particolarmente urgenti o controversi e dunque non attraverso il semplice strumento della recensione. Perciò si è pensato a questo nuovo spazio, specificamente dedicato a ospitare confronti anche polemici in grado di restituire, con questo loro carattere, il motivo di novità che la ricerca più significativa e incidente in qualche modo e misura deve possedere. In "Breaking points" saranno quindi pubblicati interventi fortemente contrastivi ed eventuali repliche dirette che gli autori convocati vorranno inviarci. Inoltre sarà qui che troverà spazio la diffusione di notizie relative a giornate di studio e a convegni che potranno egualmente riguardare direttamente anche studiosi italiani. L'augurio è così di contribuire a favorire quello scambio e quel confronto libero che è linfa vitale per ogni sana ricerca. GM brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk
Il veganesimo, come liberazione animale e affrancamento e rimozione dell'animale non umano dalla posizione in cui l'antropocentrismo l'ha costretto, è lotta contro il concetto di sovranità in quanto sicurezza e normalità. E' un vero e proprio attacco alla situazione interpersonale sicura, al gruppo di parenti, amici, colleghi, vicini e conoscenti che colludono inerendosi a vicenda nel mantenimento dello status quo sterile e nevrastenico della loro quotidianità tranquilla, serena, abitudinaria, naturale e normale e di quelle architetture ideologiche quali la famiglia, metamorfosi transferali dei nostri primi oggetti gratificanti, che lo sostengono. Vero e proprio attacco in primo luogo in quanto corporeità: già con la sua semplice presenza fisica come acting-out del sapere abituale come essere-nel-mondo del corpo culturale che funge da complesso innato, da rimosso, il vegano-antispecista sospende l'oggetto culturale quale presupposto per la percezione dell'altro (non sono io a toccare, scrive Merleau-Ponty, ma il mio corpo, quell'altro soggetto che sta sotto di me); di conseguenza egli sconnette il campo intersoggettivo in quanto mette tra parentesi l'altro come luogo di una certa veduta del mondo che si serve dei suoi oggetti familiari. Il corpo vegano è crisi percettiva. Come "oggetto terapeutico", provocazione, "oggetto imbarazzante", il corpo vegano toglie "catene e lenzuola" al sapere abituale come arto fantasma e corpo culturale e apre un discorso, una nuova "storia terapeutica", un "terzo pianeta", innesca, per citare Guntrip, dei "potenziali non evocati", scioglie i nodi e riempie i vuoti e i silenzi di una situazione interpersonale che la cultura vuole mantenere istituzionalmente sicura: esaspera i rapporti spaziali, innesca una nuova spazialità in cui è la sua denuncia antispecista ad abitare le cose, il suo messaggio di condanna a investire il suo gruppo sociale, le sue strutture e le sue sue architetture. 1 Una presenza scomoda che è, anzi deve essere, vissuta dalla cultura come una vera e propria imputazione, per cui il corpo vegano si fa giudicante: nessun verdetto, però, nessuna massima morale o percorso messianico; nessuna metafisica individualista e personalista. Il corpo vegano giudicante come semplice Anticipated Moral Reproach deve costringere alle corde la cultura e la sua ideologia della sicurezza come queste hanno sempre fatto col "diverso" mediante l'ostracismo sociale; deve movimentare ed emancipare il pensiero di chi gli sta di fronte rendendolo libero e spontaneo, orientandolo ad essere espressione di se stesso piuttosto che semplice e automatica impressione e incarnazione della cultura. Il corpo vegano è la satyagraha, la rivolta non-violen-
In tempi recenti, è fiorita una letteratura interessata a oltrepassare i confini limitati dell' oeconomicus. Un simile tentativo sollecita il superamento della categoria di oltrepassi i limiti conoscitivi.
Forme di accesso al sapere in età tardoantica e altomedievale: raccolta delle relazioni discusse nell'incontro internazionale di Trieste, Biblioteca Statale, 24-25 settembre 2015 / a cura di Lucio Cristante e Vanni Veronesi [Trieste]: Edizioni Università di Trieste, 2016. -XVI, 258 p. : ill. ; 24 cm. ISBN 978-88-8303-768-9 ISBN 978-88-8303-769-6 (online) (Polymnia : studi di filologia classica; 19) 1.Letteratura latina -sec. 3.-8. 2.Letteratura latina medievale I. Cristante, Lucio II. Veronesi, Vanni 871.8782 (WebDewey 2016) Letteratura latina. Periodo precarolingio, 500 ca.-749 ca. Opera sottoposta a peer review secondo il protocollo UPI -University Press Italiane I testi pubblicati sono liberamente disponibili su: I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale di questa pubblicazione, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, le fotocopie o altro), sono riservati per tutti i Paesi. Autori e editore hanno operato per identificare tutti i titolari dei diritti delle illustrazioni riprodotte nel presente volume e ottenerne l'autorizzazione alla pubblicazione; restano tuttavia a disposizione per assolvere gli adempimenti nei confronti degli eventuali aventi diritto non rintracciati. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE FORME DI ACCESSO AL SAPERE IN ETÀ TARDOANTICA E ALTOMEDIEVALE VI A cura di Lucio Cristante e Vanni Veronesi Raccolta delle relazioni discusse nell'incontro internazionale di Trieste, Biblioteca statale, 24-25 settembre 2015 Edizioni Università di Trieste 2016 -V -
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https://www.diamtrader.net/2022/02/le-gemme-fenomenali.html, 2020
Notiziario di Preistoria e Protostoria 8.II Sardegna e Sicilia, 2022
Linee di ricerca: Temi e ricerche del Dottorato in Architettura - Teorie e Progetto 1986-2017 [ISBN: 9780244621643], 2017
Iura. Rivista internazionale di diritto romano e antico, 2020
"Con angelica voce...". Studi in onore di Rosario Scrimieri Martin, 2023
Matteo Palumbo, I soggetti della Modernità: Verga, Tozzi, Pirandello, Svevo, 2024