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2010
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20 pages
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Il presente volume raccoglie saggi e testimonianze del contributo dato alla sociologia italiana da Achille Ardigo, di cui ricostruiscono anche uno spaccato umano, sociale e politico. Il testo, un omaggio a colui che, in queste pagine, viene sovente definito Maestro e padre della sociologia italiana, riflette, pertanto, la prospettiva pluralistica ed i tanti temi di ricerca teorica ed empirica che Achille Ardigo ha affrontato nella sua lunga carriera di studioso, impegnato tanto nella vita accademica, quanto nella vita civile e politica. Nel volume, numerosi sono, quindi, i riferimenti al suo rigore scientifico, alla sua tensione verso i valori della persona e del vivere associato, al tentativo costante di coniugare riflessione ed azione. I contributi rendono omaggio alla curiositas di Achille Ardigo, testimoniata dai suoi temi di ricerca: le politiche sociali, la religione, la famiglia, la teoria del soggetto, le nuove tecnologie rappresentano solo alcune delle prospettive e delle f...
Tra i tanti contributi che Achille Ardigò ha dato alla sociologia c’è senz’altro quello di aver individuato nella persona umana la finalizzazione della conoscenza scientifica - umanistica e tecnologica - e, ovviamente, della stessa conoscenza sociologica. Con l’espressione «il carattere strutturale fondamentale della condizione umana è quello di un esperire vivente nel mondo, con mente e corpo […], di un Esserci-nel-mondo, e però con una potenzialità di trascendimento intenzionale del proprio contesto immediato di vita», Ardigò apre il suo discorso sulla necessità di andare al di là della visione post-moderna di persona e di connettere in qualche modo ciò che si “predica” sulle categorie personali con quanto si articola in merito all’orizzonte societario (Ardigò 1988: 29). Provando ad approfondire l’analisi si nota, tuttavia, come il vero obiettivo di Ardigò non sia stato tanto quello di descrivere le qualità della persona e di questa in relazione con il resto della società, quanto il voler dimostrare che «ogni ricerca della verità, specie della verità scientifica, ha bisogno dell’intersoggettività come processo iniziale di controllo e di oggettivizzazione del sapere» (Ibidem: 59). Evitando di cadere nel relativismo culturale, quest’opera si può compiere solo attraverso il processo empatico, quale dimensione dell’esperire vivente nel mondo. In questa prospettiva, non sono i processi sistemico-culturali a produrre conoscenza, ma la comunicazione interpersonale, con la conseguenza che occorre non limitarsi alle verifiche semantiche ma spostarsi sul piano della oggettività inter-soggettiva (Ibidem: 62) di ogni comunicazione di conoscenza (che ovviamente presuppone anche l’analisi di tutti i comportamenti e dei segni corporei). Anche nell’epistemologia sociologica, dice Ardigò, conviene sempre seguire una linea non freudiana, in cui nessuna conoscenza sociale può essere ricondotta alla somma di meri stati mentali personali ma in cui nessuna conoscenza può avere senso se separata dal concreto processo introspettivo ed empatico-comunicativo, che chiama in causa le persone come tali e nei loro rapporti intersoggettivi (Ibidem: 81). Nel tentativo di andare un po’ più avanti (Ibidem: 321), oltre i limiti e i termini dei paradigmi già maturi, Ardigò contribuisce a fare della sociologia quella scienza capace di riflettere sull’uso sociale dell’innovazione tecnologica e di meglio interpretare una società oramai pervasa da sistemi cognitivi informazionali (Castells 2002). E poiché «la vita sociale spesso tende a essere ritradotta in simboli e dimensioni macromediali - incapaci di incorporare le apparenze del soggettivo e dell’intimo» (Ardigò 1988: 257) - egli invita a soffermarsi maggiormente sul più ampio tema della “socialità” della scienza e della creatività tecnologica e sulla scelta di un punto di osservazione sociologico, che consenta di affrontarlo efficacemente. 3 In questa sede si vuole appunto sottolineare l’esistenza di discipline che si stanno muovendo proprio in questa direzione. Ci si riferisce alla sociologia della scienza e, più in generale, agli Science and Technology Studies (STS) che hanno già sviluppato e formalizzato differenti approcci, con la produzione di importanti risultati. La principale di queste più recenti prospettive sociologiche è quella secondo la quale la ricerca sociale non deve più limitarsi a studiare ciò che succede “a valle”, vale a dire gli impatti della scienza e della tecnologia sulla società, ma focalizzare l’attenzione analitica su ciò che accade “a monte”, cioè i fattori sociali che attivano le reti di attori orientate alla produzione della scienza e della tecnologia nonché sulle strategie cognitivo-operative che ne permettono la diffusione (Bloor 1991; Bijker 1998; Callon e Latour 1991; Latour 1998).
Sociologia – La Società in… Rete, Rivista professionale di Sociologia e Società, volume unico, Anno IX, 2017, pagg. 9-20, 2017
La vicenda della sociologia in Italia all'inizio della/nella seconda metà del secolo XX risente di un'epoca di profonde trasformazioni che origina, in parte, dal dibattito sulla fondazione delle scienze sociali avviatosi con il positivismo a fine secolo XIX 1 e, dall'altra, dalla parentesi della dittatura fascista che trascina il Paese in una guerra disastrosa. Di fronte agli occhi degli studiosi di scienze sociali stanno le relazioni tra società e potere, i nuovi e variegati rapporti tra individuo e sistema, le crisi della politica, della partecipazione, la crisi del sistema politico stesso e, nello specifico, la cosiddetta crisi di "governabilità". Da una parte delle specificazioni intellettuali delle/nelle tradizioni di pensiero presenti in Italia, si mostrano marcati i temi-problemi insiti nella società del secondo dopoguerra, le tappe della trasformazione in alcuni aspetti specifici come la famiglia e i gruppi umani, la stratificazione sociale, il passaggio da una società rurale ad una realtà urbana etc. Fatto sta che i sentimenti violenti e rivoluzionari del fascismo 2 proiettati da una cultura di massa fanno emergere la natura dei gruppi sociali protagonisti e i limiti di una concezione della analisi storico-sociale dinanzi alle perduranti crisi di natura socio-economica. Tutto ciò non ha impedito ad alcuni storici del pensiero sociologico di confutare innanzitutto la tesi per cui durante il fascismo non si sarebbe manifestata in Italia la presenza dell'analisi sociale e, in modo da affermare anche l'esistenza di una certa molteplicità di nessi tra l'analisi sociale stessa operata a livello "istituzionale" dinanzi al regime autoritario e la sociologia italiana del secondo dopoguerra 3. Di fatto, il nesso esiste e riporta comunque il discorso all'età della ricostruzione, laddove i sentimenti politici e la partecipazione alla Resistenza obbligano a seguire le linee di una certa interpretazione critica del vissuto storico e sociale, la quale ammette un collegamento tra la "rinascita" della società e della sociologia scientifica e intellettuale. Infatti è durante la ricostruzione e il dopoguerra che si rende manifesto un modo di ragionare che attiene più alla nascita della Repubblica dei partiti politici, vantando il controllo dell'azione politica stessa operata sul popolo all'indomani del 1946. In questo periodo si formano studiosi di sociologia tra i quali spicca il nome di Achille Ardigò, del quale ci occuperemo a quasi dieci anni dalla scomparsa. Nel tracciare inizialmente un breve profilo biografico di Achille Ardigò (1921-2008) ci pare opportuno mostrare che accanto allo studioso e all'acuto osservatore della realtà italiana si debbano anche rammentare le qualità di appassionato uomo politico nonché di un combattente per la libertà. Infatti: "La stesura della biografia del prof. Achille Ardigò consente di collegare la vasta attività sociologica con l'impegno diretto allo sviluppo della società civile e delle istituzioni democratiche italiane. Possiamo considerarlo, oggi, uno dei padri della Repubblica italiana oltre che uno dei protagonisti della vita politica e democratica nazionale" 4 .
Autonomie Locali e Servizi Sociali 44 (1): 79-86, 2021
The article is a commentary to Achille Ardigò’s essay Introduction to the sociolog- ical analysis of the welfare state and its transformations published in 1977. It high- lights the theoretical roots of Ardigò’s work and its capacity to anticipate issues and themes developed successfully in the welfare state literature. We focus on three contributions of his work: 1) to the historical sociology of the welfare state; 2) to the understanding of the specificity of the Italian welfare state; 3) to the analysis of the relationship between welfare and political legitimacy. The article concludes with a reflection on the welfare state as an object of sociological interest beyond the borders of the nation-state.
Si prende rapidamente in esame il diverso atteggiamento di Carducci e di Pascoli di fronte all'ideologia socialista e soprattutto di fronte al rapporto fra attività letteraria e impegno politico
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Firenze University Press eBooks, 2008
Rappresentanza, leadership e imprenditorialità politica nella "città" segmentata sezioneiii teoriasociologicaemutamentosociale Paolo Giovannini La società divisa Arnaldo Bagnasco Un'interpretazione neo-weberiana della città di oggi Carlo Trigilia Crescita squilibrata: perché la sociologia economica ha più successo nella teoria che nelle politiche? Ambrogio Santambrogio Valori, fini, mezzi. Un'analisi del concetto weberiano di razionalità Angela Perulli Dal carisma personale al carisma di gruppo. Note su Norbert Elias Marco Bontempi Paradigmi di modernità Ettore Recchi Le lezioni di una ricerca pioneristica: dall'immigrazione interna all'immigrazione internazionale in Liguria Rossana Trifiletti Da Weber a Simmel e oltre? Note sull'uso dei classici in sociologia riferimentibibliografici * gliscrittidilucianocavalli notiziesugliautori * Avvertenza: alle citazioni relative alle opere di Luciano Cavalli è aggiunto un numero progressivo, in corsivo, che rinvia alla sezione bibliografica che raccoglie tematicamente i suoi scritti.
Barnao C. 2016. Introduzione. Sulla nascita della sociologia e sulla morte di un ricercatore in Barnao C., È nata al Sud! Il gruppo di Portici e le origini della sociologia italiana. Rubbettino: Catanzaro.
Il saggio, dedicato all’esame del Discorso su Pietro Pomponazzi (1869), si concentra sull’origine del positivismo ardigoiano e sulla ricezione delle tesi di Pomponazzi nell’Italia del XIX secolo (un’Italia divisa tra spiritualismo, idealismo e nascente positivismo). Si tratta di una ricerca vòlta alla comprensione del pensiero del “primo” Ardigò (ricerca che va ad approfondire gli studi compiuti dal Büttemeyer e dal Landucci, rispettivamente, nel 1969 e nel 1972) e della “fortuna” del pensiero di Pomponazzi. Mi sono soffermato, in particolar modo, sulle tesi pomponazziane in merito alla dipendenza dell’anima dal corpo per l’esercizio delle attività psichiche “intellettive” (ossia sovra-sensitive), tesi di cui Ardigò sottolinea il fondamento sperimentale (l’osservazione introspettiva delle funzioni cognitive). In essa, ribaltando l’interpretazione di orientamento idealistico proposta da Fiorentino nell’opera del 1868, "Pietro Pomponazzi", il filosofo mantovano ravvisa l’origine dell’idea centrale del proprio positivismo, la “sostanza psicofisica”, indistinto di cui dimensione mentale e materiale sono semplici specificazioni (autosintetica la prima, eterosintetica la seconda) e non dimensioni originarie e reciprocamente irriducibili.
Alfredo Mela: 'Sociologia delle città'
Alternative per il socialismo N° 60, 2021
Dalla loro nascita nel giugno 1921, alla marcia su Roma gli Arditi del Popolo furono, sul piano militare, i più decisi avversari del fascismo. Le squadre fasciste si dimostrarono tutt'altro che imbattibili e molte volte furono sconfitte o respinte dagli Arditi del popolo, che per motivi diversi e opposti e opposti non furono sostenuti dai partiti operai e tanto meno da quelli borghesi cattolici e liberali. Tuttavia essi dimostrarono che la controffensiva fascista del biennio nero 1921-1922 avrebbe potuto essere respinta anche sul piano militare se fosse stata sostenuta da una concordia politica che mancò.
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"L’ontologia sociale di Giacomo Leopardi”, in Il reale e gli spazi della politica, Mimesis Edizioni, Milano 2015, pp. 13 - 19, ISBN 9788857519685.
Passato identità politica. La storia e i suoi documenti tra appartenenze e uso pubblico, 2009
2024
Pensiero giuridico e riflessione sociale. Liber amicorum Andrea Bixio, 2017
Il microcosmo delle galle. La collezione di Alessandro Trotter, 2024
Philosophical Readings, 2020
ANTROPOLOGIA. , 2019