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Rivista di Storia e Letteratura religiosa 22 (2009): 383-395
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Rivista di Storia e Letteratura religiosa 22: 383-395. , 2009
Il presente saggio si propone di esaminare il modificarsi dell’atteggiamento col quale nell’ebraico moderno il tema biblico del Sacrificio d’Isacco viene affrontato in alcune poesie composte fra il periodo precedente la fondazione dello Stato d’Israele e il periodo attuale. Il trattamento del tema del Sacrificio d’Isacco nella narrativa storiografica dello Stato d’Israele puo` ben riflettere il processo di conversione, che trasforma una narrativa iconica in una metafora secolare, per cui l’episodio biblico, inteso tradizionalmente come prova di fede e di fedelta` , acquista nuovi significati alla luce di valori culturali in fase di cambiamento in una societa` israeliana ormai laicizzata.
The paper analyses the question of the birth of political philosophy starting from the platonic condemnation of mythical and poetical knowledge and the resulting statement affirming that political life can be reordered only by means of logos. With this founding act, political philosophy is staged for the first time with its methods , languages and instruments, but it can't be considered without the previous sacrificial act excluding a language based on " irrational " thought. The platonic condemnation sanctions not only the separation between philosophy and poetry, but also one of the strongest and long-lasting axis of western political philosophy: the idea that politics can be reordered only by rational means.
Esodo I > Judaica, 2007
Recita il salmo: "Il Signore mette alla prova il giusto" (Salmi, XI, 5): non lo fa per poter sapere o per esaminare l'animo del credente, perché Egli è certo del suo amore, della sua fede e della sua fiducia in Lui; Egli sa a priori, vede nell'interiorità del giusto; lo fa per far conoscere all'uomo il valore dell'amore per Do e fino a dove arrivi il timore per Do ; lo fa per far capire che non si deve amare per un fine, sia esso una ricompensa o la paura di una punizione, ma amare in sé e per sé: questo è il nucleo essenziale dell'esperienza religiosa, intesa come totale, assoluta fiducia e dedizione a Do. Il racconto.
2021
L'articolo presenta l'unica opera drammaturgica a carattere sacro giunta a noi di Luigi Groto, il Cieco d'Adria (Adria, 1541 - Venezia, 1585), intitolata Lo Isac e dedicata al sacrificio di Isacco. Dopo un'introduzione all'opera, sono delineati i rapporti de Lo Isac con Rappresentazione di Abramo ed Isaac di Feo Belcari (1449), un testo che il Cieco d'Adria ebbe ben presente durante la stesura della sua pièce teatrale. Tali rapporti dimostrano la vitalità del testo belcariano fino alla seconda metà del Cinquecento. The article presents Lo Isac, the only sacred drama belonging to Luigi Groto, il Cieco d'Adria (Adria, 1541 - Venice, 1585), that has come down to us. This drama is dedicated to the sacrifice of Isaac. After an introduction to the play, the author highlights the relationship between Lo Isac and Feo Belcari's Rappresentazione di Abramo ed Isaac (1449), an important source for Luigi Groto's play. This relationship demonstrates the vitalit...
Da Primo Levi ai figli dei salvati. Incursioni critiche nella letteratura della Shoah, 2017
A critical study on Italian poetry about the Jewish genocide, focusing on texts authored by Primo Levi, Edith Bruck, Salvatore Quasimodo and Vittorio Seereni.
Vetera Christianorum 55, 2018
Il contributo affronta questioni legate al riconoscimento e alla localizzazione dell'altare del sacrificio (incompiuto) di Isacco (Genesi 22), esaminando tempi e modi della sua venerazione da parte di pellegrini cristiani in "Terra Santa" dal IV all'VIII secolo. A differenza degli ebrei, i cristiani non chiamavano questo luogo sacro "Monte Moria"; inoltre, trasferirono la localizzazione dell'altare" dal Monte del Tempio al Monte Calvario (= Santo Sepolcro). Come conferma anche la letteratura esegetica, tale ricollocazione è da indagare alla luce del valore soteriologico attribuito al sacrificio di Isacco sia dagli ebrei che dai cristiani. Questi ultimi, in particolare, consideravano questo episodio biblico una prefigurazione del sacrificio di Cristo.
Sirice at least thè XIII century thè artists had been observing archaeological remains, even thè most small ones, and had found techniques and modeh in them. One of thè well-known consequences is thè creation of collections o/anticaglie, as thè valuable Lorenzo Ghiberti's one. In an ancient model, scholars bave looked far thè posture of Isacco in thè famous formella of thè competition. The Etruscan urns of Hellenistic ages from Volterra -known in Florence in Ghiberti's age -offer numerous possible models, for thè pose and thè plastic values.
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Altre Modernità, 2011
le frecce affilate della sua satira le caratteristiche di una società civile e politica in cui vedeva crescere l'arroganza e le discriminazioni, e delle cui ambizioni politiche prevedeva le amare conseguenze. Dopo l'interruzione delle repliche di La Regina del Bagno, dovuta alle reazioni sdegnate che aveva suscitato in molti ambienti, Levin ha lasciato il teatro 'politico'almeno nel senso immediato del termine-ed ha focalizzato la sua poetica sull'indagine della condizione umana. Dai rapporti interpersonali nel microcosmo della famiglia e del quartiere, che sono alla base di un vasto gruppo di 'commedie', tale indagine si allarga alla stilizzazione del piu complesso groviglio delle relazioni, intra ed interumane, in cui si dibatte l'uomo moderno-e alla tormentosa presenza-assenza dell' 'Altro' ultimativo, la morte, o Dio. Sono questi i temi dei drammi 'miticometafisici', in alcuni dei quali l'Autore si confronta direttamente con i grandi modelli della cultura occidentale, mentre in altri egli crea autonomamente il proprio 'mito'. Come sacrificio dell'innocente e dell'innocenza, la 'aqedà 1-la 'legatura di Isacco'-costituisce uno dei motivi di fondo della drammaturgia di Levin, ma il confronto diretto con l'episodio biblico appartiene alla prima fase della sua attività
Lo scopo che questo studio si propone è di analizzare due aspetti particolari della concezione del rabbino Isacco Lampronti: da un lato il suo atteggiamento verso la cultura tradizionale ebraica, dall'altro la sua posizione nei confronti delle innovazioni intellettuali del suo tempo. Infatti Lampronti visse a cavallo fra due epoche distinte, una che potremmo definire ancora barocca e per certi versi antica, ed un'altra che viene indicata come periodo dei lumi e chiamata solitamente primo periodo moderno, per cui la sua opera e la sua concezione del mondo, diremmo la sua welthanschauung, dovrebbe riflettere appunto questo passaggio da un periodo all'altro. Lampronti nacque a Ferrara nel 1679, e studiò sia nella sua città natale che a Lugo prima di trasferirsi a Padova per studiare medicina in quella università. Dopo aver studiato anche a Mantova presso il celebre rabbino Yehudah Briel, tornò a Ferrara dove funse sia da rabbino che da medico, fino alla sua morte avvenuta nel 1756. 1 In verità, il voler analizzare quanto di moderno ci sia nell'opera di un intellettuale e quanto invece appartenga ad un apparato più tradizionale, può apparire impresa audace, in quanto ovviamente non sempre è possibile demarcare con certezza ciò che può essere definito moderno, oppure antico o medievale, ma anzi spesso e volentieri le due prospettive si mescolano fra di loro e si intrecciano. A questo proposito, un importante studioso dell'ebraismo italiano Giuseppe Baruch Sermoneta così scriveva:
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Archivio Italiano per la Storia della Pietà vol. XXV, 2012
Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni, 2018
Giulio Busi e Silvana Greco (Eds.), Il Rinascimento parla ebraico, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, Milano, 2019, pp. 78-95.
Adamantius, 2013
I. POZZONI, Poetica dell’hic et nunc e memoriascrittura in C.H. Bukowski, in “Arenaria”, Editrice I.L.A.P.A.L.M.A., Palermo, n.3, 2009, 5-24.
Youcanprint, 2015