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This paper is an analysis about the bilingualism Mapuche-Castilian in IXa Chilean Region in collaboration between CISAI and DED.
2003
CANUTI Massimiliano, PEDONE Giulia, 2003, Gente delle costa e del campo. Analisi delle inchieste sul bilinguismo mapuche-castigliano condotte nella IXa Regione cilena.
Per comprendere la storia e le usanze del territorio montano è utile visitare l’ Itinerario della Vita Quotidiana dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, che illustra le principali attività che hanno caratterizzato la vita della gente che abitava nell’arco montano.
Nevano, ai tempi dei quali trattiamo, era un minuscolo borgo, già posseduto dalla nobile famiglia del Capecelatro. Era una delle tante piccole località sorte ai margini dell'antichissima Atella o sul suo stesso suolo, dopo la devastazione dei Vandali nel 445 e quella ferocissima e definitiva dei Normanni, nei primi decenni del sec. XI 1 . Nevano, il cui nome in origine doveva essere Nivano o Univano, è adiacente al casale di Grumum, un tempo Casagrumi 2 . Oggi le due località formano un insieme che costituisce la città di Grumo Nevano in provincia di Napoli. Gli abitanti di Nevano furono, nel corso dei secoli, profondamente devoti ai loro feudatari, i Capecelatro, dei quali il più illustre rappresentante fu senza dubbio Francesco, generale e storico, nato nel suo feudo intorno al 1595, autore, fra l'altro, di una ben nota "Storia del Regno di Napoli" 3 . Abbiamo detto dell'incertezza nella determinazione della data di fondazione dei Tribunali di Campagna nel Vicereame di Napoli; quello che poi si stabilì in Nevano prese certamente l'avvio dalla Prammatica del 30 aprile 1630, emanata dal viceré duca d'Alcalà ed intitolata "De officio Iudicis Generalis contra delinquentes". Essa fissava le sedi di residenza del Tribunale e stabiliva che esso doveva trasferirsi "da due mesi in due mesi da una terra o città all'altre delle soprascritte; e ciò perché il peso del Tribunale si riparta equamente fra le stesse terre e città, non compone niuna causa di delinquenti in detto Tribunale, senza comunicazione ed ordine per iscritto del Reggente del R. Collaterale Consiglio sopraintendente delle cose di Campagna" 4 . Non è facile seguire gli spostamenti di questo Tribunale; è certo comunque che esso si stabiliva ove più urgeva il bisogno e certamente per alcun tempo fu in Aversa 5 . Molta probabilmente da Aversa passò a Nevano, ove alloggiò nel palazzo baronale, preso in fitto per trenta ducati l'anno. Non esistono fonti dalle quali possiamo desumere la data dello stabilimento dell'importante ufficio giudiziario in Nevano, tuttavia esso dovette avvenire intorno al 1735, sia perché qualche notizia in merito si ritrova intorno a quell 'epoca, sia perché nel 1736 tal Francesco Mastellone, ultimo Commissario del tempo della dominazione austriaca, decedeva nella vicina Grumo. Dal 3° libro dei matrimoni della Parrocchia di S. Vito in Nevano si rileva che il 25 agosto 1735 tal Francesco Camerlingo si univa in matrimonio nelle carceri del locale Tribunale di Campagna con Vienna Lucarelli. La tomba di Francesco Mastellone, Commissario del Tribunale di Campagna di Nevano, morto all'età di 42 anni, trovasi nella Chiesa di S. Caterina, in Grumo, sul lato ove si legge l'evangelo. Tali considerazioni, anche se in via indiretta, comprovano certamente la presenza del Tribunale in Nevano, ove rimane fino al 1808, anno della soppressione di tale istituto. 1 DE MURO V., Ricerche storiche di Atella, antica città della Campania, Napoli, 1840. 2 GIUSTINIANI L., Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, Napoli, 1796, T. II. 3 BONAZZI F., Famiglie nobili e titolate napoletane, Napoli, 1902. 4 PRAGM. Regi Neapol., Ed. Corcione, 1°, 40. 5 PARENTE G., Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, Napoli, 1857. 4 Diversi cittadini grumesi servirono il Tribunale in qualità di soldati. Emilio Rasulo, autore di una bella "Storia di Grumo Nevano e dei suoi Uomini illustri" 6 , ce ne ricorda alcuni: fra i militari a cavallo Tommaso e Arcangelo Chiacchio, Giuseppe Maiello e Tommaso D'Errico; fra i fanti molti i cognomi grumesi, quali Cristiano, Pezone, Mormile. Ai soldati a cavallo era corrisposta la paga di otto ducati al mese, ai fanti sei 7 . Dalla medesima documentazione dell'Archivio di Stato si rilevano le spese sostenute per la fornitura di pane ai carcerati poveri (i benestanti dovevano nutrirsi a proprie spese): dal l° novembre 1766 al 31 gennaio 1767 al fornaio Cristiano Giambattista ducati 9, 96; per il 1768 a tal Lorenzo Papa ducati 20,70; a tal Gennaro Cesaro di Nevano ducati 19,60 per l'anno 1788; per l'anno 1792 a Francesco Canciello ducati 30,23. Il chirurgo del Tribunale era D. Girolamo Bencivenga, di Grumo, che, sin dal 1778, riceveva un mensile di 5 ducati, al quale dopo 12 anni, per la buona condotta mantenuta, fu aggiunta una gratifica di 25 carlini 8 . La vita del Tribunale non sempre fu serena: nel 1788 un Commissario, Natale Cimaglia, fu sospeso per irregolarità amministrative e sostituito dal governatore di Capua, D. Giuseppe Mauri. Però in favore del reo intervenne la clemenza sovrana, la quale, con deliberazione del 16 aprile 1769, stabiliva che al Cimaglia dovevano essere corrisposta dal l° ottobre 1788 al marzo 1789 la paga di 4 ducati al giorno. Dopo la restaurazione borbonica del 1734 fu Commissario del Tribunale di Campagna di Nevano D. Domenico di Roberto, più tardi, nel 1788, dopo le irregolarità delle quali abbiamo fatto cenno, fu Commissario D. Carlo De Mares; tra il 1793 ed il 1795 furono Commissari prima D. Francesco De Cicco e poi D. Tommaso Oliva; nel 1799, anno della tragica e gloriosa Repubblica Partenopea, fu Commissario D. Lelio Parisi. La breve Repubblica Partenopea non modificò la struttura dei Tribunali di Campagna, né lo fece più tardi, nel 1806, durante il decennio francese, Giuseppe Bonaparte, pur avendo instaurato in tutte le province del regno, per l'amministrazione della giustizia, le Commissioni Militari. E' con decreto di Giuseppe Bonaparte del 1806 che D. Lelio Parisi è confermato Commissario del Tribunale di Campagna di Nevano.
Gente di confine. Vivere (e sopravvivere) sulle sponde del medio corso dell'Adda tra '400 e '600
Gente di confine. Vivere (e sopravvivere) sulle sponde del medio corso dell'Adda tra Quattrocento e Seicento. Problematiche sociali La ricostruzione storica del territorio tra Lecco e Trezzo in età moderna si inquadra nelle vicende del Ducato di Milano tra la fine della signora sforzesca e l'interruzione del dominio austriaco in Lombardia ad opera di Napoleone. Si tratta di un arco di tempo così ampio, e così ricco di temi, che è impossibile esporre in modo esaustivo. È possibile però, operando una scelta più mirata, porre l'attenzione su alcune problematiche di carattere sociale ovvero situazioni che investono più direttamente il rapporto tra gli uomini e il fiume Adda. Questioni che, nella loro ordinaria drammaticità, scandiscono la vita quotidiana delle persone in un'epoca difficile, segnata da guerre, violenze, carestie ma anche da grandi trasformazioni in ogni campo della vita economica e sociale. Si tratta di tempi particolarmente significativi in quanto evidenziano al contempo episodi minori e fenomeni storici di più ampio respiro: dalle lotte tra le grandi potenze per il controllo della penisola italiana ai mutamenti delle direttrici commerciali nello spazio padano e transalpino. Nella quotidianità, lo scorrere perenne dell'acqua dell'Adda ha accompagnato il fluire del tempo sulle popolazioni delle sue sponde che, dalla presenza del fiume, traevano vita e sostegno. Acque sempre nuove lambivano le due rive e sempre nuovi fluivano i commerci, si rinnovavano le liti tra i pescatori milanesi e bergamaschi per l'uso delle peschiere o delle gueglie. Si ripetevano spedizioni sulle rive opposte per raccogliere legna o per fare palificazioni. Continuavano i trasporti e l'uso delle acque per le colture, per i mulini, per folle di panni, per filatoi, mentre le cancellerie di Milano e Venezia, anno dopo anno, rinnovavano proteste diplomatiche e pretese. Le fonti per lo studio del confine Queste storie di vita quotidiana lungo le sponde del fiume, al di là dei grandi eventi, ci sono state tramandate dalle più disparate fonti: i reperti archeologici, le pergamene e documenti amministrativi, le architetture, i dipinti e le stampe, le relazioni di ingegneri per il controllo dei confini o per l'uso delle acque, le grandi descrizioni storiche del territorio e, in particolare, la cartografia storica che, nelle diverse epoche, ha graficamente illustrato gli interventi, le modifiche e i progetti che, di volta in volta, si realizzavano al fine di manutenere le sponde o per il decorso del fiume. Mentre gli atti privati sono fonti ricche di notizie storiche ed economiche, ma anche tasselli utili alla ricostruzione di paesaggi storici delle terre dell'Adda, delle sue coltivazioni agricole, della conformazione delle proprietà, dalla cartografia emergono i cambiamenti nell'antropizzazione del territorio che consentono di conoscere le antiche colture dei terreni, le infrastrutture agricole che vi si edificavano, perfino l'organizzazione per l'uso e lo sfruttamento delle acque. Così come, tra i documenti d'archivio, i testamenti, gli atti di compra-vendita, le donazioni non forniscono solamente aridi dati legali, ma altre interessanti informazioni quali la consistenza degli abitati, l'organizzazione dei possedimenti agricoli, così, i precisi rilievi cartografici eseguiti, spesso, con la collaborazione anche dei pescatori, per definire il corso del fiume e i suoi attraversamenti, l'uso delle acque, i diritti di pesca e il controllo dei confini (unitamente a quelli catastali redatti dagli agrimensori milanesi a partire dal 1721), offrono una raffigurazione di quest'area indispensabile per chi voglia leggerla ed interpretarla nei suoi molteplici aspetti storici, economici, etnologici.
Strumenti per la didattica e la ricerca
Nonostante la larga diffusione di un sentimento nettamente contrario alla caccia, non appare possibile immaginare un mondo in cui la pratica venatoria sia completamente eliminata. La caccia, o meglio e più in generale le attività faunisticovenatorie, hanno radici profonde di ordine storico e culturale. In tempi recenti, intorno all’attività venatoria si sono manifestate sensibilità e visioni etiche e culturali, scelte personali e collettive molto diverse, tutte legittime. Questo studio off re pertanto un’ampia panoramica dei cambiamenti avvenuti nella politica in ambito faunistico venatorio, con particolare riferimento alla regione Toscana.
La ricerca indaga le relazioni di cura in ambito domestico tra donne anziane e badanti migranti. La raccolta di conversazioni di donne vecchie, badanti straniere, figlie, assistenti e operatrici sociali nel territorio di Verona, si concentra sulle caratteristiche del lavoro di cura, le problematicità, le risorse che le donne coinvolte mettono in atto nella quotidianità. La trascrizione dei racconti costituisce una raccolta di testi che offrono sguardi da punti di vista diversi sulle trasformazioni in corso nella vita domestica e sociale. Le narrazioni sulla vecchiaia e sulla cura proposte dai mass-media e dalla letteratura offrono un ulteriore ambito di riflessione intorno alle rappresentazioni sociali delle donne adulte e anziane, autoctone e migranti. La ricerca utilizza un approccio qualitativo, con un taglio ermeneutico di matrice femminista, che dà spazio a processi di trasformazione, attraverso la valorizzazione degli sguardi e delle risorse delle partecipanti. A partire dalle conversazioni raccolte, lo studio mette a fuoco alcuni temi da cui emergono proposte di lavoro educativo con le donne adulte e anziane, native e migranti: • l’ambivalenza in cui si situano le donne migranti, in un contesto di scarsa valorizzazione della cura in ambito domestico; • l’importanza di una relazione di riconoscimento tra le badanti e le figlie delle persone anziane; • le diverse forme e le risorse che caratterizzano le relazioni di cura e lo scambio, per le donne anziane e per le loro assistenti; • alcuni elementi di attenzione verso i rischi di violenze istituzionali e domestiche a cui sono esposte le badanti; • il ruolo che le badanti assumono nell’accompagnamento alla morte. Abstract: The research is focused on the caring relationships among elderly women, and migrant caregivers. The collection of conversations of the migrant caregivers, the elderly women, their daughters, the social assistants, in the area of Verona, is centered on the caring relationship, the problems, the resources, which are practiced in the everyday life. The story-telling elicits many points of view, about social and domestic transformations. The accounts about aging and caring proposed by mass-media and fiction, promote an other field of reflection about social representation of adult and elderly, native and migrant women. The research is based on a qualitative approach, following an hermeneutical feminist analysis, which gives space to transformation processes, through the valorization of different glazes and resources of participants. Based on the collection of conversations, the study elicits some themes, which are able to show proposal of educative work with adult and elderly, native and migrant women: • The ambivalence that the migrant women live, in a context of under-evaluation of caring in domestic groups; • The importance of a recognition between migrant caregivers and the daughters of the elderly persons; • The different ways and the resources which characterize the caring relationships and the exchange, for the elderly women and for their assistants; • Some elements of attention to contrast the risks of institutional and domestic violence for migrant caregivers; • The role of migrant women in accompanying to the death. ISBN 9788887096118
Introduzione La condizione urbana incorpora, oltre alle forme ereditate della città compatta e intensiva, morfologie insediative discontinue e differenti per forma e densità, a stretto contatto con lembi di paesaggio agricolo e naturale. La recente storia disciplinare dell'urbanistica, di cui si ripercorrono nel presente articolo alcune tappe significative, ha progressivamente registrato e accolto nei propri apparati interpretativi la problematicità di questo nuovo statuto dell'urbano: non solo insediamenti nelle cui maglie sono inglobati residui di mosaici agrari o suoli agricoli in aree di margine che resistono alle spinte dell'urbanizzazione, ma paesaggi complessi in cui lo spazio aperto, rurale e naturale, tradizionalmente estraneo alla forma urbis, compone economie di parti rilevanti di territorio. Alcune pratiche si cimentano con una dimensione progettuale e normativa che sottende la nuova relazione di mutua utilità tra città e campagna, accogliendo sia paesaggi agrari ad alto valore economico o testimoniale sia quelli ordinari. In definitiva, la questione del governo del territorio si pone oggi in termini che vanno ben oltre la semplice definizione exante delle sue regole di assetto: gestioni diversificate che ne articolano i contenuti specifici apportando un incremento complessivo delle prestazioni urbane, paesaggistiche ed ecologicoambientali. Nel nostro Paese, la pianificazione urbanistica ha espletato la propria efficacia nel tempo lungo operando prevalentemente attraverso la definizione di zonizzazioni funzionali al controllo della rendita fondiaria e alla regolamentazione del rapporto pubblico/privato. Questa prospettiva è stata sancita
Prefazione. F. Cardini. Introduzione. A. Musarra, Appunti per una storia della storiografia sulle crociate in Italia. Abbreviazioni. I. LA CHIESA IN ITALIA E L'ORIENTE LATINO. A. Paravicini Bagliani, Conoscenza e uso del greco e dell'arabo alla corte papale del Duecento. Diplomazia e scienza a confronto - L. Mantelli, "Tornato d'oltremare fu consecrato papa". Il peso dell'esperienza levantina nella politica orientale di Gregorio X - M. Campopiano, Note sulla presenza francescana in Terrasanta: le descrizioni dei Luoghi Santi tra XIV e XVI secolo e il ruolo della Custodia di Terrasanta. II. GLI ITALIANI ALLE CROCIATE, GLI ITALIANI E LE CROCIATE. G. Ligato, Guglielmo V il Vecchio, marchese di Monferrato, alle crociate - C. Carpini, "Boamundi fama terruerat Graecos". L'immagine degli Italiani alla prima crociata - I. Sabbatini, "Com'io cercai di molti luoghi santi". Il corpus fiorentino dei diari di pellegrinaggio a Gerusalemme. III. IL MEZZOGIORNO NORMANNO-SVEVO, LA CROCIATA E LA TERRASANTA. L. Russo, Il regno normanno del Mezzogiorno e Outremer: scambi,interazioni e mancate occasioni - A. Pasquetti, Gli Italiani, la Terrasanta e Federico II: sulle prospettive di un'indagine possibile - M. Pacifico, Il velo della memoria: gli Italiani e Gerusalemme al tempo di Federico II. S. Costanza, Il Fior de Terra Sancta di Girolamo Castiglione (1491) e la dimensione dell'alterità. Dissidenti, eretici e scismatici nella scoperta del Levante. IV. I COMUNI MARITTIMI ITALIANI E LA TERRASANTA. I. Del Punta, Le colonie mercantili italiane in Terrasanta, le crociate e il problema del loro impatto sull'economia dell'area euro-mediterranea nei secoli XII e XIII - A. Musarra, Benedetto Zaccaria e la caduta di Tripoli (1289): la difesa di Outremer tra ragioni ideali e opportunismo. Indici.
La persona: la persona è l'uomo, non il soggetto di diritto e comincia ad esistere dal momento della nascita; è rilevante anche il momento del concepimento: infatti " il concepito è ritenuto come già nato " e il pretore nomina infatti un " curatore del ventre " per i beni del nascituro a lui riservati per la morte del padre. Il soggetto diviene autonomo di diritto nel momento in cui avviene la separazione dal corpo della madre. Sono persone anche gli schiavi, che giuridicamente sono RES: cose (potenziale idoneità alla titolarità di rapporti giuridici). Si definisce come capacità giuridica l'attitudine dell'uomo di essere titolare di diritti e doveri e spetta tendenzialmente ai liberi mentre la capacità di agire è l'attitudine del soggetto a compiere atti giuridici, mediante i quali acquista diritti o assume doveri e manca a chi non ha le necessarie attitudini fisiopsichiche (infanti o malati di mente). Con il termine Capax (non romano) si indicava, nel contesto del diritto ereditario, la condizione di chi, dopo la legge Furia testamentaria e le leggi Augustee, poteva validamente prendere (capere) a causa di morte. Procurato aborto è un problema che veniva sanzionato come offesa non al diritto alla vita del nascituro, ma ad una norma penale o al diritto del padre a non essere privato della discendenza (mentre per io pensiero cristiano era equiparato all'omicidio). Per l'esistenza di una persona fisica occorre: • Separazione: dal corpo della madre; • Che sia vivo: la prova consisteva in un vagito o in qualunque manifestazione di vita; • Vitalità: cioè idoneità ad una vita extrauterina. I nati fuori dal periodo 7°-10° mese che sopravvivono per poco tempo dopo la nascita sono considerati come mai venuti ad esistenza. Come ulteriore requisito per l'attribuzione della qualità di persona si richiede che il nato abbia forma umana; il nato non deve essere: Monstrum, Prodigium, Ostentum o Portentum (vocaboli con cui si indicano creature mostruose, straordinarie, anomale) infatti questi esseri non sono solo giuridicamente inesistenti ma di essi il diritto antico impone l'eliminazione. La persona fisica si estingue con la morte, identificata con la cessazione delle funzioni vitali e dalla morte discende l'apertura della successione nonché l'obbligo di lutto (periodo in cui la vedova non può risposarsi). Rilevante per il diritto è stabilire l'ordine temporale dei decessi: quando in uno stesso evento siano decedute più persone e non sia accertabile con quale ordine, operano alcune regole; si presumono sopravvissuti: • I genitori ai figli impuberi; • I figli puberi ai genitori; • (a fini dotali) il marito alla moglie; per l'accertamento della nascita e della morte non vigeva un sistema simile al nostro: solo a partire dal periodo imperiale venne in uso la denuncia della nascita e con sola funzione probatoria (compiuta davanti ai magistrati e registrata). L'esistenza della persona fisica è un requisito necessario ma non sufficiente perché si abbia un soggetto di diritto. Le condizioni per la capacità giuridica sono: 1) Appartenenza allo status di libero; 2) Appartenenza allo status di cittadino romano (diritto pubblico); 3) Non sottoposto ad alcuno in ambito familiare (essere cioè sui iuris o pater familias). Il concetto di " capitis deminutio " (intraducibile) indica la perdita delle condizioni per la capacità giuridica e presenta 3diverse gradazioni: • Massima un soggetto libero diventa schiavo (diventa oggetto di diritto); • Media perdita della cittadinanza (irrogazione di una pena criminale); • Minima cambiamento dello status familiare (caso di adozione o rinuncia del pater familias). Con il concetto di persona giuridica si intende un centro di imputazione di diritti e doveri: sono persone giuridiche le corporazioni e le fondazioni: • Corporazione: è la persona giuridica su base associativa, in cui più persone sono riunite per una funzione o uno scopo in una entità, i suoi diritti e doveri sono considerati distinti da quelli dei componenti. La corporazione vive autonomamente rispetto alle singole persone che la
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Natura e persona nella crisi planetaria, 2023
Ripubblicato con qualche modifica in A. Magnaghi, a cura di. Il territorio bene comune, pp. 33-56, Firenze: Firenze University Press
Zibaldone: Estudios Italianos, 2016
in Storia del lavoro in Italia, diretta da Fabio Fabbri, Il Novecento. 1896-1945. Il lavoro nell’età industriale, a cura di Stefano Musso, Roma, Castelvecchi 2015, pp. 58-83