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Medieval Europe in Motion 3. The Circulation of Jurists, Legal Manuscripts and Artistic, Cultural and Legal Practices in Medieval Europe (13th-15th centuries), ed. by M.A. Bilotta, Officina di Studi Medievali, Palermo 2021, pp. 215-241
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This essay offers a significant overview of the critical history about juridical manuscripts written or preserved in the Abruzzi, a region in the north-east of the Kingdom of Naples, and proposes new reflections about surviving books and fragments. Furthermore, the author deals with the historical, social and cultural context in which they circulated, enlighting relationships between Abruzzi and the rest of the Europe and his legal tradition.
in I. Lazzarini, A. Miranda, F. Senatore (ed.), Istituzioni, scritture, contabilità. Il caso molisano nell’Italia tardomedievale, Roma, Viella, 2017, pp. 193-216
2022
In "Giustizia, istituzioni e notai tra i secoli XII e XVII in una prospettiva europea. In ricordo di Dino Puncuh", vol. II, a cura di Denise Bezzina - Marta Calleri - Marta Luigina Mangini - Valentina Ruzzin, Genova 2022, pp. 413-435.
ricerca è la produzione manoscritta libraria riconducibile all'area bresciana nel corso dei secoli XI e XII. La scelta di prendere in esame questo particolare periodo storico nasce innanzitutto dalla possibilità di studio offerta dalla conservazione di un certo numero di manoscritti, quindi dal nostro interesse ad indagare la scrittura nel momento della transizione da un sistema grafico ad un altro, ossia dalla carolina alla testuale. E' questo un fenomeno che non rappresenta meramente un fatto tecnico, quanto corrisponde ad un'evoluzione prima di tutto storica e culturale e che segna il passaggio verso una diversa forma di civiltà ; quella che vede l'affermazione delle prime autonomie cittadine, l'emancipazione progressiva della cultura dai contesti più strettamente religiosi e la sua circolazione in ambiti via via più estesi, il rinnovato interesse per settori disciplinari che avevano subito un appannamento nei decenni precedenti 1 . Si tratta di un progresso che non si svolge in forme sempre lineari, che segna, come spesso nella storia, momenti di arresto e anche di retrocessione, fasi di confusione e di crisi in cui sembra difficile distinguere una direzione unitaria, ma che proprio in questa complessità rivela l'esigenza di essere indagato in tutti i suoi aspetti, non da ultimo nel versante della produzione scritta, che è appunto l'ambito che ci compete 2 . 1 Per la ricostruzione del quadro d'insieme nonché per l'approfondimento di singoli aspetti mi sono avvalsa dei contributi pubblicati negli atti delle settimane internazionali di studio che si tengono
I contributi del presente volume sono stati sottoposti a revisione anonima. Proprietà letteraria riservata È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
2023
A fronte della grande mole di studi sulla censura ecclesiastica della carta stampata, in particolare a partire dalla creazione degli Indici dei libri proibiti (il primo fu quello paolino del 1559, ma a Venezia era già stato pubblicato un catalogo specifico nel 1554) e di un’apposita congregazione all’uopo preposta (1571), sembra decisamente meno florido il filone di studi sulla censura dei libri che circolavano manoscritti in Europa prima dell’intuizione di Gutenberg. Eppure quest’attività censoria ci fu e fu importante, come mostrano, ad esempio, i lavori dedicati ai roghi del Talmud e in generale alla condanna e distruzione dei libri ebraici posteriori all’Antico Testamento, che erano intesi dalle autorità cattoliche come “deformazioni” successive. In tal senso, Marina Caffiero ha dimostrato che le dinamiche repressive contro la cultura talmudica funsero da archetipi per le successive azioni primo-modernistiche sul controllo librario. Tuttavia, la censura dei manoscritti nel basso Medioevo non si limitò alla questione ebraica, ma riguardò tutta una serie di testi ritenuti in vario modo “ereticali”, e su questo aspetto la storiografia non sembra aver prestato particolare attenzione. L’intento della ricerca è quello di analizzare come la cosiddetta “Inquisizione medievale” predispose, nel secolo della grande manualistica (il XIV), la distruzione o il controllo della circolazione di tali opere, facendo riferimento, in particolare, agli scritti di Bernard Gui, Zanchino Ugolini e Nicolau Eymerich, che consentono di comprendere l’evoluzione del fenomeno lungo tutto l’arco del secolo in aree differenti d’Europa (rispettivamente: Francia, Italia, Spagna). Despite the extensive body of research on ecclesiastical censorship of printed books—particularly following the creation of the Indexes of Prohibited Books (the first being the Pauline Index of 1559, though a specific catalogue had already been published in Venice in 1554) and the establishment of a dedicated congregation for this purpose in 1571—studies on the censorship of manuscripts circulating in Europe prior to Gutenberg's invention appear significantly less developed. Yet, such censorship existed and played a pivotal role, as evidenced, for example, by works examining the burnings of the Talmud and the condemnation and destruction of post-Biblical Jewish texts. These were perceived by Catholic authorities as later “distortions.” In this regard, Marina Caffiero has shown that repressive measures against Talmudic culture served as archetypes for early modern book-control practices. However, manuscript censorship in the late Middle Ages extended beyond the Jewish question to encompass a broader range of texts deemed “heretical” in various ways—a subject to which historiography has paid relatively little attention. This research aims to analyse how the so-called “medieval Inquisition” orchestrated, during the century of major inquisitorial manuals (the 14th century), the destruction or regulation of the circulation of such works. Particular focus is given to the writings of Bernard Gui, Zanchino Ugolini, and Nicolau Eymerich, which shed light on the evolution of the phenomenon throughout the century in different regions of Europe (specifically France, Italy, and Spain).
SOMMARIO: Nella prassi negoziale abruzzese bassomedioevale, la parola transactio aveva quasi sempre un significato analogo a quello che ha oggi il termine transazione, propriamente e tecnicamente inteso. Rare e sporadiche erano infatti le utilizzazioni della parola transactio nel senso metaforico di conventio e contractus. Il lemma transigere aveva questo significato nelle sue prime comparse (avutesi, verso la fine del XII secolo, nella cronaca del monastero benedettino di San Bartolomeo in Carpineto); nei secoli successivi, però, questa accezione del termine scomparve quasi completamente, e la parola transactio finì col siginificare “non gratuita pactio de re dubia vel lite incerta, aliquo dato vel retento seu promisso” (in ossequio alla nozione delineata da D. 2, 15, 1 e C. 2, 4, 38). SUMMARY: During the late Middle Age, in Abruzzo, the word “transactio” had almost always a meaning similar to the one that today has the term “settlement”, properly and technically understood. In fact, rare and sporadic was the use of the word “transactio” in a metaphorical sense (meaning “conventio” or “contractus”). The term “transigere” had that meaning in its early appearances (towards the end of the twelfth century, in the chronicle of the Benedictine monastery of San Bartolomeo in Carpineto); in the following centuries, however, this sense of the word almost completely disappeared, and the word “transactio” finally had one meaning: “non gratuita pactio de re dubia vel lite incerta, aliquo dato vel retento seu promisso”(according to the concept outlined by D. 2, 15, 1 and C. 2, 4, 38). Parole chiave: transactio; basso Medio Evo; Abruzzo; notai. Key Words: transactio; late Middle Agea; Abruzzo; notaries.
SOMMARIO: Secondo un’opinione ormai datata, nell’Italia meridionale l’ascesa dei Comuni fu ostacolata dal centralismo normanno prima e svevo poi, che impedì il raggiungimento di quell’eccezionale sviluppo avutosi nell’Italia centro-settentrionale. Le più recenti acquisizioni della storiografia hanno invece fatto emergere il quadro di una realtà municipale meridionale ricca e variegata, che si differenziava profondamente da regione a regione, e perfino negli stessi luoghi in momenti storici diversi, ma che comunque era tutt'altro che irrilevante sul piano politico. Era quindi molto sentita, da parte dei Re di Sicilia, l’esigenza di mantenere la pace nel Regno, ovviamente messa a rischio da liti tra città (o anche tra fazioni all’interno della stessa città), che – per loro stessa natura – rischiavano sempre di ingigantirsi, coinvolgendo comunità confinanti e sfociando in vere e proprie "guerre di campanile", dalla durata e dagli effetti imprevedibili. SUMMARY: According to an old opinion, in southern Italy the rise of Municipalities was hampered by centralism first Norman and then Swabian, which prevented the achievement of that exceptional development reached in central and northern Italy. The most recent findings of historians have instead brought out the framework of a southern municipal reality very rich and varied, which differed greatly from region to region, and even in the same places at different historical moments, but anyway quite relevant on a political point of view. Peace in the Kingdom of Sicily was obviously endangered by disputes between cities ( or even between factions within the same city ) , which - by their nature - always risked by involving neighboring communities and becoming long and dangerous local squabbles.
Raffaele Pittella «A guisa di un civile arsenale». Carte giudiziarie e archivi notarili a Roma nel Settecento * 1. I notai romani: una pagina di 'agiografica laica' Non parve bastante al magnanimo zelo della giustizia e allo stabilimento apostolico del patrimonio di nostro signore Innocenzo XII se per la sicurezza degl'interessi pubblici, non meno de' facoltosi che de' luoghi pii, delle vedove, degli orfani e de' pupilli, non istabiliva nel palazzo e casa medesima della giustizia, che è dello stesso principe, la pubblica custodia ed il sicuro ricovero delle scritture e monumenti de' pubblici affari a guisa d'un civile arsenale, donde in ogni tempo si traggono l'armi per la difesa degl'innocenti e oppressi contro i fraudolenti o iniqui usurpatori delli altrui avanti li tribunali 1 . Così l'abate Carlo Bartolomeo Piazza commentava l'inaugurazione del palazzo di Montecitorio, luogo-simbolo per il sovrano pontefice del governo della giustizia e della conservazione della propria memoria documentaria 2 , quando nel 1698, interprete di una diversa sensibilità storica, * Il presente contributo prende spunto da alcuni temi trattati nella tesi di dottorato di ricerca in «Istituzioni e archivi» svolta presso l'Università degli studi di Siena (XX ciclo), dal titolo Una storia di «carte». Gli archivi della reverenda Camera apostolica tra XVI e XIX secolo. 1 Questo è ciò che si legge al capo I, «Del Collegio, overo università de' notari», dell'Eusevologio romano, overo delle opere pie di Roma, accresciuto e ampliato secondo lo stato presente, Roma, Cesaretti e Paribeni, 1698 2 , p. 181, opera di Carlo Bartolomeo Piazza, figura di vertice nel sistema di controllo messo a punto dalla Chiesa cattolica nei riguardi della circolazione libraria, consultore della sacra Congregazione dell'Indice e arciprete nella chiesa romana di Santa Maria in Cosmedin. Suoi l'Emerologio sagro di Roma cristiana e gentile, 2 voll., Roma, Domenico Antonio Ercole, 1690 e l'Eorterologio, overo le sagre stazioni romane e feste mobili, Roma, Gaetano Zenobi, 1702.
Il cinquantenario della Convenzione UNESCO a tutela del patrimonio culturale (1972-2022): percorsi multidisciplinari, 2024
This paper offers an analytical study and a scientific description of juridical manuscripts as an example of the enhancement of material and immaterial cultural heritage. It focuses on collections which contain norms of canon law. The analytical study features an external description of the manuscript (codicological-palaeographical description) and an internal description that documents the individual textual units. For canonical collections, individual canons are considered as smallest textual unit. As an example, the paper presents some manuscripts from late antique and early medieval collections held at the Biblioteca Capitolare (Cathedral Library) of Verona, with which the Department of Cultural Heritage at the University of Bologna has recently signed a cooperation agreement.
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La medicina illustrata. Arte e scienza dal medioevo alla prima età moderna. Manoscritti e libri a stampa della Biblioteca Nazionale di Napoli, catalogo della mostra (Napoli, 4.12.2022 - 3.02.23), a cura di D. Bacca, T. D’Urso, C. Grieco, A. Improta, A. Perriccioli Saggese, pp. 39-46, 2022
Porticvm Revista D Estudis Medievals, 2012
Reti Medievali Rivista 15, 1 (2014), p. 1-37 con tavv., 2014
in "Genesis. Rivista della Società Italiana delle Storiche", 2018