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N ella primavera del 1841 un prezioso rilievo marmoreo del Rinascimento fiorentino 1 passava di mano per andare ad arricchire le collezioni artistiche di un'aristocratica dama francese. In una Firenze il cui mercato antiquariale si stava sempre più orientando verso le opere degli Old Masters, transazioni del genere erano abbastanza frequenti 2 ; ma la vicenda presenta un carattere di assoluta originalità, non solo per l'importanza dell'opera oggetto dello scambio, ma, in special modo, per i personaggi che ne furono protagonisti, per il circuito di affetti che li univa sia fra loro, sia ai luoghi da cui provenivano e che si andavano legando in una perfetta quanto emblematica circolarità. In uno degli articoli pubblicati sulla rivista «L'Artiste», Philippe de Chennevières ripropone le pagine del taccuino redatto durante il suo soggiorno fiorentino, in compagnia dell'amico Ernest Lafontan, nei mesi di marzo e aprile del 1841 3 . La narrazione si sviluppa ripercorrendo le visite e le scoperte di quelle giornate giovanili, gran parte delle quali frutto dei consigli di una donna eccezionale che egli frequentò con particolare assiduità durante la permanenza nella capitale del Granducato, la scultrice Félicie de Fauveau 4 .
Nel capitolo CCLV del decimo libro della Nuova cronica Giovanni Villani racconta che nel giugno del 1324 i duchi Enrico di Carinzia e Ottone d'Austria scesero nel Veneto in soccorso dei Padovani per muovere guerra a Cangrande della Scala e ridimensionare il suo crescente potere nella regione. Il cronista fiorentino informa che in quell'occasione al seguito dei due duchi, oltre a molti altri baroni e a un gran numero di cavalieri, c'erano anche degli «arcieri ungari», concludendo così la descrizione dell'esercito antiscaligero: «Ed erano tanta gente e sì disordinata, che distruggeano amici e nimici, e per gl'Italiani erano chiamati barbanicchi» 1 .
2021
Richiesta di vaccinazione ex D.L. n. 172/2021 previa istanza di informazioni ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 1, L. n. 219/17, art. 3, CARTA UE, e art. 5, Convenzione di Oviedo
AA.VV., Filosofia concretezza insegnamento in Pantaleo Carabellese, a cura di A. Altamura, Stilo, Bari 2023, pp. 90-103.
Che cos'è la comunicazione museale? È forse il "ricreare" l'atmosfera dell'arte. L'arte degli oggetti, dei manufatti o degli artefatti, che l'uomo produce nel duplice aspetto comunicativo e funzionale; comunicativo in quanto l'arte è trasmissione di significati estetici, politici, culturali, sociali ed economici; funzionale in quanto è impossibile prescindere dalla funzione di un oggetto, dal momento che la stessa comunicazione è una funzione dell'oggetto artistico.
Bazyli Masciuch e il suo "Церковне право супруже […]". Le prime note della ricerca A Przemyśl nel 1910 è stato pubblicato, con le spese dell'Autore, il libro scritto in cirillico (кирилица) e intitolato: "Церковне право супруже зъ особлившимъ увзглядненємъ права гр. кат. галицкои провинци, восточныхъ автокефальныхъ Церквей и горожаньскихъ законôвъ въ Австріи и на Угорщинъ" 1. Il titolo si può tradurre usando il termine "цéркoвь" non solo come "la Chiesa ortodossa", ma anche come "la chiesa" (nel senso generale, anche "la Chiesa cattolica") 2 , in che modo: "Diritto matrimoniale ecclesiastico con una particolare considerazione del diritto della Galizia e della provincia greco-cattolica, delle Chiese ortodosse autocefali e i diritti statali austriaci e ungherese". Il libro è stato pubblicato con il permesso dell'Eminenza Andrea, Metropolita di Leopoli e Sua Eccel
Giorgio Pasquali sessant’anni dopo. Atti della giornata di studio (Firenze, 1° ottobre 2012). Contributi di G. Arrighetti, L. Canfora, A. Guida, L. Bossina, D. De Martino, Firenze, Accademia fiorentina di papirologia e studi sul mondo antico, 2014, pp. 59-96, 2014
I contributi pubblicati rispecchiano l'ordine con cui furono pronunciati in quella circostanza. Vogliamo qui ringraziare, in primo luogo, i relatori, che hanno con paziente collaborazione atteso i tempi di questa pubblicazione, seguendone l'iter con amichevole e sentita partecipazione, da Graziano Arrighetti, allievo diretto di Pasquali alla Normale di Pisa, a Luciano Canfora, che molto autorevolmente si sofferma sulla dimensione politica di Pasquali, in particolare sui "Socialisti tedeschi", immediatamente successivi alla Prima Guerra Mondiale, ad Augusto Guida, già autore di numerosi e importanti contributi che hanno portato nuova luce sul complesso rapporto tra Pasquali e il mondo filologico tedesco (in particolare con Wilamowitz e Snell), a Luciano Bossina, che ha curato una interessante ricerca sull'influenza pascoliana sul nostro studioso (finora mai adeguatamente rilevata) e infine a Domenico De Martino, che ha messo in luce il costante dialogo tra Pasquali e gli italianisti, a cominciare dal suo 'allievo'(non diretto, ma di fatto acquisito) Lanfranco Caretti, a conferma di una delle più significative e attuali eredità che Pasquali ha lasciato, ovvero la capacità di guardare oltre gli steccati disciplinari, spesso solo artificiosi, e di creare dialoghi intensi e proficui tra saperi diversi. Non possiamo non rivolgere un altrettanto grato ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione della Giornata fiorentina, che ha visto un largo concorso di pubblico, anche di studenti, segno della perenne attualità della figura di Pasquali: oltre alla Tipografia "La Celere", a cui si devono questi Atti (impreziositi dall'indice curato dal nostro valente collaboratore Davide Debernardi), vogliamo ricordare l'Accademia di Scienze e Lettere "La Colombaria", che ci ha cordialmente e calorosamente accolto nella sua prestigiosa sede di Firenze, e l'amico Saverio Orlando, Vice Presidente della nostra Accademia e Presidente della Delegazione fiorentina AICC, al quale si deve la realizzazione degli inviti; Presentazione 1. Esule in patria Chi è «Petrus de Mola»? È il destinatario di un omaggio librario di Giorgio Pasquali, adornato di una dedica non convenzionale, resa nota dall'attuale e fortunata proprietaria del volume (trovato per caso «e per pochi soldi» 1): Petro de Mola Georgius Pasquali foris exsuli domi exsul d.d.d. L'approdo del volume «in una libreria antiquaria di Basilea» conferma che il dono era rivolto a Peter von der Mühll («Petrus de Mola»!), il grande filologo basileense, amico e interlocutore prezioso di Pasquali fin da quando si trovarono entrambi a Gottinga a seguire le lezioni di Eduard Schwartz. Ma la dedica è senza data, e resta l'interesse di capire quando e perché egli potesse definire von der Mühll exsul foris, e sé stesso, soprattutto, exsul domi. L'ipotesi che Pasquali volesse lamentare un rassegnato senso di isolamento politico nell'Italia fascista non è percorribile: e non tanto per i «cedimenti di Pasquali al fascismo» (che «certamente vi furo
Concevez-vous vraiment, comme seul un exilé peut se les représenter, les délices contenus dans ce verbe pourtant tout simple: habiter?… Habiter a pour racine et origine le verbe avoir. Celui qui voyage n'a plus rien. Le voici alors bien forcé d'être!… Quand le corps émigré garde la chance rare de parler ou d'écrire sa langue, cette langue demeure ainsi le sol et le fl euve, la terre et l'eau de son habitat. Michel Serres, Terre et eau, de l'exil et de l'émigration, in Petit enfant et éveil culturel, éditions Syros, 1994 1 .
Sintesi: L'esame dei più rilevanti principi di coordinamento e dei criteri direttivi dettati dalla legge delega n. 42 del 2009 fa emergere la doppia anima del federalismo fiscale italiano quanto al riparto della potestà legislativa tributaria tra Stato e Regioni. In particolare, detta legge -nella sua veste di «legge di principi» -mostra una tendenza a rendere più pregnante e diffusa la funzione statale di coordinamento e, pertanto, a dare una sorta di priorità, ratione temporis, all'intervento statale in funzione di controllo dello (e di limite allo) sviluppo del sistema tributario in senso federalista. Il che si traduce in una preferenza, indicata al legislatore delegato, verso una definizione dell'autonomia tributaria delle Regioni e degli enti locali in termini di «inclusione» nella generale potestà legislativa statale piuttosto che di «espansione» della potestà legislativa primaria ed originaria delle Regioni medesime. SOMMARIO: 1. Premessa. -2. I principi generali del federalismo fiscale e quelli fondamentali di coordinamento del sistema tributario: differenze. -3. I più importanti principi generali del federalismo fiscale. -4. I principi fondamentali di coordinamento quali limiti e parametri dell'autonomia tributaria. -5. Il principio di territorialità. -6. Il principio di continenza. -7. Il divieto della doppia imposizione regionale dello stesso presupposto erariale. -8. I più rilevanti criteri direttivi di delega che attuano l'art. 119 Cost. in punto di autonomia tributaria delle Regioni e degli enti locali. -9. Verso quale direzione si muove il sistema fiscale federalista? -10. Brevi considerazioni sui criteri di perequazione adottati dalla legge delega.
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