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La sociologia e la teoria politica radicali, non prigioniere delle categorie del secolo appena trascorso, assumono la singolarità a fondamento di un processo costituente del comune il cui esito è la rottura dell'ordine statale e dell'identità proprietaria.
Olms, 2012
Dall’ontologia all’etica, dalla teoria della conoscenza a quella giuridica e politica, il concetto di «comune» attraversa l’intero pensiero di Spinoza: «comune» è l’aggettivo che qualifica le proprietà costitutive dei corpi, le nozioni della conoscenza razionale, i diritti dei cittadini, la natura stessa del bene. Attraverso uno sguardo multidisciplinare (a un tempo filosofico, giuridico e politico) il volume propone una serie di riflessioni di autori di diversa provenienza e formazione, particolarmente attente, da un lato, alla ricostruzione del contesto storico-concettuale di tale concetto, dall’altro a evidenziare il carattere di eccezione del pensatore olandese nell’ambito della modernità filosofica e politica.
A short account of the main steps leading to current theories of Unification, for non specialists (in Italian)
Premessa Questo saggio indaga come l'esercizio e la strutturazione del potere sono stati studiati all'interno del mondo delle scienze sociali, in particolar modo dell'antropologia e della sociologia. Lo fa partendo dalla nascita dell'antropologia politica quando l'attenzione si rivolge alle società primitive, pre-moderne, tecnologicamente arretrate, nelle quali l'ambito del politico sfugge ai confini precisi cui sono abituati gli studiosi dell'epoca e si intreccia alle altre sfere del comportamento sociale. Non trovandosi di fronte a strutture di governo di tipo europeo, gli studiosi vanno a ricercare la politica e le dinamiche di potere in altri campi per spiegare e analizzare la struttura delle società: la parentela, l'economia, la religione o , ad esempio, l'organizzazione della violenza legittimata. Gli studi antropologici si sono approcciati alla questione tramite strumenti teorici e metodologici che sono variati nel tempo e a cui il saggio accenna, ma che per lungo tempo hanno concordemente riconosciuto l'ambito della politica come una sfera, un ambito, un settore indipendente della cultura. Una concezione fondamentalmente istituzionale del potere si è protratta fino a metà del secolo scorso e di conseguenza le sue dinamiche individuate solo là dove si esplicitano e dove socialmente riconosciute. La grande svolta all'interno degli studi sulla politica si ha con l'affermazione della nozione di potere primariamente inteso come capacità di condizionamento altrui e di produzione di comportamenti che, senza l'atto di potere, non si sarebbero verificati. Si esce dal campo dei governi e di qualunque tipo di istituzione specifica per entrare in quello del condizionamento del contesto sociale sul singolo individuo, nei processi di socializzazione e di riproduzione dei circuiti culturali. Una vera e propria rivoluzione prospettica che porta il concetto di potere fuori dalla sfera fino ad allora riconosciuta come politica proiettandolo nella quotidianità e non più agglomerato in istituzioni, personaggi o luoghi. In definitiva il concetto di potere va ad indicare il processo di condizionamento che porta alla standardizzazione che ogni circuito culturale impone a chi vi prende parte. Il potere è onnipresente e plasma tutti i campi che gli antropologi identificano come cultura, in un opera di costante condizionamento. La produzione di saperi apparentemente neutra assume una dimensione marcatamente politica in quanto organica all'instaurazione e conservazione del potere. In questa accezione viene definito sociopotere per meglio indicare l'influenza della società sull'individuo, spinto al conformismo e ad inibire le divergenze dal modello dominante. 1. La nascita dell'antropologia politica, ha origine dalla constatazione che il concetto di " politica " non si esauriva nelle forme governative proprie dei contesti culturali in cui si erano formati i ricercatori. La definizione tradizionale, centrata sul governo istituzionale della vita pubblica, in un ottica antropologica risulta decisamente limitante ed etnocentrica. Secondo tale nozione non esisterebbe un ambito politico nelle società acefale, quelle prive di un organo centralizzato di comando. Le società che non presentano una concentrazione del potere in un'istituzione, in una persona, in un luogo, sono state infatti a lungo considerate prive di una dimensione politica. L'antropologia scientifica ha invece mostrato che un' analisi del potere può essere condotta con profitto anche in società non governate dalle istituzioni prevalenti nell'occidente contemporaneo.
Attraverso un'analisi fondata sul pensiero di Foucault presente in Gli Anormali, in questo saggio verrà affrontato il rapporto che sussiste tra anormalità e Potere. Ciò che emergerà sarà tutta una serie di tecniche di normalizzazione che, a partire dal XVIII secolo, si sono fatte carico dell'individuo ritenuto pericoloso; tecniche che saranno studiate alla luce di una genealogia incentrata sulle trasformazioni dei dispositivi di potere. Sotto questa prospettiva, l'anormalità sarà intesa come errore, devianza o anomalia rispetto alla norma istituita dal potere attraverso tutta una produzione ed un'economia di saperi ufficiali, articolati in istituzioni come la medicina o la psichiatria.
2014
Un equivoco potrebbe nascere, poi, in merito alla proposta del “pensiero unitario” da parte della Chiesa e di qualche altra persona più isolata, nel senso che può essere scambiato per un “pensiero unico”, sul modello che le élites laiciste stanno imponendo in vari paesi occidentali e non. Ma “unitario” significa riferito all’unica verità, che ha la caratteristica di possedere una ricchezza di contenuti inesauribile. C’è dunque nell’educazione al pensiero unitario una varietà straordinaria di approcci, di scoperte, di libere ricerche e di contributi soggettivi. Lo prova il fatto storico che, dalla riflessione greca e romana classica, sono scaturite nei secoli una moltitudine di scienze e discipline, non certo solo umanistiche. Viceversa, il pensiero unico pretende di condurre tutti a pensare allo stesso modo, senza troppi elementi sussidiari, ma si perde nella confusione libertaria o anarchica dell’enciclopedismo fine a se stesso. O meglio: crede di trovare un surrogato dell’unitarietà nel conformismo intellettuale e un surrogato dell’universalità nella quantità di nozioni. A differenza del pensiero classico, tale modo di pensare è dissociativo: spesso ognuno ha una sua verità soggettiva e segue il proprio capriccio, senza fondamenta oggettive e reali. Questo pensiero stenta a fondarsi sulle autorità, volgendo spesso lo sguardo su se stesso, come autorità unica. Non così è il pensiero unitario, che non ha solo un ruolo di recupero dell’universalità, ma pure la missione d’inquadrare il reale in un orizzonte teleologico, poiché ricercare il senso autentico di noi stessi significa anche investigare sulla causa finale per cui esistiamo e viviamo.
Unicità e unità dell'unum argumentum di Anselmo d'Aosta, 2021
Pubblicato su AQUINAS / 2021 pp. 473-492
Viaggio nell'Era della Singolarità, 2024
"Ricorda di guardare le stelle e non i tuoi piedi. Cerca di dare un senso a ciò che vedi e chiediti cosa fa esistere l'universo. Sii curioso.” Stephen Hawking Il futuro è un concetto temporale che si riferisce a ciò che deve ancora avvenire. È il periodo di tempo che si estende oltre il presente, in cui si svolgeranno eventi e si manifesteranno realtà che non sono ancora accadute. Il futuro può essere considerato in vari contesti, inclusi quelli personali, sociali, tecnologici, ambientali e cosmici. La percezione e l'anticipazione del futuro sono influenzate da molteplici fattori, come la conoscenza attuale, le esperienze passate, le previsioni scientifiche e le speranze e paure collettive.
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Quaderni della Ginestra, 2017
Identità della persona e potere di disposizione, 2014
G. De Minico – M.F. De Tullio, Unità, Uguaglianza e Genere, in F. Abbondante - G. De Minico (coord.) - M.F. De Tullio - L. Grimaldi, Tribuna nazionale "L’unità nazionale alla prova della pandemia", in Italiadecide.it , 2020
M. Cartabia, M. Ruotolo (ed.), Potere e Costituzione, Enciclopedia del diritto, Tematici, V, Giuffrè, Milano, 2023
La Civiltà Cattolica 2005 I 342-351 quaderno 3712 (19 febbraio 2005)
Danno e responsabilità, 2014
Grammatica delle solitudini condivise, 2020
Rivista Italiana di Filosofia Politica