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2021, Il Ragazzo Selvaggio
Nel "Grande sonno" (1946) Howard Hawks introduce un'interpretazione romantica del romanzo di Chandler, annunciata fin dai titoli di testa dalle silhouette dei protagonisti che fumano una sigaretta (una codice allusivo tipico del cinema degli anni Quaranta). Questa rilettura, sicuramente innovativa rispetto al libro (in cui il protagonista si tiene lontano, come un monaco, dal potere seduttivo della donna), non va a discapito della resa degli umori e delle inquietudini tipici del mondo poetico chandleriano; e nemmeno del rispetto del carattere intricato e enigmatico dell'intreccio, la cui opacità viene mantenuta - con una scelta coraggiosa ma vincente da parte di Hawks - anche sullo schermo.
Studi Organizzativi, 2007
chiamato familiarmente «Al», è senza alcun dubbio il massimo studioso di Business History dei nostri tempi. In particolare, gli viene riconosciuto il merito di aver reso la "business history" una grande lezione di storia: una lezione costruita attraverso l'analisi di singoli casi ricuciti poi in un disegno composito, che chiarisce le traiettorie attraverso le quali si è evoluta la civiltà industriale. Anzi si può con sicurezza affermare che sia stato proprio lui a inventare questa branca di studi che ha poi esteso fino a renderla una vera e propria scienza autonoma. Alfred Dupont Chandler è nato nel 1918 a Guyencourt nel Delaware (Massachussets), ma visse i suoi primi cinque anni a Buenos Aires dove suo padre rappresentava una impresa ferroviaria americana. Forse, proprio questo gli suscitò una particolare attenzione per i sistemi di trasporto, che considerò fra i più importanti elementi in grado di condizionare lo sviluppo delle economie nazionali: così scrisse per esempio nel suo Railroads: The Nation's First Big Business del 1965. Tornò poi negli Stati Uniti, a Filadelfia, dove iniziò i suoi studi. In seguito frequentò la Phillips Exeter Academy, l'Harvard College, e l'università del North Carolina dove ottenne un Master. L'8 gennaio 1944 sposò Fay Martin con la quale ha condiviso la sua vita caratterizzata da un grandissimo amore coniugale che ha spesso evidenziato nelle dediche in epigrafe ai suoi libri. Fu in Marina durante la Seconda Guerra Mondiale e nel 1952 prese il dottorato in Storia a Harvard. La sua carriera di storico si formò frequentando The Massachussetts Institute of Technology (1950-1963), la Johns Hopkins University (1963-1971), e dal 1971 la Harvard Business School dove fu nominato Isidor Straus Professor of Business History, a quel tempo unica cattedra al mondo nel settore. Nel luglio 1989 divenne professore emerito, ancora ad Harvard. Prima di occuparsi di sviluppo delle imprese, Chandler esercitò la propria propensione di storico interessandosi all'azione politica di Theodore Roosevelt, come assistant editor di quattro volumi relativi a The Letters of Theodore 5
Il Ragazzo Selvaggio, 2019
Double Indemnity (in italiano La fiamma del peccato), il terzo film girato negli Stati Uniti da Billy Wilder, è tratto dall'omonimo racconto di James Cain apparso prima, in otto puntate, tra febbraio e aprile del 1936 sulla rivista Liberty Magazine, e successivamente in volume nella raccolta Three of a kind del 1943, assieme ad altri due racconti dello stesso autore. Nel 1943 la Paramount ne acquisisce i diritti, incaricando della regia Wilder che, in un primo tempo, vorrebbe affidare il lavoro di riduzione allo stesso Cain, ma - essendo questi già impegnato-si rivolge a Raymond Chandler, autore di alcuni polizieschi di successo che condividono con Double Indemnity l'ambientazione nel sud della California. Per quanto Wilder, nell’intervista rilasciata a John Allyn, abbia confuso un po’ le acque affermando che, lavorando a fianco di Chandler, alla fine aveva imparato a scrivere come lui, - quasi a voler ridimensionare il ruolo del collaboratore nel risultato conclusivo del film - il tocco dello scrittore ha lasciato tracce inconfondibili tanto nella sceneggiatura quanto nella messa in scena.
in «Annuario dell’Associazione Storica del Medio Volturno», n.s., n. 3, 2014, pp. 11-22, ISSN 2281-3535, ISBN 978-88-98209-05-7
Diari di Cineclub, n. 86, 2020
Allegri vagabondi, conosciuto anche con il titolo di I fanciulli del West, è un film diretto nel 1937 da James W. Horne per conto di Hal Roach, famoso produttore di pellicole comiche, prodotto da Stan Laurel, distribuito dalla Metro Goldwyn Mayer e ovviamente centrato sulla presenza di Laurel e Hardy. Come suggerisce uno dei titoli che gli sono stati dati in Italia – il secondo, più rispettoso dell’originale che era Way Out West1 -, si tratta di una parodia dei film western. L’edizione recuperata nell’ambito del progetto “S.O.S.Stanlio e Ollio” è quella originale italiana della fine del 1937 (N.O. n. 29907 del 16 dicembre 1937), con le voci dei primi doppiatori ufficiali Carlo Cassola e Paolo Canali, ma con i titoli della successiva riedizione del 1947 (N.O. n.2016 del 19 aprile 1947), doppiaggio storico miracolosamente scampato – assieme a pochissimi altri titoli - alla distruzione del magazzino italiano della Metro Goldwyn Mayer di Roma nel 1942, quando, in pieno regime fascista di Monopolio, fu ordinato il taglio e l’invio al macero di tutte le pellicole di provenienza estera. Nella copia è stata peraltro reintegrata la sequenza introduttiva, dove viene illustrato l’ambiente in stile “western” in cui è ambientata la vicenda, spesso tagliata di netto.
Between, rivista internazionale semestrale in peer-reviewed dell'Associazione Italiana di teoria e storia comparata della letteratura, vol. 2, n.4 (2012)
Tra gli innumerevoli adattamenti cinematografici di Great expecta--tions, uscito a puntate sull'All the Year Round tra il 1860 e il 1861, le due versioni di David Lean (1946) e di Alfonso Cuarón (1998) rappresenta--no, in maniera emblematica, due modi opposti di rileggere un'opera letteraria.
Pulp libri, 2019
La giungla, pubblicato da Upton Sinclair nel 1906, è un libro ideologicamente costruito, pedantemente dimostrativo, informe e noioso in alcune parti, ma così bello e fiammeggiante, così accurato nell’indagine sulle condizioni di vita degli operai, delle migrazioni, dell’organizzazione del lavoro, della costruzione di una città – Chicago – della produzione industriale del cibo, da essere non solo un modello di giornalismo e letteratura di denuncia – di “quel muckraking (andare a frugare nel letame) che costituì una delle tendenze più vigorose della cultura americana di inizio secolo e che influenzò in maniera più o meno profonda le moderne lettere americane”, come scrive Mario Maffi (traduttore de La Giungla per Net, la collana de Il Saggiatore) – ma da rimanere ancora oggi, purtroppo, di un’attualità stringente e – forse per questo – quasi del tutto dimenticato.
CINECRITICA, 2021
Kruger: «Apro di due». Bensinger: «Ci sto». Endicott: «Fino a venti». Kruger: «Calma Tom, Tu non hai venti dollari». Inizia così, con una mano di poker, "The Front Page", la commedia che Ben Hecht e Charles MacArthur scrissero nel 1928. Siamo a Chicago (nel testo teatrale è citata esplicitamente) nel 1920; nella sala stampa del penitenziario cittadino dove i cronisti stanno aspettando l'esecuzione di Earl Williams, un poveraccio condannato all'impiccagione per aver ucciso un poliziotto di colore. La caratterizzazione dei giornalisti non lascia dubbi: essi non provano alcuna emozione o empatia per i drammi che sono costretti a raccontare per professione. Hildy, nel testo teatrale, li tratteggia così: «Giornalisti! Un sacco di schifosi, stupidi culi; un incrocio tra un contrabbandiere e una puttana». Tuttavia, non sono loro il vero bersaglio di Hecht che nei primi anni Venti aveva lavorato come cronista di nera per il "Chicago Journal" e il "Chicago Daily News" e provava una sorta di ironica, quasi beffarda, nostalgia per il mestiere di giornalista. "A Valentine thrown the past": così aveva definito "The Front Page". In un ricordo dell'amico MacArthur, esprime il suo rammarico per aver lasciato Chicago, che definisce "l'Atene dei macelli"1, e il mestiere di cronista. Si aggiunga che anche MacArthur aveva un passato come cronista al "Chicago Daily News" e all'"Hearst's International Magazine", mestiere che amava pur sognando di diventare commediografo e sceneggiatore per Hollywood, cosa che avvenne. Può essere una coincidenza, ma negli anni Venti vi sono anche altri giornalisti che si dedicano a scrivere pièces, come Bartlett Cormack dalla cui commedia omonima nel 1927 è tratto The Racket2 diretto da Lewis Milestone, antesignano dei gangster movie che di lì a poco verranno girati. Nel film, due cronisti aspettano le notizie giocando a carte negli uffici dello sceriffo: seguono gli eventi che coinvolgono Nick Scarsi, il boss italo americano della città (Chicago in questo caso non è citata esplicitamente), il sindaco corrotto in attesa di essere rieletto e un poliziotto integerrimo, quanto alla fine perdente. Tutto The Racket è segnato dal senso d'impotenza nei confronti della corruzione e del malaffare e la battuta conclusiva, detta da uno dei cronisti dopo che il boss Nick Scarsi è stato ucciso per impedire che testimoni contro il sindaco e l'organizzazione criminale, lo riassume: «Perché il governo dei professionisti, dai professionisti e per i professionisti, non scompaia dalla terra». Il poliziotto integerrimo combatte contro i mulini a vento, gli siamo vicini, ma ne sentiamo tutta l'impotenza: l'eroe è solo contro il potere che è più forte di lui. L'ineluttabilità del malaffare, che è strutturale e quasi ontologica nella visione del mondo di Hecht, qui ha più un valore di denuncia sociale (seppure sia blanda).
Crepuscoli dottorali, 2011
Lo storico dell'arte americano Millard Meiss (1904Meiss ( -1975 studiò lo sviluppo e la ricorrenza delle figure dormienti nell'arte rinascimentale veneziana nel saggio Sleep in Venice (1964Venice ( , 1966, avanzando al contempo il proprio contributo teorico -basato sulla combinazione di analisi formale e approccio iconologico. Le fonti dell'interpretazione delle mitiche fanciulle dormienti si potrebbero individuare nella Scuola di Warburg -in particolare nella ricerca sul mito condotta da Frizt Saxl -e nella fondamentale opera coeva di Panofsky sulle rinascenze nell'arte occidentale. Quindi, la fortuna critica dell'affascinante articolo di Meiss è strettamente legata al maggiore consenso incontrato dalla sua indagine sull'interazione di forma e contenuto. studied the development and recurrence of slumbering figures in Venetian Renaissance art in the essay Sleep in Venice (1964Venice ( , 1966), yet setting forth his theoretical contribution -based on the combination of formal analysis and iconological approach. The sources of his interpretation of mythical sleeping maidens could be traced back to the Warburg school -namely to Fritz Saxl's research on myth -and to Panofsky's coeval seminal work on the renascences in Western art. Therefore, the critical fortune of Meiss' fascinating article is closely related to the wider acceptance of his investigation on the interplay of form and content. "Sonno a Venezia". Millard Meiss e l'interpretazione cronologica del mito 5 Il mito An eternal book Whence I may copy many a lovely saying About the leaves, and flowers -about the playing Of nymphs in woods, and fountains; and the shade Keeping a silence round a sleeping maid. John Keats, Sleep and Poetry (1816) 1 A partire dalla ninfa dionisiaca 'inseguita' da Warburg, proseguendo con gli studi di Wind, Saxl e Panosfky nella generazione successiva, si potrebbe concludere che l'interpretazione del mito nel corso della storia dell'arte rappresentò un ideale campo di analisi per gli studi di carattere iconologico -declinato nelle sue varianti metodologiche. In linea con questa impostazione critica, Millard Meiss (1904-1975) 2 -da alcuni definito il «Panofsky americano» 3 -erede della tradizione iconografica e iconologica panofskiana negli Stati
Arte contemporanea per la Carovana: opere del Centro Pecci di Prato alla Scuola Normale Superiore, 2023
Annali Online di Ferrara-Lettere, 2009
Un giovane di umile estrazione 'sogna' un improbabile avvenire di scholar alla prestigiosa università di Christminster, rappresentazione letteraria di Oxford, ma finirà per accettare il mestiere di scalpellino cui la propria condizione sociale l'aveva destinato: da queste premesse si dirama la trama cupa e torbida di Jude the obscure (1895), il romanzo di Thomas Hardy che scandalizzò l'Inghilterra vittoriana. Nella cornice tipica del bildungsroman 1 è così messa a nudo l'amara vicenda di un giovane e del suo 'sogno' -nell'accezione figurata di vagheggiamento più che di aspirazione -di intraprendere quella carriera intellettuale che effettivamente fu poi percorsa e con successo da Hardy, figlio di un muratore 2 .
HISTORIA ET IUS 18/2020, 2020
ABSTRACT: The paper examines Penal Procedure (1959), a one-act opera composed by Luciano Chailly to a libretto by Dino Buzzati and The Most Wonderful Evening of My Life (1972), a film directed by Ettore Scola with Alberto Sordi, inspired by the novel La panne of Friedrich Dürrenmatt. Besides the essay points out parallels between Penal Procedure and The Most Wonderful Evening of My Life and the american genre of «Courtroom Drama».
Introduzione a Parker Tyler, "Allucinazione Hollywood", traduzione e note di M. Giori, Temi, Trento, 2017
This essay serves as introduction to my Italian translation of Parker Tyler's "The Hollywood Hallucination" (1944).
Ledizioni eBooks, 2021
Il volume offre un incrocio di sguardi critici sulle rotte percorse dall'opera dantesca nelle letterature straniere. A settecento anni dalla sua morte, la voce di Dante continua a oltrepassare confini permeando immaginari lontani, in un incedere di evocazioni, traduzioni, interpretazioni e riscritture. I venti saggi qui presentati tratteggiano un itinerario di esplorazione delle tracce dantesche nelle tradizioni letterarie di Albania,
La lente della filatelia. Dal 'piccolo' al 'grande': letteratura, cultura, storia e società, Edizioni del Rosone, Foggia, 2023, pp. 442, ill, , ISBN 978-88-3335-173-5 , 2023
In questi 27 saggi, articolati in 3 sezioni ("Letteratura e filatelia", "La filatelia nel flusso degli eventi" e "Ritratti filatelici di città Italiane") al centro c’è sempre l’importanza della filatelia, nella convinzione che francobolli e interi postali sono degli straordinari documenti storici, culturali e artistici, che, con le loro peculiarità, vengono incontro al nostro naturale amore per il bello e permettono di penetrare in profondità negli eventi e nei personaggi, di cogliere affinità e contrasti, di svelare retroscena e obiettivi. Di qui la scelta del titolo, con il suo riferimento alla lente, e dunque ad un bisogno di approfondire e valorizzare. Quel connubio tra parola e immagine è in effetti straordinariamente fertile e in grado di comunicare il proprio messaggio a quanti hanno voglia di ascoltarlo e di rielaborarlo.
Mondadori, 2024
Altritaliani, 2012
E' stato pubblicato da Mimesis, con una preziosa prefazione di Giuliano Montaldo, un libro a fumetti piuttosto particolare, autore Maurizio Di Bona, alias TheHand: "Chi ha paura di Giordano Bruno. Viaggio ragionato dentro il libro sul Nolano che non s’ha da scrivere né disegnare" (Milano 2006). Il libro narra ed illustra la storia di un altro libro, un romanzo grafico sulla vicenda del filosofo, concepito dal medesimo autore nell’ormai lontano 2001 senza trovare editori ma solo spazio informativo sul web, la forma di alcune tavole generosamente anticipate al pubblico, un tentativo – non andato a buon fine, almeno per ora – di autoprodurlo con il contributo dei potenziali lettori tramite “Produzioni dal basso”, un profilo Facebook dedicato, video di presentazione e “denuncia” del caso su Youtube, infine un progetto multilingue a cura dell’autore su www.giordanobruno.es, intitolato Giordano Bruno Nolano Italiano, work in progress dell’opera che attende di arrivare nelle librerie, ossia THE NOLAN – Giordano Bruno è tornato.
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