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La riforma di Cîteaux ebbe in Italia una notevole diffusione 1 sia col dar vita a nuove fondazioni monastiche -di cui alcune dovute allo stesso s. Bernardo 2 -sia col rinnovare e riformare abbazie note 1 Per riferimenti generali cfr. G. Penco, Storia del monachesimo in Italia, 3a Ed., Milano, Jaca Book, 1995, pp. 240-247; si veda la cartina delle abbazie cistercensi in Italia in J. M. Canivez, Cîteaux, in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, 12 (1953), coll. 875-876; per alcune zone d'Italia cfr. R. Manselli, Fondazioni cisterciensi in Italia Settentrionale, nel vol. A. Fliche -V. Martin -J. Rousset de Pina, Dal Primo Concilio Lateranense all'avvento d'Innocenzo III, in A. Fliche -V. Martin, Storia della Chiesa, IX/1, Torino, S.A.I.E., 1974, pp. 375-396; E. Dupré Theseider, Sugli inizi dello stanziamento cisterciense nel Regno di Sicilia, nel vol. Studi Medievali in onore di A. De Stefano, Palermo, Società siciliana per la storia patria, 1956, pp. 203-218; un elenco di abbazie e monasteri cistercensi di antica fondazione in T. Moscatelli, Il S. Ordine Cisterciense in Italia, in L'Italia benedettina, Roma 1929, pp. 505-507; un prospetto di 85 insediamenti maschili in L. J. Lekai, Cistercensi, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, 2 (1975), coll. 1089-1090. Cfr. anche il volumetto di carattere divulgativo B. G. Bedini, Breve prospetto delle Abazie Cistercensi d'Italia, Casamari, Tipografia di Casamari, 1987. Brevi riferimenti in M. Pacaut, Monaci e religiosi nel Medioevo, trad. it., Bologna, Il Mulino, 1989, pp. 203-204. Di notevole utilità le messe a punto di G. Viti, I cistercensi in Italia, in L.
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Antico monastero benedettino fondato nel XII secolo all'esterno della cinta muraria della fiorente città di San Marco D'Alunzio.
2021
«Abbazia di San Giusto di Susa», in «La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 5. Censimento e quadri regionali», Tomo I, a cura di Federico Del Tredici, Roma 2021, pp. 145-150.
Edition. Special issue of "ArcheoMolise", n. 8, 2011
Sezione rilevata dettagliatamente della "Corniola" del Pallareto in cui c'è il livello a Catriceras e molti altri fossili. In primo piano il Prof. Federico Venturi,
L’Abbazia della SS. Trinità di Saccargia., 2002
Articolo pubblicato su Exibart il 23 settembre 2002
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monastero benedettino fondato su antiche strutture bizantine nei primi anni del XVI secolo. Scavi archeologici hanno riportato alla luce edifici molto antichi con affreschi di pregio
Tutela & restauro 2021. Notiziario della Soprintendenza ABAP di Firenze, Pistoia e Prato, 2023
Le ricerche archeologiche condotte a partire dal 2020 e tutt’ora in corso, all’interno del cantiere di restauro dell’ex Abbazia di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo presso Scandicci alle porte di Firenze, hanno permesso di indagare la parte del complesso monumentale rimasta in uso ai privati. Saggi archeologici mirati, condotti in zone diverse dell’abbazia, hanno rivelato la presenza di stratigrafie complesse, in alcuni punti potenti fino a quasi 3 m, che separano i piani di vita due-trecenteschi da quelli attuali. I saggi nel sottosuolo, la lettura delle stratigrafie murarie e delle caratteristiche architettoniche così come l‘assistenza archeologica ai lavori di restauro stanno permettendo di acquisire nuove informazioni sugli aspetti architettonici e funzionali dei diversi ambienti, contribuendo a delineare la morfologia originaria del primo impianto cistercense due-trecentesco e le numerose risistemazioni dell’edificio avvenute nei secoli successivi. Gli esiti delle indagini consentiranno di ridefinire in modo organico e puntuale la storia complessiva dell’edificio, che si conferma essere un formidabile palinsesto per lo studio dell’edilizia medievale e post medievale del territorio fiorentino.
Gli albori del cambiamento: una riforma "in ordine sparso"
istituto storico sannio telesino, 2023
L'abbazia benedettina del Santo Salvatore, nel comune di San Salvatore Telesino in provincia di Benevento, ha avuto nel corso della sua storia uno sviluppo innegabilmente affascinante, misterioso e importante. Nel luogo dove è tuttora visibile parte della chiesa e del chiostro di un antico monastero si sono alternati momenti e fatti di indubbia importanza che hanno spesso riguardato e coinvolto molti dei territori limitrofi nella zona del Sannio beneventano. Poche le testimonianze scritte sull'abbazia di San Salvatore nel corso della storia ma abbiamo la certezza che il monastero telesino era fortemente impegnato dal punto di vista culturale e letterario. Il lavoro degli amanuensi, incaricati appunto di copiare, una parola dopo l'altra, tutto il libro, era un'attività che prevedeva pazienza, fatica, impegno e meticolosità e rappresentava l'unica possibilità, prima dell'invenzione della stampa, di far circolare l'erudizione e la fede. "Monasterium sine libris est sicut civitas sine opibus, castrum sine numeris, coquina sine suppellectili, mensa sine cibis, hortus sine herbis, pratum sine floribus, arbor sine foliis…". A questo sapiente impegno intellettuale non si è sottratto, dunque, neppure il cenobio benedettino del Santo Salvatore di Telesia.A questo sapiente impegno intellettuale non si è sottratto, dunque, neppure il cenobio benedettino del Santo Salvatore di Telesia, un’istituzione nata con ogni probabilità nel IX secolo come cella monastica dipendente da Montecassino e che visse il massimo periodo di splendore tra la fine dell’XI e il XII secolo e da cui ebbe origine l’omonimo comune situato nella Valle Telesina.2 Dal rinvenimento di un importante documento, e grazie alle ricerche e al lavoro di apprezzabili studiosi, è possibile stabilire con assoluta certezza che nell’abbazia di San Salvatore ci fosse un vero e proprio sciptorium in cui venivano realizzati testi di grande rilevanza sotto il profilo letterario e spirituale. Pur non avendo molte testimonianze di documenti prodotti nel monastero, l’unica attestazione di tale attività nell’abbazia benedettina di San Salvatore è riscontrabile all’interno di un codice manoscritto contenente un Colophon compilato nella citata abbazia e tuttora custodito nella biblioteca Gambalunga di Rimini. Il manoscritto prodotto in scrittura beneventana e segnato SC – MS 74, si compone di una successione di testi di autori diversi tra cui: un Elucidarium, il cui autore è Onorio di Autum; uno scritto di Ugo di San Vittore dal titolo De tribus diebus e di un trattato denominato Florilegium Peccatorium. Alla fine del manoscritto è presente un carmen dedicatorio che si rivela particolarmente interessante poiché consente di ottenere qualche supplemento d’informazione sull’abbazia del Santo Salvatore.
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Medioevo n 207, Aprile 2014 (pp. 94-105)., 2014
«Benedictina», LIX, 1, 2013, pp. 107-135
Quaderni della Biblioteca del Convento francescano di Dongo, 69, 2013
Quaderni Brembani, 2020
La signoria rurale nell'Italia del tardo medioevo. 5. Censimento e quadri regionali, 2021
La regia abbazia di San Costanzo (a cura di G. Coccoluto e C. Ellena), 2020
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