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in "Studi di Memofonte", XIII, dicembre 2014, pp. 245-261, 2014
Nell'estate del 1959 veniva dato alle stampe il primo numero di «Appia Antica. Atlante di Arte Nuova», «rivista di selezione poetica e di qualificazione ideologica di quella produzione artistica che si testimonia in qualche senso attiva o attuale» 1 .
Inediti: "I miei Tarocchi in generale" di Emilio Villa, tradotti e presentati da Bianca Battilocchi.
Emilio Villa nasce il 21 settembre 1914 ad Affori (Milano).Inizia gli studi al seminario di San Pietro Martire, presso Seveso (tra i compagni c’è anche Giancarlo Vigorelli). Dall’ebraico il suo interesse gradualmente si estende all’intero orizzonte delle culture semitiche antiche. Tra il 1933 e il 1936 – nel frattempo a 21 anni si è sposato – può frequentare da laico l’Istituto Biblico di Roma e dedicarsi allo studio del sumero e alla filologia semitica antica, studi che lo porteranno in seguito ad intraprendere una nuova traduzione della Bibbia; impresa, rimasta incompiuta, alla quale si dedicherà durante il corso di tutta la sua vita.Nel 1937-38 vive a Firenze, dove conosce Mario Luzi e Oreste Macrì, collabora a “Frontespizio” e frequenta Palazzeschi. Nel 1938 vive a Roma e inizia un periodo di vivace attività pubblicistica.Richiamato alle armi dalla Repubblica di Salò, fugge e si nasconde in Toscana ospite di Bino Sanminiatelli. Verso la fine del 1943 ritorna a Milano, dove vive in clandestinità, prendendo parte alla Resistenza con un gruppo comprendente il critico d’arte Mario De Micheli.Nel 1947 esce l’introvabile sua raccolta di poesie Oramai (Istituto Grafico Tiberino).Tra il 1951 e il ’52 vive in Brasile collaborando con Pier Maria Bardi, il fondatore del Museo di arte moderna di San Paolo, ed entrando in contatto con gli ambienti dell’emergente concretismo brasiliano. Rientrato a Roma e fino alla pubblicazione del primo (e unico) volume di Attributi dell’arte odierna (Feltrinelli, 1970) l’ambito dei suoi interventi si configura vastissimo e si articola secondo tre linee di sviluppo che scorrono parallele e investono rispettivamente la critica d’arte, la poesia e le traduzioni, in particolare dei testi biblici rivisitati in una prospettiva laica.L’attività del critico militante è più nota e più seguita delle altre. Emilio Villa assume il ruolo di mentore e presentatore riconosciuto degli artisti più innovatori del suo tempo: Perilli, Dorazio, Turcato, Cagli, Capogrossi, Colla, Nuvolo, Afro, Mirko, Novelli, Rotella, Schifano, Lo Savio, Manzoni, Bonalumi, ma sopra tutti Alberto Burri fin dal lontano 1951. Intensi anche i rapporti con il mondo dell’arte internazionale: Matta, l’action painting, Rothko, Moore, Breton (che lo riceve a Parigi nel 1963), Duchamp (incontrato a Roma nel 1963 e che lo gratifica del termine “Villadrome”, “Villa sempre in corsa”). Collabora a numerose riviste (tra le altre, “Civiltà delle macchine”), ne fonda una all’avanguardia, “Ex” (di cui usciranno cinque numeri dal 1961 al 1968) e scrive nuove poesie pubblicate in edizioni a tiratura limitata al di fuori del circuito editoriale tradizionale. Esce per Guanda nel 1964 la sua traduzione dell’Odissea e partecipa come “consulente storico” alla realizzazione del film La Bibbia (1966), diretto da John Houston, visitando l’Egitto e il Medio Oriente. Sul piano personale conduce una vita brada e zingaresca senza negarsi i piaceri della vita, alloggiando in luoghi precari (studi di artisti, case di amici, anche dormendo sotto i ponti), svendendo le opere d’arte ricevute all’insegna del totale disprezzo per il mercato, le cose e il loro possesso, ma intransigente nell’indagare e praticare senza contropartite i confini estremi dell’arte e della parola. Agli inizi degli anni Settanta affida a un magazzino un baule colmo di libri e manoscritti che va perduto perché non è in grado di pagare l’affitto del deposito. Dagli anni Settanta in poi assistiamo ad un progressivo e sostanziale isolamento di Villa dal mondo letterario e artistico, nonostante la posizione attribuitagli di maestro del variegato universo della poesia visiva e la circolazione occasionale nel mercato di suoi “oggetti di poesia”, a cui corrisponde un’intensa e febbrile attività plurilinguista (italiano, latino, greco, portoghese, provenzale e in particolare francese) fino all’ictus del 1986, che gli impedisce di parlare e scrivere. È amorevolmente assistito dalla pittrice Nelda Minucci, la compagna degli ultimi anni, e gode presto dei benefici della “pensione Bacchelli”. Nel 2002 muore Nelda, il 14 gennaio 2003 in solitudine la segue Emilio Villa, sepolto a Sant’Angelo in Colle presso Montalcino. L’opera poetica di Villa è immensa, in parte inedita e in parte smarrita, o dispersa in edizioni private e riviste poco note; e altrettanto cospicuo e disperso è il suo lavoro intorno alle arti visive, e quello di traduttore. In libreria sono giunte pochissime opere, tra le quali ricordiamo la versione dell’Odissea e la raccolta di scritti sull’arte, quest’ultima per la tenacia di Aldo Tagliaferri allora responsabile letterario della Feltrinelli. Il primo (e unico) volume delle sue Opere poetiche, edito da Coliseum nel 1989 a cura di Aldo Tagliaferri, ha segnato – all’età di 75 anni – il suo esordio poetico ufficiale. Nel 2004 l’amico e studioso decennale Aldo Tagliaferri pubblica per DeriveApprodi Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa. http://www.diaforia.org/floema/2014/05/30/la-scrittura-della-sibilla-emilio-villa/
Il saggio qui proposto analizza le novita' e le provocazioni del poeta-traduttore Emilio Villa in una delle sue opere piu' rappresentative, "Diciassette variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica" (1955). La poesia villiana si svela infatti onnivora e desiderosa di oltrepassare i modelli del passato, facendo di ogni materia, anche la più umile, una nuova occasione artistica, senza vergogne né timori.
La modernità letteraria e le declinazioni del visivo, Pisa, ETS, 2018, tomo II, 2, pp. 143-150, 2018
Clara Allasia Sanguineti's Wunderkammer. Un cantiere aperto a Torino fra letteratura, teatro, cinema, televisione e radio 287 Alessandro Cinquegrani «Una sfida alla ragione»: su un disegno di Primo Levi nella Bestia nel tempio 295 Rosalba Galvagno «Murió la verdad» «Murìu 'a virità»: i traumi del desiderio e i traumi della storia. Dai desastres di Francisco Goya alle ecfrasi di Vincenzo Consolo 303 Marco Carmello Scrittura dell'immagine, immagine della scrittura: considerazioni intorno a Salons di Giorgio Manganelli 311 Barbara Distefano L'archivio scolastico visuale di Umberto Eco. La calligrafia sfocata di Bodoni nella Misteriosa fiamma della regina Loana 319 Francesca Fistetti Una memoria illustrata. La misteriosa fiamma della regina Loana di Umberto Eco 327 Mario Cianfoni «La gabbia dei segni non limita niente»: la pittura come paradigma nella poesia di Guido Ceronetti 335 Michela Manente I libri "visivi" di Maria Luisa Spaziani: poesie in edizioni d'arte 343 Elena Rondena «Un racconto per immagini»: L'isola del paradiso di Eugenio Corti. Dalla letteratura al fumetto verso la televisione 351 Francesca Medaglia L'importanza del segno visivo all'interno della pagina scritta: il caso di Acqua in bocca di A. Camilleri e C. Lucarelli 359 Loredana Palma Dal web al libro. L'interazione parole-immagini nel caso di Storie di Napoli 367
Analisi e valutazione dell'evoluzione del plurilinguismo nella poesia di Emilio Villa e proposte per un'interpretazione alla luce del concetto di "poesia totale".
Quaderni, 2018
Si ha, visitando il complesso archeologico cagliaritano noto come Villa di Tigellio, una sorta di smarrimento, ingenerato da uno scenario un po’ incomprensibile e un po’ incompreso, quattro sassi disordinati, appesantito da uno stato di conservazione precario. L’urgenza di fare fronte al degrado, determinato dall’azione combinata della lunga esposizione agli agenti atmosferici di strutture fragili e deperibili e della, costante, assenza di risorse, va di pari passo con la necessità di riprendere il filo della conoscenza di questo frammento della Cagliari romana che, a fatica, convive nella nostra e con la responsabilità di interrogarsi su quale sia il senso di tale convivenza. Per ragioni di spazio in upload è stato caricato un file compresso. L'originale a risoluzione ottimale è scaricabile gratuitamente dal sito web dei Quaderni: http://www.quaderniarcheocaor.beniculturali.it/index.php/quaderni/article/view/385
2017
The paper brings three main objections to Vittorio Villa. The first concerns the meta-theoretical, if not philosophical, and anyway top-down, character of his own approach: to which another one is opposed, a so to speak truly realistic, only theoretical, strictly legal, and anyway bottom-up one. The second objection concerns Villa\u2019s criticism of descriptivism, from the point of view of his own meta-scientific constructivism: such a criticism is overcome, along the same direction of thought, by the proposal of a cognitive but linguistically pragmatic and philosophically pragmatist jurisprudence. The third objection concerns Villa\u2019s refusal of the Wertfreiheit principle: refusal to which it is replied that the positivist tradition never actually banned the lawyer and the philosopher of law from the right to evaluate, but only to do so occultly
The story of six ancient families in a small town
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Rossocorpolingua, 2023
Fonti Musicali Italiane, n. 22, 2017
Studia scientifica facultatis paedagogicae, Universitas Catholica Ružomberok, (2), XVIII, 2014
Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
Arimnestos, Ricerche di Protostoria Mediterranea. Rivista online del Museo di Verucchio, 2019
Una funzione dello stereotipo, in «λeússein. Rivista di Studi Umanistici», Roma: Edizioni Universitarie Romane, n. 02-2010, pp. 145-151, (ISSN I1974-5818).
Rinascimento visto da Sud, 2019
All'ombra dei cipressi del Terraglio, 2022
Per leggere. I generi della lettura, 8, primavera 2008, 14, pp. 59-78, 2008
L’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Regola Quindici secoli di storia imolese Tomo I - Studi e ricerche Tomo II - Euristica delle fonti documentarie (sec. XI-XIX), 2010