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Storia delle relazioni diplomatiche tra Italia e Senussia nel periodo 1911 -1923 2 INTRODUZIONE Lo scopo di questo paper è rintracciare i motivi che portarono alle origini, agli sviluppi ed al finale deterioramento di quelle che sono state le relazioni diplomatiche intercorse tra l'allora Regno d'Italia e la confraternita senussita negli anni 1911-1923. Prima di concentrarsi sull'argomento centrale di questa relazione è però doveroso comprendere i tratti distintivi e gli obiettivi che la fratellanza senussita, originariamente guidata dall'algerino Moḥammed Ibn 'Alî es-Senûsî, si prefisse ed evidenziarne il contesto di creazione in Libia nel 1842. L'ordine della senussia nacque essenzialmente come reazione al comportamento di Egitto ed Impero Ottomano negli ultimi decenni del 1800. Durante l'era delle Tanzimat 1 , dal 1839 al 1876, l'Impero Ottomano aveva come obiettivo la modernizzazione del paese, contrastare l'indipendentismo delle varie etnie e combattere il declino internazionale. Così sia con Muḥammad 'Ali in Egitto -che era a livello nominale una provincia Ottomanache con il sultano Maḥmud II, si cominciò ad emulare metodi europei di amministrazione, istruzione e organizzazione politica che bisognavano di personale qualificato, inizialmente europeo e successivamente uscente dalle scuole europeizzate dell'Impero. Nonostante il fondamento religioso della società non fosse messo in dubbio queste politiche ridussero il significato nella società dell'apparato religioso. L'Impero Ottomano voleva scavalcare l'identità musulmana del popolo facendolo aderire invece all'ottomanesimo attraverso l'integrazione di non musulmani e non turchi ed impiegando il principio europeo di uguaglianza davanti alla legge. L'Impero doveva essere secolarizzato e ciò avrebbe portato alla disgregazione della ummah 2 di Muḥammad. Per portare avanti le riforme però l'Egitto iniziò a chiedere debiti stranieri che non riuscì più a ripagare e ciò portò all'occupazione britannica tra il 1889 ed il 1914 e, fino al 1907, vi fu il mandato di Lord Cromer (1841-1917) i cui maggiori obiettivi furono la stabilità economica del paese e il rendiconto britannico trascurando completamente i bisogni del popolo.
2016
This publication is a Science for Policy Report by the Joint Research Centre, the European Commission's in-house science service. It aims to provide evidence-based scientific support to the European policy-making process. This publication, or any statements expressed therein, do not imply nor prejudge policy positions of the European Commission. Neither the European Commission nor any person acting on behalf of the Commission is responsible for the use which might be made of this publication.
La Nuova Bussola Quotidiana, 2022
Celso Costantini fu per 11 anni delegato apostolico in Cina. Si spese per far applicare la Maximum illud di Benedetto XV, che a ragione esortava i missionari a formare un clero indigeno. Si stupiva che i cattolici cinesi fossero ancora pochi. Ma oggi, forse, si stupirebbe di più...
RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO, 2023
Il Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes propone ricche riflessioni sui movimenti degli italiani nel mondo: non solo partenze ma anche ritorni, con specifico riferimento alle singole regioni. Il mio saggio presenta alcuni aspetti dei ritorni di espatriati in Sicilia e dei collegamenti ancora attivi tra i residenti nell'isola e i conterranei residenti in altre parti del mondo.
Mio commento all'articolo di Aldo Maria Valli http://www.aldomariavalli.it /2018/01/31/partita-cinese/ Per quanto riguarda la posizione della Cina, farei notare che ad oggi la Santa Sede NON riconosce la Repubblica Popolare Cinese come Paese legittimo, cioè non ne riconosce l'esistenza politica e la soggettività di Paese dotato di legittimità internazionale, inquadrando la sua situazione solo dal punto di vista occidentale-americano, cioè interpretando solo dal punto di vista occidentale quello che è accaduto all'indomani della guerra civile cinese, che ha visto la contrapposizione tra Cina comunista, guidata da Mao, e cinesi filooccidentali del partito del Kuomintang che, una volta sconfitti, ripiegarono nel 1949 a guerra civile terminata sull'isola di Taiwan, dove diedero vita al governo della "Repubblica di Cina". La Santa Sede finora è in compagnia di soli altri 22 Paesi a non procedere al riconoscimento internazionale della Cina continentale. Parliamo di un Paese di 1,4 miliardi di persone e della (quasi) prima economia mondiale. Dal punto di vista del governo di Pechino non sembra normale che un Paese straniero -perché di questo si tratta anche nel caso del Vaticano -abbia sul suo territorio una numerosa rappresentanza politica ed ecclesiale, chiedendone peraltro la piena legittimità ad operare, legittimità che viene parzialmente concessa dal governo cinese, rifiutandosi però di procedere quantomeno al riconoscimento internazionale della controparte, per poi procedere eventualmente ad intavolare trattative diplomatiche e/o ecclesiali EDIT COMMENTO AD UN ARTICOLO DI ALDO MARIA VALLI ... http://telegra.ph/COMMENTO-ALLARTICOLO-DI-ALD... 1 di 5 03/02/18, 02:21
Ricordiamoci di Plinio il Giovane là dove dice che se noi non possiamo fare cose degne d'essere iscritte, dobbiamo almeno scrivere cose degne d'essere lette.
Art. 2423/2: Clausola generale del bilancio Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio.
La Sicilia degli anni Cinquanta raccontata da personaggi come Danilo Dolci, Carlo Levi, Leonardo Sciascia, o dai tanti reportage di quotidiani come «L’Ora», appariva come l’emblema dell’arretratezza e dell’abbandono del Meridione. Ma in quegli stessi anni altre cronache giornalistiche, documentari e cinegiornali, descrivevano le trasformazioni urbanistiche nell’isola, le opere pubbliche, le speranze di un futuro petrolifero e industriale, facendone quasi un simbolo della ricostruzione e del benessere che cominciava a far capolino in Italia. Erano narrazioni diverse di una Regione protagonista di un contraddittorio processo di cambiamento, in cui progresso e povertà si mischiavano continuamente. D’altronde l’autonomia siciliana, in vigore dal 1946, aveva trovato fondamento e legittimità, non su preesistenti identità etnoculturali, ma nel suo essere strumento politico necessario allo sviluppo dell’isola e al superamento del divario economico rispetto al resto del Paese. Se da una parte vi era l’autonomismo di chi governava e metteva in mostra le proprie realizzazioni materiali, dall’altro vi erano le sinistre che in nome dell’autonomia tradita, difendevano gli interessi di una Sicilia sempre sfruttata e rivendicativa. Ma in ogni caso l’autonomia e i suoi obiettivi erano il motore della politica regionale. Il volume ricostruisce questa stagione della storia siciliana, cercando di raccontare le trasformazioni dell’isola e le rappresentazioni di queste in funzione delle differenti sensibilità autonomistiche e dei loro obiettivi. La Sicilia che si racconta non è quindi solo quella “patologica” della mafia e dei fallimenti della politica. È anche quella delle realizzazioni, delle speranze, dell’enfasi autonomistica di una classe dirigente con tanti chiaroscuri, ma consapevole che la propria legittimazione derivava dai propri risultati e dalla soluzione della “questione siciliana”.
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Politica.eu, 2022
Viven Homo VI/2, 1995
Prefazione a: L. SINI, Il Front National di Marine Le Pen. Analisi del discorso neofrontista, 2017
COME SI GOVERNA LA CINA. LE ISTITUZIONI DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, 2019
Filarmoniche di Fiesole e di Caldine Musiche e Carte d’archivio, 2014