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Pozzi antichi nel Veneto: tipologia e diffusione

2011, Archeologia e tecnica dei pozzi per acqua dalla pre-protostoria all’età moderna, Atti del Convegno di Studi, Borgoricco (PD) 11 dicembre 2010, “Antichità Alto Adriatiche”, LXX, pp. 19-52

Abstract

Il limitato numero di trattazioni specifiche dedicate al tema dei pozzi per acqua in epoca antica è in singolare contrasto con l'abbondanza del loro numero in tutta la Cisalpina 1 . Se infatti diversi sono i contributi dedicati a singoli manufatti, dato il riconosciuto interesse per questi manufatti che, nel contesto generale di rinvenimento, se inviolati, costituiscono degli eccezionali contenitori stratigrafici di informazioni archeologiche, poche sono invece le sintesi più generali dedicate alle diverse problematiche che riguardano l'argomento, dagli aspetti tecnologici a quelli cronotipologici 2 .

Key takeaways

  • Innanzitutto il rivestimento deve essere rimesso in luce integralmente per poter essere valutato in tutte le sue parti: in numerosi casi l'attribuzione è determinata dalla sola analisi del settore più superficiale, mentre al di sotto il materiale impiegato potrebbe in qualche caso variare.
  • Il rivestimento di un consistente numero di pozzi è invece realizzato in frammenti di laterizi di vario genere (3D), messi in opera in modo da formare una superficie liscia all'interno della struttura ( fig. 7e).
  • Vanno poi distinti i pozzi il cui rivestimento è realizzato con il ricorso a due o più materiali laterizi tra quelli descritti (3E).
  • non è un caso che la tipologia di pozzi più diffusa sia quella con rivestimento in laterizio ( fig. 8b), materiale che può essere considerato una delle testimonianze più evidenti del floruit economico che conobbero la Venetia e la Cisalpina tutta in particolar modo a partire dal suo ingresso ufficiale nel territorio romano al volgere della metà del I secolo a.C. 32 .
  • All'interno di questo scenario appare tanto più significativa la notevole diffusione del laterizio ad arco di cerchio ( fig. 8c), che entrò a far parte della produzione di alcune officine laterizie evidentemente in risposta ad una diffusa domanda del mercato, tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C.: a tale epoca si data l'impianto di alcuni pozzi che presentano questi elementi nel loro rivestimento, come quelli di via Pozzi romani d, B e C a Concordia Sagittaria 33 e quelli opitergini, tra i quali il pozzo 1 di via dei Mosaici nel cui rivestimento, tra corso e corso, fu inserita intenzionalmente una moneta bronzea della fine del I secolo a.C. 34 .