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il tristico nelle note ai Documenti di Francesco da Barberino
Francesco da Barberino al crocevia
Francesco da Barberino e la parola delle immagini nei Documenti d'Amore Antefatti del «visibile parlare» Abstracts: In questo saggio cerco di mostrare come nei molteplici rapporti intrecciati alle parabole culturali di Dante Alighieri, Francesco da Barberino e Giotto si sia venuta definendo agli inizi del Trecento una nuova retorica del visibile, giocata su allegorie, personificazioni di vizi/virtù e transumptiones che la scrittura letteraria fa proprie attraverso il confronto costante con cicli figurativi e illustrazioni librarie. La sintesi funzionale tra le valenze cognitive di scritture e figure viene studiata attraverso la lettura congiunta di alcuni aspetti decisivi nel processo di definizione di una nuova visual literacy, che riguardò contemporaneamente i Documenti d'Amore del Barberino, la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto e il concetto di «visibile parlare» centrato da Dante nei canti X-XII del Purgatorio. This essay demonstrates how, driven by the outstanding cultural figures that were Dante Alighieri, Francesco da Barberino and Giotto, the early fourteenth century in Italy developed a new "rhetoric of the visible", playing with symbols, personifications of vices/virtues and transumptiones which literary writing appropriated in constant view of figurative cycles and book illustrations. The functional synthesis of the cognitive dimensions of writings and figures is analysed against the backdrop of a new visual literacy which concerned, at the same time, Barberino's Documenta Amoris, Giotto's fresco cycles in the Scrovegni Chapel and Dante's concept of "visibile parlare" (Purgatory, cantos X-XII).
Da giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa più importante; dichiarava il re «il primo servitore dello Stato» e la «corona un cappello che lascia passare la pioggia». Eppure, in una politica europea già spregiudicata, Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo, strumento della volontà di potenza entrata -secondo alcuni storicinei geni maligni dell'Europa futura; era sleale e ingrato, «il malvagio uomo» lo chiamava Maria Teresa d'Austria. Si reputava un philosophe innanzitutto: strano philosophe che disprezzava l'umanità. Figura doppia, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. Alessandro Barbero -storico, storico militare, premiato scrittore di romanzi storici, curatore di programmi culturali in televisione -parte dal dettaglio della vita quotidiana del monarca prussiano, per condurre il lettore a riflettere su cos'è la grandezza nella storia, e cos'era nel Settecento la grandezza. In un procedere incalzante e pieno di brio, come una conversazione, che rende l'esattezza del saggio seducente quanto un bel racconto.
È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.41 A Paola e Roberto P.
Niccolò Machiavelli. Il 'Principe'. Testo e saggi, a cura di Giorgio Inglese, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 2013, pp. 177-188
Quis me scripserit quęris? Genesius de la Barrera, natione hyspanus, provintia vandalus, diocesi ispalensis, patria Carmonę, Rome, MDXIX. È noto come nel mondo del libro manoscritto, soprattutto nel corso del Quattrocento e particolarmente negli anni Sessanta del secolo, si assista ad un progressivo e significativo incremento di colofoni datati e sottoscritti simili a questo, tràdito dal Par. lat. 244 (c. 130v) 1. Addentrandosi nelle prime esperienze dell'età moderna, oltre a registrare l'assenza di studi relativi al fenomeno in questione, non è superfluo rimarcare quanto la valenza di un colophon così dovizioso di informazioni debba comunque ritenersi di notevole importanza per la storia della produzione e diffusione della cultura scritta. È infatti grazie a queste indicazioni dettagliate sul nome e sull'origine del copista nonché sul luogo e sulla data del confezionamento del manoscritto che è stato possibile, nel settimo decennio del Novecento, RENZO IACOBUCCI
Albatros edizioni, 2022
Cos'è la storia, chi è lo storico, quale ruolo nella scuola italiana, e come comunicarla, la storia al tempo di internet, analizzando il fenomeno mediatico del prof. Alessandro Barbero, che ha un enorme successo come divulgatore di storia e storie. Il saggio completo è stato pubblicato da Albatros, "Comunicare la storia con successo il caso di Alessandro Barbero" nel 2022,
«Reti Medievali. Rivista», 2018
This book focuses on a figure who has been surrounded by aggrandising myths and historiographical rhetoric from ancient times to the present day. The systematic critical review of sources makes it an authentic masterpiece of historiographical minimalism in the same way as Arnaldo da Brescia by Arsenio Frugoni.
Vincenzo De Barberis a Castione, in Arte e fede in Valtellina. Sette secoli di storia nella chiesa di San Martino a Castione Andevenno, a cura di V. Dell’Agostino, Sondrio, Comune di Castione Andevenno, 2019, 2019
Bollettino di Storia delle Scienze matematiche, 2021
The Latin edition of Archimedes’s works published by Commandino in 1558 constitutes an important exemplar of mathematical humanism. Focusing on the Spirals, this paper aims to perform a comparative analysis between the manuscripts of Urbino and Los Angeles, the editio princeps of Basel (1544), and the printed edition by Commandino (1558). Such investigation leads to the following conclusions: 1) Commandino’s enterprise began from the Latin version of Iacopo from San Cassiano and, through a progressive work of revision, produced a completely new Latin text; 2) the final edition of the Spirals represents the result of deep mathematical assimilation of Archimedes’s work, which allowed the Urbino scholar to provide modern readers with a text rich in comments and explanations of the implicit and obscure passages that characterized Archimedes’s treatise.
2012
I Documenti d'Amore di Francesco da Barberino si colloca nella letteratura del primo Trecento italiano. Ovviamente è il tempo che "ci è stato imposto di vedere" con il predominio di Dante e dalla sua più celebre Comedìa...
«La sua chiarezza séguita l’ardore» Studi di linguistica e filologia offerti a Paola Manni, a cura di Barbara Fanini, 2023
Riassunto Nel presente contributo si offre l’edizione critica del trattatello De modis studendi inserito nella glossa ai Documenta Amoris di Francesco da Barberino. Nel saggio introduttivo si illustrano i contenuti del trattatello, anche in rapporto alle possibili fonti. In ultima, è discussa la qualità letteraria della figura di Gragraffolo Gribolo, personaggio d’invenzione presente in diversi punti della glossa, cui Francesco da Barberino assegna il ruolo di studente modello nel trattatello che qui si pubblica. Abstract This essay offers a critical edition of the treatise De modis studendi included in the glosses apparatus to Francesco da Barberino’s Documenta Amoris. The introductory essay illustrates the contents of the treatise, also in relation to possible sources. Finally, it discusses the function of the figure of Gragraffolo Gribolo, a fictional character present at various points in the glosses, to whom Francesco da Barberino assigns the role of model student in the treatise edited here.
Medioevo romanzo, 2021
Fin dalla testimonianza congiunta di "Morgante", "Inamoramento de Orlando" e "Orlando Furioso", Orlando risulta inequivocabilmente affetto da strabismo. Nella prima parte dell’articolo si propone di attribuire l’invenzione del difetto ad Andrea da Barberino, che ne farebbe menzione per la prima volta nel VI libro dei "Reali di Francia". Successivamente, si avanzano alcune ipotesi per spiegare l’eziologia di tale scelta. Oltre all’innovativa 'umanizzazione' di Orlando già promossa dalle chansons de geste franco-italiane, la nuova fisionomia del paladino potrebbe essere indicativa di un intento contaminatorio con un altro eroe notissimo nel Medioevo, a sua volta strabico: Ettore di Troia. Nel caso di Orlando, così come per Ettore, lo strabismo (che è, secondo una tradizione consolidata, una manifestazione somatica della superbia) assumerebbe dunque un valore simbolico-prefigurativo, preannunciando il tragico destino dell’eroe. Since the joint testimony of "Morgante", "Inamoramento de Orlando" and "Orlando Furioso", Orlando unequivocally seems to have suffered from strabismus. In this article, we propose to attribute the invention of Orlando’s defect to Andrea da Barberino, who seems to mention it for the very first time in the sixth book of his "Reali di Francia". Subsequently, we try to explain the reasons of Andrea’s choice. Beyond the original 'humanization' of Orlando already introduced by Franco-Italian chansons de geste, Orlando’s new physiognomy might reveal an attempt to contaminate with another cross-eyed hero who was very well-known in the Middle Ages: Hector of Troy. In Orlando’s case, as well as for Hector’s, strabismus (which is, according to an established tradition, a hallmark of haughtiness) might thus correspond to a prefiguration, forewarning about the tragic destiny of the hero.
Pro merito laborum. Miscellanea epigrafica per G. Paci, 2021
mercatura del vino (prenestino dei Saufeii?) nel signaculum bronzeo CIL XIV
Breve contributo sul ruolo di Barbacci nella storia dei restauri del Duomo di Pienza.
T ra le numerose figure di alti prelati committenti che operarono a Roma sul finire del Cinquecento, Cesare Baronio ha un profilo estremamente particolare. Il suo interesse per le cose d'arte non corrisponde al mecenatismo e al collezionismo di cardinali come Scipione Borghese, Francesco Maria Del Monte o Federico Borromeo che amavano formare raccolte antiquarie e di dipinti, espressione della * Intervento presentato al Convegno di studi Artisti e società a Roma e Firenze nei secoli XV e XVI (Università di Roma " La Sapienza ", 16-20 novembre 1981), a cura di Sergio Rossi. Desidero ringraziare Massimiliano Ghilardi per avermi proposto di pubblicare questo vecchio testo (che fu riveduto in seconde bozze nel 1985, ma rimase inedito) e Paolo Sommella per averlo ospitato in questa rivista. Parte del materiale qui esposto è confluito in a. Zuccari, Fonti antiche e moderne per le iconografie di Baronio, in Baronio e le sue fonti, Atti del Convegno internazionale di studi (Sora, 10-13 ottobre 2007), a cura di L. Gulia, Sora 2009, pp. 869-932. Per ulteriori sviluppi delle ricerche da me condotte su Baronio e l'Oratorio, si veda: a. Zuccari, Restauro e filologia baroniani, in Baronio e l'arte, Atti del Convegno internazionale di studi (Sora, 10-13 ottobre 1984), a cura di R. De Maio et alii, Sora 1985, pp. 489-510; Id., Borromini tra religiosità borromaica e cultura scientifica, in Innocenzo X Pamphilj. Arte e potere a Roma nell'Età Barocca, a cura di a. Zuccari, S. Macioce, Roma 1990, pp. 35-73; Id., L'Oratorio romano dalle intuizioni di Filippo Neri alla formulazione dell'edificio borrominiano, in Musiche testi e luoghi della Roma barocca, Atti del convegno di studi (Roma, Opera Aquario, 14 febbraio 1992), Roma 1992, pp. 28-39; Id., Cultura e predicazione nelle immagini dell'Oratorio, in Filippo Neri nella Roma della Controriforma, Atti del Convegno di studi (Roma, Sala Borromini, 2 dicembre 1994), in « Storia dell'arte », 85 (1995), pp. 340-354; Id., Cesare Baronio, le immagini, gli artisti, in La regola e la fama. San Filippo Neri e l'Arte, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, settembre-novembre 1995), Milano 1995, pp. 80-97 e passim; Id., Immagini e sermoni dell'Oratorio nei dipinti della Chiesa Nuova, in La Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri nelle Marche del '600, Atti del Convegno di studi (Fano, 14-15 ottobre 1994), a cura di F. Manuelli, Fiesole 1996, pp. 12-34; Id., Un carteggio di Francesco M. Del Monte e alcune notazioni sul Martirio di san Matteo del Caravaggio, in « Storia dell'arte », 93-94 (1997), Studi in onore di Maurizio Calvesi, pp. 109-119; Id., Caravaggio controluce, Milano 2011, passim; Id., Baronio e l'iconografia del martirio, in Cesare Baronio tra santità e scrittura storica, Atti del Colloquio internazionale di studi (Roma, Biblioteca Vallicelliana, 25-27 giugno 2007), a cura di F. Scorza Barcellona, R. Michetti, G. A. Guazzelli, Roma 2011, pp. 445-501 (in corso di stampa).
Enrico Barberi e la fontana del Nettuno, 2018
Il catalogo accompagna la mostra realizzata in occasione del restauro della Fontana del Nettuno. Un' occasione per riscoprire la figura oggi semi-dimenticata di Enrico Barberi, scultore bolognese vissuto a cavallo dell'Otto e Novecento che ha lavorato sulla celebre opera di Giambologna per oltre vent'anni, attraverso il fondo di disegni conservato nelle Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Studi Secenteschi, 2018
This article examines a hitherto unknown episode of the European fame of Guido Reni, presenting new evidence concerning the fate of one of his most impressive and renown late works, the Bacchus and Ariadne. Commissioned in 1639 by the powerful Cardinal Francesco Barberini (1597–1679), the painting was intended as a diplomatic gift to the Queen of England, Henrietta Maria (1609–1669), wife of Charles I. Yet, after its completion in 1640, the large canvas was shipped not to London, but to Rome, where it would remain with Cardinal Barberini for the following six years. New evidence from the Diaries of the bohemian Cardinal Adalbert von Harrach (1598–1667) reveals that cardinal Barberini changed his mind about the painting’s destination, proposing instead that the work be given as a diplomatic gift to Walter Leslie (1606–1667), a Scottish diplomat in the service of the emperor Ferdinand III who visited Rome in spring 1645. This episode sheds new light on Cardinal Barberini’s political acuity, calling attention to his pragmatism in international relations and adaptability in using paintings as instruments of persuasion and influence in foreign affairs. Finally, the article discusses also the material legacy of the large canvas that, according to contemporary sources, was literally cut into pieces by the servants of Madame d’Emery, the wife of France’s finance minister Michel Particelli (1596–1650), who was shocked by the lascivious nudity of Guido’s deities.
EUROPA E DIRITTO PRIVATO, 2024
UNIVERSALITY OF ASSETS The essay revisits Domenico Barbero's monograph on universality of assests . It is a "classic" of law, which, as such, retains a contemporary relevance both in relation to the method followed by the author and the legal solutions proposed in it. Regarding the first aspect, the author notes that the study of law cannot be reduced to an "analytical perspective," but must also capture the "empirical dimension" of legal science. In this sense, Barbero's argumentative method, while presenting elements typical of conceptual formalism, does not disregard a constructive dialogue with reality. On this basis, Barbero reconstructs the universality of assets as a unified category, not from an ontological point of view but a logical one, observing that it remains identical even when the individual things change. Another modern aspect of Barbero's work is the conviction that legal rules are the result of precise political choices and not merely a superstructure of economic phenomena. However, Barbero's positivist approach does not prevail unchallenged, but is counterbalanced by the awareness that the applied rule, far from being an arbitrary manifestation of the legislator's will, must be an expression of the natural rationality of law.