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2011, Prospero
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Birdmen Magazine, 2023
In che modo il viaggio infernale di un asino nella selva degli incontri dell'ultimo film di Jerzy Skolimowski ci offre una concrezione dello sguardo nel quale si mostra l'assurdo della vita?
I contributi inseriti nella sezione "Saggi" di questo numero sono stati sottoposti a due referee anonimi estranei al comitato scientifico e al comitato di redazione con il sistema doppio cieco. Per l'invio di contributi utilizzare questo indirizzo mail:
Love is a psychic force capable of converting itself into a real disease, as abundantly demostrated by the medical contemporary literature and by the interest of the law to the issue of protection of the objects of persecution of unrequited love. The dual nature of love, capable of harmful or seldestructive metamorphoses, is a common topic of medical thought from Greek antiquity, even if it is openly thematized only from Late Antiquity and more deeply in Westerm medical medieval tradition. Nevertheless, it remains to analyze some aspects of the definition of lovesickness, especially in long-term perspective: what are the relations that lovesickness has with the more general category of medical melancholy? Is it a real disease or just one of the forms of madness and fury? Does it affect women more than men? Is it in some way linked to hysteria, greensickness, uterine fury and womb diseases as codified by medical and philosophical ancient thought?
Richiamandoci ad una importante considerazione contenuta nella bolla papale per l'indizione di questo Giubileo ("la misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa si relaziona all'Ebraismo e all'Islam, che la considerano uno degli attributi qualificanti di Dio"), non possiamo lasciarci sfuggire il fatto che la misericordia è un positivo richiamo alla complessità. Non possiamo perdere questa occasione per recuperare questa importante parola, per lasciarci sorprendere e inquietare dal suo concretissimo mistero: un mistero che è tale perché mai del tutto spiegabile e razionalizzabile dalla sola forza umana; un mistero che ci fa misericordiosi, quindi, anche nella conoscenza, incontrando, come abbiamo detto, la vita nella sua totalità non accomodabile e talvolta ricca di "scandalo". A questo siamo chiamati, anche attraverso la non esauribilità e la non appropriabilità del termine misericordia dalla sola nostra religione. Ed è significativo, e dobbiamo finalmente farcene una ragione, che questo "oltre" non sia reperibile in un qualche cielo astratto, oppure nell'interiorità -ma proprio "fuori", oltre le nostre chiuse soggettività, oltre le nostre chiusure morali e dottrinali, oltre la nostra stessa fede: nella storia e nel tempo, nella finitezza e nella carne, nella povertà e nella debolezza. Non, quindi, chiudendo le porte, ma tenendole davvero e realmente aperte, come non si stanca di ribadire lo stesso Papa Francesco, dimenticando quella falsa immagine di purezza e di perfezione che non ha nulla a che fare con il cristiano ma che, anzi, spesso diventa simile ai sepolcri imbiancati richiamati nei vangeli.
2019
Le proposizioni (1) e (2) escludono (3); (2) e (3) escludono (1); (3) e (1) escludono (2). Le pagine che seguono cercano di sviluppare in dettaglio queste tre ipotesi.
SPIEGAZIONE: Obiettivo di questa Gerarchia di Angeli è l'instaurazione del «Malkut» ovvero del «Regno di Dio» sulla terra, nel quale si ritrovano tutte le possibilità spirituali della divinità e attraverso il quale tali possibilità promanano per donarsi a tutti i livelli della manifestazione universale. Il Malkuth difatti è la presenza reale e non solo soprannaturale o metanaturale di Dio, nel mondo. Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; per questo il Regno di Dio è vicino! Tuttavia per realizzare questo Regno sulla Terra sono adibiti da Dio, speciali Angeli capeggiati dalle Dominazioni: Principi (Sarim) delle Signorie del Mondo, con altri Spiriti loro sottoposti, dotati di singolari prerogative belliche e spirituali. Si crea allora la Gerarchia del Regno, tanto amata e predicata dall'Apostolo di Tarso.
Tentando di essere fedele al tema dell'incontro cercherò di dire qualcosa a proposito di codici di pace e lo farò iniziando col formulare una domanda abbastanza comune e cercando di capire se è realmente possibile rispondervi. Può la scienza aiutare a costruire un codice di pace? Si tratta di una domanda dalla formulazione semplice e apparentemente innocua e forse per questo la si sente spesso. Tuttavia la parola scienza conferisce alla domanda un velato carattere intimidatorio: per potervi rispondere bisogna infatti avere una cognizione abbastanza precisa di cosa la scienza sia e soprattutto un'idea di quale sia il suo valore rispetto ai fini posti dalla domanda. D'altra parte, per giungere ad un'idea simile è necessaria una riflessione di tipo filosofico sui valori fondamentali, su ciò che pensiamo importante al fine di favorire i presupposti per un'idea di pace, come il dialogo e il riconoscimento reciproco tra gli essere umani. Una riflessione di questo genere potrebbe portare alla conclusione che per questi scopi la scienza non vale nulla al cospetto, ad esempio, dello sciamanesimo o della meditazione buddista.
Il ritrovamento fortuito e la dimessa veste del manoscritto sommarivese potevano assecondare un suo ritorno all'oblio, sollevando così coloro che ne sono stati sfiorati da faticose letture, riscritture, ricerche storiche, proposte di eventi e rappresentazioni.
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Rivista di estetica, 2015