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2009
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Tra l'inizio del secolo e la prima guerra mondiale circa 300.000 persone all'anno prendevano la via dell'emigrazione dal Mezzogiorno,dal 1921 quando l'America iniziò a chiudere le frontiere e per causa della seconda guerra mondiale, scomparivano i tradizionali sbocchi all'estero;e la popolazione meridionale dal 1931 al 1951 crebbe di 3 milioni di persone, arrivando a 17 milioni.
2012
In questo articolo si analizza il dibattito sul Mezzogiorno che ha animato le pagine della rivista La Riforma Sociale. Il periodico ospita una pluralità di opinioni ma prevalentemente promuove una politica di libero scambio, in chiave socialista con la direzione di ...
Esistono molti modi di pensare al Sud, di parlarne e di agire per il suo sviluppo. Nel mondo contemporaneo il Sud è un campo d’indagine fondamentale, perché è lì che si verificano oggi i cambiamenti più significativi. Dallo scongelamento dei “tre mondi” successivo alla Guerra Fredda sono emersi i continenti globali dei Nord e Sud, poli di cambiamenti demografici, sociali, economici e culturali, producendo l’indebolimento di stati nazionali e l’affermarsi di istanze locali, di autonomie o di frammenti di pianeta. Ma non è del Sud mondiale che qui vogliamo parlare, ma del Sud che rappresenta la nostra arena del progetto di territorio: il Mezzogiorno d’Italia. Luogo geografico, ma anche culturale, sociale, economico e politico. Da studiosi e da pianificatori militanti vogliamo agire per un Mezzogiorno che assuma la consapevolezza di un ruolo cardine nello sviluppo dell'Italia e senta la necessità di cambiarne la struttura culturale, economica e politica per potere cogliere le opportunità di tale ruolo. Ed è da questa oscillazione feconda che vogliamo partire per offrire strade non solo alla riflessione politica, ma anche all'azione dei soggetti decisori, attori e attuatori e alla formazione della nuova classe dirigente e professionale meridionale.
Politiche sociali nella crisi. Il caso Puglia, 2012
il mezzogiorno può essere protagonista di un processo di risanamento, per sé e per il paese. Vi sono forze diffuse portatrici di una visione democratica che radica le istituzioni nel sociale, forze che operano per un'economia sostenibile e sono attente ai beni comuni. recuperando in questo un divario rispetto al nord, ora anche al sud sono infatti numerose le organizzazioni della cittadinanza attiva, del volontariato e della cooperazione non profit. insomma vi è un terzo settore (ts) che legittima speranze di cambiamento. Gli ultimi trent'anni, dunque, non hanno visto solo l'affermazione di un mercato finanziario sempre meno regolato, e quindi di quel "finanzcapitalismo" (Gallino, 2011) o "turbocapitalismo" (ruffolo, 2008), i cui grandi squilibri hanno causato la crisi nella quale siamo tuttora immersi. nello stesso periodo è avvenuto un processo sociale molecolare, rimasto inosservato dai più: organizzazioni non profit e comuni cittadini hanno lavorato per uno stato democratico rinnovato, mentre il mercato scommetteva semplicemente su "meno stato". non stiamo parlando di un'élite ristretta e "buonista": si tratta invece di "mondi vitali" di diversa matrice, laica o religiosa, accomunati da una prassi democratica ricca di risultati concreti e di spirito solidale. una recente indagine ufficiale dell'ue ha calcolato percentuali di volontari sulla popolazione adulta nell'europa occidentale, che vanno dal 45% della danimarca al 25% dell'italia, che comunque è quasi tre volte quella di ogni altro paese mediterraneo (eurofound, 2011, p. 13) 1 . neppure si può dire che si tratti di organizzazioni caritatevoli poco consapevoli dei problemi politici ed economici. le battaglie politiche più importanti avvenute in questi anni -per la pace, per uno sviluppo equo e sostenibile, per il rispetto dei diritti umani * l'Introduzione è frutto di un lavoro comune dei due curatori: tuttavia sono attribuibili a Guido memo i parr. 1.1, 1.2, 1.6 e 1.7; ad alessandro lattarulo i parr. 1.3, 1.4 e 1.5. si ringrazia qui Giuseppe cotturri, che ha seguito tutto lo svolgimento del progetto e non ha fatto mancare i suoi consigli per la scrittura di questo testo e per la raccolta dei contributi posti nella seconda parte del volume.
1995
Il confronto tra indici di infrastrutturazione basati sulla consistenza fisica degli stock, e misure derivate da stime degli stock ottenute per mezzo della tecnica dell'inventario permanente, permette di giudicare l'efficienza relativa di diverse unita'territoriali nel trasformare risorse economiche in opere finite. Un'analisi di questo tipo sul capitale pubblico nelle regioni italiane, indica la presenza di un ampio divario tra il Nord e il Centro, piu'efficienti, e il Mezzogiorno.
Universitas
Nella riaperta stagione delle riforme costituzionali la questione meridionale e 1 la specialità regionale rischiano di restare ai margini del dibattito. Appare invece urgente non solo estendere il perimetro dei temi delle riforme, ma far divenire il Mezzogiorno l'obiettivo di una revisione, in un quadro federale, del Titolo V, seconda parte della Costituzione, che restituisca alla sua valorizzazione quella preminenza che aveva nell'originaria stesura dell'art. 119, terzo comma, della Carta fondamentale , poi 2 irragionevolmente cancellata dalla riforma del 2001. 3 Alcuni giorni orsono Pietrangelo Buttafuoco , di fronte allo sfacelo finanziario 4 della Regione siciliana, ne ha provocatoriamente prospettato il commissariamento, sino ad auspicare l'abbandono dell'autonomia speciale quale ricetta per salvare l'Isola.
Rivista economica del Mezzogiorno, 2008
La questione dei costi standard è posta al centro del Disegno di legge delega in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (A.C. 2105) (d'ora in poi «D.d.l. Calderoli»). Ad essa è fatto riferimento nel comma 2, lettera f), dell'art. 2 del D.d.l., in cui è prevista «la determinazione del costo e del fabbisogno standard quale costo o fabbisogno obiettivo che, valorizzando l'efficienza e l'efficacia, e tenendo conto anche del rapporto tra il numero dei dipendenti dell'Ente territoriale e il numero dei residenti, costituisce l'indicatore rispetto al quale comparare e valutare l'azione pubblica nonché gli obiettivi di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali nell'esercizio delle rispettive funzioni».
Ricerche giuridiche, 2015
This note is about the new EU exclusive competence over foreign direct investment in light of the ongoing negotiations for Free Trade Agreements with third countries. After presenting the status of negotiations for some agreements, with specific regard to the Transatlantic Trade and Investment Partnership, the authors argue that the European Parliament-by virtue of the enlarged competences obtained thanks to the Lisbon Treaty-will play an important role in safeguarding sensitive sectors of EU economy. Sommario 1. L'attribuzione di competenze esclusive in materia di investimenti diretti esteri in capo all'Unione europea.-2. FTAs di "nuova generazione".-3. I negoziati in corso relativi ad accordi contenenti norme in materia di investimenti UE-Stati terzi: uno sguardo d'insieme.-4. Tutela degli investitori e diritti umani: il ruolo del Parlamento europeo.
RSF, 2020
Giovanna Hendel / Carole Naggar / Karin Priem (eds.) They Did not Stop at Eboli The UNESCO Campaign Against Illiteracy in a Reportage by David “Chim” Seymour and texts by Carlo Levi (1950) Berlin, Walter De Gruyter-Unesco, 2020, pp. 303 ISBN 9783110651638; e-ISBN (PDF) 97831106 55599; e-ISBN (EPUB) 9783110651751
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Il Mezzogiorno pre- e postunitario nei libri di Storia per le superiori, 2021
Amministrazione in Cammino, 2004
… Working Papers of Economics-University'Roma Tre', 2010
Meridiana 47/48, 2003
Quaderno SVIMEZ, 2010
Contemporanea: Rivista di storia dell'800 e del '900, 2021
Rivista Economica del Mezzogiorno
Tutela degli investimenti tra integrazione dei mercati e concorrenza di ordinamenti (A. Del Vecchio, P. Severino), 2016
Oltre le cifre. Il Mezzogiorno preunitario attraverso la finanza locale., 2017