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Il breviario-messale di Salerno del Museo Leone di Vercelli. Una nuova fonte per la storia dell’arte, della cultura e della liturgia, 2022
Since Egon Wellesz (1954) and Bruno Stäblein there is a discussion, whether alleluia verses had been imported from Constantinople to Rome to augment the use of other alleluia verses next to the Easter prototype which had attracted Romans and pilgrims to the feast of Resurrection. James McKinnon in a preface to a planned alleluia study (1996) tried to correct this view by his interpretation of Gregory the Great's letter to Bishop John of Syracuse, that Gregory did not touch the subject of the chant genre alleluia verse, he meant the practice of simple psalmody (ending each stichos with the word alleluia). In fact, the alleluia study was never published, but his monography about Old-Roman chant known as "The Advent Project" (2000) did not touch the subject of the published former preface again. Then during his work on the entry "Alleluia" of the New Grove Dictionary (2nd edition of 2001) together with Christian Thodberg, he was once more confronted with the fact that there is a strong resemblance with the Byzantine repertory and its oktoechos melopœia and the Roman redaction of the alleluia verses (quite different to the redaction documented by Carolingian notators) where the tritos echoi had been excluded. The paper is dedicated to two Nativity alleluia verses according to the breviary missal of Salerno on folio 106 recto which is currently preserved as Cod. Lit. 24 at the Museo Leone of Vercelli in Piedmont. It has one in common with the gradual of Santa Cecilia of Trastevere in Rome (CH-CObodmer Cod. 74, f.11), although its melody is set differently to the non-scriptural text. In comparison to the Constantinopolitan rite, there are two psalm stichoi of the Nativity allelouïarion with another melody of the same mode (echos plagios protos) which serve here as an example of the context between the Latin and the Greek rite at the archimandritate Santissimo Salvatore of Messina in Southern Italy.
Quest'articolo è stato pubblicato, senza le note, sul quotidiano di Catania La Sicilia del 22 dicembre 1984. 1 'A Natale il dì cresce quanto un passo di cane, a Capodanno quanto un passo di gallina'. Presepietto personale (foto S. Rizza)
L'episodio della Tregua di Natale costituisce una delle narrazioni più avvincenti e appassionanti della prima Guerra Mondiale. Questo non solo per il valore storico di un evento così particolare e raro, bensì per il carattere filmico quasi fiabesco che la vicenda riassume in sé.
A Elsa Guggino, per aver custodito la memoria degli "orbi" cantastorie di Palermo.
2012
«Il saggio di Giovanni Gugg analizza la stroncatura da parte di Fortunato Pasqualino su "L'Osservatore Romano" del 2 aprile 1965 del testo di Sciascia nel libro fotografico "Feste religiose in Sicilia" di Ferdinando Scianna. Pasqualino, scrittore e filosofo, siciliano e cattolico, non poteva accettare il giudizio di Sciascia che nessun popolo avrebbe svuotato così profondamente i valori della propria religione come quello siciliano. Rifiutando nettamente il ragionamento di Sciascia, Pasqualino gli imputava pressapochismo teologico e scorrettezza metodologica ne "la riduzione dei siciliani a un tipo umano unico"». (Dalla recensione di Carlo Fiaschi in "Todomodo. Rivista internazionale di studi scisciani", anno III, 2013, Leo S. Olschki Editore, p. 273).
ISSN~~'~I NUMERO 3 anno 31· mag.-gìug 1995 sped abb. post. Roma • rivista bimes BUON CAMMINO sommario 2Cepéla lungce d'piale d'cib -Lo stivale Jeo di pelo di capra pieno di tè Nota 4 Politica verso gli Zingari sotto il nazismo e nel "socialismo reale" -Un confronto Mi 13 Zingari in Sicilia fra magia e religiosità popolare 17 Gli Zingari in Messico 24 Resumé, summary, resumen, Zusammenfassung 26 Il Congresso per la pace in Europa 29 L'intercultura in educazione 31 Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali 36 Strumento CEI per la tutela dei diritti delle minoranze Iniziati 40 Il contributo degli Zingari aUa costruzione di un Europa tollerante CPLRE -54 Notiziario 60 Libri e riviste M anno 31 n.3 -roma -maggio-giugno 1995 ROMANO SICARISMAKO THAN .
, il settore botanico è uno degli ambiti che più si presta a «connessioni e sviluppi di tipo latamente folclorico e, in ultima analisi, di vera ed autentica storia di cultura e di civiltà» (p. 53). Il mondo naturale, nella sua articolazione di flora e fauna, è, infatti, la prima fonte del sapere popolare: rimedi terapeutici, usi delle piante per la costruzione di manufatti, storie magiche ecc. Non stupisce, dunque, che questo sapere, che passa attraverso specifiche parole di un organico campo semantico, venga usato come base per la costruzione di altre "classificazioni" -nel nostro caso umane -confermando l'esistenza di quel continuum del sapere popolare già evidenziata in Lévi Strauss (1971, p. 155). Tale visione olistica ha alla base la necessità di una categorizzazione unitaria del mondo naturale, per cui è possibile cogliere in un unico lessema ambiti esperienziali diversi (ma saldamente interconnessi) 2 . Si prenda, per il sic., il complesso delle accezioni di lupa che può essere tanto voce zoologica che botanica (attribuita a erbe diverse, perlopiù infestanti e dannose, dal succiamele all'orzo selvatico), voce meteorologica 3 (riferita a nebbia molto fitta, di norma proveniente dal mare, e nociva alle piante, specialmente agli ulivi) e medica (indicando varie malattie umanebulimia -, animali -stomatite, ventre gonfio -o vegetali -carbonchio): 1 Il contributo è stato progettato e organizzato unitariamente, ma si consideri che §1. §4. sono da attribuirsi a Marina Castiglione, §2. §3. a Roberto Sottile. 2 Citiamo come unico esempio di documentazione di un percorso inverso (dall'umano al vegetale) il lemma santanna LC 257 "invocazione per un pericolo corso o esclamazione di stupore….2. varietà di pera 3. varietà di ciliegia". 3 È noto che alla nebbia, soprattutto di mare, sono connesse denominazioni legate a credenze anche preistoriche che le attribuiscono un'incarnazione magica: da ultimo cfr. Benozzo 2007.
I giorni della Settimana Santa -in Sicilia non meno che in altre aree dell'Europa cattolica -costituiscono una straordinaria occasione per mettere in scena le risorse espressive delle comunità. Un sistema di suoni e di gesti che, come d'altronde gli altri segni del tempo festivo (cibi, abiti, addobbi, ecc.), si struttura in un modello entro cui forme variabili assumono funzioni costanti. La vicenda di Cristo -dal trionfale ingresso a Gerusalemme che si rappresenta la Domenica delle Palme (i Parmi), alla Passione (a Passioni) che culmina nei riti del Venerdì Santo, fino alla Resurrezione celebrata fra il Sabato e la Domenica (u Risùscitu) -viene infatti drammatizzata per mezzo di un codice sonoro-gestuale sostanzialmente fondato sull'opposizione 'funesto/lieto', che si riflette in contrasti di ritmo (lento/rapido), di timbro (sordo/squillante) e di registro (basso/acuto).
Estratto dagli Atti del Congresso Internazionale "Virgo Dolorosa" - Carmona (Siviglia) 2014.
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in N.Prantera-A. Mendicino-C. Citraro C., a cura di, Parole. Il lessico come strumento per organizzare e trasmettere gli etnosaperi, Centro Editoriale e Librario, Università della Calabria, pp. 187-206, 2010
Sicilia da raccontare tra storia, architettura e territorio parlante , 2023
in MANTICHORA ANNO 9, N.9, 2019 – ISSN 2240-5380
La Madonna delle Milizie tra tradizione e storia, 2016
Ricerche di Antichità e Tradizione Classica, 2004
Palaia pharmaka. La medicina in Sicilia dalla Preistoria al Medioevo, 2023
Il Carnevale e il Mediterraneo. Atti del Convegno …, 2010
Ciò che rimane. Un castello e un incompiuto, 2022
Traduzione di tradizioni e tradizioni di traduzione