Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
146 pages
1 file
Un approfondimento quantitativo e qualitativo del gender gap esistente nelle ICT attraverso dati statistici, analisi del web, rapporti ufficiali, norme e politiche, con particolare attenzione alla realtà del Veneto
… de filología italiana, 2000
0. PREMESSA E' diffusa, rispetto alle nuove tecnologie, una presunzione di oggettività ed efficienza per cui la soglia critica di attenzione da parte dell'utente è più bassa. In altre parole, gli strumenti offerti vengono utilizzati in modo del tutto automatico 1 , data anche la loro immediatezza ed apparente semplicità. Tra le varie utilizzazioni automatiche (e parziali, in quanto normalmente estemporanee e limitate a poche richieste) dell'utente, un posto significativo per la Cuadernos de Filología Italiana ISSN: 1133-9527 2000 L'automaticità sembra giocare pesantemente anche nella strutturazione: ad es, il correttore ortografico di Microsoft France sostituiva "anti-stress" con "anti-arabes" perché le due parole hanno, oltre a anti-, tre lettere in comune (ed è stato condannato per questo, cfr. Le Monde, 23/03/2000, p. 36, articolo di Michel Alberganti).
di Nicla Vassallo-Università degli Studi di Genova-http://www.niclavassallo.net La buona filosofia e la buona scienza sono accomunate dalla costante aspirazione a un rigore, una chiarezza, una trasparenza razionale che consentono loro di risultare (almeno in via di principio) accessibili e apprezzabili da parte di ogni essere umano che voglia pensare criticamente. Nella buona filosofia e nella buona scienza, inoltre, il vecchio approccio generalista non ha oggi più alcun senso: se da una parte ci sono e ci possono essere solo molte "filosofie di" (filosofia della scienza, filosofia del linguaggio, filosofia della conoscenza ecc.), dall'altra ci sono e ci possono essere solo molte scienze (fisica, biologia, chimica ecc.); e all'interno delle diverse discipline filosofiche, così come delle diverse scienze, ci sono varie aree tematiche specialistiche che, sebbene assai circoscritte, risultano sempre abbastanza ampie, corpose e suscettibili di continui sviluppi da richiedere che un ricercatore dedichi loro un'intera vita. È però innegabile che, a partire perlomeno dalla rivoluzione copernicana, le scienze abbiano gradualmente sottratto alla filosofia ambiti sempre più vasti, in cui l'indagine empirica ha raggiunto presto risultati eclatanti, che la filosofia non avrebbe mai potuto conseguire. Uno dei compiti che però è rimasto alla filosofia è chiedersi se qualcosa esiste: sono classiche domande come "c'è la sostanza?", "c'è Dio?", "ci sono i numeri?", "c'è l'identità personale?", "c'è il fato?", e tra di esse si colloca senz'altro la domanda "c'è la donna?". Queste domande si legano strettamente a questioni d'analisi concettuale, ovvero a questioni della forma "che cosa è x?", questioni in cui viene posto il problema della natura essenziale di x. Attraverso l'analisi concettuale, i concetti vengono definiti per mezzo di esperimenti che non sono di tipo empirico, ma di tipo mentale: la costruzione di situazioni immaginarie (a volte lo si fa anche nelle scienze) ci consente di mettere alla prova la validità delle nostre definizioni. Se tra i tanti concetti che la filosofia si propone di definire c'è quello di "donna", occorre non dimenticare che la ricerca della natura essenziale della donna si erge sulla convinzione che per il termine "donna" sussistano condizioni di applicazione necessarie e sufficienti. Che accade nel caso in cui non si riesca a fornire tali condizioni? Una via percorribile ci viene indicata da Ludwig Wittgenstein (1953, § 67 e § 66), stando al quale l'applicazione di diversi termini è regolata solo da certe «somiglianze di famiglia»: Non posso caratterizzare queste somiglianze meglio che con l'espressione "somiglianze di famiglia"; infatti le varie somiglianze che sussistono tra i membri di una famiglia si sovrappongono e s'incrociano nello stesso modo: corporatura, tratti del volto, colore degli occhi, modo di camminare, temperamento, ecc. ecc.-E dirò: i "giuochi" formano una famiglia. E allo stesso modo formano una famiglia, per esempio, i vari tipi di numeri. Perché chiamiamo una certa cosa "numero"? Forse perché ha una-diretta-parentela con qualcosa che finora si è chiamato numero; e in questo modo, possiamo dire, acquisisce una parentela indiretta con altre cose che chiamiamo anche così. E, circa i giochi, Wittgenstein scrive: «Considera, per esempio, i processi che chiamiamo "giuochi". Intendo giuochi da scacchiera, giuochi di carte, giuochi di palla, gare sportive, e via discorrendo. Che cosa è comune a tutti questi giuochi? […] Se li osservi, non vedrai certamente qualche cosa che sia comune a tutti, ma vedrai somiglianze, parentele, e anzi ne vedrai tutta una serie». Riferendo alla donna quanto Wittgenstein sostiene a proposito del numero e dei giochi, si arriva ad affermare che le diverse donne formano una famiglia e che, quindi, meritano di essere considerate singolarmente 1. 1 Una diversa strategia può condurre a sostenere che gli enunciati, dove compare il termine "donna", non sono invariabilmente veri o falsi: piuttosto risultano veri in alcuni contesti e falsi in altri contesti, in funzione della contestualizzazione dello stesso termine "donna".
2015
Genere e tecnologie. Donne e “aree STEM”. Un focus su IBM Italia. Confronto con i dati Istat.
TECNOLOGIE, COMUNITÀ, INCLUSIONE SOCIALE, 2024
Siamo due donne italiane, trentenni, residenti a Milano, ri- cercatrici rispettivamente in educazione degli adulti e sociolo- gia dei processi culturali, e collaboriamo in un network indi- pendente di ricerca e formazione per lo sviluppo di comunità dove abbiamo lavorato insieme in un progetto di educazione digitale per bibliotecari/e nel territorio di Bergamo. Ci inte- ressiamo entrambe di femminismo, ma ci conosciamo poco e siamo diverse nel nostro approccio di ricerca. Ci viene l’idea di metterci in dialogo tra di noi sull’emancipazione femminile e le tecnologie nei movimenti delle primavere arabe e nell’attuale movimento delle donne in Iran.
Ambiente e clima. Il presente per il futuro 14-15-16 Novembre 2019 Lecce Ex Convitto Palmieri Piazzetta Carducci Programma provvisorio
… de filología italiana, 2000
E' diffusa, rispetto alle nuove tecnologie, una presunzione di oggettività ed efficienza per cui la soglia critica di attenzione da parte dell'utente è più bassa. In altre parole, gli strumenti offerti vengono utilizzati in modo del tutto automatico 1 , data anche la loro immediatezza ed apparente semplicità. Tra le varie utilizzazioni automatiche (e parziali, in quanto normalmente estemporanee e limitate a poche richieste) dell'utente, un posto significativo per la
2001
Dall'inizio del XX secolo a oggi le donne hanno assunto, nella vita sociale e politica, ruoli sempre più importanti e il loro contributo anche all'interno delle università appare determinante. Tuttavia, anche se le donne sono rappresentate in quasi tutti i settori della vita politica, amministrativa, manageriale e istituzionale le cariche da esse rivestite sono generalmente inferiori a quelle che competono ai loro colleghi uomini. Lo storico ruolo di donna subalterna non appare dunque del tutto superato. I progressi nel corso dell'ultimo secolo sono stati comunque enormi. Si pensi che all'inizio dell'Ottocento Sylvain Maréchal patrocinò un «Progetto di legge inteso a proibire alle donne di imparare a leggere e scrivere» e ancora nel 1901 la rivista Minerva dava notizia di una società americana dal nome «Society of women haters», che aveva l'intento di lottare contro la presenza delle donne nelle università, mentre nel suo libro (Über die Anlage zur Mathematìk, Leipzig, 1900) un medico tedesco, P. I. Mòbius, scriveva che «una donna matematica è contro natura, in un certo senso è un ermafrodito». Oggi le iscritte al corso di laurea in matematica in Italia sono circa il 68% del totale e a Catania il 73%.'
Come dietro ogni "misfatto" che si rispetti anche dietro le esplosive origini del futurismo c'è una donna. Il Manifesto di fondazione del movimento, prima di essere pubblicato sulla prima pagina del più importante quotidiano francese "Le Figaro" il 20 febbraio 1909, fu lanciato da Marinetti su alcune testate italiane di provincia come "La Gazzetta di Mantova", dove comparve l'8 febbraio. Fu proprio l'uscita sul giornale d'oltralpe però a fare "esplodere la bomba futurista", un tale dirompente exploit fu reso possibile solo grazie a una donna: Marinetti al tempo era fidanzato con Rose Fatine, figlia unica di Mohammed El Rachi Pacha, maggiore azionista del giornale.
L'impossibilità di cambiare la natura (essenza) con la tecnica, 2013
(testo estratto dal volume Il Nuovo Principio Persona, Armando, Roma 2013) 1. Che cosa ne è della persona nell'età della Tecnica? Possiamo produrre la persona e cambiare la natura umana? Queste domande dischiudono una questione fondamentale che viene oggi rilanciata in vari modi, e che forse non ha ancora ricevuto un'adeguata risposta. La domanda sulla possibilità di produrre la persona introduce immediatamente la categoria della produzione. Le produzioni che conosciamo avvengono ricorrendo alla tecnica secondo le modalità volta a volta disponibili ed assicurate su un sapere scientifico e certo di se stesso: ad esempio la produzione industriale di beni economici d'ogni tipo, e la crescente produzione del diritto come un insieme di norme e procedure che-si pensa-dipendono solo dalla volontà puntuale e variabile dell'uomo. Tecnica è la grande parola dell'economia e in parte del diritto (almeno di quel diritto/jus che taglia il suo legame costitutivo con la justitia), e con la tecnica il suo 'mito': la produzione. Se vi sono officine che producono automobili ed altre leggi o norme, perché non potrebbero esservi officine per produrre la persona? Essa potrebbe venire prodotta come un artefatto, secondo le regole dell'artificialità e dell'efficacia. Come la produzione industriale riposa su leggi scientifiche, e il diritto sulla volontà degli uomini e del potere, altrettanto varrebbe per la persona consegnata alla tecnica, alla volontà di potenza, al produrre. Le officine della Tecnica possono tanto? La risposta negativa deve essere argomentata. La produzione dell'uomo diviene un'ovvietà se siamo soltanto materiale organico che emerge come esito casuale del divenire cosmico. Prodotti dall'evoluzione, perché mai non dovremmo continuare la storia della nostra specie, producendoci tecnicamente come vogliamo e mutando la nostra essenza a piacere? Secondo H. T. Engelhardt "in quanto persone possiamo fare dei nostri corpi degli oggetti", e quindi decidere di riplasmarci, dal momento che "non c'è nulla di sacrosanto nella natura umana" 1. L'uomo è la misura di tutte le cose, osservava Protagora. La Tecnica sembra completare così il suo detto: 'l'uomo è la misura di tutte le cose, compreso se stesso'. Ma appunto al prezzo di considerarsi una cosa, è necessario aggiungere. Lo spirito oltranzista della tecnica, o meglio dello scientismo tecnologico, è ben espresso da Brecht: "Sì, rimetteremo tutto in dubbio. E quel che troviamo oggi, domani lo cancelleremo dalla lavagna" 2. Niente è valido per sempre, tutto muta e diviene, non esistono verità ferme, immutabili. In questa posizione emergono due presupposti nichilistici: a) il primo assume che una metafisica del puro divenire non 1 H. T. Engelhardt, Manuale di Bioetica, p. 428 e p. 435. 2 B. Brecht, Vita di Galileo, IX.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Scritture del corpo (Atti del XVIII Convegno Internazionale della MOD 22-24 giugno 2016), 2018
Storicamente, 2020
Il femminismo nella sfera pubblica digitale italiana , 2023
in G. Gosetti (ed.) Lavoro e lavori. Strumenti per comprendere il cambiamento, pp. 164-176, 2011
Settentrione. Rivista di Studi italo-finlandesi, n.22/2010, pp. 93-97
“Bioetica. Rivista interdisciplinare”, 27, 2019
IV Convegno Nazionale di STS Italia TECNOLOGIE EMERGENTI, MONDI SOCIALI, 2012
Dialoghi Mediterranei - Periodico bimestrale dell'Istituto Euroarabo (ISSN 2384-9010)
Istituto per la Ricerca Sociale, Rapporto di ricerca, libro 3, 2010
Storie della modernità. Spazi mediterranei e prospettive globali. Studi in onore di Mirella Vera Mafrici, 2022