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Come già osservato per le fasi preromane 1 , anche la situazione stratigrafica riferibile al periodo romano-imperiale si presentava estremamente compromessa sia per gli interventi di spolio attribuibili all'età tardoantica 2 , sia a causa delle attività di epoca storica quali nel corso dell'Ottocento l'impianto di fornaci, da cui deriva il nome della località, e in epoca moderna gli spianamenti dei dossi su cui sorgevano le strutture e le pratiche agrarie condotte fino ad anni recenti. Oltre alla mancanza totale di resti in elevato, si registrava anche la completa assenza di stratificazione orizzontale, ovvero dei piani d'uso e di tutti i livelli riferibili all'età romana 3 . Le uniche evidenze superstiti, articolate in diverse fasi cronologiche, erano pertinenti ad interventi negativi condotti a spese di uno stesso piano, costituito dal suolo romano, ed ai relativi riempimenti: strutture residuali in fondazione, spoli, buche, fosse e fossati, ad eccezione di qualche accumulo superficiale situato marginalmente in zone depresse.
Il volume ha per oggetto gli scavi condotti negli anni 2005-2009 dalle Università di Genova e Urbino in stretta collaborazione con la allora Soprintendenza archeologica delle Marche nell' area sacra della città romana di Sentinum (Sassoferrato, AN). Dei due complessi sacri venuti in luce, un tempio ad alae e un santuario costituito da un tempietto tetrastilo entro portico su tre lati, sono state indagate le fasi di vita, di abbandono e di distruzione. L'indagine dell'area sacra, non disgiunta dall'analisi del contesto cittadino e regionale di riferimento, ha dato importanti risultati per la comprensione dello sviluppo, dell'abbandono e della distruzione di Sentinum. In età bassomedievale, infatti, un grande cantiere di spoliazione si installò sull'area sacra e in generale sui resti della città in rovina. Si può parlare di archeologia della distruzione: lo stato di conservazione delle strutture e i materiali rinvenuti sono stati studiati nell'ottica del cantiere di distruzione ed hanno fornito importanti dati sull'organizzazione del lavoro. In un panorama bibliografico in cui sono ancora pochi gli studi sull'argomento, l'approccio all'area sacra di Sentinum offre nuovi elementi per la comprensione di un fenomeno tanto diffuso quanto ancora poco affrontato in letteratura archeologica. Marina Lo Blundo è laureata in Conservazione dei Beni Culturali e specializzata in Archeologia Classica all'Università degli Studi di Genova. Ha conseguito il dottorato in Storia e conservazione dell'oggetto d'arte e d'architettura presso l'Università degli Studi Roma Tre. Ha lavorato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze come Assistente alla Fruizione, Vigilanza e Accoglienza, occupandosi, tra l'altro, della comunicazione attraverso i nuovi media. Attualmente è funzionario archeologo presso il Parco Archeologico di Ostia antica.
In questo breve articolo, dal taglio divulgativo, viene presentata una sintesi dei ritrovamenti archeologici già pubblicati in altra sede. Rispetto ai precedenti contributi si aggiunge una planimetria aggiornata, un accenno alle nuove ricerche sulla statuaria fittile e sulla titolarità del culto.
Annuario Storico Zenoniano XXIV/2017, 2017
GIULIANA CAVALIERI MANASSE L'area di San Zeno in Oratorio in età romana e tardoantica L a chiesa sorse nei pressi di un asse stradale suburbano assai importante: la via da/per Brescia, cosiddetta via Gallica, che con l'età imperiale e la tarda antichità acquistò progressivamente rilievo, per essere divenuta un tronco della più importante linea di traffico dell'Italia Settentrionale, quella tra Aquileia e Milano 1 .
Atti e Memorie della Società Magna Grecia, 2023
2016
Cilicia is a significant research topic in order to analyse cultural and religious assimilation processes that affected Asia Minor in the Hellenistic period. Thanks to its geographical position, Cilicia was a natural crossroads between different cultural traditions but, due to its geomorphological features, it kept over the centuries its Anatolian background. The interaction between these two attitudes emerges especially in Hellenistic times, contributing to the development of a stratified religious identity, as well as to the architectural definition of worship places. This paper analyses the rise and the development of major Cilician sanctuaries, both urban and extraurban. In spite of the overall lack of archaeological records, the literary, epigraphic and numismatic evidence gives information about main civic cults, primarily devoted to Athena, worshipped in Seleucia on the Kalykadnos river, Elaiussa, Soloi, Aigeai and Mallos. In relation to extra-urban sanctuaries (located in Olba, Magarsos and Kastabala and dating back to pre-Hellenistic times), the Seleucid kings, especially Antiochus IV Epiphanes, enhanced both architectural renewal and assimilation of worships in Hellenic forms. More complex is the case of the Cilician cave known as Korykion Antron, located in the inland of the ancient Korykos; it combines different temple typologies (Doric prostyle temple and cult cave), widespread in the Olbian territory. These small cult sites were gathering-places for rural population and some of them probably played as well a role of border sanctuaries.
Archaeologiae Una storia al plural: Studi in memoria di Sara Santoro, 2022
conciliabulum, sia in quello della colonia repubblicana sia nella sua evoluzione di età augustea e tiberiana. Nella città abbiamo infatti quattro edifici sacri ideologicamente significativi e ciascuno connesso a fasi determinanti della genesi e dello sviluppo dell'abitato. Un edificio forse interpretabile come tempio tardo-repubblicano, e quindi connesso all'impianto della colonia graccana all'angolo dell'area forense, tracce del probabile Capitolium ed infine il ben noto tempio della Salus Augusta, ai quali, significativamente, grazie ad indagini recenti, si può presumere di poter aggiungere un quarto edificio sacro che si può individuare in una struttura rinvenuta nella cavea del teatro della città. Il conciliabulum Già da tempo è noto che l'angolo ai limiti sud-ovest dell'area che all'atto della fondazione e definizione urbana sarà destinata a funzioni forensi (A in fig. 1) fosse stato nella prima fase di vita dell'insediamento occupato da un complesso artigianale 3. Gli scavi più recenti, riavviati nel 2017 ed i cui risultati sono in corso di elaborazione ai fini della prossima pubblicazione, hanno consentito di appurare come l'area principale del complesso fosse occupata da tre fornaci di cui due (A e B) affiancate con direzione NS (fig. 2) ed una terza (C), connessa ad una precedente fase di vita del complesso, con direzione EO,. In una terza fase nell'area venne aggiunta una forgia. Il complesso era dedicato alla produzione di anfore e di ceramica d'uso domestico, con confronti morfologici che rimandano ad area tirrenica, oltre che, ma solo appunto nella sua fase finale, alla lavorazione dei metalli. Le sue fasi di vita sembrano collocabili cronologicamente nel corso della prima metà del II sec. a.C. dopo la quale
In onore dell'amica Lellia, alla cui instancabile ed acuta attività di storica tutti siamo in qualche modo debitori, mi propongo di riprendere in esame un documento epigrafi co che, non ben edito qualche anno dopo la scoperta, più di tre quarti di secolo orsono, pur se frequentemente citato in seguito in vari contesti, non sembra aver ricevuto ancora l'attenzione critica che meritava. La vicenda, di cui l'epigrafe ed il contesto archeologico d'appartenza sono testimonianza, cominciano ben prima della forcella cronologica (IV-VI sec.) stabilita per questa Miscellanea, ma vedono la loro conclusione nel cuore di essa, in quel tramonto forzato del paganesimo al quale l'onorata ha dedicato tanta parte della sua ricerca. Confi do dunque che anche queste pagine le risultino gradite.** 1. Il documento epigrafi co dal quale prendiamo le mosse, trovato nel 1917, fu pubblicato come riporto qui sotto da Edoardo Gatti nel 1925, all'interno della notizia di alcune scoperte archeologiche occasionalmente effettuate poco a nord di Roma, tra il quarto ed il sesto miglio della via Cassia, sulla sinistra del fosso di Acquatraversa (torneremo più avanti sul contesto topografi co ed archeologico).
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Le regioni di Aquileia e Spalato ine poca romana, 2006
Lazio & Sabina 7. Settimo incontro di studi sul Lazio e la Sabina, Roma , 2011
Bollettino della Unione Storia e Arte, 2012
in Die Privaturkunden der Karolingerzeit, herausgegeben von Peter Erhart, Karl Heidecker, Bernhard Zeller, Dietikon-Zürich, Urs Graf Verlag, pp. 73-84, 2009
La Badia di Sansepolcro nel Quattrocento, 2012
Per un'archeologia del culto nella cisalpina romana: il caso trentino, 2022
Riscoperte, un anno di archeologia nelle Marche, 2018
I beni di interesse pubblico nell'esperienza giuridica romana (a cura di L. Garofalo), tomo I, Napoli, 2016