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2011
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Andrea Piccardi (a cura di), Trasmissione del testo dal Medioevo all'età moderna. Leggere, copiare, pubblicare, 2012
Attraverso l’analisi di alcuni frontespizi si tenta di esaminare le precipue modalità con cui le considerazioni sviluppate da vari filosofi (Simmel, Ortega y Gasset) sul valore simbolico della cornice possano estendersi anche alla soglia del testo; questa, d’altronde, anche graficamente, assume spesso la forma iconica di una cornice - generalmente di tipo vegetale, istoriato o architettonico - presentando, analogamente a quella dei quadri, uno stile più razionale e geometrico o più sontuoso e scenografico, secondo il gusto dominante. In una civiltà abituata più alla visualità che alla lettura, le immagini del frontespizio, la cornice con le sue raffigurazioni allusive al contenuto, e ancora di più il ritratto, svolgono un importante ruolo persuasivo o ermeneutico e pertanto non devono essere considerate alla stregua di semplici ornamenti. In tal senso il frontespizio condivide lo statuto di parergon, proprio dell’ornatus retorico e delle cornici dei quadri (ma anche della firma dell’autore, del titolo, della didascalia, etc.) che, secondo Derrida, sarebbero insieme marginali e centrali rispetto a ciò che consideriamo l’opera vera e propria (ergon). L’illustrazione del frontespizio, con la sua posizione privilegiata ad apertura di libro, rappresenta un potente mezzo comunicativo. I messaggi espressi attraverso l’interazione dell’elemento verbale e di quello visivo hanno una finalità informativa e, soprattutto, promozionale. Spesso la prima pagina del libro presentava immagini di archi, porticati o sontuosi portali d’ingresso che assumevano una valenza simbolica, presentandosi metaforicamente, come ‘soglia’, per dirla con Genette, volta a introdurre il lettore verso il sapere.
La frequentazione dell’universo delle arti figurative da parte di Leonardo Sciascia è un aspetto per certi versi trascurato dalla critica. Oltre alla presenza continua di citazioni pittoriche nei romanzi, l’interesse dello scrittore siciliano nei confronti del linguaggio figurativo è segnalato da un ampio e variegato corpus di scritti d’arte, di cui solo una minima parte è stata riproposta nelle raccolte curate dall’autore. La Galleria n.1 di "Arabeschi" (Rivista di studi su letteratura e visualità) mostra, attraverso l’allestimento di un percorso alfabetico virtuale, il fecondo e complesso dialogo fra alcune pagine sciasciane, per lo più poco note, e le immagini a cui esse rimandano.
Le citazioni degli scritti di Leonardo Sciascia pubblicati nei libri d'arte, degli articoli e dei saggi su artisti e pittori sono tratte dalle prime edizioni (per le quali si rimanda alla bibliografia). Tutti gli altri testi dell'autore vengono citati dai volumi curati da Claude Ambroise'allestimento iconografico e la scelta delle immagini sono stati realizzati da Simona Scattina.
Sull'esempio degli scritti costituiti al passo con la produzione letteraria di Cristina Campo, che per la loro natura circostanziale ed il carattere intermediario sono resi 'libri-soglia' verso altre forme di espressione in prosa o in versi, si cerca di dimostrare il farsi della coscienza riflessiva e delle idee compositive formanti di questa scrittura. Testimoniano dell'impronta metaletteraria o autointerpretativa i testi ad ampio spettro conoscitivo, prepubblicati e confluiti nel volume critico ʺSotto falso nomeʺ, oppure pagine archiviate nelle raccolte di lettere finora stampate, edite soltanto parzialmente, contrassegnate dall'acuito spirito stilistico e perciò protese all'infuori dell'immediato. Oltre a garantirne la riconoscibilità, la consistenza strutturale complessiva del pensiero campiano lo rende più universalmente valido in senso ermeneutico, stando alla base di un'idea dinamica dell'arte di scrivere, intesa come polimorfa e collegata ai contigui ambiti di sapere. Sebbene l'approccio poetico della scrittrice possegga una connotazione atemporale, nel considerare lo sfondo storico viene valutato il rapporto tra la memoria e l'attualità, in quanto soggetto letterario tratteggiato, già l'elemento costitutivo del quadro filosofico del suo corrispondente epistolare A. Emo. Si prende inoltre spunto dai motivi complementari in cui si individua un'analoga matrice simbolica, rinvenibile nelle opere di S. Weil, C. Alvaro o A.M. Ortese, per determinare la portata speculativa delle considerazioni concernenti la sfera dell'antropologia culturale.
Questo saggio riporta alla luce l’importanza di Carlo Levi come scrittore e come scrittore-pensatore e la ricolloca nella prospettiva adatta per fare della sua opera una delle esperienze culturali più interessanti del ’900, da mettere accanto a quella di Cesare Pavese, per il discorso mitico, e a quella di un certo De Martino e di un certo Pasolini per il discorso sulla trasformazione antropologica delle culture popolari. Il concetto di sacro e le sue implicazioni con le culture del modernismo, il fondo biblico e teologico della formazione di Levi, i risultati in campo artistico e la loro relazione con la scrittura, il tema del tempo, le letture psicanalitiche (in particolare quella junghiana), gli accostamenti con il pensiero di Benjamin: questi sono solo alcuni dei nuclei che contraddistinguono la ricerca e le conferiscono qualità nuove, originali, non del tutto illuminate dalla critica precedente.
In "Sulla soglia del nulla. Mark Rothko: l’immagine oltre lo spazio" ["On the Threshold of Nothing. Mark Rothko: Images Beyond Space"] I proposed the first philosophical interpretation of Mark Rothko’s painting, on the model of what was done by Deleuze with the work of Francis Bacon. The innovative approach of this monograph consists in a phenomenological analysis of Rothko’s transcendental conversion to abstractionism, which I explain with reference to the Husserlian concept of phenomenological reduction.
Lettere pugliesi. Tommaso Fiore e Leonardo Sciascia, in "Todomodo", VII, 2017
Although consisting of only a few letters and fragments, the correspondence between Sciascia and Tommaso Fiore in the period 1956-1961 has a degree of importance, as these were the years in which Sciascia’s political choices were being redefined, as well as his poetics. This essay aims to shed further light on Sciascia’s intellectual and political profile during the 1950s and 1960s, focusing in particular on his contacts with various aspects of political and cultural ‘southern-ness’, or meridionalismo – which had their origin in Gobetti and supporters of the Partito d’Azione – to which Fiore was heir and witness.
Studium , 2021
Anche considerando l'abituale fluidità dei testi sciasciani, spesso a cavallo tra fiction e non fiction, tra racconto e saggio 1 , La scomparsa di Majorana più di altri ha posto la questione della sua attribuzione a un genere specifico: vero romanzo come vuole, riprendendo il saggio di Lea Ritter Santini, Giuseppe Traina (cfr. Traina, 2009)? Assolutamente non un romanzo, ma scrittura storico-saggistica come, all'esatto opposto, afferma Paolo Giovannetti (cfr. Giovannetti, 2016)? O ancora, nel suo esplicito ibridare biografia e invenzione, esempio ante litteram-almeno rispetto alla canonizzazione di Alain Buisine del 1990-di narrazione biofinzionale? 2 La mia risposta sarà, almeno per ora, diplomatica: La scomparsa di Majorana mi sembra attraversare tutti questi generi-o ancor meglio partecipare di tutte queste forme di un macro-genere corrispondente al regime narrativo, distinto dal regime drammatico e da quello lirico-, senza tuttavia appartenere definitivamente ad alcuno. 1 La cosa, variamente e ampiamente notata, è certificata innanzi tutto da Sciascia stesso. Si veda, ad esempio, nell'intervista con Davide Lajolo: «Sì, credo di essere saggista nel racconto e narratore nel saggio. Dirò di più: quando mi viene un'idea per qualcosa da scrivere, breve o lunga che sia, non so in prima se mi prenderà la forma del saggio o del racconto» (Lajolo, 1981, p. 45). 2 Come precisa Castellana (2019), il termine, che è andato a mano a mano sempre più diffondendosi, ha anche a mano a mano allargato il suo spettro semantico arrivando ad includere, soprattutto in area francese, praticamente qualsiasi narrazione che contamini il discorso fattuale biografico con i modi della finzione narrativa. Per biofiction intendo invece qui, in accordo con Castellana, «una finzione narrativa in prosa incentrata sulla vita di una persona reale, distinta dall'autore, seguita nel suo intero sviluppo oppure ridotta a pochi momenti o topoi significativi» (ibid., pp. 36-37).
2012
Nel 1974 Leonardo Sciascia pubblicava Todo modo. incipit del romanzo, attraverso la citazione di Giacomo De Benedetti e la mise en abyme tra la seconda Critica kanti A somiglianza di una celebre definizione che fa possi uomo solo. Credevo di aver ripercorso, à rebours, tutta una catena di casualità; e di essere riapprodato, uomo tante ragioni, non ultima quella di essere nato e per anni vissuto in luoghi pirandelliani, tra personaggi pirandelliani, con traumi pirandelliani (al punto che tra le pagine dello scrittore e la vita che avevo DARIO STAZZONE ! ! 383 vissuto fin oltre la giovinezza n nella memoria e nei sentimenti). 1 Todo modo è uno dei romanzi sciasciani più complessi e affascinanti, caratterizzato da un gioco continuo di riflessi, proiezioni speculari ed allusioni. In esso la scrittura palinsestica e la «retorica della citazione» 2 sono funzionali al confronto dei protagonisti, mentre il plot poliziesco è piegato ad una singolare partitura. In effetti Todo modo ha le caratteristiche di un giallo che del finale, che suscita più dubbi che certezze, permette di ascrivere 3 Per esso valgono
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Leonardo Sciascia (1921-1989): letteratura, critica, militanza civile, a cura di Marina Castiglione e Elena Riccio, 2021
"Cesare Pavese: la donna, la vita e la morte. Diciottesima rassegna di saggi internazionali di critica pavesiana", a cura di Antonio Catalfamo, I Quaderni del CE.PA.M, Catania, 2018, pp. 183-192.
Tasso und die bildenden Künste, 2018
Il primo libro di teoria dell'immagine (Einaudi 2024), 2024
La Biblioteca di via Senato, Milano, 2021
Contesti, forme e riflessi della censura. Creazione, ricezione e canoni culturali tra XVI e XX secolo, 2020
Annali della Scuola Normale di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia, 2016
Zibaldone: Estudios Italianos, 2020
Todomodo, 2021
La realtà rappresentata. Antologia della critica sulla forma romanzo 2000-2016, 2019